giovedì 6 marzo 2014

ZAGOR MONSTERS. INTRODUZIONE. "A": DA "AFANC" AD "AUTOMI DI HELLINGEN".

di Massimo Capalbo

Quando Max Capalbo ha proposto a Dime Web questo suo nuovo, poderoso, incredibile e fantastico lavoro (ahem!) - l'enciclopedia dei mostri affrontati dallo Spirito con la Scure - non volevamo quasi crederci. L'Atlante di Mister No - l'altra sua erculea fatica - è infatti ancora in corso d'opera (nemmeno a metà) e non credevamo fosse possibile partire con questo ulteriore impegno prima del prossimo autunno. E invece eccoci già sulla linea di partenza, con la lettera "A"!
I famous monsters dell'epica zagoriana si sono riuniti su Dime Web, tutti scatenati, con le fauci aperte e gli artigli sfoderati - pronti a farvi accapponare la pelle, a farvi rizzare i capelli in testa e a farvi gridare mammaiut...! (s.c. & f.m.)

Gran lavoro, aspetto il seguito, complimenti! 
 Moreno Burattini

Dal taccuino di Alex Dante! Zagor e Titan.
 

Quella di Zagor è la serie bonelliana classica dove la componente fantastica ha avuto e ha tuttora il maggior peso. Se è vero che sia in Tex sia nel Piccolo Ranger è presente un nutrito filone di storie ricche di elementi soprannaturali - e che persino all’interno di due serie essenzialmente realistiche come Mister No e il Comandante Mark non sono mancati episodi ai confini della realtà - solo nella saga dello Spirito con la Scure il fantastico costituisce uno degli ingredienti principali, e ciò fin dai primissimi episodi. Basti solo pensare che Darkwood, la foresta dove Zagor vive - assieme all’amico fraterno Cico - e nella quale si svolgono la maggior parte delle sue avventure, è un luogo immaginario, sebbene abbia una precisa collocazione geografica (si trova infatti sotto la regione dei Grandi Laghi, tra Pennsylvania, Ohio e West Virginia) e sia abitata da autentiche tribù pellerossa, come pure storicamente autentici sono molti degli avamposti militari disseminati sul suo territorio. Nella sua Foresta Oscura, Zagor si è scontrato di volta in volta, oltre che con i tipici cattivi del genere western (banditi, trafficanti di whisky, indiani ribelli, militari guerrafondai, speculatori, ecc.), con un’interminabile schiera di vampiri, scienziati pazzi, maghi, lupi mannari, morti viventi, animali e vegetali mostruosi, entità demoniache, robot, extraterrestri, folletti e via fantasticando. Non solo, ma anche nei suoi viaggi oltre i confini di Darkwood – le varie odissee ambientate nel resto del Nordamerica o in luoghi più lontani come l’America Latina e l’Africa – il nostro eroe ha dovuto affrontare diversi pericoli soprannaturali. Il fantastico zagoriano nasce da molteplici suggestioni letterarie, cinematografiche e fumettistiche, a cominciare da quelle che hanno nutrito l’immaginario del papà dello Spirito con la Scure, Sergio Bonelli alias Guido Nolitta. Nei vent’anni che lo hanno visto al timone della collana, l’editore/sceneggiatore – che ha creato il personaggio nel 1961, assieme al disegnatore Gallieno Ferri - ha attinto a piene mani dal cinema di fantascienza degli anni Cinquanta, dagli amati horror della Universal e della Hammer, da celebri e meno celebri serie a fumetti degli anni Trenta e Quaranta: il Flash Gordon di Alex Raymond, il Phantom di Lee Falk e Ray Moore, il Tarzan di Burne Hogarth il Casey Ruggles/Red Carson di Warren Tufts, il Brick Bradford di William Ritt e Clarence Grey, l’italianissimo Virus di Federico Pedrocchi e Walter Molino (ma si tratta, ovviamente, di un elenco parziale). Gli altri autori che – a fianco di Nolitta, ma soprattutto dopo il suo ritiro come sceneggiatore zagoriano - si sono cimentati con il Re di Darkwood (nomi come Castelli, Sclavi, Canzio, Toninelli, Capone, Boselli, Burattini, Rauch, per citare i più importanti) hanno fatto assimilare al personaggio ulteriori suggestioni: da Stephen King a Tolkien, da Verne a Conan Doyle, da Lovecraft a Hodgson, da Poe ad Haggard, da Howard ad Ashton Smith, dalla mitologia pellerossa a quella celtica, dal mito del Graal a quelli di Atlantide e Mu. 


Zagor Collana Lampo II serie, n. 18, 4 agosto 1963.


 
Data l’abbondanza, nella saga zagoriana, di personaggi, creature e luoghi fantastici, abbiamo deciso in quest’opera di occuparci solo – si fa per dire – di una specifica categoria, quella dei mostri. In essa abbiamo incluso non soltanto i vari uomini-bestia, i morti viventi, i vampiri, i dinosauri, gli spettri, gli animali impossibili e le piante assassine che Zagor ha dovuto affrontare a Darkwood e altrove, ma pure altri esseri e personaggi fuori dall’ordinario: per esempio, mutanti come Skull; abitatori di altri pianeti come gli spietati Akkroniani e il mite Warzak; criminali in grado di assumere particolari proprietà fisiche come l’Uomo Invisibile; divinità e spiriti malvagi quali Donn l’Oscuro, Haggoth, Dagon, Wendigo, Kudan ecc.; robot come il distruttivo Titan. E ancora: le letali pietre viventi che compaiono nella storia Odissea americana, uomini artificiali come Molok e il Golem, bizzarri esseri che abitano dimensioni parallele quali il perfido Urmur e i goblin RedCap e Red Jacket; animali realmente esistenti ma comunque insoliti, perché dotati di strani poteri (come il capodoglio esper di Incubo sul mare), manipolati dall’uomo (come gli insetti assassini della storia omonima), inseriti in contesti particolari che conferiscono loro un’aura mitica (è il caso del colossale puma e dell’anaconda che compaiono ne La montagna degli dei). Non abbiamo trascurato, inoltre, i buffi mostri apparsi negli albi speciali dedicati a Cico (il quale è a tutti gli effetti il co-protagonista della saga zagoriana) e creature altrettanto insolite e simpatiche quali il Pisum Alatum e il Going-Going. Non troverete, invece, nessuna voce dedicata al mad doctor Hellingen, a streghe come Dharma e Mawanah, al druido Kandrax, al barone Wolfingham, all’occultista Stephan, ai negromanti Zondar e Moridian, ecc. I suddetti personaggi, pur avendo anch’essi caratteristiche straordinarie, non rientrano certo nella categoria dei mostri; tuttavia, li citeremo lo stesso, e non potrebbe essere altrimenti, giacché – per fare alcuni importanti esempi – l’Uomo Tigre è una creatura della sopracitata Dharma, Kandrax è un seguace di Donn l’Oscuro, Titan è stato fabbricato da Hellingen, Moridian ha al suo servizio un esercito di morti viventi. E’ possibile che alcune scelte e alcune esclusioni da noi operate non troveranno d’accordo tutti gli appassionati dello Spirito con la Scure; a ogni modo, crediamo di aver fornito, attraverso le oltre centotrenta voci che compongono questa sorta di enciclopedia, un quadro abbastanza soddisfacente del filone fantastico zagoriano, filone che ha contribuito in maniera notevole al successo ormai ultracinquantennale dell’eroe nolittiano. (m.c.)

Disegno di Joevito Nuccio



LEGENDA
  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR e CICO, che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Speciale Zagor; Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).
  • Gli uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDA; UOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).
  • Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).
  • Sempre riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a quella effettiva (ad esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al secondo numero e così via).


    Disegno di Chiarolla, dal suo bel sito alessandrochiarolla.com


Nota sui collegamenti ipertestuali

Zagor Monsters (esattamente come L'Atlante di Mister No) è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione.
I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché!
Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse.
Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri (per es. non troverete ancora alla voce AFANC il collegamento alle voci della lettera "F"), ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento: per es. se dalla voce AFANC volete andare a FOMHOIR seguendo il link verrete portati al post della lettera "F". Troverete la voce FOMHOIR in un attimo, scorrendo il post stesso.
Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci (Zagor Monsters: La Mappa), alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!


Disegno di Sanda.


A
AFANC
AKKRONIANI
ALBERI ABISSALI
AMEBA GIGANTE
ARMATURA ANIMATA
AUTOMI DI HELLINGEN


AFANC

Mostri acquatici della mitologia celtica che compaiono ne Il ritorno di Kandrax (M. Boselli [sog.&scen.] – G. Ferri - M. Torricelli - C. Marcello [dis.], nn. 431-435). Nella parte centrale di questa lunga storia, ZAGOR e il suo fraterno amico Tonka, sakem (capo) degli indiani Mohawk, cadono nella trappola magica del druido Kandrax – che ha scatenato a Darkwood la Guerra Eterna - e vengono esiliati nella dimensione parallela di Erin, precisamente a Dun Scaith, l’Isola delle Ombre. Anche qui è in corso una guerra, che vede fronteggiarsi i soldati di ventura noti come Fianna o Eroi del Ramo Rosso e i FOMHOIR, un esercito di demoni al servizio di DONN L’OSCURO, signore di Dun Scaith. DONN tiene prigionieri nella sua dimora, la Torre Nera, il re di Erin Cormac Mac Art e sua figlia, la bella principessa Grainne.

Zagor n. 434, settembre 2001. Disegno di Ferri.

Un afanc aggredisce la principessa Gramain, ma viene ucciso da Finn – ZGR 434, p. 61


Quando ZAGOR e i Fianna riescono a espugnare la Torre Nera, DONN, prima di fuggire con sua moglie Macha, decide di sbarazzarsi dei suoi illustri prigionieri – incatenati in un fossato - facendoli appunto divorare dagli afanc. I mostri – quattro in tutto - verranno però uccisi da ZAGOR e dagli eroi celtici Dermot O’Dyna e Finn Mac Cumhail, capitano dei Fianna e promesso sposo di Grainne. Gli afanc di quest’avventura sono molto diversi da quelli della tradizione, che vengono descritti, a seconda delle fonti, come creature simili a coccodrilli o a castori ricoperti di squame. Quelli zagoriani, invece, sono una sorta di umanoidi anfibi e ricordano altri mostri acquatici apparsi nella serie, come il MOSTRO DEL DARK CANAL e gli UOMINI PESCE.

Zagor e i suoi compagni Finn e Dermot combattono contro gli afanc – ZGR 434, p. 63
 

AKKRONIANI

Compaiono nella storia Hellingen! (G. Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri e F. Bignotti (dis.), nn. 178-182) e sono una razza di malvagi extraterrestri provenienti dal pianeta Akkron, sesto in ordine di distanza dalla stella gigante di Betelgeuse, situata nella costellazione di Orione, a cinquantamila milioni di miglia dalla Terra. Macrocefali, con enormi occhi da insetto e la pelle squamosa, gli Akkroniani vengono contattati dal più acerrimo nemico di ZAGOR, Hellingen per l’appunto.

Zagor n. 179, giugno 1980. Disegno di Ferri.

Zagor e Cico vedono per la prima volta un Akkroniano – ZGR 180, p. 36

Il diabolico scienziato ha scoperto la loro esistenza attraverso il potente apparecchio radio di Skylab, l’osservatorio meteorologico dove il governo americano lo ha rinchiuso, allo scopo di sfruttare le sue straordinarie capacità mentali. Giunti sulla Terra a bordo di un enorme disco volante, gli Akkroniani liberano Hellingen, uccidendo i soldati e gli scienziati di Skylab con le loro pistole a raggi, in grado di mummificare all’istante qualsiasi creatura terrestre (gli alieni, invece, sono invulnerabili a questi raggi, così come lo sono a tutte le comuni armi prodotte dall’uomo). Su ordine di Hellingen – che ha stretto alleanza con il loro capo Daimon –, gli Akkroniani rapiscono ZAGOR e CICO, portandoli nella colonia che hanno installato sul monte Naatani.



Cico sperimenta sulla propria pelle la potenza delle armi akkroniane – ZGR 180, p. 39


La colonia akkroniana sul monte Naatani – ZGR 180, p. 42



Zagor e Cico al cospetto di Hellingen e di Daimon, capo degli Akkroniani – ZGR 180, p. 51

Qui il cervello dei Nostri viene condizionato da Hellingen, che innesta sotto il cuoio capelluto di entrambi un programmatore mentale. Agendo sotto l’impulso del microscopico apparecchio, lo Spirito con la Scure aiuta gli Akkroniani a catturare i guerrieri Mohawk di Tonka: gli alieni, infatti, necessitano di sangue umano per curare le cellule criptovegetali di cui sono composti i loro corpi.

Hellingen e Daimon osservano i loro prigionieri Mohawks, tenuti in una sorta di letargo artificiale – ZGR 182, p. 21

Zagor n. 180, luglio 1980. Disegno di Ferri.

Grazie a CICO, però, ZAGOR si libera dal condizionamento e mette in guardia le altre tribù e il colonnello Perry, l’ufficiale suo amico assieme al quale si era recato a Skylab. Intercettato da una pattuglia akkroniana sul monte Naatani, ZAGOR precipita in un crepaccio, ma viene salvato da Keokuk, un vecchio stregone Mohawk che vive nelle viscere della montagna assieme al suo giovanissimo discepolo Akoto. Ultimo custode del gran segreto del monte Naatani, Keokuk racconta al Nostro la storia dell’eroe rosso Rakum, il quale, un secolo prima, era riuscito a respingere la precedente invasione akkroniana. Rakum, anch’egli uno stregone Mohawk, aveva costruito, oltre a uno speciale scudo capace di neutralizzare i raggi delle pistole aliene, un arco e delle frecce che si erano rivelate letali per gli invasori. Attraverso un rito magico – che costa la vita a Keokuk - la mummia di Rakum, conservata nel pozzo glaciale (il punto più profondo della montagna), si rianima e consegna le sue armi magiche a ZAGOR. Grazie a esse, l’eroe riesce ad avere la meglio sugli Akkroniani, che abbandonano nuovamente il nostro pianeta a bordo della loro astronave. 


Le implacabili sentinelle akkroniane inseguono Zagor – ZGR 182, p. 5


Keokuk mostra a Zagor le pitture rupestri che immortalano la vittoria di Rakum sugli Akkroniani – ZGR 182, p. 32

Zagor uccide gli Akkroniani con le armi di Rakum – ZGR 182, p. 61

A questo punto, ZAGOR costringe Hellingen a liberare i Mohawk, i quali distruggono le installazioni akkroniane. Sopraggiunge infine Perry con i suoi soldati e CICO; il colonnello nota che l’unica apparecchiatura aliena rimasta intatta è una strana cabina piena di comandi, e chiede spiegazioni a Hellingen. Lo scienziato, fingendo di voler mostrare il funzionamento della cabina, vi si rinchiude e dopo alcuni minuti viene investito da una serie di scariche elettriche che disintegrano il suo corpo. 


Gli Akkroniani lasciano la Terra, abbandonando Hellingen al suo destino – ZGR 182, p. 69

Gli Akkroniani ritornano ne Il giorno dell'invasione (J. Rauch [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], n. 600), sempre intenzionati a conquistare la Terra. Mentre, in un punto del sistema solare, l'intera flotta spaziale di Akkron attende il momento per sferrare l'attacco al nostro pianeta, una spedizione comandata da Daimon atterra a Darkwood, in un posto chiamato la Radura delle Pietre Verdi



Cico viene colpito dallo stesso sasso che ha lanciato contro il muro invisibile - ZGR 600, p. 17

Gli Akkroniani ritornano a Darkwood - ZGR 600, p. 37

Assicuratisi - mediante il programmatore mentale già usato da Hellingen su ZAGOR - l'obbedienza degli indiani Powhatan e isolata con una barriera invisibile un'ampia porzione di Darkwood, gli Akkroniani catturano lo Spirito con la Scure e CICO, nonché i capi delle varie tribù. Prima di riprendere i sensi, l'eroe – che è stato portato sul ponte di comando dell'astronave akkroniana e immobilizzato su una sorta di tavolo metallico - fa un sogno nel quale, in una Darkwood ridotta a una landa desolata,  gli compare il già citato Akoto, ultimo custode delle armi sacre di Rakum. Morto ormai da diversi anni, Akoto dice al Nostro che solo lui può impedire la distruzione della foresta. La strana visione viene compresa in pieno da ZAGOR solo quando Daimon gli mostra, attraverso un monitor, il dispositivo con il quale egli intende appunto distruggere Darkwood: un ordigno in grado di annientare ogni forma di vita nel raggio di parecchie centinaia di miglia. 


Daimon stordisce Zagor con la sua pistola a raggi - ZGR 600, p. 38

Zagor prigioniero sul ponte di comando dell'astronave akkroniana - ZGR 600, p. 41

A trasportare i pezzi della terribile bomba, dall'astronave madre della flotta akkroniana alla radura, sono i Powhatan, per mezzo di un portale di teletrasporto. Proprio mentre è in corso l'assemblaggio dell'ordigno, Daimon e i suoi soldati si accorgono che un gruppo di guerrieri pellerossa si sta avvicinando alla radura. Attivando i dispositivi di sicurezza piazzati intorno alla zona e lanciando alcuni micidiali droni, gli alieni fanno strage dei suddetti guerrieri. L'orrenda carneficina scatena la rabbia di ZAGOR, che riesce a liberarsi e ad impossessarsi di una pistola a raggi, con la quale, prima di venire stordito dai suoi nemici, danneggia il quadro di controllo dei droni, salvando così i pochi indiani ancora in vita. 


Gli alieni lanciano i loro micidiali droni contro i guerrieri indiani - ZGR 600, p. 53

Dopo aver sognato Rakum e nuovamente Akoto (il quale gli dice che le armi sacre sono niente, senza la mano che le impugna), l'eroe si sveglia e scopre di essere collegato a una sonda mentale. Daimon gli spiega che lo hanno catturato perché vogliono sapere da lui il segreto delle armi sacre: gli alieni, infatti, hanno riprodotto le frecce e lo scudo di Rakum con gli stessi materiali degli originali, ma queste repliche si sono rivelate innocue. Il tentativo di carpire tale segreto dalla mente di ZAGOR non porta però a nessun risultato; pertanto, Daimon pone al Nostro un ultimatum: se non parlerà, CICO verrà ucciso davanti ai suoi occhi. In realtà, neanche ZAGOR conosce il suddetto segreto, ma, dopo aver riflettuto sulle parole che Akoto gli ha detto nel sogno, finge di cedere all'ultimatum e chiede di essere liberato, con la scusa di dover controllare personalmente le repliche prodotte dagli Akkroniani. Tra queste, vi è anche una lancia, la cui punta è stata ricavata dalla medesima pietra lavica delle letali frecce di Rakum. Daimon ordina a un soldato di dare l'arma allo Spirito con la Scure, e chiede a quest'ultimo qual è stato l'errore da essi commesso nel fabbricarla. Il vostro errore, Akkroniano… è stato quello di pensare che siano state queste armi  a uccidervi… e non la mano di chi le impugnava!, risponde ZAGOR, scagliando la lancia contro uno degli alieni, che muore all'istante.


Zagor alla riscossa! - ZGR 600, p. 83

Approfittando del disorientamento di Daimon e compagni, l'eroe s'impossessa dell'arco e delle frecce, con le quali uccide, uno dopo l'altro, i suoi avversari. Daimon riesce però a fuggire e, dopo aver fatto attivare la bomba, raggiunge – attraverso il teletrasporto – l'astronave madre. Non sembrano esserci più speranze per ZAGOR e per l'intera Darkwood, ma, all'improvviso, ecco apparire lo spirito di Rakum, il quale attiva subito il teletrasporto. L'eroe non perde tempo e, sollevato il diabolico marchingegno, lo scaglia nel portale, facendolo materializzare nella sopracitata astronave, proprio mentre gli alieni si accingevano a dare inizio all'assalto alla Terra. L'esplosione dell'ordigno distrugge tutta la flotta akkroniana: L'incubo è finito, messicano!.. – dice ZAGOR a CICO, mentre i Powhatan ritornano in sè - …l'incubo è finito!.

La provvidenziale apparizione dello spirito di Rakum - ZGR 600, p. 91

Zagor scaglia nel teletrasporto la bomba, pronta a esplodere - ZGR 600, p. 93

La terribile fine della flotta akkroniana - ZGR 600, p. 94

Zagor n. 181, agosto 1980. Disegno di Ferri.

Sebbene abbastanza buffi nell’aspetto, gli Akkroniani sono indubbiamente tra i più temibili avversari che ZAGOR ha dovuto affrontare nel corso della sua lunga saga. L'eroe, soprattutto in Hellingen!, è impotente davanti alla sofisticata tecnologia di cui essi dispongono, che rappresenta di sicuro uno degli elementi di maggior interesse della storia. Oltre alle famigerate pistole a raggi e alla spettacolare astronave aliena, bisogna citare l’invisibile quanto impenetrabile barriera che chiude la caverna in cui ZAGOR e CICO vengono tenuti prigionieri e l’apparato propellente che consente alle sentinelle akkroniane di volare. Degni di nota, inoltre: il traduttore simultaneo, un apparecchio che gli alieni tengono intorno al capo e che azionano mediante un bottone posto sulla cintura; la grande cupola dove i Mohawk catturati sono tenuti in stato letargico; e, ovviamente, il modulatore macromolecolare a campo ionizzato, ovvero la cabina di teletrasporto in cui Hellingen scompare, cabina che nel finale dell’episodio viene gettata dai Mohawk in un dirupo, ma che ritroviamo intatta e ancora funzionante nelle seguenti storie: Fantacico (G. Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], Speciale Cico n. 5); Il ritorno di Hellingen (T. Sclavi [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 275-280); Hellingen è vivo! (M. Boselli [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 376-379), dove è presente pure un’astronave akkroniana; e Resurrezione! (M. Burattini [sog.&scen.] - M. Verni e G. Sedioli [dis.], nn. 602-605). 

Cico ha fame, ma la cucina akkroniana gliela fa passare – ZGR 180, p. 92

Zagor n. 182, settembre 1980. Disegno di Ferri.

Tornando a Hellingen!, bisogna aggiungere che in essa gli Akkroniani si fanno ricordare anche per le spassose gag di cui sono protagonisti assieme all’impagabile CICO. Come dimenticare lo sconcerto dell’affamato messicano quando uno di questi extraterrestri gli porta prima un concentrato di tacchino sotto forma di pillola, poi un’enorme siringa contenente brodo? Ecco l’alimento, terrestre rotondo… - gli dice l’alieno – Razione abbondante proprio come volevi …Preferisci endovenoso o muscolare? E CICO risponde: No… Nooooo! Aiuto!!! Aiut… No…la puntura no! Digiuno! Mi associo al digiuno di protesta di Zagor…digiuno totale!.
Assai minore è invece la componente umoristica ne Il giorno dell'invasione, dove, oltre alla simpatica canzoncina che CICO canta a pp. 11-12, sono presenti due brevi gag, quasi identiche. Nella prima, il pancione, mentre è a caccia, tenta di uccidere un cervo con una fucilata; il proiettile, però, viene deviato dalla barriera invisibile degli Akkroniani. CICO, allora, si lancia all'inseguimento dell'animale, ma sbatte a sua volta contro la suddetta barriera. Sbigottito, il messicano scaglia un sasso sempre contro il muro invisibile, ma l'oggetto rimbalza e lo colpisce in testa. Nella seconda gag, contenuta nella sequenza immediatamente successiva, ZAGOR lancia un altro sasso contro la barriera per vedere a che altezza arriva: il sasso rimbalza e colpisce di nuovo CICO, facendogli un bernoccolo. Acc… dannaz… malediz… ma allora questo affare ce l'ha con me!, esclama il povero pancione. Gag cichiane a parte, la storia presenta altri elementi degni d'interesse: l'arrivo degli Akkroniani; i droni – simili a piccoli ma micidiali dischi volanti - con cui gli alieni si sbarazzano dei guerrieri pellerossa; i sogni di ZAGOR (nel secondo dei quali c'è anche  un'anticipazione della storia seguente: la comparsa del redivivo Hellingen); la sua riscossa finale, con l'azzeccato colpo di scena dell'apparizione dello spirito di Rakum; e infine la distruzione della flotta akkroniana.



Il mutante del film “Cittadino dello Spazio” (Joseph Newman, 1954)


Il Doctor Who (David Tennant) e il Generale Staal (Christopher Ryan), comandante dei Sontariani, in una foto promozionale di The Poison Sky (Douglas Mackinnon, 2008).

Curiosità: Gli Akkroniani sono ispirati graficamente a un famoso mostro del cinema di fantascienza degli anni Cinquanta: il mutante del pianeta Metaluna, che compare nel film Cittadino dello spazio (Joseph F. Newman, 1955). Anche ne Il giorno dell'invasione non mancano le citazioni. L'idea della bomba nel teletrasporto ha rivelato lo stesso Jacopo Rauch nel forum zagoriano SCLS - l'ho 'ripresa'  dal grandissimo Doctor Who! L'episodio in questione è "The Poison Sky", della quarta stagione del nuovo corso. In esso, la flotta dei Sontariani sta per invadere la terra, e c'è tutta una scena con un balletto di teletrasportati, nel finale, al termine del quale una bomba nucleare fa saltare tutta la flotta!. La sequenza conclusiva – in cui gli spiriti di Rakum e Akoto osservano da lontano, assieme a Manito-Testa di Bisonte, la festa che si sta svolgendo nel villaggio dei Mohawk - è un omaggio al finale de Il ritorno dello Jedi (Richard Marquand, 1983), terzo ed ultimo episodio della trilogia originale di Guerre Stellari.



Zagor n.600, luglio 2015, disegno di Gallieno Ferri



ALBERI ABISSALI

Uno delle tante creature pericolose che ZAGOR affronta nell’episodio Il popolo delle caverne (D. Canzio [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 209-212), ambientato nel sottosuolo di Inaccessible Point, un remoto angolo della foresta di Darkwood. Uno di questi insoliti alberi – che hanno un aspetto avvizzito - aggredisce CICO con i suoi rami-tentacoli, ma ZAGOR, a colpi di scure, glieli spezza e addirittura sradica la pianta dal terreno. Notando che dalle radici dell’albero fuoriesce del sangue, ZAGOR capisce che si tratta di un organismo metà vegetale metà animale, e, per averne conferma, lancia contro un altro di essi un grosso sasso, che viene subito afferrato dai rami e ingoiato da una sorta di bocca che si apre nella parte superiore del tronco.


Zagor n.210, gennaio 1983. Disegno di Ferri.


Cico viene attaccato da uno dei voraci vegetali – ZGR 210, p. 56


Vicino agli alberi abissali scorre un fiume ribollente di vapori (CICO, che poco prima vi è finito dentro, ha detto di sentirsi, dopo che ZAGOR l’ha recuperato, come un pesce lesso); l’eroe ve ne getta uno, e poiché galleggia, vi monta sopra assieme al messicano, usando uno dei rami come pagaia. Gli alberi abissali non sono gli unici vegetali assassini apparsi nella saga (vedi PIANTE CARNIVORE, MORTE VERDE), ma di sicuro sono gli unici che, da temibili predatori, vengono trasformati in mezzi di locomozione, o meglio: di navigazione.
Curiosità: La principale fonte d’ispirazione de Il popolo delle caverne è il celebre romanzo di Jules Verne, Viaggio al centro della Terra (1864). La suddetta opera, portata più volte sul grande schermo, ha ispirato inoltre una memorabile storia di Tex: Le terre dell'Abisso (G. L. Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn. 47-48).
 

Zagor sradica la pianta assassina – ZGR 210, p. 57

Gli alberi abissali non disdegnano neanche le pietre – ZGR 210, p. 58


Locandina originale di Viaggio al centro della Terra (Henry Levin, 1959). A dispetto dei rozzi effetti speciali, quella di Levin è la migliore, nonché la prima, trasposizione cinematografica del romanzo di Verne.


AMEBA GIGANTE 
 
La più bizzarra creatura di Viaggio senza ritorno (G. Nolitta [sog.&scen.] – S. Pini [dis.], nn. 170-172), storia ad alto tasso di mostruosità. La comune ameba, come si legge a p. 77 del n. 171, è un protozoo, ovvero un essere formato da una sola cellula… …che ha […] la possibilità di scindere la sua massa in varie parti… …e di digerire con speciali succhi gastrici qualsiasi cosa abbia ingerito. L’ameba gigante uccisa da ZAGOR vive in una zona inesplorata del Tennessee, che il nostro eroe e l’inseparabile CICO stanno attraversando assieme ai vichinghi di re Guthrum (vedi LICANTROPI DI NUOVAVITA).

Zagor n. 171, ottobre 1979. Disegno di Ferri.
 
L’ameba gigante attacca il vichingo Bjorg – ZGR 171, p. 74

Bjorg viene inghiottito dal mostruoso protozoo – ZGR 171, p. 75


Vittima del mostro è proprio uno dei guerrieri scandinavi, Bjorg, il quale - entrato in uno stagno per recuperare la borraccia di CICO (terrorizzato da qualcosa, simile a una faccia, che ha visto nell’acqua) - viene inghiottito vivo dall’enorme protozoo. Per salvare il malcapitato, lo Spirito con la Scure e gli altri vichinghi vanno all’assalto dell’ameba, ma le loro armi non recano alcun danno alla massa gelatinosa della creatura. ZAGOR intuisce allora che l’unico punto vulnerabile della creatura è il suo occhio (in realtà, il nucleo del protozoo) e, buttatosi letteralmente nel corpo dell’ameba, colpisce ripetutamente il suddetto occhio con la sua scure, fino a quando il mostro si affloscia privo di vita. I vichinghi aprono infine, con i loro pugnali, la gelatina omicida (come la chiama Guthrum), ma il povero Bjorg viene ritrovato morto. 
 

Zagor e i guerrieri di Guthrum all’assalto del mostro – ZGR 171, p. 77

Lo Spirito con la Scure riesce finalmente a uccidere l’ameba gigante - ZGR 171, p. 81

La comune ameba


ARMATURA ANIMATA

Compare in Hellingen è vivo! (M. Boselli [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 376-379) e viene guidata a distanza, tramite un macchinario elettronico, dallo scienziato pazzo. Quando Heyoka, guerriero contrario Mandan, penetra nel castello di Hellingen per liberare l’amata Liya, l’armatura – che impugna una grossa spada - lo attacca di sorpresa. Il pellerossa riesce però a schivare i suoi fendenti, e, con il suo tomahawk, prima la decapita, facendogli saltare l’elmo; poi la disarma e, con un calcio, la fa infine precipitare dallo stesso balcone da cui lui era entrato.


Zagor n.378, gennaio 1997. Disegno di Ferri.
Guidata da Hellingen, l’armatura animata si accinge ad attaccare Heyoka – ZGR 378, p. 77

Il valoroso pellerossa si sbarazza facilmente del demone ricoperto di ferro – ZGR 378, p. 78



AUTOMI DI HELLINGEN 

Fanno la loro comparsa nelle storie L'eredità di Hellingen (M. Burattini [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 601-602) e Resurrezione! (M. Burattini [sog.&scen.] - M. Verni e G. Sedioli [dis.], nn. 602-605), e sono di due tipi: quelli con sembianze indiane, programmati per eliminare ZAGOR; e quelli, di nuova generazione, con cui Hellingen mira a sottomettere tutta l'umanità (o meglio: solo gli uomini di razza bianca, giacché per i neri, i gialli e i rossi è previsto direttamente lo sterminio). I primi, al pari dei secondi, non sono stati, in verità, realizzati dallo scienziato pazzo, bensì dagli AKKRONIANI, che se ne sono serviti, come leggiamo nell'ultimo dei tanti flashback presenti in Resurrezione!, per costruire la loro base nelle viscere del Monte Naatani. Perché li avete fabbricati con l'aspetto di pellerossa?, chiede – sempre nel suddetto flashback – Hellingen a Daimon, il quale risponde: Per poterli inviare come spie fra gli abitanti della foresta più a valle …in modo da controllare la situazione, attraverso i loro occhi, senza destare sospetti. Ma ormai sono praticamente inutili, avendo già svolto la loro funzione… e per il lavoro della nostra base ci serviamo di modelli senza aspetto umano. Fattosi spiegare il funzionamento degli automi, Hellingen apporta di nascosto delle modifiche ai sopracitati automi, inserendo nel loro cervello un preciso comando: cercare e uccidere ZAGOR.

Zagor n. 601, agosto 2015. Disegno di Ferri


Ho lavorato – pensa il mad doctorin modo che, in mancanza di nuovi interventi, fra dieci anni esatti si attivino uno a uno ed escano dalla base per realizzare la loro missione!... …Se quel selvaggio avesse trovato il modo di mettermi di nuovo il bastone fra le ruote e fosse ancora vivo, e io no, avrò comunque la mia vendetta!. Realizzata questa prima fase del suo piano, Hellingen passa poi a modificare la programmazione degli automi usati dagli AKKRONIANI come operai. Lo scienziato non solo li perfeziona nell'aspetto e nelle funzionalità, ma dà loro l'incarico di costruire - anche in automatico, quindi pure in sua assenza, allestendo addirittura da soli il laboratorio in cui lavorare - nuovi modelli. Questi ultimi sono appunto gli automi del secondo tipo, quelli con i quali Hellingen vuole conquistare il mondo.
Ma cominciamo dall'inizio di questa mini-saga. Trascorso quasi un decennio da quanto narrato nel succitato flashback, gli alieni – come si legge ne Il giorno dell'invasione, cui le due storie in questione sono strettamente collegate – ritornano, assetati di vendetta, a Darkwood, ma vengono di nuovo sconfitti da ZAGOR. Tuttavia, il ritorno degli AKKRONIANI causa il risveglio delle macchine che loro stessi avevano costruito: sia quelle che, come la cabina, erano state trasportate nella base di Altrove per essere studiate; sia quelle della già menzionata base segreta. Queste ultime attivano a loro volta, e in anticipo sulla data stabilita da Hellingen, gli automi con sembianze indiane.

Zagor si scontra con il primo dei guerrieri indiani programmati per ucciderlo - ZGR 601, p. 26

Zagor scopre che gli invulnerabili guerrieri pellerossa sono in realtà automi - ZGR 601, p. 76


Il primo di essi a entrare in funzione, esce dalla montagna e va subito alla ricerca di ZAGOR, non esitando a uccidere tutti coloro che non vogliono dirgli, o semplicemente non sanno dirgli, dove si trova il Nostro. Tra questi, vi sono una famiglia MicMac e alcuni cacciatori Oneida. Anche Tonka rischia di finire vittima dell'implacabile automa, ma si salva grazie all'inaspettato intervento dell'eroe, il quale crede di dover combattere contro un indiano in carne e ossa. Al momento, infatti, ZAGOR nemmeno sospetta che dietro al suo misterioso avversario – dotato di una forza impressionante e invulnerabile ai proiettili - ci sia in realtà Hellingen. Al termine di un duro combattimento, lo Spirito con la Scure riesce a sconfiggere l'automa, facendolo precipitare nelle sabbie mobili. Seguendo poi le tracce del suo aggressore, ZAGOR scopre che esso proveniva dal monte Naatani, e decide di recarsi sul posto. Lungo il cammino, il Nostro salva la vita a un bambino Oneida di nome Yapeha, l'unico sopravvissuto della strage compiuta dal robot hellingeniano (nella quale è morto anche il padre del piccolo). Assieme a Yapeha, ZAGOR riprende il cammino e s'imbatte in una spedizione guidata da un militare di sua conoscenza, il tenente Shooter. Con lui vi sono due scienziati di Altrove, il dottor Kant e il professor Hubbard, il quale informa l'eroe di quanto avvenuto nella loro base, ossia l'improvvisa attivazione delle macchine akkroniane.

Un automa indiano insegue il piccolo Yapeha nelle viscere del Monte Naatani - ZGR 601, p. 88

Zagor n. 602, settembre 2015. Disegno di Ferri


Visto che il fenomeno non si è interrotto, abbiamo deciso di venire a controllare se qualcosa del genere sta succedendo anche sul monte Naatani!, dice Kant a ZAGOR, che osserva: Però… se non ricordo male, l'ingresso alle caverne dov'era il grosso della base degli Akkroniani, fu sigillato facendoci franare sopra delle pietre con l'esplosivo. Il tenente Shooter risponde: E' così… ma siamo venuti con l'occorrente per riaprirlo! Abbiamo portato con noi tanta polvere da sparo quanto basta a farci strada verso quella grotta. In quel preciso momento, un altro automa pellerossa fa la sua comparsa. Credendo che si tratti dello stesso indiano di prima, ZAGOR lo affronta da solo e riesce a farlo saltare in aria assieme ai sopracitati barilotti di esplosivo. Scopre così che il guerriero pellerossa è per l'appunto un robot, e intuisce che dietro a tutto questo c'è lo zampino di Hellingen. Due giorni dopo, la spedizione arriva sul Naatani e nota subito la frana che cela l'ingresso della base akkroniana. L'unico modo per arrivare nei sotterranei è infilarsi in un pertugio, che però è troppo stretto per il corpo di un adulto. Non lo è invece per il piccolo Yapeha, il quale, prima che ZAGOR possa impedirglielo, s'intrufola nella fessura e raggiunge il laboratorio dove sono in funzione le macchine akkroniane. Qui, l'indianino si trova davanti uno dei pellerossa robot, che lo insegue minaccioso, domandandogli: Dov'è… Za-gor-te-nay? Devi dirmi dov'è!. Yapeha riesce ad arrivare al pertugio da cui è entrato, attraverso cui raggiunge l'esterno, dove l'aspetta ZAGOR.



Penetrato nel laboratorio sotterraneo, Zagor osserva, sorpreso, gli altri automi indiani - ZGR 602, p. 13

Zagor n. 603, ottobre 2015. Disegno di Ferri


Il piccolo è convinto che il suo inseguitore non potrà fare altrettanto, ma si sbaglia: l'automa infatti, spostate con facilità le pietre, sbuca dalla frana, avventandosi subito contro l'eroe. Questi capisce finalmente che esistono più esemplari di robot e che l'unico modo per fermarli è raggiungere il laboratorio sotterraneo. Benché inseguito dal suo spietato avversario, ZAGOR riesce a penetrare nel suddetto laboratorio, dove, adagiati in alcune nicchie, vi sono un'altra decina di automi. Uno di essi si risveglia e attacca il Nostro, il quale, giocando d'astuzia, fa però in modo che il suo assalitore colpisca l'atro automa, sopraggiunto nel frattempo. ZAGOR fracassa poi, a colpi di scure, il pannello che controlla tutti i macchinari del laboratorio. Anche stavolta, l'eroe usa l'astuzia, facendo sì che sia l'automa stesso a distruggere il succitato pannello e di conseguenza a distruggere sé medesimo e gli altri suoi simili. Il danno arrecato alle macchine dà luogo a una serie di esplosioni che generano un vapore incandescente, ma ZAGOR, dopo varie peripezie, riesce a mettersi in salvo. Come gli spiega però, quella sera stessa, il professor Hubbard, gli automi e gli altri macchinari akkroniani non sono distrutti definitivamente, essendo capaci di autoripararsi: è quanto infatti accade in quel preciso momento. Hubbard si lascia sfuggire che Hellingen è tornato in vita, e ciò spinge un furibondo ZAGOR a mettersi subito in viaggio per Philadelphia, dove ha sede Altrove.


Zagor n. 605, dicembre 2015. Disegno di Ferri.

Su ordine di Hellingen, il dottor Kant viene ucciso da uno degli automi di nuova generazione - ZGR 605, p. 11


Giunto nella suddetta città, l'eroe incontra gli agenti di Altrove Roberts e Jesse, il quale, oltre a rivelargli appunto che Hellingen è risorto, o meglio: il suo clone, lo conduce nei sotterranei della base – dove poco dopo giungono anche tre ufficiali dell'esercito americano: il generale Nolan, il colonnello Yard e il capitano Xavier - e gli fa incontrare il suo acerrimo nemico, rinchiuso in una cella. Hellingen rivela allo Spirito con la Scure che, dieci anni prima, non sapendo dove e quando sarebbe stato clonato, aveva per l'appunto programmato gli automi con sembianze indiane in modo che, a tempo debito, si attivassero da soli e iniziassero, uno dopo l'altro, a dargli la caccia. ZAGOR tenta invano di convincere il generale Nolan, che intende utilizzare gli automi del mad doctor a fini militari, a non fidarsi di Hellingen, ma, per tutta risposta, il capitano Xavier, puntandogli contro la sua pistola, ordina a ZAGOR di uscire immediatamente dai sotterranei. L'eroe si ribella e, al termine di un breve ma duro scontro, tramortisce tutt'e tre gli ufficiali; non fa in tempo, però, a impedire a Quaritch – un giovane scienziato di Altrove che nutre grande ammirazione per Hellingen (sebbene questi abbia ucciso davanti ai suoi occhi il suo maestro, il professor Scully) – di iniettargli nel braccio un potente narcotico. La sera del giorno dopo, il generale Nolan ordina ai suoi uomini di condurre ZAGOR nel carcere militare di New Castle, ma Roberts e Jesse, con l'aiuto di CICO (arrivato a Philadelphia qualche ora prima), liberano il Nostro e, attraverso un passaggio segreto, raggiungono Altrove assieme a lui.


Hellingen rivela a Zagor di voler conquistare gli Stati Uniti servendosi dei suoi formidabili automi - ZGR 605, p. 18

Il mad doctor racconta allo Spirito con la Scure quando, dieci anni prima, Daimon gli mostrò gli automi con sembianze indiane - ZGR 605, p. 23
 
Entrati nei sotterranei, i quattro scoprono che, grazie alla complicità di Quaritch, Hellingen è fuggito, non prima però di aver ucciso Yard e Xavier e ferito Nolan. Quella notte stessa, ZAGOR e i suoi amici lasciano Philadelphia in direzione del Monte Naatani: è lì infatti che Hellingen e Quaritch si sono diretti a loro volta. Il giorno seguente, mentre i Nostri sono ancora in viaggio, il mad doctor arriva a destinazione con il suo complice e trova già pronti all'uso gli automi di nuova generazione. Giunta la notte, Hellingen scatena i suoi terribili robot contro la spedizione di Hubbard e Kant: tutti i soldati, compreso il tenente Shooter, vengono uccisi; i due scienziati, invece, sono fatti prigionieri e condotti nella base akkroniana del Naatani. Qui Hellingen innesta nella nuca di Kant un programmatore mentale, in modo che costui attiri in trappola ZAGOR e compagni. Infatti, i Nostri (ai quali si sono uniti Tonka e i suoi guerrieri), raggiunti da un lacero e terrorizzato Kant, che dice loro di essere riuscito a fuggire, non sospettano l'inganno e seguono lo scienziato sul Naatani. Mentre il resto del gruppo rimane in superficie, ZAGOR e Kant, in compagnia di Tonka e di un guerriero Mohawk, penetrano nella base e, con loro grande sorpresa, trovano Hellingen già ad attenderli. Lo Spirito con la Scure e Tonka vengono catturati dagli automi del mad doctor (lo stesso dicasi di CICO, Roberts e Jesse); Kant (che non è più utile a Hellingen), il suddetto guerriero e gli altri Mohawk vengono invece uccisi.

Modificati da Hellingen, gli automi operai costruiscono gli automi di nuova generazione - ZGR 605, p. 26

Gli automi indiani stringono Zagor in una morsa - ZGR 605, p. 50


Rinchiusi i compagni di ZAGOR e Hubbard in speciali celle con le sbarre elettriche, Hellingen fa trasportare il Nostro nel laboratorio e lo imprigiona all'interno di una sfera di energia. Il mad doctor rivela quindi all'eroe i suoi folli piani di conquista (Il mio esercito è inarrestabile!... Contro fucili e baionette, i miei guerrieri d'acciaio possono vincere anche usando soltanto le loro braccia! […] Di fronte a degli automi che impugnano le armi degli Akkroniani, di cui ci sono molti depositi nascosti… …anche i cannoni saranno inutili! Quale muro o palizzata potrebbe fermarli? […] Per anni ho studiato il modo di far governare il mondo a una razza superiore, di cui io sarei stato il capo! […] Perfezionerò le mie creature metalliche arrivando a dotarle di intelligenza superiore a quella della specie umana, come la mia… ma programmata in modo tale da dovermi obbedienza e adorazione!) e gli racconta come è riuscito a modificare gli automi con le sembianze indiane ed a fabbricare quelli di nuova generazione. Prima di stordirlo aumentando l'intensità dell'energia della sfera, il mad doctor dice a ZAGOR di voler liberare l'Hellingen originale dall'inferno in cui è stato rinchiuso dal demone WENDIGO. Poco dopo, ZAGOR, ripresi i sensi, si ritrova all'esterno, circondato dagli automi pellerossa; Hellingen, che ha imprigionato nella sfera di energia CICO e gli altri, assiste alla scena attraverso un monitor. Consapevole di non avere speranze contro i numerosi robot, ZAGOR fugge e, prima che i suoi avversari riescano a raggiungerlo, penetra nella caverna dove si trova la mummia di Rakum, l'eroe rosso (vedi AKKRONIANI), proprio il luogo da lui sognato pochi giorni prima.

Disattivati a distanza da Quaritch, gli automi crollano al suolo uno dopo l'altro - ZGR 605, p. 52

Lo spietato cyborg di Terminator (James Cameron, 1984)


Riflettendo su questo sogno, ZAGOR comprende che si è trattato di una premonizione inviatagli da Kiki Manito e, raggiunta la suddetta mummia, afferra il pugnale magico di Rakum e, bagnata la lama con il suo sangue, evoca WENDIGO. A questo punto, nel laboratorio di Hellingen si materializza un vortice dal quale compare il demone del male: E così… tu vorresti liberare il vero Hellingen, il mio prigioniero?, dice costui al mad doctor. Quest'ultimo, terrorizzato dall'inattesa apparizione, viene trascinato dentro il vortice, che si richiude subito dopo. Intanto, nella caverna di Rakum, gli automi hanno ormai circondato ZAGOR, che sembra non avere via di scampo. Uno degli indiani robot aggredisce l'eroe, ma, un istante dopo, esso si blocca e crolla a terra. Lo stesso succede agli altri automi: Roberts, infatti, è riuscito a convincere Quaritch a fermare i guerrieri di Hellingen (nonché gli automi di nuova generazione) in modo da rimediare in parte alle sue colpe. Lasciata la base (che, dice Roberts, verrà distrutta con l'esplosivo così che da essa non possa più uscire nessuna minaccia per il mondo), CICO e gli altri si ricongiungono finalmente con ZAGOR.
Prima di passare al paragrafo Curiosità, c'è da aggiungere che in Resurrezione!, in un flashback relativo al passato del mad doctor, compare anche un altro automa (vedi GOLEM II), di dimensioni maggiori rispetto a quelli già menzionati, ma, al contempo, dall'aspetto più retrò, trattandosi del primo robot hellingeniano in assoluto. Ancora un prototipo, insomma, sebbene già formidabile. 

Nathan Never n. 1, giugno 1991. Disegno di Castellini

La vignetta della storia Lo spettro del passato citata nella copertina dell'albo n. 605 - ZGR 41, p. 10


Curiosità: Gli automi di Hellingen – sia quelli con sembianze indiane che quelli di nuova generazione - ricordano in parte il cyborg interpretato da Arnold Schwarzenegger in Terminator (James Cameron, 1985) e Terminator 2 – Il giorno del giudizio (James Cameron, 1991). La copertina del n. 601 (L'eredità di Hellingen) richiama molto, invece, la cover del primo numero di Nathan Never ed è effettivamente – ha scritto Burattini nel suo blog - un “omaggio” voluto (sia pure con tutte le differenze del caso) alla fantascienza rappresentata dall’Agente Alfa, che ha avuto comunque molti altri precedenti bonelliani (un esempio su tutti, il Judok di Bonelli padre e Giovanni Ticci) e che in cento occasioni ha contaminato anche le tavole di Zagor. Se dunque Nathan viene dopo Zagor, anche Zagor può venire dopo Nathan, in un gioco di specchi e di rimandi. La cover del n. 605 (Finale di partita) cita a sua volta un'altra storia zagoriana con Hellingen, Lo spettro del passato (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 39-41), per la precisione la prima vignetta di p. 10 del n. 41 (Vittoria).


Massimo Capalbo

N.B. trovate i link alle altre lettere dell'opera andando su Zagor Monsters: La Mappa!

P.S. Ne parlano o almeno citano o linkano già Zagor Monsters: Baltorr su Zagor e altro; Moreno Burattini sulla sua Pagina Facebook; Retronika; i kenparkeriani di Chemako.

8 commenti:

  1. Gran lavoro, aspetto il seguito, complimenti!
    Moreno Burattini

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  2. Pensando al fatto che, Zagor e Mister No, sono i miei personaggi preferiti, non potrei chiedere di più all'autore! Grandi complimenti!

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  3. Quanto vorrei su carta questo lavoro, Francesco pensaci..

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  4. Che emozioni! ^^ Non capisco perché "Viaggio senza ritorno" sia alquanto sottovalutata. Forse anche a causa dei disegni di Spegna (qui da profano alla sua miglior prova secondo me). Iinizia in maniera bonaria e leggera con il ritorno del mitico Guthrum e dei suoi per poi nel secondo albo rivelarsi più dramamtica e fantastica con il culmine nel terzo albo per vedere ciò che attende i nostri alla meta! Nolitta alla sua penultima prova sulla serie fa vivere un' ultima trasferta ai nostri sbizzarrendosi e divertendosi nel creare un' avventura che non sarà "Odissea americana", e non vuole esserlo, ma è coinvolgente, paurosa e divertente! ^^
    Mi ha stupito leggere che "Ombre su darkwood" sia controversa quanto "Incubi"! °_O Qui Bonelli fa i salti mortali o quasi nel recuperare il mad doctor e, come scritto, ridargli la sua solita caratterizzazione con sempre il suo obbiettivo creare caos negli states grazie alla scienza, sua e degli akroniani. Quanto leggo di personaggio snaturato rimango un po basito onestamente. C' è chi storce su Wendigo, ma dopo che

    SPOILER la parte buona se ne n' è andata con Kiki Manitu, quella cattiva con chi doveva andare. Un deus ex machina per far tornare l' anima di Hellingen ci doveva essere. FINE SPOILER

    Un po sprecato Ben Stevens e la storia ingrana a tutta con il secondo albo con Poe e la scena al culb (un piccolo gioiellino) fino all' emozionante ed incalzante finale!
    Qui Bonelli ha voluto anche omaggiare Nolitta inserendo mostri d' acciaio, mostri marini e i congegni akroniani per controllare la mente. Anche al vecchio fumetto con la camera che rirpende gli atomi come scritto da "Virus" (forse glie l' ha suggerita il Sergione XD) e un quartier generale come il castello che richiama il film "Frankenstein", ma anche "Topolino e Orazio nel castello incantato" corto animato. ^^ Non sarà tra le migliori di Boselli, però la considero una buona avventura.
    Riguardo "Gli eroi del ramo rosso", avventura godibile e coinvolgente che avrei fatto volentieri durare un albo un più, ma... e Kandrax!?! Avventura su di lui senza di lui come già scritto!?! Boh!
    Su Titian che dire!?! Un classico! ^^

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