domenica 4 marzo 2018

DIME WEB INTERVISTA FRANCESCO CHIACCHIO! (LE INTERVISTE LII)


a cura di Elio Marracci

L'artista con cui oggi scambio due chiacchiere è Francesco Chiacchio, autore poliedrico: il suo lavoro spazia dal disegno al collage, ed è nato a Firenze nel 1981, dove da allora vive e lavora. Nel corso della sua carriera ha illustrato libri per numerosi editori - come Eli Readers, Motta Junior, Orecchio Acerbo, Salani, A buen paso -, copertine di dischi usciti per varie etichette - tra cui El Gallo Rojo, Tannen Records, Il Parco della Musica - e disegnato poster e fumetti come Ash, storia breve pubblicata nel numero 9 di "Black", rivista di fumetti edita dalla Coconino Press a partire dall'aprile 2001.



Dal 2010 al 2012 ha lavorato alle pagine culturali fiorentine del giornale "La Repubblica", mentre nel 2010 ha realizzato le immagini per il progetto multimediale X (Suite for Malcolm), composto dal sassofonista Francesco Bearzatti per il suo Tinissima Quartet e presentato in Europa e negli Stati Uniti. Del 2013 è la mostra Il segno come racconto, allestita presso la Galleria Il Ponte di Firenze, mentre nel 2015 cura l’immagine grafica della XIV edizione del festival francese “Jazz à Porquerolles”. Nello stesso anno inizia la sua collaborazione con lo scrittore di libri gialli Leonardo Gori per il quale illustra le copertine dei romanzi che hanno per protagonista il carabiniere Bruno Arcieri pubblicati da TEA. Ama coltivare le parole nell’orto-grafia, annaffiarle con segni differenti, guardarle crescere da lontano e coglierle in un disegno. Alcuni suoi lavori possono si trovano sul suo sito internet, dal quale provengono le immagini che illustrano la presente intervista. (e.m.)


DIME WEB - Per i lettori che non ti conoscono potresti presentarti in due parole?

FRANCESCO CHIACCHIO - Un disegnatore (“un” vale come parola?)
Dal fumetto Ash.

DW - Come si è sviluppata in te la passione per l'illustrazione?

FC - Mia madre era un'artista, e fin da bambino ho vissuto a stretto contatto con l'arte. Ho sempre disegnato da che mi ricordi; non immaginavo che poi tutto questo sarebbe diventato un lavoro... è successo con naturalezza, un passo dopo l'altro.


DW - Quali studi hai fatto?

FC - Ho studiato al Liceo Artistico, e successivamente ho frequentato l'ISIA di Firenze.


Copertina per il disco Monk'n'Roll del Francesco Bearzatti Tinissima Quartet. Cam Jazz, 2013

DW - Come nascono i tuoi lavori?

FC - Dipende... Ci sono lavori che nascono senza una commissione, e allora arrivano da una visione, da un tema che si sviluppa naturalmente nella mia mente. I lavori che invece sono finalizzati a un libro, a una storia che non ho pensato e scritto io, si nutrono di immagini precise che possono influenzare anche la scelta dei materiali e dello stile.


DW - Da dove prendi spunto per le tue immagini?

FC - Dall'esperienza visiva accumulata negli anni, dal disegnare stesso, dalla letteratura, la fotografia, il cinema… Tutto questo cerco di filtrarlo attraverso il mio sguardo, la mia sensibilità.



DW - Quali sono i materiali e le tecniche che più ti si confanno?

FC - Amo la carta usata, e dunque il collage. Mi piace la carta perché è materia viva, soprattutto quella che a volte raccolgo dalla strada, tormentata da temporali o asciugata e sbiadita dal sole. Mi diverte pensare che la carta abbia avuto vite precedenti prima di incontrarmi. Mi piace molto la grafite, così come mi piacciono le matite grasse, la china e i colori liquidi. Ultimamente mi dà piacere usare gli acquerelli e le ecoline, ma ho ancora molto da imparare.


DW - Quali sono gli artisti che ti ispirano?

FC - Ce ne sono tanti... L'amore per Picasso, Matisse e Klee non tramonta mai. Mi piace tanto William Kentridge, così come George Bellows. Poco tempo fa ho scoperto il lavoro di James Castle, e ammiro molto anche l'arte di Marino Marini e Louise Bourgeois, e di lei suggerisco un libro uscito qualche tempo fa per Quodlibet che mi ha segnato: Distruzione del padre. Ricostruzione del padre.

Da Amnesia, 2009

DW - Sei autore di brevi storie a fumetti, vignette, copertine di libri e di dischi.

FC - Per quanto riguarda il fumetto è stata una piccola parentesi: mi ci affacciai appena... la considero comunque una forma espressiva potente.


DW - Sei nato e vivi a Firenze. Quanto la città e il tuo essere toscano, sempre che l'abbiano fatto, hanno influenzato la tua opera?

FC - Non saprei, forse nella ricerca dei contrasti, nella definizione di un un rapporto deciso tra ombra e luce.


La Firenze di Chiacchio

DW - Sei l'autore delle copertine dei romanzi dello scrittore fiorentino Leonardo Gori pubblicati da TEA che hanno per protagonista il carabiniere Bruno Arcieri. Come sei entrato in contatto con Gori?

FC - Ho disegnato per TEA le copertine dei romanzi di Marco Vichi, così quando Leonardo Gori ha cominciato a collaborare con questa realtà, al direttore editoriale Stefano Res è venuto in mente che io potessi provare a sviluppare delle idee per le avventure di Bruno Arcieri. Se non sbaglio questo è avvenuto sotto il suggerimento proprio di Marco Vichi.


Copertina per Morte a Firenze di Marco Vich. Tea, 2012

DW - Visto che il commissario Bordelli di Marco Vichi è già apparso in un volume a fumetti illustrato dal barese Werther Dell'Edera e che tu, come si vede nei lavori presenti nel tuo sito, sei un valido disegnatore di fumetti, è peregrino pensare a un graphic novel di Bruno Arcieri del duo Gori/Chiacchio?

FC - Non credo di avere le spalle abbastanza larghe per avventurarmi in un viaggio di questo tipo!

Tea, 2015

DW - Sei un disegnatore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure sei uno di quelli che si alza di notte a disegnare perché ti è venuta l’ispirazione? Come si svolge la tua giornata tipo?

FC - Lavoro dalla mattina presto fino alla sera. Dai trent'anni in poi provo maggiore piacere nel lavorare la mattina presto. Le prime ore del giorno sono preziose. Lavorare la notte, anche se capita sempre più raramente, mi piace per il fatto di perdere un po' il controllo su quello che sto facendo. A volte questa può essere una buona sensazione.


DW - Quali sono le fonti che usi per documentarti?

FC - Internet sicuramente è stata una rivoluzione in questo senso. Ma anche i libri sono sempre una fonte utile.



DW - Oltre ai libri e ai fumetti che sicuramente userai per documentarti, quali altre letture fai?

FC - Amo le raccolte di racconti. Da quello che so non hanno vita facile in Italia, ma è una delle forme narrative che prediligo. Mi piace anche la poesia, così come la musica. Possono suggerire atmosfere e sensazioni che non saprei evocare in altro modo.


DW - Da professionista ormai affermato che consigli daresti a chi si volesse affacciare al mondo dell'illustrazione?

FC - Non credo di essere ancora così affermato, e non saprei quali consigli dare se non quello di seguire il piacere e la spontaneità di una passione e su quella lavorare, costruire, passo dopo passo, scoperta dopo scoperta. C'è una frase dei fratelli Taviani che trovo perfetta: Se cerchi lo stile troverai la morte, se cerchi la vita troverai lo stile.

Pianist, 2013


DW - A cosa stai lavorando attualmente?

FC - A due libri illustrati, di cui non dico altro per scaramanzia… Quando avranno preso una forma più definita mi sbilancerò maggiormente! E poi sto lavorando a una nuova serie di quadri. Poco fa tra l'altro ho visto proprio Leonardo Gori per parlare della prossima copertina di un suo nuovo romanzo…


DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorresti rispondere?

FC - Sto pensando troppo alla risposta da darti, e questo vuol dire che no, proprio non c'è.


Dallo sketchbook Circus


a cura di Elio Marracci

N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!

2 commenti:

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