martedì 16 maggio 2017

DIME WEB INTERVISTA MORENO BURATTINI! SECONDA SESSIONE: DALL'ALTRA PARTE (LE INTERVISTE XLIII)

a cura di Elio Marracci

Conosciuto per essere lo sceneggiatore di Zagor, di cui dal 2007 è anche il curatore di testata, con il maggior numero di pagine all'attivo, autore di commedie teatrali, di vari volumi di saggistica, di un romanzo e di due libri di aforismi, Moreno Burattini, nel giugno 2016, ha dato vita a una raccolta di racconti brevi dal titolo Dall'altra parte, pubblicata dalla ligure Cut Up Edizioni. Si tratta di 26 storie inquiete, come recita il sottotitolo, tra cui un'avventura, Cavalli bradi, con protagonista lo Spirito con la Scure, inedita. Le trame dei testi che compongono questo volume, illustrato da venticinque celebri disegnatori di fumetti e con una prefazione dello scrittore Sebastiano Mondadori, pronipote di Arnoldo, sono molto eterogenee. Il lettore si troverà di fronte a un cacciatore di diecimila anni fa e a una biologa a bordo di un'astronave in viaggio nello spazio, a figli che vogliono uccidere il padre e a madri che cercano di sopprimere le creature da loro generate; ma anche ad alieni che invadono la terra e a persone che si risvegliano nella tomba, seppellite vive, a un mendicante che perseguita coloro che gli negano l'elemosina e all'ultimo uomo rimasto sulla terra. E poi ci sono morti che varcano il confine e si trovano dall'altra parte, una moglie che uccide il marito a colpi di ferro da stiro, draghi, alchimisti, fumettisti, cuochi, preti di montagna, lupi, mutanti e viaggiatori partiti per la Patagonia. L'autore ha voluto parlare con me di quest'opera. Quindi senza indugiare oltre lascio a lui la parola! (e. m.)

Il libro di Burattini oggetto dell'intervista









DIME WEB - Per i pochi lettori che non ti conoscono potresti presentarti in due parole?

MORENO BURATTINI - Sono Moreno Burattini, cinquantacinque anni, sceneggiatore di Zagor dal 1989, personaggio di cui sono anche il curatore di testata dal 2007, e con molte esperienze in campo fumettistico anche alle prese con altri character come Tex, Dampyr, il Comandante Mark, Lupo Alberto e Cattivik. Ho scritto vari libri di saggistica e critica fumettistica, un romanzo, una raccolta di racconti, due libri di aforismi. Collaboro con il “Vernacoliere” e con “Enigmistica Più”. Sono autore di alcuni lavori teatrali. Gestisco due blog, una pagina Facebook e un account Twitter abbastanza seguiti.


DW - Sei conosciuto prevalentemente per il tuo lavoro nel campo dei fumetti: come mai ad un certo punto della tua carriera hai deciso di scrivere un libro di racconti?

MB - In realtà ho deciso di scrivere racconti prima ancora di scrivere fumetti. Da ragazzo, innamorato dei racconti brevi di scrittori come Isaac Asimov, maestro del genere, passavo il tempo a battere a macchina nella mia cameretta invece di andare fuori a giocare a pallone. I miei genitori erano persino preoccupati per questo. Sognavo di poter pubblicare i testi che scrivevo, quasi tutti brevi, perché puntavo al racconto più che al romanzo, ma da principio gli unici lettori sono stati i miei amici. Poi sono arrivati i giornaletti parrocchiali, le riviste universitarie, qualche testata di fantascienza, qualche apparizione su delle antologie. Insomma, sono andato accumulando idee e materiali che rimanevano nel cassetto dato che i fumetti assorbivano quasi tutto il mio tempo e dato che mi rendevo conto di come i racconti non fossero proprio ciò che più tirava in libreria. Poi è giunta l’offerta di Cut Up di pubblicare una mia antologia. Ovvero, loro avrebbero voluto un romanzo, io ho offerto invece, come controproposta, ciò che era maggiormente nelle mie corde: i testi brevi. Così è nata una raccolta di 26 racconti, di cui una decina risalenti ai tempi del liceo e dell’università e i restanti scritti per l’occasione.


Questa e le altre foto di corredo sono state scattate durante la presentazione del libro di Burattini, a Viareggio, il 5 maggio 2017. L'autore è stato introdotto e poi intervistato dal nostro Marracci (in maglia Tommy Hilfiger)

DW - Con la tua scrittura hai toccato la sceneggiatura a fumetti, la commedia teatrale, gli aforismi, il romanzo... Quali analogie e quali differenze hai trovato nel trattare questi mezzi di narrazione?

MB - Il romanzo, per ora, riguarda solo Le mura di Jericho, una storia in prosa di Zagor. Le commedie, due, più alcuni monologhi, risalgono agli anni Ottanta/Novanta. Ciò che accomuna tutte queste forme di espressione, o se si vuole la gestione dei loro diversi “codici”, è il mio desiderio di raccontare storie. Credo di essere un buon affabulatore, uno dei pochi talenti che ho, e dunque mi cimento nella narrazione nella forma e nei modi che mi sembrano più congeniali.


DW - La raccolta si intitola Dall'altra partePerché questo titolo? Cosa c'è “Dall'altra parte”? Cosa si troverà di fronte il lettore?

MB - Dall’altra parte è il titolo di uno dei 26 racconti “inquieti” dell’antologia. Ci sono del resto quattro storie che si svolgono nell’Aldilà, provando a immaginare che cosa troveremo scivolando oltre il muro che separa la morte dalla vita. Lo scopriremo solo morendo, dice un mio aforisma, ma ho provato a fare delle ipotesi in alcuni dei miei racconti. Però, anche quando gli argomenti, tutti molto eterogenei, sono altri, vengono accomunati dal fatto che la morale sembra essere quella di come si possano osservare le cose da punti di vista insospettabili o sorprendenti. "Dall’altra parte", appunto. Il lettore passerà dal chiedersi quale sia lo scopo di un viaggio in Patagonia da parte di un improbabile escursionista, al vedere che cosa possa accadere a un uomo qualsiasi che nega l’elemosina a un mendicante, al fare la conoscenza con l’ultimo uomo sulla Terra, passando per viaggi nel tempo, rapimenti da parte degli alieni, mutazioni genetiche, Madonne che spariscono invece di apparire e chi più ne ha più ne metta.


La 4a di copertina del volume di Moreno Burattini


DW - Alcuni testi presenti nel volume sono stati scritti più di 35 anni fa: cosa ritieni che abbiano ancora da dire dopo tanto tempo?

MB - Ho pubblicato nell’antologia solo i racconti che avevano conservato l’originale freschezza. Nessun racconto ha niente da dire, se non divertire. Se poi qualcuno ci trova un qualche ulteriore vantaggio, una morale, notizie utili, motivi di riflessione... buon per lui.


DW - Qual è, se c'è, il fil rouge che unisce gli elaborati?

MB - Il fatto che ci sia, in tutti, un’idea sorprendente attorno a cui si sviluppa una trama concreta, con pochi fronzoli. Un cacciatore di diecimila anni fa, una biologa a bordo di un’astronave in viaggio da diecimila anni nello spazio, madri che cercano di sopprimere i figli, un mendicante che perseguita coloro che gli negano l’elemosina.

DW - Perché hai deciso di narrare storie di genere?

MB - Tutte le storie sono di genere. Ai miei occhi non c’è nessuna differenza tra i racconti di Elio Vittorini in Piccola borghesia e quelli di Stephen King in Stand by Me. Tant’è vero che il primo dei racconti di Vittorini, La mia guerra, ha numerosi punti in comune con Il corpo di King. Quel che importa è che la storia sia interessante e il narratore sappia tener desta l’attenzione.





DW - Secondo te per quale motivo le trame "di genere" in questo periodo sono tornate così in auge da colonizzare in massa oltre ai libri anche altri media, come il cinema e la televisione?

MB - Perché probabilmente il pubblico si è stancato dei paletti e delle artificiose divisioni fra prodotti di serie A e quelli di serie B. Se una cosa è raccontata bene può anche parlare di una apocalisse zombi. Peraltro, le interazioni fra i personaggi e le riflessioni sulla fine della civiltà in "The Walking Dead" sono più stimolanti che in “Don Matteo”.


DW - Tra i racconti presenti ce n'è anche uno su Zagor. Che tipo di testo è?

MB - È un testo insolito perché non c’è Cico e perché riguarda dei cavalli. Di cavalli, di solito, ce ne sono pochi nelle storie dello Spirito con la Scure. Però mi è sembrato che il racconto che avevo in mente fosse buono, e dunque l’ho scritto in prosa invece di sceneggiarlo a fumetti, così da non scontentare gli zagoriani più ortodossi, sempre ipercritici, che se lo sono trovato fuori-serie e non imposto su un albo regolare.


DW - Vorrei che spendessi due parole sugli autori delle venticinque illustrazioni che sono presenti nel libro, sullo scrittore che ne ha curato la prefazione e sulla casa editrice che lo ha stampato.

MB - Le parole che volentieri di nuovo spendo sono quelle dei miei ringraziamenti premessi a Dall’altra parte: gli illustratori sono tutti miei amici che mi hanno regalato i loro disegni. Va detto che ho chiesto di farlo soltanto a una quindicina di loro: gli altri si sono offerti da soli una volta saputo del progetto. Un paio si sono persino sentiti offesi del fatto che non mi fossi fatto avanti con loro! Sebastiano Mondadori, pronipote di Arnoldo, è uno Scrittore con la “S” maiuscola. L’ho conosciuto grazie ai corsi di scrittura creativa che tiene a Lucca e alla mia collaborazione, come “ospite”, con un racconto poi finito anche in Dall’altra parte, con una antologia di testi dei suoi allievi. Siamo diventati buoni amici e quando gli ho chiesto una prefazione ne ha scritta una che mi ha molto onorato poter pubblicare.


Moreno Burattini, finita la presentazione, firma una copia dello Speciale Battista il Collezionista all'amico Rossano Pagliai (in piedi, con la maglia grigia), lettore di "Collezionare", "Dime Press" nonché grande appassionato zagoriano


DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorresti rispondere?

MB - La domanda è: pubblicherai ancora altri racconti?. La risposta è: .


a cura di Elio Marracci

N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!

P.S. La prima intervista di "Dime Web" a Moreno Burattini è qui!

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