sabato 30 aprile 2016

DIME WEB INTERVISTA ALEXANDER TRIPOOD! (LE INTERVISTE XXX)

a cura di Pierangelo Serafin

Con il doveroso nulla osta del nostro reporter-in-chief Franco Lana (che sta preparando per voi un colpaccio clamoroso, analogo a quello messo a segno con Vecchioni), il validissimo Pierangelo Serafin, torna a esplorare la galassia dei grandi successi dell'ultima generazione di fumettisti - ai quali Dime Web è sempre attenta - e ci introduce nel fantastico mondo di Alexander Tripood - milanese, classe 1987: un ficcante colloquio che abbiamo riccamente illustrato anche con immagini forniteci dall'artista stesso! (s.c. & f.m.)


Alexander Tripood (foto: Serafin)


Introduzione
 
I più remoti ricordi d'infanzia di Alessandro La Monica, in arte Alexander Tripood, narrano di galeoni dipinti e storie illustrate con il fratello. La passione per il fumetto vero e proprio, invece, arriva più tardi, quando ancora adolescente si scontrava con il mondo dei bande dessinèe franco-belgi e ne rimaneva affascinato; di quel periodo ricorda una modesta produzione di commissioni su diari scolastici e poco più. Verso la fine del 2014, quasi per scherzo, Tripood ha partecipato al concorso "Il mio esordio a fumetti" indetto da Scuola Comics e dal gruppo editoriale L'Espresso, aggiudicandosi il primo posto e anche la vittoria del premio Community. Sulla scia di questo entusiasmo, ha realizzato nei tre mesi successivi "Spada", presentando il primo volume come autoproduzione all'edizione del 2015 del Cartoomics di Milano, dove ha incontrato il favore e il sostegno del pubblico.

La copertina di "Spada"


Con queste note riportate nel risvolto della quarta di copertina del volume "Spada" edito da Shockdom si riassume la finora breve esperienza editoriale di Alexander Tripood. Un'unica opera nella quale l'editore deve aver fortemente creduto se ha deciso di stampare le centosessanta pagine a colori che la compongono in un volume dal formato non propriamente tascabile qual è il 21 x 29,7 (tanto per intenderci è la misura standard dei fogli lettera). Alexander Tripood non solo è un esordiente ma è anche un autodidatta che sta cercando un suo stile ammiccando alle bande dessinèe nella caratterizzazione dei personaggi e nella maestosa costruzione degli scenari ed ai manga per quello che riguarda le adrenaliche scene d'azione.


Carnival, da "Spada"


"Spada", pag. 3
  
In un certo senso la sua mancanza di "educazione artistica" gli rende possibile questo connubio, all'apparenza improbabile, tra due generi così sostanzialmente diversi e se proprio gli si deve rimproverare qualcosa, frutto più dell'inesperienza che di una incapacità narrativa, quel qualcosa sta nella difficoltà di interpretazione di alcune vignette sulle quali può capitare, di tanto in tanto, di tornare. A questo proposito una delle cose che mi ha piacevolmente colpito dell'autore è la sua capacità d'autocritica e la consapevolezza che, man mano che l'esperienza affina le sue capacità artistiche, egli veda nelle sue prime tavole (questo lavoro d'esordio va interpretato dal punto di vista prettamente estetico,di tavola in tavola, come il suo percorso evolutivo) alcune piccole imprecisioni che vorrebbe correggere come la sua accresciuta maturità artistica gli suggerirebbe e consentirebbe.

 
"Spada", pagg. 4-5
 
"Spada" è un fumetto d'azione, che si potrebbe definire steampunk, ambientato nella futuristica città di Anghywir che però è ricostruita in stile medievale e si sviluppa su vari livelli. Un concetto quest'ultimo certamente non nuovo ma personalmente ho come il sospetto che questo ricorrente tema della strutturazione delle città su differenti livelli da parte di molti autori delle ultime generazioni non sia relativa tanto a problematiche architettoniche prettamente relative agli spazi abitativi, quanto piuttosto una velata, e in alcuni casi feroce, critica a una società che dietro una facciata di apparente uguaglianza mantiene ancora le sue caste sociali con le spartizioni dei relativi privilegi.

"Spada", pag. 6


Quello che è veramente notevole del lavoro di Tripood è la tecnica utilizzata (peraltro una delle più difficili) per raccontare l' epopea di Spada Rodriguez - cioè l'acquerello. L'acquerello è la tecnica preferita dagli artisti che, lavorando en plein air, vogliono cogliere l'estemporaneità dell'attimo. Se è vero che strato su strato si creano spazi e profondità, è altrettanto vero che occorre una notevole abilità, in quanto il margine d'errore, trattandosi di colori non coprenti, è davvero minimo e non c'è molto spazio per i ripensamenti. Una tecnica di colorazione così delicata esalta sicuramente i tratti del disegno e dà la possibilità di creare innumerevoli sfumature; sfumature che vengono esaltate dalla stampa sulla carta patinata cosicché anche le zone lasciate in bianco più che dare un senso di vuoto finiscono con l'equilibrare quelle dove i colori sono presenti.
Quello che Tripood racconta nel suo "Spada" è dunque un mondo di colori e situazioni vorticose apparentemente in antitesi con quella che è la figura del suo creatore; un ragazzo esile ed educato, vestito di un'eleganza essenziale e tanto sobria da apparire quasi ordinaria (non è un caso che lavori nel mondo della moda).

"Spada": poster


"Spada", pag. 11

Passiamo quindi a conoscerlo meglio attraverso qualche domanda.

DIME WEB - Alexander. La prima domanda è naturalmente di carattere tecnico e certamente te la sarai sentita porre ogni volta che hai presentato la tua fatica. Perché l'acquerello?

ALEXANDER TRIPOOD - In effetti è così! E ogni volta mi rendo conto che rispondere a questa domanda non è banale. Senz’altro rimasi affascinato da questa tecnica anni addietro, quando lessi Blacksad per la prima volta. Ricordo che smisi di prestare attenzione alla storia per concentrarmi solo sui colori e le atmosfere, e il me di allora prese nota che, se mai in futuro avessi realizzato un fumetto, sarebbe stato con quella tecnica. Curiosamente quello stesso giorno lessi anche Skydoll che, per quanto graficamente ineccepibile (tralasciando l’enorme importanza dell’opera in sé), non mi impressionò allo stesso modo. Forse questo fu dovuto alla mancanza dell' “elemento sfida”: riuscire a ricreare atmosfere d’impatto senza i vantaggi del ritocco a posteriori propri della tecnica digitale. Oggi in realtà mi rendo conto di come questa visione fosse molto limitativa, e che la pittura elettronica sia tutt’altro che semplice. Tuttavia, quello che mi spinge ancora a preferire l'acquerello è il rapporto personale con la tavola e il puro divertimento che mi procura il pasticciare in maniera fisica con inchiostri e colori...cosa che aiuta tantissimo quando si arriva a realizzare una decina di tavole al giorno!


"Spada", pagg. 12-13


DW - Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?
AT - Anche questa è una domanda per me difficile, in quanto oltre alla scelta del mezzo non ho mai avuto un solo artista di riferimento. Adoro Pratt, Juanjo Guarnido, l’accoppiata Barbucci & Canepa e Massimiliano Frezzato; quando disegno, però, non ho mai nessuna delle loro opere davanti agli occhi. Li stimo tantissimo, e mi perdo nei loro mondi con entusiasmo, ma quando ritorno sui miei lavori il mio obiettivo è trovare un modo per suscitare le stesse emozioni, ma seguendo un mio stile. 


"Spada", pag. 34-35
  
DW - Questo "Spada" si è già creato uno zoccolo duro di fan e continua a fare proseliti. Quali sono i suoi punti di forza e quanto ti ha dato o ti sta dando soddisfazione?

AT - Sono molto felice dei feedback che sto ricevendo: ogni giorno mi arrivano moltissimi messaggi entusiasti del mio Spada, e spesso non riesco a ringraziare tutti! Un autore, oggi, riesce grazie ai social ad avere un contatto diretto col proprio pubblico, e se il riscontro è positivo non ci può essere soddisfazione più grande! I punti di forza del mio fumetto me li ricordano proprio i lettori, e mi affido totalmente al loro giudizio: la tecnica dell'acquerello e gli sfondi dettagliati sono sempre in cima alla lista, ma anche la sceneggiatura pare piacere, complice anche il taglio del racconto, un po' cinematografico. Fortissimo apprezzamento riceve l'ambientazione, e questo forse è il risultato che mi emoziona di più. Per sviluppare Angyburg ho disegnato piantine, creato piani urbanistici, leggi e pubblicità, ma non tutto è ancora stato presentato nel primo volume. Il fatto che in qualche modo questo senso di "unità" sia passato comunque, ha per me dell'incredibile.


"Spada", pag. 36


DW - Parlaci di Anghywir. Mi pare che non si limiti ad essere un semplice scenario su uno sfondo ma che giochi un ruolo importante nella struttura del tuo racconto...

AT- Evitando spoiler, ti dico che hai assolutamente ragione: la cura che ha richiesto lo sviluppo urbanistico trova giustificazione non soltanto nel fondamentale concetto di creare un mondo "credibile", ma anche nel fatto che la città sarà un vero protagonista della vicenda, al pari di Spada e Watt. Vorrei che il lettore si affezionasse a questo piccolo mondo, in modo da poter vivere in maniera più sincera gli sviluppi che esso avrà, e magari stupirsi anche quando scoprirà come si è giunti all'aspetto che ha ora. Sì, perché anche questa contaminazione tra futuro e medioevo, simboleggiata dalla "moda delle Lame Bianche", non è solo un espediente grafico, ma avrà una parte fondamentale nella storia. 

 
"Spada", pagg. 84-85


DW - Anche l'ultima domanda è piuttosto canonica ma obbligatoria. Quali sono i tuoi progetti?
AT - I progetti sono sempre tantissimi, ma a un paio sto già lavorando attivamente: primo fra tutti un interessantissimo lavoro che unisce fumetto e romanzo, scritto dall'abile Alessandro Felisi, uno scrittore già premiato per altri suoi libri. L'altro è una nuova Graphic Novel che ribalta l'utilizzo del colore che avevo scelto fino ad ora, scritta da due giovani autori, Alessandro De Concini e Luca Invernizzi. Qualcosa di tangibile riguardo a questi due lavori arriverà presto, ma posso assicurarvi che l'obiettivo sarà molto ambizioso...

"Spada", pag. 86

"Spada": poster

a cura di Pierangelo Serafin

N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News

Nessun commento:

Posta un commento

I testi e i fumetti di nostra produzione apparsi su Dime Web possono essere pubblicati anche altrove, con la raccomandazione di citare SEMPRE la fonte e gli autori!

Le immagini dei post sono inserite ai soli fini di documentazione, archivio, studio e identificazione e sono Copyright © degli aventi diritto.

Fino al 4 gennaio 2017 tutti i commenti, anche i più critici e anche quelli anonimi, venivano pubblicati AUTOMATICAMENTE: quelli non consoni venivano rimossi solo a posteriori. Speravamo e contavamo, infatti, nella civiltà dei cultori di fumetti, libri, cinema, cartooning, etc.

Poi è arrivato un tale che, facendosi scudo dell'anonimato, ha inviato svariati sfoghi pieni di gravi offese ai due redattori di Dime Web, alla loro integrità morale e alle loro madri...

Abbiamo dunque deciso di moderare in anticipo i vostri commenti e pertanto verranno cestinati:

1) quelli offensivi verso chiunque
2) quelli anonimi

Gli altri verranno pubblicati TUTTI.

Le critiche, anzi, sono ben accette e a ogni segnalazione di errori verrà dato il giusto risalto, procedendo a correzioni e rettifiche.

Grazie!

Saverio Ceri & Francesco Manetti