domenica 29 marzo 2015

AZIENDE "BONELLIANE" (2): ZAGOR (I PARTE)

di Francesco Manetti

L'idea di aprire questa nuova "rubrica" (che speriamo possa stupirvi, divertirvi e incuriosirvi) ci è venuta da due fonti interne a Dime Web e da una "esterna". L'ispirazione si deve principalmente a un post apparso qualco tempo fa dedicato all'Acqua Saguaro, che abbiamo modificato "trasformandolo" nel primo intervento di questa nuova serie di pezzi. Lo stimolo è venuto inoltre dagli articoli di Filippo Pieri dedicati al merchandising bonelliano (e non solo). Dall'esterno abbiamo invece subito pensato alla celeberrima rubrica "Botteghe Oscure" ospitata decenni fa dall'inserto "Cuore" del giornale del PCI "l'Unità"...
(Ri)partiamo dunque da Zagor, presentandovi intanto quattro situazioni commerciali diversissime, ben presenti in Rete, che potrete approfondire seguendo i link da noi suggeriti nei "titolini".






2) Zagor nell'alimentazione




3) Zagor e la derattizzazione




4) Zagor nel calcio




Sappiamo che esistono tantissime altre "ragioni sociali" che si rifanno - più o meno involontariamente - al nome del nostro amatissimo Spirito con la Scure: vi invitiamo pertanto a segnalarcele scrivendo al nostro indirizzo mail, corredando la lettera di link e immagini!


Francesco Manetti


N.B. Trovate i link alle altre aziende "bonelliane" su Cronologie & Index!

"I GIORNI DELLA CASA LUMINOSA" OVVERO OUTCAST IL REIETTO

di Erik Lucini

Parto da qui, da questa frase che Kyle Barnes dice alla madre, perché la luce è una delle componenti fondamentali di Outcast. Parto da questa frase perché può significare l’inizio di qualcosa di nuovo o, se si vuole, la fine di tutto. Parto da qui per cercare di analizzare e capire la dinamica narrativa di Kirkman.



Robert Kirkman
Kyle Barnes è il protagonista dell’ultima fatica di Robert Kirkman chiamata "Outcast" e in particolare del primo volume di questa storia intitolato Una oscurità lo circonda.
L’atmosfera è quella della cittadina di provincia americana che, come si sa, dalla "Twin Peaks" di David Lynch in poi, ha sempre suscitato, nella sua perfetta regolarità di vita dettata da un’etica solo formale, le più grandi paure - a cominciare da quella di una vita senza senso che si spalanca su un’angoscia senza fine. E Kyle Barnes interpreta questo, un’angoscia fatta di dinamiche familiari e sociali a tratti esasperate; un bisogno di solitudine che mostra tutto il peso che il suo “dono” sembra avere e un reverendo, Anderson, il cui confronto lo richiama alla realtà che lo circonda e al peso del suo dono. E una sorella che sembra amarlo e stargli vicino nonostante tutto.
Kyle Barnes è un protagonista atipico, che si muove e sembra esistere solo in funzione degli eventi e degli incontri, un protagonista continuamente oscillante tra ciò che è e ciò che potrebbe essere; tra luce e buio. E proprio in questo dualismo che è semplicemente straordinaria la tecnica grafica di Azaceta, perché non si limita ai chiaroscuri, ma usa soprattutto un tono medio come il grigio. Un grigio notevolmente più dettagliato e intimista di quello usato in “The Walking Dead”. Il grigio è il colore di Kyle Barnes, del reverendo Anderson, degli ambienti nei quali si muovono. Il grigio è la tonalità perfetta per indicare il continuo oscillare dei personaggi, per dare graficamente vita a quell’anima nascosta, a quei pensieri sepolti nel loro essere, che mostrano di avere i personaggi di Kirkman.


Paul Azaceta
 
Un dono, quello del protagonista, che sembra renderlo assolutamente necessario sia al bene sia al male, non più quindi una contrapposizione tipica del canovaccio horror, ma una sintesi estrema che il protagonista e il suo dono avrebbero.
Menzione particolare merita il luogo in cui la vicenda si svolge, quelle strade cittadine fatte di luce accecante che si contrappone ai locali bui e chiusi delle case. Case che sembrano minimali e anonime, senza originalità e che fanno trapelare uno stile di vita e una routine totalmente impersonali. Finestre che, una volta dischiuse, permettono l’entrata a una luce vivissima che sembra fendere la stanza e le anime dei protagonisti.
Robert Kirkman sostiene che quello che conosciamo bene ci spaventa, e credo per questo che abbia usato un soggetto caro al filone horror come quello della possessione, che è stato sviscerato in questo genere soprattutto nel linguaggio cinematografico. L’operazione che sta tentando è però più raffinata: prende la conosciutissima possessione e cerca di vederla, o esplorarla, da un nuovo punto di vista che è quello dell’equilibrio delle forze, della sintesi. Kirkman però sa anche una cosa, come emerge da quest’albo, che ciò che ci spaventa di più è quello che pensiamo di conoscere.
In un mercato fumettistico, come quello italiano, molto autoreferenziale, "Outcast il reietto" è uno dei più bei regali che potessimo avere. Una ventata di freschezza artistica, specialmente nel genere horror, di cui sentivamo il bisogno. E una scommessa azzardata, ma che può essere vincente.
Che dire? saldaPress, bravi… E grazie. 


Outcast n. 1, marzo 2015


Outcast - Il Reietto 1
UN'OSCURITÀ LO CIRCONDA
Marzo 2015
Pagine 72 € 1 (fino al 15/05/2015 poi € 2,30)
Testi: Robert Kirkman
Disegni: Paul Azaceta
Ed. saldaPress


Erik Lucini 


N.B. Trovate i link alle altre incursioni extrabonelliane su Cronologie & Index!

ERICA MOU!

L'amico e collaboratore Franco Lana, inviato speciale di Dime Web, ci presenta adesso la cantante salentina Erica Mou, con la quale è in contatto: l'artista ha pubblicato sinora due album, intitolati E e Contro le onde, ha partecipato a Sanremo e suonato un pò dappertutto in Italia - e ora si appresta ad intrapendere un tour Europeo! (s.c. & f.m.)
 
 




 

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giovedì 26 marzo 2015

L'ANGOLO DEL BONELLIDE (XIX): NAUFRAGHI DA UN ALTRO TEMPO...

di Andrea Cantucci 

“L’uomo si culla nelle superstizioni per dissimulare meglio la sua ignoranza…
Bisogna allontanarsi per avere una giusta visione delle cose.”
da I Naufraghi del Tempo vol. 8, di Paul Gillon

Da Les Naufragés du Temps n. 1, pag. 27

A Marzo 2015 è uscito nelle edicole italiane, con un ritardo di un paio di settimane, il terzo e ultimo numero della miniserie in formato bonellide dedicata dall’Editoriale Cosmo a I Naufraghi del Tempo. Si tratta di una classica serie di fantascienza francese, intitolata in originale Les Naufragés du Temps, creata da Jean-Claude Forest, qui solo in veste di sceneggiatore, e dal disegnatore Paul Gillon, a cui si deve lo spunto iniziale della saga e che dopo le prime duecento pagine la portò avanti da solo. Inizialmente era stata ideata e realizzata nel 1964 per l’effimera rivista Chouchou, ma avendo questa chiuso dopo pochi numeri, fu ben presto sospesa e ripresa regolarmente solo dieci anni dopo sul giornale France Soir, dove uscì a puntate dal 1974.
Il fatto che i primi episodi fossero apparsi in origine in bianco e nero, fa sì che la loro edizione sugli albi della Cosmo sia particolarmente felice anche dal punto di vista filologico. Non si sente troppo la mancanza dei colori, come in altre edizioni economiche della Cosmo dedicate a fumetti francesi. Con la sua prosecuzione sulla rivista Metal Hurlant dal 1977, a opera del solo Gillon, e la sua ripubblicazione negli album degli Humanoides Associés, anche I Naufraghi del Tempo finì per essere colorato come quasi tutta la produzione d’Oltralpe, ma l’uso del bianco e nero è sempre rimasto abbastanza tipico dell’arte di Gillon e il colore è apparso spesso come un’aggiunta successiva, gradevole ma non indispensabile, all’interno delle sue pagine.


Le Naufragés du Temps n. 1. Prima edizione Hachette, 1974

Fin dall’inizio della saga de I Naufraghi, appare chiaro che si tratta davvero di un fumetto proveniente da un altro tempo, cioè da quegli anni ’60 del ‘900 in cui fu inizialmente concepito. Se lo stile estremamente realistico del disegno può infatti ricordare altri classici della fantascienza come il Jeff Hawke dell’inglese Sidney Jordan o la versione di Flash Gordon dello statunitense Al Williamson e rientrare oggi nella norma di un fumetto particolarmente ben realizzato, l’impostazione del ritmo narrativo appare invece inizialmente piuttosto datata, anche per il saltuario uso delle didascalie esplicative ancora tipiche di quegli anni, ma soprattutto a causa del veloce succedersi di un gran numero di eventi che si concentrano in poche pagine.
Il ritmo rapido delle prime storie è una conseguenza dell’originaria pubblicazione in brevi puntate all’interno di un quotidiano, che come accadeva decenni prima col Flash Gordon di Alex Raymond, spingeva gli autori a far concludere quasi ogni puntata con un nuovo colpo di scena per mantenere desto l’interesse dei lettori, e a sintetizzare in poche immagini significative delle sequenze che in un fumetto di oggi occuperebbero ben più spazio. Negli episodi iniziali, in poche pagine accadeva perciò di tutto, seguendo il fantasioso estro di Forest, autore specializzatosi in fantascienza per adulti dopo aver creato il famoso personaggio femminile di Barbarella, prototipo di una lunga serie di eroine spaziali o fantastiche più o meno ironiche e disinibite. 
 


Les Naufragés du Temps n. 2. Prima edizione Hachette, 1975



Ne I Naufraghi del Tempo come in altre sue serie, Forest fa vivere ai suoi personaggi incontri coi mondi più alieni e le creature più disparate, sempre però raffigurati con grande verosimiglianza e plausibilità dai disegni di Gillon, che per lo più raffigura gli esseri extraterrestri con aspetti molto simili a quelli di animali terrestri.
La numerazione delle pagine non è quella convenzionale, essendo le storie suddivise in blocchi di poco più di cento pagine l’uno, poi spezzati in due quando furono raccolte in album di una cinquantina di pagine, come da abitudine consolidata in Francia. La cronologia originale de I Naufraghi del Tempo è quindi suddivisa in dieci volumi, usciti tra il 1976 e il 1989, di cui i primi quattro sceneggiati da Forest e gli ultimi sei opera del solo Gillon. Ogni numero pari porta avanti la trama del volume precedente di cui costituisce la seconda parte, ma tutta la saga costituisce un’unica narrazione in progress, nel corso della quale i personaggi fanno varie esperienze, eccitanti o dolorose, rischiando, cambiando e a volte morendo, proprio come nella vita.


Les Naufragés du Temps n. 4. prima edizione Hachette, 1976

Sappiamo da quanto dicono personaggi e didascalie in alcuni punti della saga, che i primi due album occupano circa un anno delle loro vite, che approssimativamente passa un altro anno dalla fine del secondo volume all’inizio del settimo e che da questo al nono album passano ben tre anni. Si sono quindi verificati rallentamenti e accelerazioni nel ritmo narrativo o anche dei lunghi salti di tempo qua e là. D’altronde in Francia i primi sette album uscirono quasi sempre a distanza di un anno l’uno dall’altro (e gli ultimi tre dopo tempi ben maggiori), quindi il tempo reale trascorso per i lettori era ancora più grande di quello che passava per i personaggi, il ché bastava a rendere del tutto plausibile l’andamento con cui gli eventi erano narrati. 
I Naufraghi del Tempo nell’impostazione è una serie tipicamente francese che, al pari di altri precedenti fumetti di fantascienza locali come Futuropolis o Les Pionniers de l’Espérance, non è dedicata a un singolo eroe, come il Buck Rogers o il Gordon della situazione, ma a un variegato gruppo di personaggi, di cui alcuni muoiono nel corso della saga e sono sostituiti da altri, tra cui possono anche celarsi personalità ambigue e infide. Da questo punto di vista, la serie, ideata con un due anni d’anticipo sull’uscita del telefilm Star Trek, appare meno ingenua e scontata di tanti altri fumetti che si concentrano sulle gesta di singoli eroi spaziali.

Les Naufragés du Temps n. 5. Prima edizione Les Humanoides Associés, 1977

Nonostante ciò anche qui si può individuare un protagonista che spicca sugli altri per coraggio e spirito d’iniziativa, una versione comunque più umana, con molte più incertezze e assai meno infallibile di quel Buck Rogers che nelle strisce create da Philip Nowlan e Dick Calkins nel 1929 si risvegliava nel futuro dopo secoli. Una differenza sostanziale consiste nel fatto che mentre quest’ultimo cadeva in animazione sospesa per un incidente del tutto improbabile, il Christopher Cavallieri de I Naufraghi del Tempo è stato ibernato e posto in orbita col suo consenso, insieme a una donna che come lui è stata accuratamente selezionata, per mettere al sicuro una possibilità di sopravvivenza della razza umana minacciata da vicino da un’invasione di spore.
Se Buck Rogers si risvegliava negli Stati Uniti di cinquecento anni dopo, occupati da un’improbabile invasione mongola, Christopher si ritrova in un pianeta Terra che dopo mille anni è ancora più cambiato. Gli invasori responsabili del Grande Cataclisma che anche nel 2990 colpisce l’intero pianeta, non sono anacronistici guerrieri orientali ma di nuovo le spore mortali apparentemente aliene, la cui vera origine sarà scoperta e affrontata solo negli ultimi episodi. Chris, appena risvegliatosi, rivede così il suo mondo appena in tempo per abbandonarlo di nuovo, unendosi a quei pochi privilegiati che possono usare le astronavi per mettersi in salvo dalla minaccia delle spore assassine, fuggendo verso altri pianeti già colonizzati dall’Uomo.


Les Naufragés du Temps n. 6 (retrocopertina). Prima edizione Les Humanoides Associés, 1978

L’obiettivo principale dell’ultimo uomo del XX secolo però non è quello di vagare senza meta in cerca di avventure, ma di ritrovare quella che considera la sua compagna predestinata, la bella Valerie Haurèle, che era stata messa in ibernazione attorno alla Terra insieme a lui e da cui un incidente l’aveva separato. È lei La Stella Addormentata che dà il titolo al primo episodio e che il suo Cavallieri risveglierà dal lungo sonno dopo le prime ottanta pagine, presumibilmente concedendole poi anche qualcosa in più di un bacio...
A conferma di quanto scorra rapidamente il tempo in questa serie leggendone le puntate di seguito, va notato che le prime ottanta pagine corrispondono a un intero anno nella vita dei personaggi. In quell’anno, in attesa di ritrovare la sua Valerie, Chris comunque non perde tempo. Tra una battaglia contro esseri di metallo vivente e un viaggio nel marsupio di una creatura anfibia, si consola con la disinvoltura di ogni latin lover italo-francese che si rispetti, avendo al suo fianco l’altrettanto giovane e bella Mara Akharan, l’agente del governo terrestre che lo ha risvegliato, che s’innamora di lui e che lo accompagnerà per tutta la serie.
Mara tra l’altro, attraverso un contatto intimo trasmette a Chris una malattia rara, una febbre che crea tra loro un legame particolare. Si manifesta infatti a intervalli, attivata da un forte shock, con la sensazione di avere il sangue in fiamme, una fin troppo evidente metafora della passione sensuale che lega i due personaggi. Infatti si ammalano per lo più quando sono lontani o temono d’essere abbandonati dall’altro e l’unica cura per guarire dalla febbre mortale sarà costituita da una trasfusione di sangue tra loro due, come dire che sono ormai diventati indispensabili l’uno per l’altra. Nonostante ciò Mara aiuta l’uomo che ama nella sua ricerca di Valerie, preferendo affrontare una rivale in carne e ossa, piuttosto che l’immagine e il ricordo di lei idealizzati e amplificati sempre più dalla fantasia di Christopher, a seguito della loro lunga separazione.


Les Naufragés du Temps n. 7. Prima edizione Les Humanoides Associés, 1979

Ad aiutare i due amanti nella loro ricerca della seconda naufraga del tempo, si aggiungono al gruppo anche un militare, il maggiore Lisdal, e uno scienziato, il dottor Otomoro, per così dire il braccio e la mente. Abbiamo quindi ancora una volta una versione appena più allargata del classico trio dei più tipici fumetti di fantascienza, costituito da un uomo atletico, una bella ragazza e un geniale scienziato, come succedeva coi capostipiti Buck Rogers, Wilma Deering e professor Huer, o coi successivi Flash Gordon, Dale Arden e dottor Zarkov. Anche in Brick Bradford la stessa formula si ripeteva con vari personaggi, come il professor Salisbury e sua figlia June, il professor Southern e sua figlia April, o la bella Crystal Blue e l’inventore Kalla Kopak.
Mentre si conclude il primo album de I Naufraghi del Tempo, Christopher ritrova Valerie sul fiume Thanator, un anello liquido che circonda un satellite di Saturno chiamato Limavan ed è adibito a cimitero galleggiante ricordando i fiumi dei morti della mitologia. Non a caso vi abitano le Furie, che qui però non sono megere alitanti fiamme e coi capelli di serpi, classiche incarnazioni dei sensi di colpa delle leggende greco-romane, ma un popolo di enormi rospi mammiferi parlanti, anch’essi comunque sempre in attesa di nuove vittime.
Sullo stesso fiume circolare si sono stabiliti anche quelli che in questa serie sono tra i più acerrimi nemici della razza umana, i ratti intelligenti e in parte alati chiamati Trasses. Questi agiscono in strani modi per incomprensibili motivi religiosi, per cui invece di usare armi moderne scatenano contro i terrestri minacce stravaganti, attivate grazie al loro potere di animare la materia inerte e controllare i mostri privi di intelletto. 


Les Naufragés du Temps: Metal Hurlant n. 5, luglio 1980

 
Sul fiume dei morti di Limavan, i Trasses hanno fatto il nido sul sarcofago galleggiante di un antico re e qui adorano da innumerevoli generazioni, come loro divinità, l’immobile ed eternamente giovane Valerie.
Come se la situazione sentimentale dei personaggi non fosse già abbastanza complicata dal triangolo tra Chris, Mara e Valerie, vi si aggiunge nel secondo episodio anche la prostituta mutante Quinine, che vive in una città di baracche sul fiume dei morti e che a sua volta si innamorerà del leggendario uomo del passato, quasi che questi, benché leggermente più stempiato e con qualche ruga in più rispetto ai tipici eroi spaziali di una volta, fosse ormai l’unico maschio decente rimasto nell’intero Universo, probabilmente a causa della degenerazione collettiva della razza umana, soprattutto maschile, affetta da ogni sorta di terribili mutazioni.
Al ritrovamento e infine al risveglio di Valerie, corrisponde però la scomparsa di Mara, che ha sua volta sembra essere stata imprigionata all’interno di un cubo. Chris deve quindi dimostrare di tenere anche a lei, liberandola. Ma se liberare l’ennesima donna prigioniera risulterà più facile del previsto, mille anni non sono invece bastati alla specie umana per liberarsi di pregiudizi morali come la gelosia e il desiderio di possesso esclusivo del proprio amante (cose di cui per esempio gli abitanti del pianeta Denobula, apparsi nella recente serie televisiva Enterprise, non sembrano essere per niente affetti). Alla fine del secondo album, intitolato La Morte Sinuosa dal soprannome dato a una specie di enormi anguille aeree velenose manovrate dai Trasses, tali gelosie sono la causa di una separazione tra Valerie e gli altri personaggi, che non si ricomporrà mai completamente, e di nuove avventure negli episodi successivi, visto che, pur avendo finito per scegliere Mara, Christopher intende ugualmente ritrovare Valerie, a cui continua a sentirsi indissolubilmente legato.

Les Naufragés du Temps n. 9. La prima edizione Les Humanoides Associés del 1984 affiancata all'edizione Glénat del 2008


All’inizio del terzo episodio, intitolato Labirinti, sembra essere passato del tempo e Christopher Cavallieri è ormai diventato famoso come un eroe venuto su Limavan per scacciare i Trasses (li aveva infatti affrontati per salvare e risvegliare Valerie). Il realistico protagonista della serie deve quindi confrontarsi con una fama che lo descrive in modo piuttosto irreale, negli spettacoli che si svolgono per le strade del pianeta. L’ironia tipica di Forest descrive così la distanza tra il mito dell’eroe e la persona vera che suo malgrado ne ha originato la leggenda, grazie a imprese a cui era spinto in fondo anche da scopi abbastanza egoistici.
La sua nuova ricerca della sua ex-compagna del XX secolo, conduce poi il naufrago del tempo Chris a essere preso in trappola, coinvolto in un omicidio e ricattato da un ambiguo boss criminale che regna su Limavan ed è chiamato il Tapiro, poiché appartiene a una specie di tapiri intelligenti. Costretto alla fuga per sfuggire alla giustizia locale, Chris è appunto obbligato ad accettare provvisoriamente la protezione del Tapiro, che vorrebbe recuperare dalla memoria dell’uomo del XX secolo il ricordo nascosto di una terribile arma. Sarà l’intervento dei suoi compagni a sventarne i piani, con l’aiuto dello scienziato Saravone Leobart, che però finirà poi per rivelarsi a sua volta altrettanto ambiguo e infido. È questa una caratteristica tipica della serie.
Nella saga dei Naufraghi non c’è quasi mai una netta distinzione tra buoni e cattivi come nelle serie più ingenue del passato. Non è quasi mai del tutto chiaro chi siano realmente i veri amici e chi i veri nemici, perché come nella realtà le cose non sono per niente così semplici e chiunque può essere spinto dai suoi scopi personali a tradire gli altri personaggi per il suo tornaconto. Anche gli eroi principali sono talvolta rosi da dubbi e incertezze sul proprio comportamento e su quale sia la condotta migliore da seguire, per districarsi nella rete di ambiguità e minacce in cui si trovano invischiati e che non rende loro le cose più facili.


Les Naufragés du Temps n. 9, pag. 10. Les Humanoides Associés, 1984



L’intero gruppo costituito da Chris, Mara, Lisdal, Otomoro, Valerie e Quinine finisce così per essere coinvolto nel conflitto tra il Tapiro e Saravone, che nel quarto album della saga, L’Universo Cannibale, si disputano l’accesso e il controllo di un mondo parallelo che si muove a cavallo tra due dimensioni ed è noto come L’Lombri, che in francese si pronuncia quasi come Le Lombric (il Lombrico), un nome che, come si scoprirà poi, non è affatto casuale. Tale universo costituisce infatti l’affascinante metafora di un mondo che non fa altro che divorare e digerire letteralmente i suoi abitanti, condannandoli a invecchiare rapidamente. In fondo è ciò che fa anche il mondo in cui viviamo, benché con tempi un po’ più lenti. Per giunta gli ingressi a L’Lombri sono a senso unico. Una volta entrati non si torna indietro e si può procedere in una sola direzione, più o meno come nella vita, che ci costringe ad avanzare senza poter mai rivivere il passato… 
Dopo essere entrati dentro L’Lombri, grazie all’astronave interdimensionale di Saravone, Chris e compagni incontrano il fratello di questi, Rovni Leobart, che penetrato nell’universo cannibale per esplorarlo e impossibilitato a tornare indietro, progetta di dotare il mostruoso mondo vivente di un cervello, in modo da poterlo controllare e dirigere, invece di essere digerito da lui. Rovni è riuscito a sopravvivere rallentando il processo di invecchiamento grazie alle proprietà di certe enormi piante locali che ha scoperto, benefiche per gli uomini e velenose per L’Lombri. Saranno questi provvidenziali vegetali indigesti che, provocando in pratica una sorta di intorpidimento dell’universo cannibale, permetteranno infine ai terrestri superstiti di attraversare in senso inverso una delle sue porte (o bocche che dir si voglia) e tornare nel proprio universo, non senza aver lasciato dietro di sé alcuni caduti, sia tra i propri compagni che tra i loro nemici.

Les Naufragés du Temps n. 10. Prima edizione Les Humanoides Associés, 1989



Col quinto episodio, Tenera Chimera, la pubblicazione a puntate della serie passa da France Soir a Metal Hurlant e Paul Gillon riprende da solo i personaggi da dove i testi di Forest li avevano lasciati.
Tornato su Limavan, Christopher è di nuovo alle prese col dilemma delle sue tre donne, che ora lo concupiscono, ora lo abbandonano, ora sembrano sparire o morire. Gillon dota inoltre Chris di un animaletto telepatico, Philos, che d’ora in poi lo segue ovunque dialogando con lui o commentando gli eventi con ironia.
Coi testi di Gillon le storie si fanno più organiche e coerenti, rispetto alle improvvisate svolte tipiche dell’estro di Forest. Il disegnatore riutilizza comunque molti spunti precedenti, come altri alieni della stessa specie del Tapiro, o la ripresa dell’infinita ricerca di Valerie da parte di Christopher anche dopo che sembra essere morta, diventando letteralmente per lui una Tenera Chimera da inseguire contro ogni apparente speranza.
Intanto scompare dalla serie anche Quinine, definitivamente trasformata in una mostruosa mutante, e viene introdotto un nuovo personaggio femminile, la dottoressa Beryl Rosemayor, inviata dal governo centrale del gran consiglio dei pianeti, insieme al questore Karlain, per recuperare e mettere al sicuro il prezioso naufrago del tempo rimasto, a costo di farlo arrestare per impedirgli di proseguire i suoi rischiosi viaggi nello spazio.


Les Naufragés du Temps n. 1. Edizione Les Humanoides Associés

Inizia quindi un curioso inseguimento, con Chris che, seguendo le indicazioni del capo dei tapiri Annshitas, viaggia su vari mondi alla ricerca di Valerie grazie a un congegno di teletrasporto spaziotemporale, con Mara e Lisdal che seguono Chris e con gli agenti governativi Rosemayor, Karlain e Gaar’l che a loro volta seguono tutti gli altri. Ma ben presto l’intero gruppo si riunisce e giunge in un misterioso mondo. Si può dire che, a quel punto, tutti e sei i personaggi siano diventati dei veri e propri naufraghi del tempo e dello spazio.
Nel sesto album, intitolato I Maestri Sognatori, i sei umani ritrovano ancora una volta Valerie, ma per portarla via con loro devono prima liberare il pianeta su cui sono giunti, Khimera Kator, patria degli Athopolemi o Tapiri che dir si voglia, dai misteriosi dominatori a cui allude il titolo. I Tapiri infatti sono stati espropriati del possesso del loro mondo da una razza di esseri telepatici, dei grandi parassiti dormienti nelle viscere del pianeta che usano i loro poteri per proiettare sulla superficie le illusioni prodotte dalle loro menti.
Gli Athopolemi, che hanno in ostaggio il vero corpo nuovamente addormentato di Valerie, contano sull’aiuto del grande Christopher Cavallieri per riavere indietro il proprio pianeta, poiché l’uomo del passato è l’unico a conoscere l’antica formula di un vaccino antiradiazioni con cui poter superare le barriere che proteggono il sonno dei Sognatori. Ma anziché attaccarli direttamente, Chris dimostra che la sua fama non è del tutto immeritata concependo un piano tanto ardito quanto rischioso. Grazie al suo animaletto telepatico Philos, si allea con i Trasses, i ratti intelligenti acerrimi nemici della razza umana, che a loro volta stavano invadendo il pianeta controllando degli enormi mostri per riconquistare la dea da loro adorata, ovvero Valerie.

Les Naufragés du Temps n.3. Edizione Les Humanoides Associés

Pur avendo successo, la strategia di usare i Trasses per uccidere nel sonno i Maestri Sognatori provoca nuovi problemi, morali ed esistenziali, un po’ in tutti i personaggi a parte i Trasses, che non mostrando emozioni, appaiono fermi nella loro fede e nella volontà di possedere di nuovo la propria divinità, senza scrupoli né dubbi come tutti i fanatici religiosi, a cui non a caso gli ironici autori avevano dato l’aspetto di infimi parassiti.
I Tapiri invece, duramente provati dagli incubi evocati dai Maestri Sognatori morenti, non reggono al peso della loro libertà riconquistata, a cui non sono più abituati, e per lo più scelgono la morte o si rifugiano nell’apatia prendendo posto nelle crisalidi dei loro vecchi padroni e diventando a loro volta passivi sognatori.
Quanto ai terrestri, sono tratti in salvo da una spedizione di soccorso, a cui si aggrega anche il robot sputafuoco Bebbé, costruito dal Tapiro con l’aspetto di una ragazzina, ennesima figura femminile nella saga.

Les Naufragés du Temps n. 3. Ristampa Les Humanoides Associés

Il Sigillo di Beselek è il titolo del settimo episodio, che si svolge nel 2992, cioè circa due anni dopo il primo. Chris, Mara, Valerie e Lisdal, sono a bordo di un’astronave sotto l’autorità di Beryl Rosemayor, intenzionata a condurli davanti al consiglio dei pianeti su Rigel III, per mettere al sicuro i due preziosi naufraghi del passato e far punire i due agenti governativi che ne hanno assecondato la voglia di rischiose avventure. Ma le cose non vanno come previsto. A causa di un traditore, che prende il controllo del robot Bebbé e soprattutto del cervello semicibernetico di Lisdal, la nave è portata fuori rotta e si schianta su un luogo ben diverso.
Tanto per giustificare il titolo della serie, ancora una volta i personaggi diventano naufraghi, se non proprio del tempo almeno dello spazio, sbarcando fortunosamente sui pianeti interconnessi del sistema-arcipelago di Orkand, una colonia penale in cui per secoli sono stati esiliati criminali d’ogni genere e oppositori politici. Questi col tempo si sono differenziati in vari popoli dai nomi pittoreschi e dalle caratteristiche curiose. 

Les Naufragés du Temps n. 4. Ristampa Les Humanoides Associés

 
I Letargici del pianeta-Oceano di Physolaes sono così pacifici da apparire indifferenti a tutto ciò che accade e non muovono un dito in aiuto dei naufraghi. Per fortuna i Penetranti dell’arido pianeta Pasoer hanno sviluppato facoltà telepatiche, che li rendono sensibili ai pensieri altrui, e soccorrono i terrestri superstiti portandoli sul loro mondo. I Gregari del selvaggio pianeta Floraes sono invece tornati allo stato animale. Ma il pericolo viene innanzitutto dai Sensitivi del gelido pianeta Lithaes, un ordine monastico fedele a un capo chiamato il Grande Apostolo e devoto allo spietato culto di Beselek, una religione che in fondo non appare poi tanto diversa dalle forme più intolleranti di monoteismo terrestri che spingono certi fanatici alla violenza.
Attraverso l’imposizione dei soliti ipocriti dogmi, i Sensitivi pretendono d’asservire l’intera popolazione di Orkand e il loro fanatismo religioso è la principale minaccia da affrontare per i naufraghi. Questi ultimi riescono a ottenere l’aiuto anche dei ribelli di Lithaes, che dopo qualche diffidenza accettano di guidarli verso il luogo in cui teoricamente dovrebbero essersi auto-esiliate le migliori menti scientifiche dell’arcipelago.


Les Naufragés du Temps n. 5. Ristampa Les Humanoides Associés

Il viaggio dei nostri eroi tra i pianeti di Orkand continua nell’ottavo album, intitolato Ortho-Mentas (Vere Menti, in greco). È questo infatti il nome dei misteriosi esseri che Christopher e i suoi compagni devono raggiungere e che si trovano all’interno dell’incrociatore Kerberis, un relitto inglobato nel sistema-arcipelago.
Per arrivare a destinazione devono prima superare le distese ghiacciate di Lithaes, affrontando le orde dei Sensitivi che battono e sorvegliano quei territori, e poi attraversare il torrido pianeta Floraes, dove piante e insetti hanno dimensioni enormi. Qui i Sensitivi hanno esiliato coloro che consideravano incompatibili col loro rigore religioso, perseguitandoli con crudeli spedizioni di caccia fino a farli regredire allo stadio animalesco e antropofago dei Gregari, branchi di bruti molto mal disposti verso ogni intruso, che per loro non è che cibo.
Naturalmente, pur lasciando indietro molti compagni lungo la strada, Christopher, Mara, Valerie, Lisdal e Bebbé, insieme a un penetrante che fa loro da guida, riescono infine ad arrivare a bordo del Kerberis, solo per scoprire che i cinquecento sopravvissuti che lo abitano, tra umani e appartenenti ad altre specie, hanno smarrito gran parte delle loro conoscenze. Se gli anziani che li comandano hanno rinunciato per paura a qualunque iniziativa verso il mondo esterno, c’è però un gruppo più giovane, tra cui spicca un’intraprendente ragazzina di nome Elodie, che appare deciso a darsi da fare per cambiare le cose nell’arcipelago di Orkand. 


Les Naufragés du Temps n. 6. Ristampa Les Humanoides Associés

 
Anche stavolta diventa fonte di speranza la conoscenza delle passate imprese compiute da Christopher, che si mette a capo di una spedizione di un pugno di volontari contro la capitale dei Sensitivi. Dopo alcuni capovolgimenti, in cui si vede tradire chi si pensava essere amico e correre in soccorso chi si pensava non ne avesse intenzione, la situazione si risolve con la fine della dittatura teocratica e un sottile ma sostanziale mutamento nei culti locali. La partenza dei naufraghi dall’arcipelago avviene poi solo grazie all’escamotage non troppo probabile di un’astronave-circo che si sarebbe trovata casualmente a passare da quelle parti per un’avaria. Il nuovo acquisto per il gruppo dei naufraghi questa volta è costituito dalla piccola Elodie, un’altra ragazza che farà del suo meglio per complicare ulteriormente la già difficile vita sentimentale di Christopher.
Nel nono episodio, che non a caso si intitola Terra, assistiamo ai primi tentativi di rendere di nuovo sicuro e abitabile per la razza umana il nostro pianeta, che avevamo visto per l’ultima volta a pagina cinque del primo episodio, mentre veniva completamente invaso dalle spore mortali del Grande Cataclisma. Dalle didascalie apprendiamo che siamo ora nel 2995 e che da quel cataclisma sono quindi passati cinque anni, senza però che le spore e le mutazioni da queste provocate abbiano abbandonato la Terra. Sono anzi ancora dormienti nel sottosuolo e pronte ad attivarsi, in varie forme più o meno mortali, non appena qualcuno si avvicina.

Les Naufragés du Temps n. 2. Edizione Glénat, 2008

Intanto i due naufraghi del tempo e i loro compagni, di cui il gran consiglio ha momentaneamente perso le tracce, stanno ancora viaggiando sull’astronave-circo, scoprendo di non avere nessuna influenza sulla sua rotta e di essere in balia del direttore Mo L’Oyal, dietro il cui trucco da clown si cela in realtà qualcun altro.
Poiché il settimo album si svolgeva nel 2992 e il loro soggiorno nel sistema di Orkand non può essere durato tre anni, pare che abbiano trascorso la maggior parte di quel tempo sul circo spaziale. Infatti è un’astronave molto lenta e anche nel mondo reale sono passati esattamente tre anni tra l’uscita dell’ottavo album e quella del nono. Questa almeno sarebbe la spiegazione più ovvia, se non fosse che la piccola Elodie non pare molto cresciuta. Chissà, forse hanno compiuto un piccolo salto temporale in avanti viaggiando nell’iperspazio… Infine la situazione a bordo della nave, in cui si stanno intrecciano accordi segreti e subdoli tradimenti, cambia ancora una volta per il deciso intervento di Christopher, che però non può impedire che, a causa dei motori difettosi, questa finisca per essere attratta da un buco nero. Solo l’intervento provvidenziale delle astronavi terrestri che li cercavano salva il gruppo dei naufraghi da un destino altrimenti inevitabile.


Les Naufragés du Temps n. 7. Edizione Glénat, 2008

Una volta condotti sull’astronave del gran consiglio in orbita attorno alla Terra, per Christopher si profila una nuova missione, poiché lui e Valerie sono i soli depositari del vecchio codice di accesso a un vecchio satellite inabissatosi in mare e contenente i batteri capaci di distruggere le spore mortali. Naturalmente il leggendario uomo del XX secolo non si tira indietro e scende sulla Terra, accompagnato dai fidi Mara e Lisdal, insieme a Ihill L’Horlock, un console alieno presso la città di Venezia che è il custode del satellite nascosto nella laguna.
Contemporaneamente tre donne inquiete e indisciplinate, Beryl, Valerie e Elodie, decidono per motivi diversi di fuggire dalla nave su cui erano confinate e anche loro scendono clandestinamente sul pianeta.


Les Naufragés du Temps n. 8. Edizione Glénat, 2008



Il decimo e ultimo album della serie, che si svolge subito dopo il nono pur essendo uscito cinque anni dopo, è La Criptomadre, che è come dire la madre nascosta. Il titolo si riferisce all’organismo vegetale da cui hanno avuto origine le spore mortali del Grande Cataclisma e che non si trova negli abissi dello spazio come si poteva pensare (e come sembrava evidente nel primo episodio) ma nelle viscere della Terra stessa, come dire che il nemico che spesso ci ostiniamo a cercare all’esterno, può annidarsi in realtà dentro di noi.
Nell’arco di dieci anni dall’inizio della saga (quindici se si considera anche la sua falsa partenza nel 1964), la narrazione per immagini di Gillon si è fatta sempre più cinematografica e sempre meno didascalica. Questa volta l’intero volume si svolge continuamente con un montaggio in parallelo, in modo da seguire in contemporanea ciò che accade ai due gruppi di personaggi sbarcati sul nostro pianeta. Mentre Christopher e i suoi compagni esplorano i pericolosi meandri del sottosuolo per trovare e uccidere la Criptomadre grazie ai batteri recuperati dall’antico satellite, salvando così il futuro della Terra, la piccola Elodie si avventura tra i canali di una Venezia in rovina e si accontenterebbe di salvare le sue due incaute amiche, cadute nelle mani dei mutanti sanguinari che dopo il cataclisma hanno occupato la città. Il montaggio in parallelo tra l’altro permette all’autore di non mostrare i momenti più cruenti, cambiando opportunamente scena appena prima che accada qualcosa di un po’ troppo spiacevole e lasciando quindi all’immaginazione parte degli eventi.


Les Naufragés du Temps n. 10. Edizione Glénat, 2008

Solo alla fine dell’episodio, e della saga, i superstiti di entrambi i gruppi si riuniscono, dopo essere passati attraverso due diversi tipi di inferni e di orrori, quello primigenio di una cieca natura ostile all’Uomo e quello delle violenze di cui l’Uomo stesso diventa troppo spesso capace, dopo essere regredito o degenerato a un livello poco più che bestiale. Nelle ultime pagine Chris, pur avendo sempre Mara al suo fianco, giunge in tempo ancora una volta per salvare Valerie. Le ultime parole che leggiamo dell’uomo del XX secolo, al pari di tante altre riflessioni che Gillon ha sparso qua e là nelle sue storie, suonano come un aforisma: Noi non ci apparteniamo… Apparteniamo a un’Umanità che non sa controllare il proprio destino…

Alter Linus n. 6, giugno 1975 (MilanoLibri)

Alter Alter n. 7, luglio 1977 (MilanoLibri)

In Italia i primi tre episodi in bianco e nero della serie I Naufraghi del Tempo furono pubblicati per la prima volta a puntate sulla rivista Alter Linus, a partire dal n°6 del 1975. La serie proseguì quindi sulla rivista che ne prese il posto, Alter Alter, a partire dal quarto episodio, L’Universo Cannibale, che uscì sui numeri dal 2 al 9 del 1977. Quei primi episodi furono poi raccolti in volume dalla Milano Libri, che editava le due riviste. 


I Naufraghi del Tempo vol. 1, MilanoLibri

I Naufraghi del Tempo n. 7, Collana Metal n. 4. Nuova Frontiera, 1981

 
Le edizioni italiane del settimo episodio, Il Sigillo di Beselek, e dell’ottavo, Ortho-Mentas, uscirono invece in due album a colori della Collana Metal delle edizioni Nuova Frontiera, rispettivamente sul n°4 del 1981 e sul n°8 del 1982, mentre il nono episodio, Terra, uscì a puntate sulla rivista L’Eternauta dal n°41 del 1985.

Da I Naufraghi del Tempo, ep. 8, pag. 3. Edizione italiana Nuova Frontiera, 1982


Da I Naufraghi del Tempo, ep. 9, pag 18. Su L'Eternauta n. 43 (1985) e su albo Cosmo n. 3 (2015)


Si può dire che la miniserie in formato bonellide dell’Editoriale Cosmo, raccogliendo tutti gli episodi dei Naufraghi del Tempo, sia la prima edizione integrale dell’intera serie pubblicata nel nostro paese. Come copertine e frontespizi interni sono state usate le immagini della più recente ristampa uscita in Francia, edita dalla Glénat nel 2008. Alcuni dialoghi e didascalie, com’è abituale in queste edizioni in formato ridotto, sono stati tradotti in modo più sintetico rispetto alle precedenti edizioni italiane in formato rivista, ma dato che i testi originali erano piuttosto prolissi, sono rari i casi in cui ciò determina una vera e propria differenza nel significato delle parole usate e comunque la cosa non crea problemi per la comprensione delle storie.




Nelle tre immagini qua sopra, le copertine della miniserie in tre numeri pubblicata da Cosmo (2014/2015)


I NAUFRAGHI DEL TEMPO
Miniserie di tre numeri
Contenuti: Les Naufragés du Temps vol. 1-10
Testi: Jean-Claude Forest, Paul Gillon
Disegni: Paul Gillon
Collana: Cosmo Serie Grigia n°5-7
Formato: 176 pag. il n°1 e 2 – 208 pag. il n°3 – in bianco e nero
Editore: Cosmo
Periodicità: bimestrale
Date di uscita: Ottobre 2014 – Febbraio 2015
Prezzo: € 5,50 il n°1 e 2 - € 6,90 il n°3

Andrea Cantucci

N.B. trovate i link alle altre puntate dell'Angolo del Bonellide su Cronologie & Index!