giovedì 13 novembre 2014

DIME WEB INTERVISTA SILVER! (LE INTERVISTE XI)

a cura di Franco Lana

Guido "Silver" Silvestri - padre di Lupo Alberto e uno dei maggiori artisti internazionali del fumetto - è da sempre un grande amico di noi fanzinari piovuti da Collezionare e Dime Press. In particolare, uno dei curatori di questo blog bonelliano (il Manetti) ha collaborato per oltre un anno, fra il 1993 e il 1994, al mensile Cattivik edito da Macchia Nera, redigendo rubriche umoristiche del tutto fuori di testa - e divertendosi un sacco nel farlo! Non si contano poi le sceneggiature di Moreno Burattini per il celebre e buffissimo criminale urbano silveriano. È dunque con doppio estremo piacere e orgoglio che ospitiamo questa intervista sulle nostre colonne! (s.c. & f.m.)


Guido Silvestri, in arte Silver!



DIME WEB - Gentile Guido, il suo lupo gode ormai di una popolarità inarrestabile. Qual è, secondo lei, il segreto di tale longevità?

SILVER - In parte credo perché si tratta di personaggio “alla portata di tutti”, che parla un linguaggio trasversale, molto efficace nel veicolare certi contenuti perché ha diversi livelli di lettura ed è adatto a ogni età. Non a caso piace ai bambini, agli adolescenti e alle persone più grandi. Il motivo? C’è il disegno che attrae maggiormente i bambini, ci sono poi i contenuti diretti a un pubblico più maturo: ecco che parla a svariate sensibilità.
E poi, così almeno mi riferiscono i fan, per quel processo di immedesimazione che ci fa sentire tutti un po’ Lupo Alberto. Uno tranquillo, simpatico, spiritoso, onesto, con un forte senso dell'amicizia e della solidarietà, assolutamente pacifico e pacifista e per questo, nella sua eterna sfida con l'irascibile Mosè, predestinato allo scontro e condannato alla sconfitta. Un lupo anomalo, dunque, ma anche un po’ ironico, uno al quale poi un po' tutti assomigliamo; anche lui, come noi, è perseguitato da piccoli timori, sottili incertezze, e come in chiunque, anche in Alberto c'è un pizzico di nevrosi. E poi c’è la fattoria McKenzie che, per quanto “zeppa di trappole” (o forse proprio perché zeppa di trappole) è un microcosmo dove è possibile ritrovare anche tutti gli altri tipi… umani.
Ultima - ma non ultima - componente del “segreto”, direi che è la capacità del Lupo di trasformarsi in diario, zaino, boxer, ciabatta, peluche… e oltre.

La stanza di Lupo Alberto



DW - Silver attualmente legge fumetti? Quali sono i suoi personaggi preferiti

S - Più che preferito, direi che c’è un fumetto che “ruberei”, e mi riferisco ai Simpson. Sono quanto di più innovativo e allo stesso tempo di “naturalmente conseguente” a quanto era stato fatto prima, da lasciare sbalorditi per il fatto che ci sia arrivato soltanto Matt Groening, appena venticinque anni fa. È un compendio di tutto quello che ho amato e a cui mi sono formato anch’io, negli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta. Ma alla sintesi perfetta c’è arrivato lui. Grande Matt.


DW - Come vede l’attuale situazione fumettistica italiana? I fumetti sopravvivranno?

S - C’è ogni tanto qualcuno che tenta di dare per morto il fumetto, scambiando il fumetto per la sua diffusione. È vero che oggi la distribuzione in edicola, per fare un esempio, è sempre più penalizzante, ma non è un problema legato al “genere” fumetto; è un problema strutturale del “mezzo” edicola. Quello del fumetto, al contrario, è un linguaggio sempre più vitale e sempre più utilizzato nella comunicazione. E il web, i tablet, così come i videogiochi, si pongono come i nuovi naturali approdi di questo linguaggio. Personalmente non osanno né demonizzo a priori uno strumento piuttosto che un altro - Lupo Alberto ha una tana anche in Facebook - cerco solo di non snaturare i miei personaggi quando li “adeguo” al mezzo. 

Lupo Alberto, Enrico la Talpa e... Tex!



DW - Ci può dare qualche anticipazione sul suo futuro fumettistico? Che cosa bolle in pentola?

S - Escluso Sanremo, dove è chiaro ormai che non mi faranno cantare, almeno non nell’immediato futuro, quella della pentola che bolle non è male… sì, sarà banale di questi tempi, ma potrei sempre fare il cuoco... 


DW - Il più bel complimento ricevuto nella sua carriera?

S - Quello che mi sento ripetere spesso, niente di trascendentale, nessun rullo di tamburo, semplicemente “… lo sai, io sono cresciuto a pane e Lupo Alberto…”. È o non è una soddisfazione essere stato il companatico di qualche generazione? 


a cura di Franco Lana


N.B. Trovate i link agli altri incontri con gli autori e alle novità bonelliane su Interviste & News!  

1 commento:

  1. Il Lupo è stato un lungo compagno della mia "ragazzaggine" , già mi divertiva nella sua protoforma su Eureka, ma nel suo albo personale ha dato il massimo. Per un periodo è stato il "Topolino" degli adolescenti ed adulti e la sua immagine iconica è ormai parte dell'immaginario collettivo. A volte penso, che adesso, visto che non esistono più fumetti per bambini tranne il sorcio yankee, l'unico in grado di competere, con storie studiate per quel pubblico specifico, sarebbe proprio il Lupo. Due vite parallele, L'Alberto classico per noi adulti e un Baby Alberto per i bambini. Io spenderei più volentieri i miei dindi investiti nella cultura fumettistica della mia deliziosa bambina per un personaggio "tutto italiano" che per l'invasore Disney che ci ha rubato gli autori migliori. Grande Silver!

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