giovedì 20 dicembre 2012

DA FIUMALBO ALL'ARIZONA: TEX SECONDO NIZZI

di Giampiero Belardinelli



Qual è stata l’importanza del lavoro di Claudio Nizzi su Tex?

A questa domanda rispondono in modo esauriente lo sceneggiatore e il curatore del libro Roberto Guarino. Da anni, l’autore del volume ha inseguito Nizzi nelle varie fiere dedicate al fumetto e, come scrive nell’introduzione, da quegli incontri è nata un’amicizia: "Ho conosciuto Nizzi in occasione della grande mostra per i cinquant’anni di Tex che si è tenuta al Lingotto di Torino nel 1998, scoprendo in lui una persona socievole con cui è piacevole conversare. Da allora mi onoro della sua amicizia" (p. 17). Guarino, però, prima di addentrarsi nell’analisi texiana, si sofferma sulla precedente carriera nizziana con domande intelligenti a cui lo sceneggiatore non si sottrae. Scopriamo non solo delle mere statistiche dell’articolato curriculum di Claudio Nizzi, ma soprattutto abbiamo modo di conoscere molti aneddoti e di renderci conto con quanti disegnatori importanti abbia collaborato. Pensiamo ad Attilio Micheluzzi, a Sergio Zaniboni, a Carlo Boscarato e, fra tantissimi altri, all’allora – siamo nel 1981 – quasi esordiente Giancarlo Alessandrini.


Nizzi e Guarino (foto di Baltorr dal blog Il Gatto con la Scure)


  
Nizzi è senza ombra di dubbio un autore di razza e il timone dei testi di Tex, al posto del grande Gianluigi Bonelli, non poteva essere affidato a un capitano migliore.
Roberto Guarino snocciola domande una dietro l’altra e Claudio Nizzi ripercorre la sua ampia carriera texiana con apprezzabile schiettezza.


Storia e storie di un grande eroe

Come molti, ero a conoscenza dell’importanza del lavoro di Nizzi, ma il principale merito di questo libro è stato quello di indurmi a spazzare via congetture e false credenze, e di conseguenza ho rivisto sotto una nuova luce l’operato dell’autore. Ad esempio, per ora, mi sono riletto due Texoni in parte contestati da alcune frange di lettori (mi riferisco a L’uomo di Atlanta e a I predatori del deserto) e ho ritrovato degli autentici capolavori. Insomma, Claudio Nizzi ha rappresentato una fetta consistente e significativa della storia editoriale del personaggio di Gianluigi Bonelli graficamente realizzato da Aurelio Galleppini.
Riflettendo sulle dichiarazioni dell’autore ho prestato attenzione su alcuni aspetti del modo di raccontare di Nizzi. In primo luogo, lo sceneggiatore mette in condizioni il lettore a far mente locale sul modo molto più rapido, a volte fatto con stacchi più veloci, di raccontare la classicità texiana. Non è un caso che, dopo le primissime storie di Nizzi, alcuni lettori eccellenti – come Giovan Battista Verger e Moreno Burattini – abbiano scritto lettere all’editore Sergio Bonelli congratulandosi per la ritrovata freschezza narrativa di Gianluigi Bonelli. Questo perché, lo sottolineo per qualche lettore di Dime Web all’oscuro di alcuni retroscena, per i primi cinque anni le sceneggiature di Nizzi (dal 1983 al 1988) non furono accreditate e nel frontespizio appariva il consueto Testi di G.L. Bonelli. Posso testimoniare come anche altri lettori – me per primo – siano incorsi nello stesso equivoco dei due sopraccitati. 


Il "texone" n. 10, L'Uomo di Atlanta



 
Andando avanti nell’analisi del volume, mi sembra convincente anche la tesi dello sceneggiatore sull’utilizzo di Carson: "In tutti i miei lavori precedenti – afferma Nizzi – avevo sempre messo al fianco degli eroi-protagonisti delle spalle umoristiche, come si faceva nella narrativa e nei film con i quali sono cresciuto. […] Così, arrivando a Tex, ho trovato necessario rendere un po’ più umoristica la personalità di Carson, sia per differenziarlo da Tex, sia per vivacizzare i dialoghi tra i due. Il rischio era di fare di Carson una macchietta, cosa di cui sono stato accusato, mentre, invece, questo rischio sono convinto di averlo evitato. Carson nelle mie storie è più simpatico e umano e la sua amicizia con Tex appare più profonda e convincente" (p. 205).


L'inizio di un'era.


 
Onore al merito agli autori del volume per di averci restituito il ritratto di un Nizzi innamorato del personaggio, nonostante alcune leggende avessero diffuso l’opinione contraria. Lo sceneggiatore, infatti, evidenzia una notevole comprensione di cosa significhi Tex nella cultura popolare. Ancora più apprezzabile è l’umiltà nel riconoscere le avventure mal riuscite, l’umanità con cui confessa in pubblico i perché della sua crisi narrativa, e la sincerità di svelare che, negli ultimi anni, i suoi i rapporti con Sergio Bonelli non erano più come quelli degli inizi.


Conclusione di un’avventura

Il libro di Roberto Guarino, in conclusione, diventa a tutti gli effetti un fondamentale testo costruito, come scrive il curatore, seguendo lo schema de Il cinema secondo Hitchcock di François Truffaut (p. 18), per tentare di avvicinarsi con umiltà al lavoro creativo di Claudio Nizzi. Senza dimenticare che il libro è anche un ottimo strumento per chi voglia scoprire cosa si celi dietro le quinte dei nostri tanto amati giornaletti.
Il progetto grafico, arioso e leggibile, è stato realizzato da Paolo Nizzi (figlio di Claudio) e il corredo iconografico si avvale, in gran parte, delle immagini a colori tratte dalle edizioni pubblicate dal Gruppo Editoriale L’Espresso: questo, lo garantisco, è un valore aggiunto.







TEX SECONDO NIZZI. INTERVISTA A CLAUDIO NIZZI
Allagalla editore
Torino, ottobre 2012
pag. 226, € 23,00
A cura di Roberto Guarino
Prefazione: Moreno Burattini
Introduzione: Roberto Guarino
Cronologia: Luigi Marcianò
Copertina: Giovanni Ticci


Giampiero Belardinelli

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