domenica 21 ottobre 2012

JACOVITTI & BONELLI 1992: AGLI ALBORI DEI "GRANDI COMICI DEL FUMETTO"

Cinque anni prima di Coccobill Diquaedilà

di Francesco Manetti


In questi giorni ripensavo al ventennale di Dime Press, al 1992 dunque, quando vivevo di pane & Via Buonarroti... quasi esclusivamente! E infatti non mi occupavo di sola bonelliana, a quel tempo. Da un paio di anni ero entrato a far parte di Immagine, l'associazione culturale - guidata dall'amico Rinaldo Traini - che si occupava di gestire gli eventi culturali del Salone del Fumetto di Lucca; quell'anno io e Mauro Bruni (un big dello staff di Exploit Comics, staff che si era di recente fuso con quello di Collezionare) avevamo proposto per la kermesse lucchese, che si sarebbe svolta dal 25 ottobre al 1° novembre, una mostra su Benito Jacovitti, da allestire basandosi su tavole originali e schede curate dai massimi esperti italiani di Lisca di Pesce. Tempo fa ne avevo accennato anche su Facebook e in un commento sul blog Cartoonist Globale, ma volevo approfondire qui su Dime Web alcuni aspetti "storici". L'esposizione - insieme al libro che Luca Boschi, Leonardo Gori, Andrea Sani e Franco Bellacci curarono per Granata Press e che di recente hanno aggiornato - contribuì a rinnovare l'interesse, anche delle nuove generazioni, intorno a uno dei massimi fumettisti di tutti i tempi. Fu il Maestro in persona a prestarci per l'occasione tutti gli originali, prima andandolo a trovare a Roma, nella sua casa-studio, dalle parti dell'Aurelia; e poi a Vittoria Apuana, al Forte dei Marmi, ancora - seppur a qualche centinaio di chilometri più a nord - dalle parti dell'Aurelia!


Ecco lo storico documento datato 22 giugno 1992 - firmato da Francesco Manetti, Benito Jacovitti e Rinaldo Traini - che attesta il prestito delle preziosissime tavole con cui fu allestita la mostra autunnale lucchese dedicata a Lisca di Pesce. L'elenco degli originali fu scritto a mano da Manetti


Fu proprio in Versilia che Jac ci "allungò" il bellissimo quadro di ispirazione balneare (la prima voce del documento che vedete qui sopra), realizzato per sua figlia Silvia decenni prima, dipinto che non era mai stato staccato dalle pareti dalla sua villetta marittima toscana.


Benito Jacovitti nel giardino della sua casa versiliese al Forte dei Marmi, estate 1992. Il maestro mostra sorridente e giustamente orgoglioso l'inedito "quadro balneare" che sarebbe stato poi visto in pubblico per la prima volta a Lucca, in autunno. Foto di Manetti.


Particolare dell'introduzione del volume Jacovitti di Boschi, Gori, Sani & Bellacci edito da Granata Press nell'ottobre 1992. Nella "recentissima foto", scattata da Manetti nelle stesse ore di quella presentata qui sopra, vediamo Lisca di Pesce davanti alla porta della sua casa di Vittoria Apuana. Da notare la targa in ottone con il cognome Jacovittttttttttti! Un'altra esilarante insegna metallica campeggiava lungo la siepe perimetrale e recitava: "Attenti al cammello"!



Un secondo documento storico, datato 9 novembre 1992,  partorito da un'antica stampante ad aghi Star LC20: Benito Jacovitti, firmando di suo pugno, certifica l'avvenuta restituzione delle tavole originali che erano servite per la mostra lucchese. In calce le firme di Mauro Bruni e Francesco Manetti.


Il mio diploma di partecipazione per la mostra su Jac. Notare che le scritte sono di... Moreno Burattini!



Il giorno in cui Jacovitti doveva esser presente alla mostra a lui dedicata, per poi venir premiato in una memorabile serata al Teatro del Giglio (per maggiori particolari sull'evento consultare anche il ricchissimo blog Over the Roofs dell'artista Nedeljko "Ned" Bajalica, l'ultimo collaboratore di Jac, grande disegnatore e profondo conoscitore del comic internazionale: su suo blog sta stilando l'elenco dei 300 capolavori di sempre; si parla del 1992 anche su Cartoonist Globale, l'imperdibile e aggiornatissimo blog di Luca Boschi, uno dei massimi esperti jacovittiani), cadde nel bel mezzo di un periodo triste per la mia Toscana. Tante zone, dagli Appennini alla costa, lungo buona parte della valle dell'Arno, erano allagate a causa di violenti temporali che si erano abbattuti nei giorni precedenti e e che avevano fatto straripare fiumi e torrenti; e persino svariati quartieri fiorentini erano sott'acqua... in un tragico mini-revival del 1966. Nonostante questo pandemonio andai comunque all'appuntamento con Jacovitti, che arrivava in treno da Roma Termini alla stazione Santa Maria Novella di Firenze, lo prelevai e lo portai con la mia auto a Lucca. Fu un viaggio surreale e indimenticabile, lungo una Firenze-Mare riaperta da poche ore che pareva galleggiare sulle campagne inzuppate fino alle radici, tragitto rallegrato dalla verve instancabile dell'artista, che sfornava battute e aneddoti uno dietro l'altro. Quando arrivai davanti al Palazzetto dello Sport e accostai al marciapiede per parcheggiare e far scendere Jacovitti, proprio lì, su quel marciapiede, c'era Sergio Bonelli, che subito mi riconobbe e mi salutò. Ma davanti a quel signore che era sceso con me dalla mia macchina rimase un po' perplesso... "Sergio", gli dissi, "posso presentarti Benito Jacovitti?" I due - cosa incredibile essendo fra i più grandi autori del fumetto italiano, da decenni in auge - non si erano mai incontrati prima di allora! Il rapporto, da quell'istante, non si interruppe più. Bonelli, che era anche un acuto e lungimirante editore, convinse Jacovitti a riprendere in mano per Via Buonarroti il suo personaggio più famoso, Coccobill. Dopo anni di lavoro, nel maggio del 1997, uscì dunque Coccobill Diquaedilà, primo numero della serie a colori I Grandi Comici del Fumetto (notare sulla copertina dell'albo, come sulla placca d'ottone affissa sulla porta della casa versiliana, la stessa gag del cognome con le "T" moltiplicate). Per ulteriori dettagli, aneddoti e immagini inedite sulla realizzazione dei disegni dell'albo, ai quali collaborò attivamente l'artista Ned Bajalica vi rimando al post Il ritorno di Cocco Bill pubblicato sul già citato blog Over the Roofs. Dunque Diquaedilà fu l'ultimo grandissimo successo di Lisca di Pesce, una delle persone più straordinarie e generose mai conosciute dal sottoscritto (e Ned Bajalica lo può confermare!), che si spense il 3 dicembre dello stesso anno, all'età di settantaquattro anni, lasciando - e mai frase fatta fu più vera - un vuoto incolmabile...



Bonelli & Jacovitti: I Grandi Comici del Fumetto n. 1, maggio 1997.



Francesco Manetti

N.B. Trovate altre notizie sul passato di Dime web nelle pagine Chi diavolo siamo? e Da Collezionare a Dime Press! Trovate inoltre altri interventi sul fumetto non bonelliano in Cronologie e Index!



CINQUEMILA!

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F. M.

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