sabato 20 gennaio 2018

DIME WEB INTERVISTA MAURIZIO MANZIERI! (LE INTERVISTE L)

a cura di Elio Marracci

Per la 50esima puntata della nostra rubrica di interviste Elio Marracci ha scelto un ospite d'eccezione: continua così il nostro discorso sui maestri dell'illustrazione fantastica in Italia. Precisiamo che tutte le immagini di corredo (foto dell'autore esclusa) provengono da sito ufficiale di Maurizio Manzieri. (s.c. & f.m.)



Un disco volante è finalmente atterrato in Italia

Oggi l'artista che ha voluto rispondere ad alcune domande che gli ho posto è Maurizio Manzieri. Nato a Napoli nel 1961, lavora nel campo dell'editoria fantastica e insegna illustrazione digitale a Torino presso iMasterArt e la Scuola Internazionale di Comics. Nel 1994 un portfolio spedito alla rivista inglese "Interzone" viene immediatamente accettato e contemporaneamente le sue opere iniziano ad apparire sulle copertine di molte opere di case editrici sia in Italia che all'estero - tra le quali i Gruppi Rizzoli e L'Espresso, Mondadori, Dario Flaccovio Editore, Fanucci, Editrice Nord, Delos Books, Elara Libri, Subterranean Press, Prime Books, Penguin, Bragelonne. Nel 2009 presenta in anteprima alla fiera del fumetto di Lucca un primo volume di illustrazioni, The Art of Maurizio Manzieri stampato da Pavesio, in cui ospita una selezione delle sue pubblicazioni internazionali. Lo stile di impronta anglosassone lo porta poi a divenire cover artist per riviste cult di settore come "Asimov's Science Fiction" e "The Magazine of Fantasy & Science Fiction". Tra i numerosi premi che ha vinto figurano il Premio Europa, due volte il Premio Italia e il prestigioso Chesley Award, assegnato nel corso delle WorldCon da ASFA, l’Associazione degli Artisti di Fantascienza e Fantasy d'America. I suoi dipinti selezionati per annuari di settore come Spectrum, the Best in Contemporary Fantastic Art, sono stati esposti in mostre intorno al mondo. Visto la portata del personaggio intervistato, senza indugiare oltre lascio a lui la parola!









DIME WEB - Per i lettori che non ti conoscono potresti presentarti in due parole?

MAURIZIO MANZIERI - Sono “il Maestro dallo Spazio Profondo”, un appellativo coniato da Lucca Comics & Games che è poi divenuto giocosamente d'uso comune nel rappresentarmi in conferenze, workshop, saloni del settore. Da 25 anni lavoro come illustratore fantastico e tra i miei clienti all'estero si annoverano riviste di fantascienza come "Asimov's SF", "Fantasy & Science Fiction", "Analog". Ho ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Europa e il Chesley Award assegnato da ASFA, l'Associazione degli Artisti di Fantascienza e Fantasy d'America. Per aggiornamenti è possibile seguirmi sui social, oppure consultare il mio sito web ufficiale.




DW - Oltre a essere uno dei più quotati illustratori italiani sei anche docente presso l’IMasterArt e la Scuola Internazionale dei Comics. In che misura l'insegnamento influenza il tuo lavoro?

MM - L'interazione con altri mondi interiori, in particolare l'anelito d'esplorazione delle nuove leve, ti pone a contatto con quelli che sono in germe gli artisti del futuro prossimo venturo. Essere una fonte d'ispirazione per altri è molto lusinghiero, ricorda in un certo senso ciò che mi è accaduto da ragazzo mentre sognavo di diventare illustratore. L'ambiente didattico ti mantiene, come dire, “sul pezzo”. Devi aggiornarti sulle tecnologie in continua evoluzione, sulle nuove versioni del software perché il tuo insegnamento risulti sempre al passo con i tempi. Durante i miei viaggi in occasione di convention e conferenze mi rendo spesso disponibile per dibattiti con il pubblico, spiegando le mie tecniche e le modalità d'approccio nel mondo editoriale internazionale, dalla presentazione di un portfolio alla finitura di un'illustrazione.




DW - Come è nata in te la passione per l'illustrazione? Da dove prendi spunto per le tue immagini?

MM - Ho sempre perseguito la bellezza, assaporando un libro, gustando un film, memorizzando un sorriso, osservando i dettagli della Natura e dell'Universo intorno a noi. Nella mia vita ho raramente provato noia, neppure rimpianti, voltando sempre pagina quando era il caso. Ricordo che da piccolo ho iniziato a copiare le copertine di "Topolino"... avrò avuto tre o quattro anni. Per i soggetti delle mie tavole mi ispiro agli oggetti che mi circondano, a referenze fotografiche scattate da me oppure tratte da Internet.


DW - Come hai deciso di specializzarti nel settore del fantastico e della fantascienza?

MM - Ho sempre avuto il pallino di dipingere "cose" che non esistono. Mi piacciono le sfide, viaggiare tra le meraviglie del Cosmo, emulando quella ricerca del sense-of-wonder tipica del gusto anglosassone. Un'altra mia passione: la narrativa fantastica, che di conseguenza mi ha portato a leggere sempre di più, ad ammirare le copertine dei romanzi e a desiderare di unirmi a questo team internazionale di artisti.



DW - Lavori sia per il mercato italiano che per quello estero, in particolar modo quello americano. Quali analogie e quali differenze hai trovato tra i due ambienti?

MM - Gli americani sono molto più meritocratici. Talvolta non si riesce a capire chi tra noi due sia più entusiasta, se io o l'art director che sta commissionando la copertina. Ciò non vuol dire che non abbia ottimi rapporti con il mercato editoriale italiano... all'estero ho trovato una volontà di fare business unita a quella di meravigliare e meravigliarsi, a quella scintilla di vitalità che si ha quando si è bambini e che da noi molte volte sembra spenta.


DW - Nato a Napoli ormai da molti anni vivi a Torino. Come mai hai sentito l'esigenza di lasciare il capoluogo campano per una città del nord? Quanto delle due metropoli è presente nella tua opera?

MM - Mi sono spostato per la classica proposta di lavoro che non si può rifiutare. A Napoli ero impiegato da un paio d'anni come grafico in una ditta import-export, a Torino ho ricoperto cariche manageriali nel settore entertainment. Nel '93 ho fondato il mio Studio, partecipando a progetti in associazione con colleghi della zona, poi negli ultimi anni ho iniziato a mettermi in proprio per perseguire più efficacemente le attività di illustratore a tempo pieno. Lo spirito innato è quello partenopeo con la serotonina ai massimi livelli. Bisogna capire che l'essere nati all'ombra del Vesuvio non è cosa da poco!



DW - Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato?

MM - Moltissimi! Alcuni li ho amati attraverso copertine di riviste e volumi d’importazione, prima dell'avvento di Internet. Se devo citare i miei idoli assoluti... nel fumetto: Moebius; nell'illustrazione fantastica Michael Whelan. Entrambi mi hanno fatto sognare mondi inimmaginabili e hanno stimolato la mia anima di adolescente.


DW - Quanto di te è presente nel tuo lavoro? Quanto di quello che ti circonda? E quanto c'è di inventato?

MM - Nelle mie illustrazioni, come in quelle di altri colleghi, ci sono la vita, le esperienze quotidiane, lo spirito d'osservazione, le letture. Qui c'è da fare una distinzione tra artista freelance e artista indipendente. Quando si lavora per altri bisogna tener conto di tanti fattori nell'impostazione di un’illustrazione: cover design, titolo, autore, logo, codice a barre, e così via. L'artista indipendente invece è libero di dare sfogo alla propria creatività, come il classico pittore, senza essere limitato dalle specifiche tecniche. Personalmente mi alterno tra le due figure cercando di essere flessibile e non tradire troppo il mio stile!



DW - Sei un disegnatore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure sei uno di quelli che si alza di notte a disegnare perché ti è venuta l’ispirazione? Come si svolge la tua giornata tipo?

MM - Mi alzo abbastanza presto al mattino. Dopo aver fatto colazione e sbrigato le pratiche d'ufficio, apro le danze e posso proseguire fino a tardi. In genere lavoro dalle 8 alle 12 ore al giorno, e raramente faccio le ore piccole. Se non ci sono incombenze, impegni in accademia, fiere, durante il weekend sono uccel di bosco. Mi piace visitare mostre, frequentare altri artisti, salire su un aereo alla scoperta di un angolo di mondo mai visto prima.


DW - Quali fonti usi per documentarti?

MM - Quando illustro una copertina leggo una sintesi del manoscritto in lingua originale inviato dall'editore, se non addirittura l'intera opera - racconto o romanzo - quando lavoro per me convoco a rapporto la fantasia.



DW - Oltre ai libri e ai fumetti che sicuramente userai per documentarti, quali altre letture fai?

MM - Mi piace leggere biografie di personaggi famosi, opere prime di nuovi autori la cui sinossi mi incuriosisce, quotidiani esteri e blog di illustratori. Ascolto podcast. Ho un debole per la fantascienza, in quanto narrativa d'anticipazione, ma amo qualsiasi altro genere, purché ben scritto. Nel 2017 ho letto una ventina di libri per diletto, incluso l'intero ciclo The Expanse di James A. Corey, da cui è tratta l'omonima serie TV. In questo momento sto terminando un thriller, The Woman in the Window di A. J. Finn.


DW - Sei stato tra i primi illustratori italiani a esplorare le potenzialità dell’arte digitale. Quale strumentazione usi? Quali giovamenti e quali svantaggi ti porta l'uso del computer?

MM - Per la grafica 2D trovo congeniale lavorare con un potente iMac corredato da tavoletta grafica e software adeguato. Basta davvero poco... l'unico software che uso intensamente è Photoshop, assieme a poche altre applicazioni che aiutano a migliorare la funzionalità del mio ufficio. Se avessi più tempo mi piacerebbe approfondire la conoscenza di altre discipline, software, idee, ma ora come ora la mia agenda è totalmente piena. Il metodo digitale consente di eseguire velocemente tutte le modifiche richieste dal cliente. Uno svantaggio tangibile è quello di non avere tavole originali da esporre ma soltanto riproduzioni.



DW - Sei stato in più occasioni ospite di Lucca Comics, manifestazione che ti ha dedicato una mostra e per la quale hai realizzato una “speciale illustrazione”, ispirata alla famosa frase sui dischi volanti che non potrebbero mai atterrare nella cittadina toscana... Questo mi dà lo spunto per chiederti quali punti di contatto trovi tra fumetto e illustrazione.

MM - Sono mondi che possono sovrapporsi in svariati modi, se si riesce a creare un contesto commerciale in grado di incontrare il gradimento del pubblico. Dal punto di vista personale apprezzo la bellezza del tratto di tanti nomi illustri che oggi conosco personalmente, ma preferisco la tavola pittorica che sintetizza e racconta il contenuto della storia in una sola immagine.


DW - Da professionista ormai affermato che consigli daresti a chi si volesse affacciare al mondo dell'illustrazione?

MM - Studiare non solo Arte ma anche altre discipline del Sapere, approfondire la conoscenza delle lingue, girare non solo per Internet ma anche fisicamente per convention praticando sano networking con individui della stessa specie e soprattutto... amare la vita, cercare di dosare sapientemente le pause con il lavoro. Sono consigli generici di cui si parla in milioni di discussioni ma poi in pratica nessuno li segue!




DW - A cosa stai lavorando?

MM - Ho da poco consegnato negli Stati Uniti una cover per Subterranean Press, realizzata per un'edizione limitata del romanzo breve The Tea Master and the Detective di Aliette de Bodard, in uscita a marzo 2018. Se tutto va in porto, sono in trattativa per alcuni lavori da realizzare per il mercato italiano. C'è poi un progetto personale che sto portando avanti, un'avventura di fantascienza in lingua inglese in collaborazione con lo scrittore Dean Whitlock che potrebbe un giorno divenire un libro illustrato dal titolo Laniakea. Si svolge in un futuro distante da noi un paio di secoli e cerca di rispondere al paradosso di Fermi: Dove sono finiti tutti gli alieni?. La risposta la si può trovare sulla pagina aperta da poco sul portale di crowdfunding Patreon. Chi desidera supportare l'avventura con l'opportunità di fruire in anteprima di immagini, testi, gadget, può visitare il link.


DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorresti rispondere?


MM - Come insegnante d'arte e relatore di innumerevoli conferenze credo mi sia stato chiesto davvero di tutto, ma se mi domandassi dove vorrei essere in un futuro lontanissimo ti risponderei che mi piacerebbe continuare a dipingere per sempre, magari nella realtà virtuale all’interno di una mia illustrazione.



a cura di Elio Marracci

N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!

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