giovedì 8 dicembre 2016

I PRIMI VERI AMERICANI: NÉ PELLEROSSA, NÉ INDIANI! MA CHI SONO VERAMENTE QUESTI UOMINI? - LA (PREI) STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA (XLI PARTE)

di Wilson Vieira

Stavolta andiamo molto indietro nella Storia del West! Migliaia di anni! Il grande Wilson Vieira scrive per noi un piccolo gioiello, un vero e proprio saggio antropologico sugli albori umani del continente americano e sulla vera origine di un popolo. Vi lasciamo subito a questa interessantissima lettura, ricordandovi che le immagini bonelliane sono state tutte scelte e posizionate nel testo dall stesso Wilson! (s.c. & f.m.)



Quando Cristoforo Colombo, nel corso del suo secondo viaggio del 1493, toccò nuove terre, diede agli indigeni che incontrò il nome di "Indiani", poiché credeva di aver raggiunto le Indie. I Francesi che in seguito visitarono il nuovo continente, chiamarono i nativi "selvaggi" o "pellerossa" - a torto, in quanto la loro pelle aveva piuttosto un colore bruno. Nonostante il trascorrere degli anni i due termini "Indiani" e "Pellerossa" sono rimasti e i primi abitanti del continente americano vengono tuttora chiamati cosí. Gli Indiani stessi, per definirsi, non hanno un termine particolare; le tribú, riferendosi alle altre tribú, usano semplicemente i termini di "Popolo" o di "Uomini". 




Ma questi Uomini, Indiani o Pellerossa, chi sono?
Un giorno, a Parigi, mentre visitavamo il Museo del Louvre con un amico Indiano Acoma del Nuovo Messico, Blue Sky Eagle, quest’ultimo, orafo del suo Stato, rimase quasi inchiodato per la sorpresa davanti ai gioielli dei Faraoni esposti nelle Sale Egizie.
Mi disse: Queste turchesi, che da noi sono considerate pietre sacre, quelle collane e questi braccialetti rassomigliano stranamente a quelli che facciamo noi. Poi, dopo aver riflettuto, Blue Sky Eagle aggiunse: Dopo tutto non vi è nulla di straordinario. Non si dice forse che noi Indiani veniamo dalla Palestina? Un discendente di Noè avrebbe preso posto con i suoi su un’imbarcazione di papiro che, spinta dai venti e trascinata dalle correnti, avrebbe toccato terra sulle coste di un Continente molto lontano: l’America.
Questa è una supposizione; ma ce n’è un’altra, considerata dagli studiosi, da noi storici e dagli etnologi come l’unica vera risposta alla domanda che ci poniamo. Gli Indiani d’America sarebbero originari dell’Asia. 


Zagor n. 357, aprile 2005. Disegno di Ferri







Quindicimila anni fa (o quarantamila secondo alcuni), durante l’ultima Era Glaciale, quando un enorme guscio di ghiaccio ricopriva la calotta del globo terrestre fino al trentesimo parallelo, alcuni Uomini, vestiti di pelli d’animale, giunti da diversi punti dell’Asia, avrebbero attraversato il ponte di ghiaccio che copriva lo Stretto di Bering, unendo la punta Est della Siberia all’estremità Nord-Ovest del continente americano. Le terre che essi incontrarono nelle prime tappe del loro viaggio erano inospitali: dappertutto solo immensi campi di ghiaccio. Continuando la loro avanzata essi arrivarano davanti alle Montagne Rocciose e si divisero in due gruppi. Il primo, scendendo fra le montagne e la costa dell’oceano, verso Sud, arrivò fino all’attuale Messico, seguí la Cordigliera dele Ande e si disperse nell’immenso continente sudamericano. Il secondo, andando verso Est, occupò le terre che oggi formano il Canada e, un po' più a Sud, gli Stati Uniti. Essi, secondo le loro preferenze, si stabilirono nelle diverse regioni fra i due oceani. I ghiacci, sciogliendosi, lasciarono il posto a ridenti vallate percorse da fiumi, ad alte montagne, a profondi canyon, a pianure verdi di pascoli... dove gli Indiani trovarono abbondante selvaggina. Mammuth dalle lunghe zanne ricurve, antilopi con quattro corna, cavalli selvaggi, alci e orsi dalle proporzioni incredibili popolavano le foreste. 


Zagor n. 210, gennaio 1983. Disegno di Ferri





Nelle pianure scorrazzavano branchi di lupi e passavano mandrie di bisonti. Nei fiumi vivevano grandi rettili, moltitudini di pesci e di castori. Gli uomini giunti dall’Asia non avevano abitazioni fisse: erano nomadi e si spostavano secondo le loro necessità. Avevano portato con sé il fuoco che facevano scaturire da una scheggia di silice, qualche utensile e poche armi rudimentali; il loro linguaggio era poco svilupato. Non conoscendo ancora l’arco e le frecce, essi usavano pietre acuminate fissate all’estremità di un’asta. Muniti di questa semplice arma, affrontavano con audacia e con coraggio animali pericolosi dotati di una forza ben superiore alla loro. Questi uomini non conoscevano ancora l’arte della terracotta, né avevano la possibilità di coltivare certe piante e di addomesticare certi animali. Cacciavano e mangiavano il cavallo preistorico ed ebbero il cane come compagno solo alla fine della loro migrazione. Una delle testimonianze archeologiche che prova l’arrivo degli Indiani in America risale a piú di 10.000 anni fa ed è stata scoperta a Folsom, nel Nuovo Messico, dove nel 1925 furono intrapresi importanti scavi. 






Furono portate alla luce punte di lancia finemente lavorate e fatte con le ossa fossili di animali dell’Era Glaciale: mammuth, bisonti e buoi muschiati. Queste scoperte furono confermate da altre avvenute a Fort Collins, nel Colorado, e a Clovis e Sandia, nel Nuovo Messico. Non furono ritrovati scheletri umani, ma i reperti di cui abbiamo parlato sono sufficienti a provare che quegli uomini erano cacciatori audaci capaci di stabilirsi in regioni in cui, fino ad allora, gli animali erano stati incontrastati padroni. Per lottare contro questi ultimi, quegli uomini si servirono del fuoco, incendiando foreste e praterie, spingendo davanti a sé gli animali terrorizzati e disorientati, per esempio i mammuth, che essi non potevano attacre di fronte, dirigendosi verso i precipizi nei quali gli animali finivano con lo schiantarsi. 

Maxi Zagor n. 22, luglio 2014. Disegno di Ferri





Per aver la meglio su bestie meno potenti scavavano trappole o le attaccavano di fronte con le loro lance acuminate. In questo modo l’Uomo, cosciente della propria forza, riuscí a imporre il suo dominio sulle terre conquistate. La migrazione dall’Asia continuò, e quando, una volta scioltisi i ghiacci, l’Asia si trovò separata dall’America da un braccio di mare largo più di quattro chilometri, la traversata ebbe luogo su imbarcazioni.





I nuovi venuti portarono con sé, dai loro diversi Paesi di origine, i propri usi e la propria cultura. I primi Indiani ebbero una lenta evoluzione, una tappa dopo l’altra, adattandosi alla nuova vita e al mondo che ormai apparteneva loro. Perfezionarono le armi, scoprirono l’agricoltura e cominciarono ad avere certe nozioni dell’arte, che si sarebbero confermate in seguito. 






La prima tappa si concluse con l’arrivo dei “Bollitori di Pietre”, che portavano con sé una nuova concezione di vita. Essi avevano fatto una sorprendente scoperta usando pietre bollenti che, ricoperte d’acqua, permettevano loro di cuocere il cibo. Gli ingredienti venivano posti in panieri impermeabili fatti di legno, di pelle o di fibre intrecciate. Prima dell’arrivo di questi uomini originari dell’Asia, i cacciatori si accontentavano di far arrostire i loro pezzi di carne sui falò. Il nuovo procedimento doveva trasformare la loro esistenza. Cosí bollita, la carne veniva meglio assimilata dai bambini, che prima d’allora morivano sovente ancora piccoli, e dai vecchi. Divenuto il cibo meno indigesto, anche la mortalità diminuí. Questo nuovo metodo delle “Pietre Bollenti” fu dapprima praticato in Alaska, poi piú a Sud, fin nella California Meridionale e piú tardi fu conosciuto nell’Ovest, in piú di metà Continente. In quell’epoca apparvero i primi panieri, allora usati come recipienti per cuocere. Alcuni di questi panieri erano già vere e proprie opere d’Arte, soprattutto presso i clan della California e i Tlingits della costa Nord-Ovest. Questi panieri erano cosí finemente intrecciati da essere impermeabili. Sulla spiaggia essi venivano sotterrati nella sabbia. 




Una volta riempiti d’acqua, vi si introducevano prima la carne e poi le verdure, dopo di ché si aggiungevano le pietre riscaldate e bollenti che venivano continuamente rinnovate fino a cottura avvenuta. Le tribú della pianura imitarono i loro vicini; il cibo veniva posto su aste di legno che formavano una specie di griglia sui falò, o posti in recipienti di legno sotterrati. Le tribú dell’Ovest utilizzarono scatole di legno e, piú tardi, svilupparono la loro tecnica fino al punto di scavare i tronchi degli alberi, per farne imbarcazioni, mettendovi dentro le "pietre bollenti". I primi cacciatori dell’America del Nord, che si dedicarono all’agricoltura per variare il loro cibo, furono quelli che vivevano a Est delle Montagne Rocciose. Ben presto essi disposero di una gran varietà di piante e ciò portò un gran cambiamento al loro modo di vivere: smisero di essere nomadi e si raggrupparono in comunità organizzate. I primi contadini, pur continuando a cacciare, vissero nelle caverne e ciò avvenne soprattutto nelle terre che oggi formano il Kentucky e il Missouri. Dopo molti secoli di esperienza, questi uomini erano riusciti a selezionare i migliori prodotti della terra ed elaborarono cosí i primi principi di agricoltura.


Tex. Il segreto degli Anasazi, ottobre 2015. Disegno di Civitelli


Essi avevano portato com sé alcune piante dall’Asia, ma ne selezionarono molte sul posto. Questi contadini della preistoria conobbero il pomodoro, le patate dolci, la manioca, le zucche, il tabacco, il mais e altre piante di uso corrente. Ricerche congiunte intraprese da archeologi e botanici hanno ricostruito questi albori dell’agricoltura. Si è arrivati a concludere che questi contadini ignoravano ancora l’arte della terracota e nulla prova che si servisero delle "pietre bollenti". Senza dubbio cuocevano il loro cibo su semplici falò. Le ultime piante di cui essi intrapresero la coltivazione furono il mais e il tabacco ed è probabilmente proprio a quell’epoca che cominciarono ad apparire le prime terracotte. Presto il mais e il grano divennero l’elemento fondamentale della loro alimentazione e la coltivazione di tali prodotti impose agli uomini un altro modo di vivere, soprattutto nel Sud-Ovest e nell’Est degli attuali Stati Uniti. 

Tex n. 537, luglio 2005. Disegno di Villa


I nemici di questi contadini non furono soltanto le bestie feroci, ma gli uomini stessi. Si costituirono cosí le prime comunità che avevano lo scopo di assicurare loro protezione. I coltivatori divennero costruttori; furono edificate città, fortificazioni, templi e santuari. Nell’Est del Continente, queste costruzioni assunsero a volte proporzioni gigantesche. A Cahokia, vicino a Saint Louis, nell’Illinois, furono ritrovate le vestigia di un tempio alto trenta metri, lungo trecentoventi e largo duecentocinquanta. Le sue fondamenta ricoprivano un’area di sedici acri. A Newark, nell’Ohio, fu riportato alla luce un insieme di mura che coprono una superficie di 239 ettari e ciò lascia supporre che si trattasse di un deposito di cereali. Gli archeologi trovarono pipe finemente cesellate, decorazioni in perle e statuette delicatamente scolpite che rivelarono come questi Uomini primitivi possedessero un vero senso Artistico. Mentre nell’Est i contadini edificavano le loro dimore, nel Sud-Ovest gli agricoltori si installarono dapprima in caverne e poi costruirono le loro abitazioni aggrappate ai fianchi di scoscesi pendii; le testimonianze piú straordinarie sono quelle ancora oggi visibili a Mesa Verde, nel Colorado. 







L’edificio costruito a Bonito, nel Nuovo Messico, fu la consacrazione di questa nuova Architettura. Costruito in pietra e “adobe” (cioè in mattoni di paglia tagliata e fango secco), questo edificio poteva ospitare duemila persone, distribuite in cinquecento camere. Era alto da tre a cinque piani e circondava un cortile chiuso da una costruzione a un piano solo: era una formidabile fortezza. Le cerimonie religiose si svolgevano in alcune sale, chiamate “kivas”, che occupavano nell’insieme la maggior parte della fortezza. I prodotti coltivati dagli abitanti rassomigliavano molto a quelli degli Indiani Pueblos di oggi: grano, mais e cotone, col quale si tessevano le stoffe usate per confezionare vestiti...







Wilson Vieira


N.B. trovate i link alle altre puntate della Storia del West in Cronologie & Index!

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