giovedì 14 aprile 2016

GLI INCUBI DELL'ALTROVE... HELLINGEN & POE! (ZAGOR 601/606)

di Giampiero Belardinelli 

Terminata la lunga saga del ritorno di Hellingen e di Poe all'interno della cornice di Altrove (agosto 2015 - gennaio 2016), il nostro amico e collaboratore di lunga data, il marchigiano Giampiero Belardinelli, offre a noi tutti una lettura d'insieme dell'immenso affresco fantastico zagoriano. A nostro avviso Giampiero ha scritto un capolavoro di recensione, degno di figurare in ogni prossima bibliografia dedicata allo Spirito con la Scure! (s.c. & f.m.)


L'Area 51, nel deserto del Nevada, com'è visibile su Google Earth. La base segretissima della marina statunitense è una delle fonti di ispirazione per l'installazione bonelliana di Altrove
La doppia vita del Professor Hellingen

Sviluppata come una grande saga nella saga, l’avventura hellingeniana di questi albi affonda le radici nel capolavoro nolittiano in cui gli Akkroniani furono chiamati di nuovo sul nostro pianeta dal mad doctor (ZG 178-182). Dinanzi a questi indistruttibili alieni, dotati di una tecnologia stupefacente se confrontata a quella povera dell’Ottocento terrestre, si oppone uno Zagor dotato delle magiche armi ricevute dall’Eroe Rosso Rakum. Anni dopo gli Akkroniani, guidati ancora da Damon, vengono di nuovo sconfitti grazie una geniale e mistica intuizione dello Spirito con la Scure (vedi nostra recensione ZG 600). Comunque, il loro breve ritorno a Darkwood non è stato fine a se stesso ma propedeutico al ritorno in carne e ossa di Hellingen. Altro particolare introdotto dagli autori è stato quello di collegare certe scoperte tecnologiche utilizzate dal professor Verybad alla scienza akkroniana elaborata con profitto dal nostro Hellingen. La continuità zagoriana introdotta in maniera serrata negli ultimi venti anni avrebbe reso improbabile e probabilmente banale una diversa provenienza a Darkwood e dintorni di macchinari come quelli ideati da Verybad. Le invenzioni del barbuto scienziato non sono frutto del caso, ma nascono da progetti requisiti dallo staff di scienziati – tra cui Verybad stesso – della Base di Altrove, luogo d’incontro di tutte le invenzioni e stranezze presenti nel nostro mondo. E secondo noi, aggiungiamo, Altrove è il luogo ideale dell’immaginario collettivo bonelliano (Martin Mystère e Zagor) e luogo della contaminazione per eccellenza, quindi simbolo stesso della saga zagoriana. 


Il mad doctor Hellingen!

Ma quale Hellingen abbiamo visto in azione in questo lungo racconto? Il folle scienziato uscito dalla penna di Burattini è un primo attore la cui personalità sale a un livello superiore. Lo sceneggiatore si sarà chiesto, partendo dalle tracce lasciate in eredità da Guido Nolitta, quali fossero i motivi che avevano portato Hellingen ad abbracciare la strada del Male? Scavando nel periodo accademico del futuro scienziato pazzo l’autore toglie a Hellingen ogni pur debole giustificazione dinanzi alla presunta ostilità dei suoi colleghi studiosi. Il professore non è stato ostacolato per una malcelata invidia di fronte alla sua indubbia genialità, ma perché le sue idee si basavano su un disprezzo assoluto per la vita umana e per qualsiasi forma di presunta inferiorità. L’umanità potrà proseguire soltanto se gli individui superiori, più intelligenti e appartenenti a una stirpe selezionata si libereranno della zavorra delle ottuse razze inferiori! Non ci potrà essere sviluppo senza una selezione della nostra specie! I miei studi dimostrano quali sono le caratteristiche che gli eletti dovranno avere! Solo i migliori, i più capaci, i più forti e i più sani, gli individui superiori hanno il diritto di governare il futuro dell’umanità… Anzi, ne hanno il dovere! Essi dovranno dominare tutti gli altri, che potranno essere utili al massimo come schiavi! Oppure verranno sterminati! (Mad doctor, pp. 25-26). Le parole del giovane Hellingen, pronunciate con un atteggiamento ieratico e uno sguardo quasi allucinato, riportano alle folli esternazioni hitleriane: il modo con cui lo scienziato si pone, la foga con cui afferma i suoi deliranti concetti sembrano presi di peso dai filmati nazisti tristemente noti.


La macchina del tempo soprannominata Die Glocke, "la campana", presunta wunderwaffe nazista degli anni '40. Anche Hellingen inventa, assembla e usa apperecchiature "fuori dal tempo" per fini di conquista globale.

I robot ottocenteschi di Hellingen rientrano appieno nell'iconografia steampunk

Hellingen non è un uomo che ha deviato per errore sulla via dell’odio, ma un uomo consapevolmente dedito al Male. Hellingen non solo dimostra una folle lucidità nel perseguire i suoi piani, ma mostra anche una notevole capacità di manipolare le persone intorno a lui, almeno quelle menti – come il giovane scienziato di Altrove Quaritch – la cui ambizione inibisce ogni resistenza etica. È un Hellingen camaleontico, capace anche di uccidere a sangue freddo e disposto a nessun ruolo subalterno. Nei diversi flashback, il malvagio dottore finge di assecondare i suoi superiori di Altrove con perfida astuzia; inoltre - particolare molto importante nell’economia dell’intera saga zagoriana - aveva addirittura messo in preventivo un piano per sbarazzarsi dei suoi potenti alleati Akkroniani. Nel capolavoro nolittiano lo scienziato dava l’impressione di non potersi svincolare dal ruolo di alleato subalterno ai suoi alleati del Sesto Pianeta. Burattini, invece, dà a Hellingen la statura di un Gigante del Male: Puah! Credi forse che non avrei saputo impormi anche sugli Akkroniani? Avrei usato le loro stesse armi per combatterli! (Finale di partita, p. 22). Questo cattivo, il cui corpo è stato ricreato grazie alle macchine degli Akkroniani, diventa quasi imbattibile persino per Zagor: quelli che difendono il Bene nulla possono contro l’esercito di automi intelligenti al cui confronto persino il gigantesco Titan appare poco più di un pericoloso giocattolo.


Anche il Mad Doctor disneyano del 1933 - come lo Hellingen nolittiano - si ispira a figure classiche di scienziati folli, il cui capostipite è il Dottor Frankenstein della Shelley

Nelle sue prime storie hellingeniane Nolitta aveva fatto costruire al suo mad doctor macchinari di derivazione verniana; ma dopo aver portato sulla Terra gli Akkroniani i paradigmi sono stato ribaltati e nulla poteva essere più come prima. Gli attuali autori hanno ben compreso questa intuizione nolittiana e hanno creato un coerente quadro fantascientifico in cui la Base di Altrove gioca un ruolo fondamentale. A questo punto lo stacco tra la scienza povera ottocentesca (zagoriana, nello specifico) e quella partorita dall’immaginario collettivo da scrittori o registi negli ultimi decenni diventa abissale e impossibile da colmare. Se Nolitta era ricorso alla magia indiana per sconfiggere gli Akkroniani, Burattini lascia un altrettanto magico indizio – quasi nascosto nell’incubo che troviamo nella prima parte disegnata dall’indimenticabile Maestro Ferri – per risolvere la terribile minaccia del nuovo Hellingen. Zagor è stato sempre un uomo dotato di acuta intelligenza e di indomito coraggio: grazie a queste due sue doti risolve l’enigma che Qualcuno dall’alto gli ha inviato sotto forma di un brutto sogno in apparenza privo di significato. Il Bene supremo e la libertà sono dei valori assoluti e a volte non si può evitare di stringere un audace patto con il Diavolo pur di battere colui che, secondo i parametri materiali della scienza, sembra imbattibile… Burattini chiude la vicenda con un colpo di scena rapidissimo secondo i dettami della continuity e lascia i lettori con un senso di sospensione poiché la saga hellingeniana ha ancora molti segreti da rivelare. 


Philadelphia come doveva essere ai tempi di Zagor (Election Day in Philadelphia, di John Lewis Krimmel - 1815)
  
Questa seconda parte è stata affidata ai pennelli del duo Gianni Sedioli e Marco Verni, alla loro seconda prova in tandem. Il risultato pur buono dell’avventura cilena in cui i due autori hanno lavorato insieme lascia stavolta il posto a un lavoro privo di incertezze. Il loro Hellingen è dotato di una maschera facciale glaciale e crudele che ricorda per molti aspetti la versione del mad doctor realizzata dal compianto Franco Donatelli. La varietà degli scenari e delle situazioni sono state affrontate con sicurezza e a scene tranquille si sono alternate altre di grande spettacolarità, rese con un’apprezzabile maestria. Affrontare un personaggio come Hellingen e tutto l’armamentario che ne consegue è secondo noi un banco di prova su cui si basa la qualità di un autore: Sedioli e Verni lo hanno superato a pieni voti.


Le ossessioni di Edgar Allan Poe

Da quando Mauro Boselli ha introdotto la Base di Altrove ed Edgar Allan Poe (Hellingen è vivo!, ZG 376-379) Philadelphia è diventata un rilevante patrimonio narrativo della saga zagoriana. La città è stata il fulcro su cui ha ruotato l’avventura con il nuovo Hellingen burattiniano, e diventa il luogo in cui, nella stessa Base di Altrove, Zagor e Cico incontrano di nuovo lo scrittore americano. È un Poe in parte diverso dall’agente di Altrove visto all’opera nell’avventura ideata da Boselli. L'autore, nato a Boston (1809) e morto a Baltimora (1849), qui, come nella realtà storica, è un uomo divorato dai suoi incubi che cerca inutilmente di annegare nell’alcol. Moreno Burattini costruisce un noir metropolitano il cui meccanismo a orologeria viene scandito in modo ossessivo da un nome: Reynolds. La storica figura di Jeremiah N. Reynolds – da cui è mutuato il personaggio dell’avventura burattiniana – è stata evocata da Poe, ricoverato nell’ospedale di Baltimora, durante i deliri degli ultimi giorni della sua tribolata esistenza. Il mistero ha alimentato la fantasia di molti appassionati delle opere di Edgar Allan Poe: nello specifico, il mistero è legato al romanzo marinaresco Le avventure d Gordon Pym. In soldoni, alcuni sopravvissuti tra i rivoltosi a bordo della Grampus finiscono per cibarsi di alcuni dei loro compagni… La vicenda ideata da Burattini gira intorno all’ossessione di Poe e all’incubo del cannibalismo.


Lo scrittore americano E. A. Poe, in un dagherrotipo del 1849 (l'anno della sua morte)


Lo scrittore appare prostrato e incapace di controllare i suoi nervi; una busta, firmata Reynolds, al cui interno Poe trova un orecchio mozzato, distrugge ogni sua parvenza di lucidità. I corpi in parte divorati dal misterioso serial killer (un Hannibal Lecter ante litteram) sembrano alludere al disfacimento del corpo come simbolo di peccato per coloro che non hanno freni inibitori. A far da contraltare ai deliri di Poe troviamo il nostro Zagor, capace di far da argine ai sensi di colpa dello scrittore. Zagor ha convissuto per molto tempo con tali patemi e ne è uscito in maniera catartica assumendo il ruolo di Spirito con la Scure. Zagor sa ascoltare, intuire il non detto o le parole espresse tra le righe, ma sa soprattutto sa guardare oltre le apparenze. È uno Zagor determinato, pronto ad agire come un personaggio consapevole delle proprie certezze. Grazie all’eroe il mistero di Reynolds, almeno nella solida realtà zagoriana, si dissipa come le nebbie di Philadelphia al salir del Sole in una giornata di primavera.
I disegni sono stati realizzati da Fabrizio Russo, alla sua prima prova zagoriana. L’autore ha proposto una convincente resa di Zagor e Cico, ha tratteggiato con abilità la figura di Edgar Allan Poe ed è stato un valido interprete di questa vicenda cupa e dinamica allo stesso tempo. I vicoli, le bettole, i palazzi di Philadelphia rimandano al lettore l’appropriata atmosfera, e soprattutto non sono mai invadenti nell’economia del racconto.

Zagor n. 601, agosto 2015. Disegno di Ferri



Zagor Gigante 601 (Zenith 652)
L'EREDITÀ DI HELLINGEN
Agosto 2015
pag. 100, € 3,20

Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gallieno Ferri
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Zagor n. 602, settembre 2015. Disegno di Ferri

Zagor Gigante 602 (Zenith 653)
RESURREZIONE!
Settembre 2015
pag. 100, € 3,20

Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gallieno Ferri, Gianni Sedioli & Marco Verni
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini

Zagor n. 603, ottobre 2015. Disegno di Ferri

Zagor Gigante 603 (Zenith 654)
NEI SOTTERRANEI DI ALTROVE
Ottobre 2015
pag. 100, € 3,20

Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gianni Sedioli & Marco Verni
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Zagor n. 604, novembre 2015. Disegno di Ferri

Zagor Gigante 604 (Zenith 655)
MAD DOCTOR
Novembre 2015
pag. 100, € 3,20

Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gianni Sedioli & Marco Verni
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini

Zagor n. 605, dicembre 2015. Disegno di Ferri


Zagor Gigante 605 (Zenith 656)
FINALE DI PARTITA
Dicembre 2015
pag. 100, € 3,20

Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gianni Sedioli & Marco Verni / Fabrizio Russo
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Zagor n. 606, gennaio 2016. Disegno di Ferri

Zagor Gigante 606 (Zenith 657)
IL MOSTRO DI PHILADELPHIA
Gennaio 2016
pag. 100, € 3,20

Testi: Moreno Burattini
Disegni: Fabrizio Russo
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Giampiero Belardinelli

N.B. Trovate i link alle altre recensioni bonelliane su Il Giorno del Giudizio

1 commento:

  1. Ho visto solo oggi la recensione pubblicata grazie alla segnalazione dell'amico Nazzareno Giorgini. Nei giorni precedenti tra viaggi e cose varie mi è sfuggita la pubblicazione. Ringrazio Francesco Manetti per le bellissime parole spese nei miei confronti. Grazie e ancora grazie!
    Il già citato Nazzareno mi segnala questa frase: Lo sceneggiatore si sarà chiesto, partendo dalle tracce lasciate in eredità da Guido Nolitta, quali fossero i motivi che avevano portato Hellingen ad abbracciare la strada del Male? Giustamente è una interrogativa indiretta e quindi va scritta senza punto interrogativo. Inoltre nella frase seguente c'è un "sa" di troppo: Zagor sa ascoltare, intuire il non detto o le parole espresse tra le righe, ma sa soprattutto sa guardare oltre le apparenze.

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