lunedì 30 novembre 2015

LA SETTIMANA DI DYLAN DOG E KIT CARSON

di Filippo Pieri

Doppia citazione bonelliana sulla Settimana Enigmistica n. 4366 del 26 Novembre 2015. A pag. 40 troviamo "Gli incroci obbligati" n. 66146, dove, tra gli orizzantali, appare la seguente definizione: Il Dog dei fumetti. Subito dopo, a pag. 41, ecco invece le "Parole crociate a schema libero" n. 66147. Il 46 verticale domanda: Il Kit amico di Tex Willer.


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venerdì 27 novembre 2015

DIME WEB INTERVISTA JOEVITO NUCCIO! (LE INTERVISTE XX)

a cura di Franco Lana
Giungemmo infine a venti! Di interviste, intendiamo! E stavolta il nostro corrispondente da Fumettolandia ha accalappiato un bonelliano DOC, Joevito Nuccio. Così leggiamo, sul suo conto, nel sito ufficiale della SBE: Nato a Chicago (USA) il 2 luglio 1970, si diploma all'Istituto D'Arte nel 1989. Nel 1997 frequenta un corso sul fumetto organizzato dall' Opera Universitaria di Palermo che ha come docente Gianni Allegra. Consegue la Laurea in Architettura nel 1999 ed inizia la libera professione . Nel 2002 contatta Moreno Burattini a cui sottopone alcune tavole di prova per Zagor. Nel 2005 entra a far parte dello staff dei disegnatori dello Spirito con la Scure e pubblica la sua prima storia nel 2010, su testi di Burattini, negli albi Zenith 585, 586,587. Vive e lavora a Sambuca di Sicilia in provincia di Agrigento. Talvolta si parla, giustamente e negativamente di "fuga di cervelli" italiani all'estero! Ecco un felice esempio contrario che ci rende tutti più contenti! (s.c. & f.m.)
Joevito Nuccio con Zagor!
 
DIME WEB - Raccontaci del tuo esordio in casa Bonelli. È stata particolarmente dura riuscire a far parte della "fabbrica delle idee" di via Buonarroti?
JOEVITO NUCCIO - Non so se è stata particolarmente dura arrivare a far parte dello staff dello Spirito con la Scure. So solo che mi ci sono voluti quasi tre anni di tentativi e circa 25 tavole. Poche, tutto sommato, se si pensa che erano in assoluto le prime tavole che disegnavo su sceneggiatura e secondo la gabbia bonelliana. Così poche tavole diluite in così tanto tempo forse non me la fanno percepire come un’esperienza particolarmente dura. Il fatto è che un lavoro ce lo avevo già e dedicavo i ritagli di tempo al disegno, cercando soprattutto e prima di tutto di disegnare per me stesso, per il mio personale piacere, senza stare troppo a pensare che quelle tavole avrebbero dovuto subire un giudizio da parte della redazione. Quello che ricordo con emozione è la prima volta che ho telefonato in Bonelli cercando di parlare con Moreno Burattini. O ancora quando ricevetti una lettera da Sergio Bonelli con la quale mi proponeva di fare delle prove ufficiali o quando infine ho ricevuto la fatidica telefonata da Mauro Boselli con cui mi veniva comunicato che l’esito finale era stato positivo. 

Disegno originale di Nuccio


I protagonisti della saga di Zagor visti da Nuccio


DW - Hai all’attivo due storie dello Spirito con la Scure. Quali le principali difficoltà che hai dovuto affrontare, per realizzarli?
JN - Sono due storie diverse per ambientazione e per atmosfera. Cupa e notturna la prima, più avventurosa in senso classico la seconda. Sicuramente entrambe sono state stimolanti dal mio punto di vista e non mi sono certo annoiato. In Plenilunio il piatto forte era la raffigurazione del mostro che, per diverse esigenze, doveva essere diverso rispetto al classico Uomo Lupo della Universal raffigurato da Donatelli. Alla fine è uscito fuori dalla visione di alcuni film a tema usciti negli ultimi anni. In Lo zoo di Kaufmann l’ostacolo più grande erano naturalmente tutta la serie di predatori che vi compaiono e che Zagor è costretto di volta in volta ad affrontare. Per fortuna c’è Internet, che è una fonte pressoché inesauribile di immagini fotografiche e di spunti per aiutare a costruire le sequenze, mediandole però con il segno grafico tipico della tavola a fumetti. Realistico ma non troppo, insomma. Bisogna saper quando fermarsi, altrimenti il fascino del disegno va a farsi benedire!







DW - Che cosa ti piace di più di questo storico personaggio?
JN - Di Zagor mi piace praticamente tutto - dall’aspetto grafico (il costume è un’autentica genialata!) all’ambientazione delle grandi foreste del Nordamerica, passando per l’equilibrio tra dramma e comicità. Ma se proprio devo scegliere un aspett,o dico il suo carattere o, meglio, la complessità del suo carattere. È un tipo sanguigno, che spesso agisce d’istinto e con generosità, è capace di alterarsi per un nonnulla ma sa anche fermarsi e porsi domande, di provare pietà come anche di essere spietato. È un uomo che sa che cos’è la disillusione e il rimorso, a cominciare dai fatti narrati in Zagor racconta, passando per diverse storie degli anni '70 in cui ha conosciuto anche la sconfitta, ma che nonostante ciò trova la forza per portare avanti la sua missione fatta di intercultura e di pacifica convivenza tra popoli diversi. Non è forse ciò che stiamo inseguendo tutt’ora? È questa la modernità di Zagor.



DW - Sappiamo che sei al lavoro su una terza storia. Puoi farci qualche anticipazione?
JN - Sto lavorando su un Color che ha per protagonista Winter Snake su testi di Jacopo Rauch. È una storia che prende il via da un fatto accaduto nel passato del capo dei Kiowa, ma che si svolge nel presente del mondo di Zagor. 

Due generazioni di disegnatori zagoriani: Nuccio con Ferri

DW - Per concludere: qualche simpatico aneddoto su te e Zagor!
JN - Il primo che mi viene in mente testimonia la popolarità di Zagor e la riconoscibilità del suo simbolo, l'aquila stilizzata. Nel 2012 sono andato a Milano per vedere Bruce Springsteen a S. Siro, indossando la maglietta dello Spirito con la scure e intorno alle 18:00, poco prima di entrare allo stadio, un tipo mi viene incontro e mi fa: Ma mi spieghi come hai fatto a procurarti la maglia di Zagor??? E io: L'ho presa in Croazia e, incidentalmente, sono anche uno dei disegnatori. E lui: Ma daiii.... ma sei veramente il numero 1!!! E io: Eh no, non scherziamo, il numero 1 inizia a suonare tra due ore!

a cura di Franco Lana

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giovedì 26 novembre 2015

MEDIORIENTE, 2015: LA DONNA-DEMONE CHE CAVALCO’ IL LEONE NERO. LILITH 15

di Andrea Cantucci

Il numero quindici di Lilith per la prima volta è ambientato nello stesso anno della sua uscita in edicola e si svolge negli attuali scenari delle guerre mediorientali, tra Afghanistan e Iraq, in un contesto in cui soldati occidentali continuano a scontrarsi con guerriglieri islamici, mentre - come sempre - a far le spese dei conflitti sono soprattutto le popolazioni civili. Per una coincidenza più tragica che fortuita, l’albo è uscito meno di una settimana dopo l’ennesima e terribile strage terroristica che ha colpito Parigi, un altro esempio di come l’escalation della violenza e della follia umana conduca ad atti sempre più sanguinari e odiosi. 


Soldati francesi a Parigi




Si può anche leggere la storia dell’albo mettendola in relazione coi recenti eventi, ma va tenuto presente che l’autore non poteva prevederli, visto il lungo lasso di tempo che trascorre tra l’ideazione di una storia e la sua realizzazione, nonché tra l’esecuzione dei disegni e la loro pubblicazione. È insomma probabile che la storia fosse stata scritta ben prima che il fanatismo estremo e le varie efferatezze del delirante e fantomatico stato islamico noto come ISIS finissero per diventarci così tristemente abituali, o ancora prima del progressivo ritiro di truppe statunitensi dall’Iraq, altrimenti ci si sarebbe potuti aspettare da Luca Enoch la descrizione di uno scenario bellico un po’ diverso, mentre quello che l’autore rappresenta, pur accennando ai messaggi video con le teste mozzate diffusi via Internet, somiglia di più allo scenario di qualche anno fa.

In effetti un piccolo colpo di genio di Enoch, forse proprio perché intendeva ambientare almeno una storia nel presente, è stato creare nel corso della serie un vero e proprio mondo alternativo, attraverso paradossi temporali che hanno alterato sempre più la Storia. Così anche se nella realtà la situazione attuale è un po’ diversa da quella del mondo di Lilith, tutto si può spiegare col fatto che ci troviamo in una realtà separata.

Lilith n. 15, pag. 19. Soldati tedeschi in Afghanistan
 
Il primo episodio della serie ambientato nel presente si svolge quindi in un universo parallelo in cui gli Stati Uniti non sono mai diventati la massima potenza mondiale e nel ventesimo secolo c’è stata una sola Grande Guerra vinta dalla Germania. Di conseguenza è quest’ultima, una Germania che non ha mai conosciuto il nazismo e l’olocausto, a trovarsi impegnata al posto degli Americani in un Medio Oriente in cui continuano a esserci tante nazioni musulmane, anche integraliste, ma per ora senza l’eclatante estremismo dello stato islamico del terrore, poiché qui le truppe occidentali non si sono mai ritirate e occupano ancora stabilmente Iraq e Afghanistan, come al solito facendo soprattutto l’interesse di società private e compagnie petrolifere.
Benché la situazione descritta non sia né bella né buona e neppure priva delle tante stragi di innocenti che caratterizzano quasi tutte le guerre, in questa realtà immaginaria non sarebbero perciò accadute né la strage delle Torri Gemelle a New York, né quelle di Charlie Hebdo e del Bataclan a Parigi. Nell’universo di Lilith sembra che l’unico Ground Zero sia la voragine di una bomba atomica sganciata su Londra nel 1937 e, se anche vi esistessero equivalenti di Al Qaeda e dell’ISIS, questi probabilmente colpirebbero piuttosto Berlino o altre città della Germania, visto che qui è lei la principale potenza mondiale a esercitare la propria egemonia, anche in Medio Oriente. Si direbbe che, nel mondo di Lilith, i Tedeschi abbiano occupato ininterrottamente certi paesi arabi dopo averli strappati all’influenza britannica nel corso della Grande Guerra degli anni ‘30. 


Lilith n. 15, pag. 98. Carlo Lucarelli parla del Ground Zero di Londra


Va anche notato che, in questo universo immaginario, la Germania non avrebbe conosciuto l’umiliazione della sconfitta né avuto desideri di rivalsa, Hitler non sarebbe mai andato al potere e quindi non sarebbero esistite le persecuzioni razziali né i campi di sterminio nazisti. Di conseguenza è probabile che l’ONU, o il suo equivalente di questo mondo parallelo, non avrebbe assecondato il progetto della creazione di uno stato israeliano in Palestina, concepito dal movimento nazionalista sionista in accordo con la Gran Bretagna, anche perché, senza l’olocausto, gli immigrati ebrei in Palestina non sarebbero stati così tanti come nella realtà e i sensi di colpa dei paesi occidentali in cui si erano diffuse idee antisemite non avrebbero influito tanto sulla decisione. Sarebbe come se in Europa, nell’illusione di appianare i contrasti, si volesse dare l’assoluto dominio politico di un’enorme porzione di uno stato agli immigrati islamici, cosa che certo tutti troverebbero eccessiva. Così nel mondo di Lilith lo stato d’Israele potrebbe non essere mai nato o limitarsi a un piccolo insediamento, e anche per questo le tensioni politiche e religiose in quell’area potrebbero essere un po’ meno esacerbate e non aver portato tanti islamici a aderire a idee totalitarie fanatiche come quelle dell’ISIS. 



Theodor Herzl (1860 - 1904), primo teorico dello stato ebraico


Raccontando gli eventi di questa sua realtà alternativa, ma calata nel nostro tempo, per una volta l’autore ha fatto bene a non concentrarsi troppo su Lilith e sui dialoghi col suo aiutante simile a un grande felino, lo Scuro, spostando invece l’attenzione sulle inchieste di un giornalista inglese che indaga sui crimini di guerra. In questo modo la viaggiatrice del tempo diventa una presenza più inquietante e quasi soprannaturale che, pur perseguendo senza esitazioni né scrupoli la sua solita missione di individuare ed estirpare un parassita alieno da un corpo umano ospite, agisce agli occhi dei testimoni che la incontrano come una sorta di demone, che appare, colpisce e scompare rapidamente, per motivi apparentemente incomprensibili. 



Illustrazione di Edmond Dulac da Le MIlle e una Notte. Hodder & Stoughton, 1907


È naturale che in Afghanistan i guerriglieri mujaheddin, vedendo Lilith apparire col volto velato e in groppa allo Scuro sul ciglio delle loro montagne, la scambino per un demone islamico o per una fata delle tradizioni del Kafiristan a cavallo di un leone nero. Il suo aspetto in costume afgano è in effetti abbastanza simile a certe figure di donne fatate orientali raffigurate anche da Edmond Dulac, nelle sue fantasiose illustrazioni delle Mille e una Notte dei primi del ‘900, donne capaci perfino di girare con pantere nere al guinzaglio… D’altronde il suo modo improvviso di apparire e colpire, dato il costume nero che la copre dalla testa ai piedi, la rende anche vagamente simile a un ninja orientale con artigli affilati al posto delle armi. 



Lilith n. 15, pag. 26. Il giornalista Scahill incontra Lilith in costume afgano


Attraverso le coraggiose indagini del giornalista Scahill, anziché sottolineare ulteriormente le stragi terroristiche di cui tutti i giornali e TV già parlano, cioè quasi esclusivamente quelle pur terribili compiute ai danni di civili occidentali, Enoch sceglie giustamente di ricordare anche alcune delle stragi di cui non parla quasi mai nessuno, ovvero le altrettanto terribili carneficine compiute ai danni delle popolazioni civili mediorientali, a volte anche da soldati o mercenari occidentali, visto che le loro regole d’ingaggio e contratti garantiscono l’immunità per i cosiddetti "errori" del genere che possono verificarsi, per non parlare dei bombardamenti che raramente sono davvero mirati e “intelligenti” come sostengono le autorità militari. 



Lilith n. 15, pag. 82. Bombardamenti tedeschi in Iraq


Nell’introduzione l’autore parla di popolazioni che resistono e difendono la propria indipendenza con determinazione e ferocia, riconoscendo così che, al di là della condanna per le violenze gratuite ed efferate, ogni popolo ha il diritto di opporsi tanto a chi intenda instaurare col terrore una dittatura quanto a chi voglia occuparlo militarmente e ridurlo a colonia. Ma a parte questo non si può dire che il racconto prenda le parti dell’uno o dell’altro dei contendenti. Leggendola con attenzione ci si rende conto che la storia si schiera veramente solo dalla parte delle popolazioni innocenti, quelle che la guerra non la fanno ma la subiscono. 



Lilith n. 15, pag. 8. Due mujaheddin tra altri Afgani pacifici.


Per ricostruire una realtà verosimile, come ogni buon scrittore, Enoch non giustifica nulla ma cerca di comprendere tutti i vari punti di vista, sia quello dei mujaheddin che vedono tutti gli stranieri come invasori e li uccidono brutalmente, tacitando la propria coscienza con forzate interpretazioni letterali del loro libro sacro, sia quello dei soldati occidentali che sono meri esecutori di ordini e devono affrontare un nemico che per lo più non riescono neanche a vedere, col continuo rischio di attentati, sia quello dei mercenari che sono lì per i soldi ma ci tengono a farsi chiamare agenti privati e, pur dimostrandosi spesso ancora più razzisti e spietati degli altri, sono pur sempre esseri umani capaci di scherzare e di avere paura, come chiunque altro. 



Mujaheddin musulmani in Afghanistan negli anni '80


Benché poi i soldati siano tutti tedeschi, a parte i contrassegni che li rendono riconoscibili come tali, le loro divise sono in tutto simili a quelle d’ogni altro esercito occidentale, compreso quello statunitense o francese. Quindi si può dire che rappresentino in genere le forze occupanti di quei paesi che si definiscono democratici e illuminati ma a cui, in nome del profitto, capita anche di ricadere in certe logiche neocolonialiste. 


Lilith n. 15, pag. 41. Lilith contro il capo dei mujaheddin



Una coincidenza più inquietante è la fisionomia di un anonimo capo dei mujaheddin, che nell’albo è pronto a tagliare senza pietà le teste d’ogni occidentale senza fare troppe distinzioni e che curiosamente somiglia abbastanza a colui che sembra aver organizzato gli attentati di Parigi del 13 Novembre, il belga d’origine marocchina Abdelhamid Abaaoud, poi ucciso dalle forze dell’ordine francesi nel successivo blitz a Saint Denis.

La somiglianza è certo dovuta soprattutto alla barba e ai capelli lunghi e scuri, tipici di tanti mediorientali ed è solo relativa, ma potrebbe assumere un certo significato simbolico, visto che anche la demoniaca Lilith per perseguire il suo scopo si abbandona a tagliare teste e arti, sia agli stessi tagliatori di teste che ai militari occidentali, in particolare quando gli uni o gli altri stanno per uccidere qualche vittima più o meno innocente.
Non si può dire insomma che neanche Lilith sia una pacifista e gli scontri in cui affronta ed elimina da sola tanto i guerriglieri con a capo il quasi sosia di Abaaoud che i soldati di un commando tedesco impegnato nell’eliminazione di testimoni scomodi, possono costituire un piccolo sfogo per l’istintiva comprensibile rabbia che si prova verso coloro che compiono con leggerezza simili ignobili massacri, dando o eseguendo ordini. 

Lilith n. 15, pag. 65. Lilith in Iraq col chador



Donne irachene col chador ai tempi di Saddam


Che indossi il costume afgano o un altrettanto tipico chador nero, adeguandosi all’abbigliamento delle donne irachene per non dare troppo nell’occhio ma senza indossare al di sotto nient’altro, Lilith diventa in pratica un vero e proprio deus ex-machina che ogni volta salta fuori all’ultimo momento per mettere fine a certe vite e salvarne altre, perseguendo scopi imperscrutabili per i comuni mortali, come gli dèi delle tragedie greche.

In più occasioni, dati i poteri sovrumani che le sono stati conferiti, sorge il dubbio che Lilith potrebbe evitare di massacrare tanti individui pericolosi, limitandosi a disarmarli o spaventarli, e a volte in effetti lo fa, come quando toglie la pistola a un soldato tedesco ferito che le spara contro e lo soccorre anziché ammazzarlo. Comunque in genere non uccide per punire qualcuno di qualcosa e tanto meno per assecondare il discutibile moralismo attribuito a qualche divinità vendicativa, ma solo perché ritiene di non poterne fare a meno per raggiungere un obiettivo pratico, da cui è certa dipenda la sopravvivenza fisica e la futura libertà dell’intera specie umana. Lo fa insomma soltanto per salvaguardare la vita di un maggior numero di persone. 


Lilith n. 15, pag. 62. Lilith e un soldato tedesco


Riguardo alle pretestuose giustificazioni religiose che invece a volte vengono date anche ad azioni tra le più vili e sanguinarie, nella storia Enoch cita due brani del testo sacro islamico distinguendo nettamente tra due interpretazioni abbastanza diverse. Una è quella del capo dei guerriglieri, che, apprestandosi a uccidere dei prigionieri, dichiara che tali azioni sono imposte da una sorta di "legge del taglione" analoga a quella biblica. Un’interpretazione sensibilmente differente è quella di una donna irachena a cui è stato ferito gravemente il figlio dai soldati per errore. Questa invece dice che, secondo il Corano, il perdono è meglio della vendetta. 



Lilith n. 15, pag. 87. La legge coranica secondo Enoch


Come si può vedere da questi due esempi, i libri sacri delle tradizioni monoteiste sono così pieni di ambiguità che possono contenere qualunque dichiarazione così come il suo contrario, visto che devono tenere sotto controllo gli istinti dei seguaci ma anche manipolarli per indirizzarli contro chi considerano “malvagi nemici”. È quindi chiaro che sta alle coscienze individuali assumersi la responsabilità di scegliere tra soluzioni pacifiche o violente, senza attaccarsi a discutibili letture di testi attribuiti a una divinità per auto-assolversi.

Certo che comunque Enoch finisce per muoversi su una sorta di filo del rasoio etico, quando arriva a far impartire quasi delle lezioni di morale da un personaggio come Lilith che compie un massacro dietro l’altro. 

Lilith n. 15, pag. 66. Lo Scuro diventato visibile


Tra le piccole novità di questo episodio c’è il fatto che lo Scuro, in precedenza sempre invisibile per tutti tranne che per Lilith, per qualche motivo ignoto diventa improvvisamente visibile. Si dirà poi che è perché si avvicina il gran finale della serie, anche se non si chiarisce quale sia il legame tra le due cose.

Inoltre stavolta non sentiamo mai lo Scuro parlare, il ché rende la storia un po’ più drammatica. Forse Enoch si è reso conto che una specie di felino o cagnone parlante in una storia d’avventure rischia di togliere un po’ di realismo e pathos alle situazioni narrate. Benché il personaggio mantenga una fisionomia cartoonistica, è senz’altro molto migliore la soluzione di un felino misterioso che appare e scompare silenziosamente.


Carlo Lucarelli, a Lucca Comics & Games nel 2008
 

Un’altra novità è che, con la condivisione globale delle informazioni all’epoca di Internet, per la prima volta in questa storia diventa di pubblico dominio il fatto che Lilith è riapparsa in varie epoche con diversi nomi. Viene chiamata Il Fantasma di Albione, perché all’inizio del 2015 è ricomparsa a Londra, e in televisione le viene dedicata tra l’altro un’intera trasmissione di un immaginario programma dello scrittore Carlo Lucarelli, che ha simpaticamente accettato di farsi ritrarre nel fumetto. Quello di Lilith diventa così uno dei tanti misteri su cui i mass media speculano in mille modi, ma come spesso succede senza avvicinarsi molto a spiegazioni sensate. Del resto, chi potrebbe immaginare che sia un’agente temporale in cerca di vittime contaminate? 



Lilith n. 15, pag 72. Il mercenario Spina e i bombardamenti



Questa volta colui che Lilith cerca per estrarne il solito parassita alieno è un baffuto mercenario italiano, tale Fabrizio Spina, che quando indossa gli occhiali scuri e sghignazza rassomiglia vagamente a Stan Lee. Nonostante ciò non è un tizio troppo simpatico, sia per il suo mestiere che per il suo evidente razzismo, benché anche lui subisca a sua volta il razzismo di certi soldati tedeschi che lo chiamano “spaghetti”. In ogni caso difficilmente i lettori piangeranno troppo sulla sua sorte, quando Lilith riuscirà ad acchiapparlo. 



Lilith n. 15, pag. 57. Vittime civili in Iraq


Alla fine, a parte le vittime civili, l’unico con cui l’autore sembra identificarsi davvero, in questa storia in cui l’ambigua donna-demone Lilith appare un po’ defilata, è il giornalista Scahill, che rischia la vita per cercare e far conoscere la verità sugli omicidi di altri esseri umani, di qualunque paese o confessione siano. 





Lilith n. 15, pag. 107. Il giornalista Scahill e la sfuggente Lilith


Quelli invece che ne escono peggio, e che evidentemente l’autore condanna maggiormente, sono le alte sfere, sia delle società che pagano i mercenari, sia degli eserciti e governi più o meno occulti - insomma coloro che comandano da dietro le quinte e dirigono il gioco manipolando truppe e informazioni, senza avere scrupoli a eliminare chiunque possa costituire un ostacolo per i loro piani e senza pensarci due volte neppure a sacrificare freddamente le vite dei propri subordinati. Chissà se almeno un istante prima di essere uccisi da una raffica o di saltare in aria, alcuni di quelli che hanno eseguito ciecamente i loro ordini in cambio di un ricco compenso, o della promessa di un illusorio paradiso, si saranno resi conto di essere stati fregati… 


Lilith n. 15, novembre 2015. Disegno di Enoch



Lilith 15

IL FANTASMA DI ALBIONE
Testi, disegni, copertina, rubriche: Luca Enoch
Formato: 128 pagine in bianco e nero
Data di uscita: Novembre 2015
Prezzo: € 4,00 


Andrea Cantucci 


N.B. Trovate i link alle altre recensioni bonelliane sul Giorno del Giudizio!

martedì 24 novembre 2015

ALBERT. FUMETTO FANTASCIENTIFICO DI LUCIANO COSTARELLI & FRANCESCO MANETTI

di Luciano Costarelli & Francesco Manetti

Dopo La sentenza eccovi ora Albert! Si tratta di una storia da me originariamente sceneggiata nel 1991 per i disegni di Luciano Costarelli e pubblicata sul n. 18 della fanzine Collezionare. Luciano ha rimesso mano a quel testo e ha reinterpretato se stesso (noi stessi), a un quarto di secolo di distanza, creando un qualcosa di assolutamente inedito. Il risultato mi ha lasciato di stucco, senza parole! E sono sicuro che piacerà anche a voi! Oltretutto, come leggerete, cade a fagiolo per il centesimo anniversario della Relatività Generale... (f.m.)




 N.B. Trovate i link alle altre incursioni extra-bonelli su Cronologie & Index!

SFUMATURE DI GRIGIO E DI ROSSO: MORGAN LOST 1

di Luca Gnuva
Parte con il botto la nuova serie Bonelli, Morgan Lost, ideata da Claudio Chiaverotti, già sceneggiatore di Dylan Dog e creatore di Brendon.



Ambientato in una realtà parallela alla nostra, in un mondo ucronico, in un mondo dove non c’è mai stata la Seconda Guerra Mondiale perché Adolf Hitler è stato ucciso, nel 1937, dalla spia Marlene Dietrich. In questo mondo Albert Einstein è uno strambo scrittore di fantascienza. Siamo nei primi anni '50, in una società tecnologicamente avanzata. Schermi giganti proiettano, in uno show, le schede di serial killer a beneficio dei cacciatori di taglie. In questa società la burocrazia ha preso il controllo e si lavora 14 ore al giorno.
Morgan Lost, novello Batman che vuole vendicare un torto passato, è diventato uno di questi bounty hunters, daltonico (vede il modo in sfumature di grigio e di rosso, esattamente come noi vediamo le tavole del fumetto), e vive nella città di New Heliopolis (una via di mezzo tra New York e Gotham City) sovrastata da gargoyle di chiara ispirazione egiziana.
Il bianco-e-nero, con il tocco di colore, non può non ricordare la graphic Novel di Miller, Sin City, anche se qui il colore è utilizzato in maniera più diffusa in tutte le sue sfumature.

La variant cover di Camuncoli

Morgan Lost, come Chiaverotti, è un appassionato di cinema, prima del tragico incidente che ha cambiato la sua vita era proprietario di una sala cinematografica. E la settima arte emerge prepotentemente dalle tavole, a partire dalle tantissime citazioni presenti.
Da Viaggio nella Luna (la classica immagina del razzo che colpisce un occhio del satellite) a Donnie Darko (il coniglio); da Nosferatu (è sua l’immagine nell’Urlo di Munch in questo universo) a Il silenzio degli innocenti (l’interrogatorio con il killer)... passando dal capolavoro seriale come Breaking Bad, e tantissimi altri camei (a Tarantino, Carpenter, etc...)
Che la serie voglia rendere omaggio ai film lo si capisce anche dalla frase conclusiva, dove, al posto del classico continua…, troviamo la fine del primo tempo!
Ottimi i disegni di Michele Rubini, di alto gradimento anche l’utilizzo delle sfumature di rosso che mettono meglio in risalto i dettagli.
Il numero d’esordio, infine, è stato presentato a Lucca Comics & Games 2015 con la variant cover realizzata da Giuseppe Camuncoli.

Morgan Lost n. 1, ottobre 2015. Disegno di De Tommaso
 

Morgan Lost 1 
L’UOMO DELL’ULTIMA NOTTE
Ottobre 2015
Pagg. 96, Euro 3,50
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Michele Rubini
Lettering: Riccardo Riboldi
Colori: Arancia Studio
Copertina: Fabrizio De Tommaso
Variant Cover (Lucca 2015): Giuseppe Camuncoli

Luca Gnuva

N.B. Trovate i link alle altre recensioni bonelliane sul Giorno del Giudizio!

P.S. Questo è il 700° post di Dime Web! 

domenica 22 novembre 2015

THE DARK SIDE OF TEX! "M", VII PARTE: "MEFISTO" (5a)

di Massimo Capalbo 

Ci eravamo lasciati poco prima del Ferragosto 2015 con il nostro The Dark Side of Tex... Massimo Capalbo ha, nel frattempo, continuato a lavorare agli altri due nostri dizionari bonelliani - l'Atlante di Mister No e Zagor Monsters - lanciando contemporaneamente la rubrica umoristica Il titolo venuto dall'impossibile. Iniziata nel maggio 2015, arriva adesso la quinta parte della voce (corrispondente alla settima parte della lettera "M"), seguito della lunga trattazione del fondamentale personaggio di Mefisto, che più di ogni altro ha inciso sul versante "horror" delle avventure di Aquila della Notte. Come al solito: le illustrazioni di corredo sono tatte tutte selezionate dallo stesso Max, salvo le prime tre, scelte in Rete dalla redazione (per le quali vi invitiamo a segnalarci eventuali errori). Buona lettura e tanti brividi! (s.c. & f.m.)

Disegno di Marcello, dal Tex Willer Forum


LEGENDA
  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSONTIGER JACKKIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex). 
  • Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUANSVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
  • Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICEEL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo. 
Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268).

L'evocativo disegno di Francesco Conte. Dal Tex Willer Forum

Nota sui collegamenti ipertestuali

The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione. I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché! Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse. Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento. Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!


Edzione francese di Tex (1999)



M7
MEFISTO (parte V)

 
MEFISTO (parte V)

A distanza di vent’anni dalla pubblicazione di Tex contro Yama (1982), esce in edicola Mefisto! (C. Nizzi [sog.&scen.] – C. Villa [dis.], nn. 501-504), probabilmente la storia texiana più attesa di sempre. Essa vede non solo il ritorno – in carne e ossa – del negromante, ma anche quello della sorella Lily, la quale, dopo aver trascorso alcuni anni in prigione, ha sposato il facoltoso conte Boris Leonov (conosciuto a New Orleans) e si è trasferita con lui a Parigi. All’inizio dell’avventura, Lily e suo marito si recano nella villa del principe Bolkonsky per partecipare a una seduta spiritica presieduta da un potente medium indù chiamato Narbas. Poiché da trent’anni non ha più notizie di suo fratello e quindi non sa se egli sia vivo o morto, Lily chiede al medium di evocare lo spirito di Mefisto.

Tex n. 501, luglio 2002. Disegno di Villa

Evocato da Narbas, Mefisto spiega alla sorella Lily la sua poco invidiabile condizione - TEX 501, p. 20

L'inquietante sogno premonitore di Nuvola Rossa - TEX 501, p. 43
 
Dopo un primo tentativo infruttuoso, Narbas riesce a far materializzare nella sua sfera magica l’inquietante volto del negromante, il quale rivela alla sorella che il suo corpo è morto, ma il suo spirito è tenuto in vita dall’odio inestinguibile verso un comune nemico: TEX WILLER. E’ lui – dice Mefisto a Lily - che tiene accesa la fiamma del mio spirito. E’ l’odio per lui che impedisce al mio spirito di oltrepassare i cancelli dei sette inferni e di sprofondare nel regno delle ombre perenni. All’improvviso, il contatto s’interrompe: la corrente d’odio proveniente dallo spirito di Mefisto è così forte, infatti, da svuotare le energie di Narbas, facendogli perdere i sensi. Soccorso dai suoi assistenti, Narbas rinviene e dice a Lily e al marito Boris di voler riprendere appena possibile il contatto con il negromante. Sono gli spiriti irriducibili come il suo – spiega ai due il mago indù - quelli che, trovandosi ancora al di qua delle Sette Porte Nere, possono presentare le maggiori probabilità di essere riportati alla vita… Il richiamo in vita di uno spirito trapassato è il grande sogno di ogni medium, capite? E io voglio tentare la grande prova, che per me sarebbe la prima del genere. Una settimana dopo, Narbas dà appuntamento alla coppia in una casa di un quartiere malfamato di Parigi. Qui il medium evoca nuovamente lo spirito di Mefisto, che compare all’interno di un grande specchio nero. Ti rivolgo una sola domanda, Steve… vorresti ritornare alla vita?, chiede Lily a suo fratello.

Nel tempio sotterraneo, lo spirito di Mefisto ingaggia una lotta con quello di Narbas - TEX 501, p. 112

Tex n. 502, agosto 2002. Disegno di Villa


Oh sì, lo vorrei con tutte le mie forze! - risponde costui – Lo vorrei per potermi vendicare dell'uomo che è stato il genio malefico della mia esistenza… …dell'uomo che mi ha sempre fatto mordere l'amaro frutto della sconfitta! Solo per poter soddisfare la mia implacabile sete di vendetta vorrei con tutte le mie forze tornare nel mondo dei viventi!. Desiderosa anch'essa di vendicarsi di TEX, Lily dice a Mefisto che Narbas è in grado, forse, di riportarlo in vita. A questo punto, il medium interviene, precisando che il difficile esperimento è possibile a una sola condizione: la presenza dei resti umani del negromante. Mefisto spiega quindi a Lily dove si trovano le sue spoglie e le fornisce il nome dell'unica persona in grado di guidarli sul luogo: la mambo LOA. La coppia non perde tempo e, il giorno dopo, parte per la Florida assieme a Narbas e ai suoi assistenti. Giunti a Tampa, Lily e Boris contattano LOA, la quale accompagna loro e i tre indù nei sotterranei del castello di BARON SAMEDI. Il corpo del negromante, ridotto ormai a uno scheletro, viene trovato nella grotta che fungeva da tempio. E' proprio qui che, tre giorni dopo, ha inizio il rito di Narbas, il quale evoca lo spirito di Mefisto, che compare nel grande specchio magico. Ti ringrazio per l'aiuto che mi stai offrendo, maestro Narbas, anche se questo ti costa un grande sforzo!, dice il negromante al medium, che comincia, poco dopo, ad avvertire dei forti dolori alla testa. Le sofferenze di Narbas si fanno sempre più acute, ma Mefisto lo incita a resistere ed a continuare il rito. Non resisto più! Devo interrompere il contatto o questi dolori mi uccideranno!, urla il medium.

Ritornato in vita, il negromante riabbraccia Lily - TEX 502, p. 11

Nei sotterranei del Belle France, Mefisto si traveste da dottor Parker - TEX 502, p. 31

Uno degli spettacolari prodigi compiuti da Mefisto - TEX 502, p. 43


Troppo tardi, Narbas! – esclama MefistoOrmai il mio spirito ha catturato il tuo e lo tiene prigioniero! […] Ormai sono in vista del passaggio tra il mio mondo e il tuo… e non intendo rinunciare! Si è scatenato uno scontro tra i nostri spiriti, Narbas, e sarà il mio a trionfare!. A questo punto, accade qualcosa di straordinario: i resti mortali di Mefisto vengono risucchiati dallo specchio e il suo spirito s'impadronisce del corpo di Narbas, che acquista la fisionomia del negromante. Lo spirito del povero medium, invece, finisce nei regni oscuri al posto di Mefisto, e appare infatti nel grande specchio. Mi hai tradito, dannato Mefisto! Ho rischiato la vita per te, e questo è il tuo ringraziamento!, dice Narbas al mago, che risponde: Non fare la vittima, razza di impiastro! A te del sottoscritto non importava nulla, inseguivi la tua ambizione! Hai voluto sfidare le forze degli oscuri regni della notte e ti è andata male… beh, mi dispiace, ma tanto peggio per te!. Narbas, allora, minaccia il negromante: Ti maledico, Mefisto! Il mio spirito ti perseguiterà fino alla fine dei tempi!. Per tutta risposta, Mefisto dà un calcio alla specchio, che cade a terra frantumandosi. E con questo, tanti saluti al grande mago! Ah! Ah! Ah!, esclama Mefisto, che poi, ricorrendo ai suoi poteri, costringe alla fuga gli assistenti di Narbas, i quali volevano vendicare il loro maestro. Riabbracciata sua sorella e fatta conoscenza con il conte Leonov, il redivivo Mefisto racconta loro delle numerose sconfitte che lui e suo figlio YAMA hanno subito per mano di TEX.

I giganteschi mostri evocati dal negromante terrorizzano gli uomini della diligenza - TEX 502, p. 45

Mostrandogli un grosso ratto, Mefisto rivela a Carson quale orribile morte intende riservare a lui e agli altri pards- TEX 502, p. 93

Mefisto rivede, dopo tanti anni, il suo odiato nemico e si sente mancare - TEX 502, p. 105


Il negromante (che ha sostituito gli abiti di Narbas con una tunica confezionatagli da LOA e identica a quella indossata un tempo) è convinto che i quattro pards lo credano morto, ma si sbaglia: infatti, già un mese prima dell'arrivo di Lily e Boris in Florida, lo stregone Navajo NUVOLA ROSSA ha presagito - in seguito a un inquietante sogno, confermato poi da un rito magico - il suo ritorno, e ha subito avvisato TEX e gli altri pards. Sebbene il ranger abbia accolto con scetticismo il suo avvertimento, NUVOLA ROSSA ha consigliato ai Nostri di recuperare i bracciali magici che egli stesso aveva dato loro in occasione del secondo scontro con YAMA.
Trascorse alcune settimane dal giorno della sua incredibile resurrezione, Mefisto comincia a preparare la vendetta tanto agognata, stabilendosi in Arizona, a Phoenix, con Lily e Boris, il quale apre nella città un lussuoso saloon, La Belle France. I sotterranei del locale diventano il nuovo covo del mago, che, com'era sua abitudine, assume una seconda identità: quella del barbuto e occhialuto dottor Parker. Servendosi invece delle sue notevoli doti medianiche, Mefisto inizia ad assaltare le diligenze dirette a Phoenix, allo scopo di attirare l'attenzione dei pards. Infatti, dopo l'assalto alla terza diligenza, TEX e CARSON ricevono l'incarico di indagare al riguardo. I due giungono a Phoenix proprio quando Mefisto ha da poco attaccato una quarta diligenza, terrorizzando il postiglione e l'uomo di scorta con spaventose visioni. Nel tentativo di sfuggire ai mostri che Mefisto ha proiettato nella loro mente, i malcapitati finiscono per precipitare da un baratro, morendo sul colpo.


Tex n. 503, settembre 2002. Disegno di Villa

Mefisto fa impazzire il cowboy Randy con una terrificante visione - TEX 503, p. 10


Insospettiti dal mancato arrivo della diligenza, TEX e CARSON si recano sul posto e rimangono colpiti dalle espressioni di orrore stampate sui volti delle due vittime. Mefisto, che in quel momento li sta spiando a distanza attraverso uno specchio, scopre così che NUVOLA ROSSA ha sentito la sua presenza, ma questo non lo preoccupa più di tanto. Con l'aiuto della sorella e del cognato (i quali si sono alleati con il losco Walcott, proprietario del ranch Red Circle), il negromante mette in atto la seconda parte del suo diabolico piano, che prevede la cattura dei pards; a partire, ovviamente, da TEX e CARSON. Quest'ultimo, attirato in trappola da un’avvenente ballerina del Belle France, viene tramortito da uno scagnozzo dei coniugi Leonov e imprigionato in una cella nei sotterranei del saloon. Qui, un ghignante Mefisto, rivela a CARSON che intende farlo divorare vivo, assieme agli altri pards, da una torma di grossi TOPI: Questa è la morte che ho avuto per mano vostra, e questa stessa morte avrete per mano mia!. Il giorno dopo, come previsto dall'astuta Lily, TEX si reca al Belle France per scoprire che fine ha fatto l'amico. I complici del mago hanno già organizzato un piano per catturare il ranger, che però si dimostra un osso ben più duro di CARSON: infatti, oltre a sfuggire all'agguato che il sopracitato Walcott e i suoi cowboy gli tendono al Red Circle, il Nostro scopre - sentendo pronunciare il nome Boris da uno degli assalitori, Randy - che il loro mandante è appunto il conte Leonov.

Dopo averla osservata a lungo, Tex riconosce finalmente Lily - TEX 503, p. 37

Carson, Tiger e Kit alla mercé di Mefisto - TEX 503, p. 85

Mefisto uccide a distanza il cognato Boris Leonov - TEX 503, p. 94


A nulla serve l'intervento magico di Mefisto, il quale - per tappare la bocca a Randy, che stava per essere interrogato da TEX (Walcott, invece, è riuscito a fuggire) – fa letteralmente impazzire il cowboy attraverso una spaventosa visione. Rientrato in città, TEX porta prima il povero Randy all'ufficio dello sceriffo Brannon (che gli parla di Lily e Boris, e anche del dottor Parker), poi manda a chiamare KIT e TIGER tramite un telegramma (di cui i suoi avversari, però, vengono presto a conoscenza), dicendo loro di portare i bracciali magici di NUVOLA ROSSA. Torna quindi al Belle France per incontrare nuovamente il conte Leonov e sua moglie, i quali, all'oscuro di quanto da lui scoperto, si fingono dispiaciuti per la sparizione di CARSON. Tra Boris e Lily, è soprattutto quest'ultima a catturare l'attenzione del ranger, il quale, come era successo durante il precedente incontro, ha la sensazione di averla già conosciuta in passato. Più la guardo e più mi convinco che la faccia di questa donna non mi è nuova… - pensa TEX, osservando il volto di Lily - Ma dove posso averla conosciuta? A volte mi sembra di avere la risposta sulla lingua, poi all'ultimo momento mi sfugge… . Il Nostro continua a osservare attentamente Lily, finché, di colpo, la suddetta risposta arriva: Peste e corna! Lily Dickart, la sorella di Mefisto!. Con una scusa, TEX si congeda dai due e si dirige immediatamente verso l'ufficio dello sceriffo. La presenza di Lily a Phoenix spazza via ogni residuo dubbio del ranger sull'effettivo ritorno del suo acerrimo nemico. TEX ha ormai capito che il dottor Parker è in realtà Mefisto, e che questi si nasconde nei sotterranei del Belle France, dove CARSON viene tenuto prigioniero.

Il negromante appare a un Tex per nulla sorpreso - TEX 503, p. 97

Mefisto mostra all'incredulo Tex che anche Tiger è caduto nelle sue mani - TEX 503, p. 98


La contromossa dei suoi nemici non si fa attendere: avvisati da Boris, Walcott e i suoi uomini, tendono un agguato a KIT e TIGER: il primo viene catturato, mentre il secondo riesce a scappare e, travestitosi da pastore, giunge a Phoenix, dove prende contatto con TEX. Le mosse dei due, però, vengono spiate – sempre attraverso lo specchio magico – da Mefisto, il quale scopre subito il nascondiglio di TIGER. Pertanto, quella sera stessa, il Navajo viene catturato dagli scagnozzi di Boris e portato nella cella sotterranea del Belle France. Poco dopo, il conte riceve un messaggio dello sceriffo, il quale sostiene di aver risolto il mistero della scomparsa di CARSON e lo invita a recarsi nel suo ufficio. Si tratta, in realtà, di un'astuta trappola ideata da TEX: il Nostro, infatti, ha raccontato a Brannon e al suo vice Moran tutta la verità sul conto del dottor Parker e dei coniugi Leonov, ma dato che i due sono rimasti scettici, ha proposto loro di convocare con una scusa Boris, in modo che egli possa strappargli una confessione. TEX, inoltre, ha detto a Brannon e Moran di nascondersi dietro una porta e ascoltare da lì la conversazione. Ignaro di tutto ciò, Boris va dallo sceriffo, ma, entrato nell'ufficio, si sorprende nel trovare nessun altro all'infuori di TEX. Il ranger mette subito le carte in tavola e, puntandogli la pistola contro, dice al conte (che ha cercato invano di minacciarlo con il suo bastone animato): Vi do mezzo minuto di tempo per dare la stura alla vostra confessione… Voglio conoscere ogni dettaglio che mi permetta di liberare il mio ragazzo!. Il confronto tra i due è seguito, attraverso lo specchio magico, anche da Mefisto e Lily, la quale, quando si accorge che Boris sta per cedere, chiede al fratello di ucciderlo.

Evocati da Mefisto, i demoni della follia attaccano Tex - TEX 503, p. 105

 
Tex n. 504, ottobre 2002. Disegno di Villa

Mefisto cade nell'inganno di Tex, che finge di essere impazzito - TEX 504, p. 13


Mefisto l'accontenta, facendo apparire davanti al cognato due mostruosi serpenti che gli si avvolgono attorno al corpo fino a soffocarlo. Fiamme d'inferno! Questa è una diavoleria di Mefisto!, esclama TEX, esaminando il cadavere del conte Leonov. Hai indovinato, maledetto cane rognoso!, risponde Mefisto, dopo aver emesso una diabolica risata. Ma guarda chi c'è… il vecchio pazzoide!, dice TEX al negromante, la cui immagine si materializza di fronte ai suoi occhi. Mefisto mostra all'incredulo ranger che anche TIGER è caduto nelle sue mani e, dopo avergli spiegato come ha fatto a tornare dalla morte, fa apparire delle spaventose creature – i demoni della follia - che si lanciano contro il Nostro. Lo scopo di Mefisto è far impazzire TEX dal terrore, ma il ranger, grazie al bracciale di NUVOLA ROSSA, riesce a respingere le mostruose entità. A questo punto, Mefisto tenta di sconvolgere la mente del Nostro, fissandolo negli occhi: Capisci che adesso devi obbedire…vero, Tex?! Ora tu hai imparato chi è il padrone e chi il servo, fra noi due!. Non potendo contrastare il satanico sguardo di Mefisto, TEX decide di giocare d'astuzia e comincia a ridere come un folle. Finalmente! I suoi nervi sono crollati… - pensa il negromante, per poi dire al ranger: Rimani dove sei, capito? Tra poco verrò a prenderti e ti condurrò dai tuoi tre pards!. Scomparsa l'immagine di Mefisto, l'efficace commedia di TEX ha termine e il Nostro decide di passare al contrattacco, irrompendo, con Brannon e Moran, nel Belle France. Malgrado la sorpresa, Lily fa in tempo a scappare nei sotterranei e ad avvisare Mefisto, che, travestito da dottor Parker, fugge via a cavallo, non prima però di aver liberato i TOPI.

Tex e lo sceriffo di Phoenix fanno irruzione nel Belle France - TEX 504, p. 17

Avvisato da Lily, Mefisto fugge… - TEX 504, p. 34


Mentre TEX, fatta irruzione nei sotterranei e consegnata Lily allo sceriffo, si mette a cercare, assieme a Moran, la prigione dove sono rinchiusi i pards; i voraci roditori salgono sui corpi immobilizzati di questi ultimi, i quali – avendo capito che il ranger è nei paraggi - si mettono a gridare tutti insieme per farsi sentire. Udite le loro grida, TEX trova finalmente la cella e, allontanati i ratti con una torcia, libera i compagni. Il ranger – che ha detto a Brannon di stampare degli avvisi di taglia su Mefisto/Parker - racconta quindi ai pards del suo scontro con il negromante. Alcuni giorni dopo, non essendoci novità sulle ricerche di Mefisto, i Nostri riprendono la strada per la riserva Navajo. Lungo il percorso, attirati da uno scampanellio, TEX e compagni si fermano per aiutare un vecchio frate lebbroso, il cui carro ha una ruota fuori uso. Il frate è in realtà Mefisto, ma, sotto il pesante trucco, il suo volto risulta del tutto irriconoscibile. Andate pure, cani rognosi! Ci rivedremo presto!, pensa il negromante quando gli ignari pards, riparato il carro, si rimettono in viaggio. Infatti, tre giorni dopo, nei pressi della riserva, TEX e compagni vedono nuovamente, a poca distanza da loro, il frate lebbroso con il suo carro. Incuriositi, i quattro vanno subito a controllare se si tratta dello stesso frate di prima; giunti sul posto, però, lo strano personaggio scompare e dal suolo si solleva un vortice di sabbia, accompagnato da un suono di campanelli. Nel vortice si materializza la figura del frate, che si trasforma ben presto in quella del negromante. Dannazione… Mefisto! Il vecchio frate era Mefisto e noi lo abbiamo anche aiutato ad aggiustare il carro!, esclama TEX.


ma prima di lasciare il suo covo, libera i topi. L'intervento di Tex, però, impedirà a questi ultimi di divorare vivi i suoi pards - TEX 504, p. 37

Tex consegna la diabolica Lily allo sceriffo - TEX 504, p. 38

I quattro pards non riconoscono Mefisto, travestitosi da frate lebbroso – TEX 504, p. 34

Non potete combattere contro di me, miserabili cani rognosi! – dice loro Mefisto - Questa volta avete riportato un'effimera vittoria, ma nella battaglia finale sarò io a trionfare! Un giorno tornerò, cani maledetti! E quel giorno sarà la vostra fine! Tornerò… tornerò… tornerò… . Pronunciate queste minacciose parole, il negromante scompare, il carro pure e la tempesta di sabbia cessa di colpo. Un altro scherzo di quel dannatissimo stregone! Speravo che ci concedesse un periodo di tregua e invece ha già ricominciato a tormentarci., commenta CARSON. Non esagerare, vecchio gufo! Si è solo esibito in un paio dei suoi trucchetti. Su, rimettiamoci in cammino e stiamo allegri!, gli risponde TEX, che infine aggiunge: Ricordatevi sempre che Mefisto non può colpirci a distanza e, se dovesse commettere l'errore di capitare a tiro delle nostre colt, nessuna magia al mondo potrebbe impedirgli di trasformarsi in cibo per vermi!.
Malgrado presenti non pochi difetti (per esempio: il finale affrettato; la comicità involontaria della scena del finto impazzimento di TEX; l'incongruenza dei bracciali magici, che in realtà erano stati distrutti dal figlio di Mefisto ne Il ritorno di Yama) e sia inferiore alle precedenti avventure mefistiane, quella di Nizzi e Villa resta comunque una buona storia. I suoi principali punti di forza sono senza dubbio gli strepitosi disegni e la presenza dell'indimenticata Lily Dickart. Riguardo ai primi, diciamo subito che il Mefisto di Villa non ha nulla da invidiare a quello del miglior Galep; anzi: secondo noi, è ancora più inquietante. Colpiscono, in modo particolare, gli occhi del mago: due globi luciferini da cui traspare tutta la malvagità del personaggio e tutto l'odio che nutre per TEX.

Tex e compagni scoprono lo scherzetto che il negromante ha giocato loro - TEX 504, p. 37

Prima di scomparire, Mefisto minaccia vendetta - TEX 504, p. 38

La bravura del disegnatore comasco è evidente anche nelle sequenze in cui Mefisto fa ricorso ai suoi poteri medianici: basti solo pensare alla scena dell'assalto alla diligenza, dove spiccano la vignetta in cui il negromante quadruplica la sua immagine e la successiva apparizione dei mostri, bestie colossali il cui aspetto è visibilmente ispirato a quello dei tirannosauri. Davvero impeccabile, poi, la caratterizzazione dei pards e degli alleati di Mefisto, Lily in primis. Sebbene non sia più la biondona sexy L'eroe del Messico, Lily rimane una donna molto affascinante: Sei ancora così giovane e bella! – le dice infatti Mefisto nella scena della seduta spiritica – Hai forse stretto un patto con il demonio per ottenere il segreto della perenne gioventù?. Significativa, in questo senso, la vignetta del n. 501 (precisamente, la terza di p. 75), che la ritrae mentre - in una camera dell'Hotel Florida di Tampa – si accinge a togliersi il corsetto davanti al marito Boris. Va detto, inoltre, che la Lily di quest'avventura non è certo meno diabolica e cinica di quella della summenzionata storia. Lo testimonia, tra le altre cose, la scena in cui chiede a Mefisto di uccidere Boris, che TEX ha ormai messo alle strette. Ma… è tuo marito!, risponde il negromante, sorpreso da questa richiesta. E che importa? – risponde Lily - L’ho sposato per i soldi e quelli saranno miei ugualmente!. Un comportamento, il suo, da autentica vedova nera, soprattutto se si pensa che lo sventurato conte Leonov era sinceramente innamorato di lei, come dimostrano, ad esempio, le parole pronunciate da costui a p. 62 del primo albo: Non c'è niente che non farei pur di vedere felice mia moglie… .

Il Cobra, acerrimo nemico di Mandrake

Copertina di un albo di Ipnos

TEX, al contrario, sa benissimo quanto Lily sia malvagia e infida: Non siete cambiata dai tempi del Messico. Vipera eravate e vipera siete rimasta., le dice il ranger alla fine della storia, prima di consegnarla allo sceriffo Brannon. L'unica persona cui Lily vuole veramente bene è il fratello Mefisto, che ricambia il sentimento e forma con lei una coppia di villains azzeccata come poche. Speriamo, pertanto, di ritrovare anche miss Dickart nella storia, attualmente in lavorazione, che vedrà TEX affrontare ancora una volta il suo grande nemico.
Curiosità: Come abbiamo visto in questa lunghissima voce, esistono due Mefisto: quello de L’eroe del Messico, privo di reali poteri soprannaturali; e quello de Il Figlio del Fuoco e delle altre storie della saga mefistiana, che invece conosce a fondo i più reconditi segreti della magia. E’ interessante rilevare, a tale proposito, come GL abbia fatto compiere a Steve Dickart il processo inverso rispetto a quello subito da un personaggio a lui molto caro, Mandrake. Questi – scrive Graziano Frediani p. 63 del libro G. L. Bonelli – Sotto il segno dell'Avventura (Sergio Bonelli Editore, 2002) - cominciò la sua carriera con veri poteri magici e soprannaturali, ma Falk glieli tolse quasi subito, per dargli in cambio più "realistici" poteri d'illusionismo e ipnotismo (in cui era tanto bravo che la differenza non si notava…), oltre che per renderlo – e forse era questo il vero problema – meno cupo e inquietante. Trasformando invece Mefisto, da semplice prestigiatore qual era, in un temibile negromante, GL ha reso il suddetto villain assai simile all’acerrimo avversario di Mandrake: il mago chiamato Cobra, anche lui dotato di un pizzetto luciferino.


Il sacerdote egizio Anubi osserva su uno specchio magico lo svolgersi di una battaglia - Tex Nuova Ristampa 78, p. 4

 
Per conferire un'efficace espressione a Mefisto, Galep si guardava allo specchio - La storia di Tex (Domenico Denaro, Collana I classici del fumetto, 1986, p. 67)

Lo sceneggiatore milanese ha fatto inoltre confluire in Mefisto alcuni personaggi creati da egli stesso prima di TEX: l'illusionista Ipnos (1946), il tarzanide Yorga (1945) e il sacerdote egizio Anubi, affrontato dal legionario romano Andus (1938) in una storia – Anubi, il Signore delle Tenebre – disegnata da Franco Chiletto e pubblicata nel 1941 sul settimanale Il Vittorioso. Anubi, scriveva Sergio Bonelli nella posta di Tex Nuova Ristampa n. 78, ha davvero molte parentele con quel Mefisto destinato a presentarsi ben otto anni più tardi. Questo malvagio negromante […], oltre a mostrare una notevole somiglianza fisica con il succitato Mefisto, condivide con quest'ultimo gli stessi poteri, che gli permettono, fra l'altro, di vedere quanto accade a chilometri di distanza. Riguardo ai poteri magici di Mefisto, è noto che GL, al fine di caratterizzare efficacemente l'arcinemico di TEX, dovette farsi un'autentica cultura esoterica, come lui stesso raccontò nella lunga intervista pubblicata nel libro di Mauro Paganelli Gianluigi Bonelli/Aurelio Galleppini (collana L’autore e il fumetto n. 6, Editori del Grifo, Perugia 1982): Quando ho scritto “Mefisto” mi sono letto tutti i libri di magia per capire quali irrealtà ci offre questo mondo di pazzi!. Dietro i riti, le evocazioni e le formule magiche del negromante c'è quindi un ammirevole, e probabilmente faticoso, lavoro di ricerca: ecco spiegato il loro fascino e la loro forza suggestiva.
 
Il Mefisto negromante di Dante Spada - Storie da Altrove 2, p. 36

Il Mefisto vecchia maniera di Giuseppe Palumbo - Storie da Altrove 3, p. 120


Prima di concludere il discorso su Mefisto, vogliamo segnalare le interessanti citazioni contenute in due albi della serie bonelliana Storie da Altrove, spin-off di Martin Mystère. A p. 36 del secondo numero, La cosa che attende nella nebbia (C. Recagno [sog.&scen.] – Colombi e D. Spada [dis.]), gli autori omaggiano – precisamente nella seconda vignetta - il Mefisto di Tex contro Yama, assiso su un trono nel regno abissale dove il suo spirito è stato esiliato. A p. 120 del numero seguente, L’ombra che sfidò Sherlock Holmes (C. Recagno [sog.&scen.] – G. Palumbo [dis.]), viene invece omaggiato il Mefisto delle origini: nella terza vignetta, infatti, compare una locandina raffigurante il mago nel suo rosso costume di scena, accompagnato dalle parole Mephisto Master Magician.


Massimo Capalbo


N.B. Trovate i link alle altre puntate di The Dark Side of Tex sul Navigatore