mercoledì 29 aprile 2015

DIME WEB INTERVISTA STEFANO ANDREUCCI! (LE INTERVISTE XIV)

a cura di Franco Lana

Dopo una pausa di qualche mese (la precedente di questa serie era un dialogo con Giuseppe Lippi) ripartono su Dime Web le interviste, e ritorna in grande spolvero il nostro inviato speciale - Franco "Frank Wool" Lana - che per ultimo aveva incontrato Andrea Pasini! Oggi tocca a Stefano Andreucci, un "veterano" del comic italico, classe 1962, che si forma alla scuola delle testate di Coniglio per poi approdare alla Bonelli, con gli straordinari successi di Zagor, Dampyr e Tex! (s.c. & f.m.)

 
Stefano Andreucci, colto da Moreno Burattini



DIME WEB - Ci racconti qualcosa dei tuoi primi passi nel mondo dei Comics?
STEFANO ANDREUCCI - Ho cominciato a disegnare professionalmente nel 1986, grazie alla bontà del caro Dino Leonetti, il quale non si poteva definire un vero e proprio coach, ma la sua approvazione ti mandava sul ring. Un caro amico che se ne è andato, ma che ricordo sempre con affetto. 



...e nella versione "classica"!


DW - Zagor, Tex, Dampyr! Hai lavorato per questi tre importanti personaggi della Casa Editrice milanese. Ci narri qualcosa a riguardo?
SA - Sia che viaggi a cavallo, sia che ti sposti con le liane o che attraversi con gli occhi della mente la finzione esteriore dei maestri della notte, l’avventura è la condizione irrinunciabile. Per fortuna. Mia. Sì, perché illustrare le loro avventure è stato proprio bello. E continua a esserlo. Zagor è magnifico! Nel suo sguardo trasparente, nel suo modo sincero di affrontare le difficoltà, nella sua fisicità naturale. Tex è un blocco incorruttibile e la sua presenza è rassicurante per chiunque voglia vederci chiaro. È il western di una volta, dove i ruoli erano ben definiti e i cattivi avevi voglia di vederli sconfitti. Dampyr è il disegno indefinito, l’ombra che confonde il mezzo tono. La luce che spazza tutto e poi ritorna nell’ombra. Insomma, tutte le sfumature indicibili dell’avventura dell’orrore. Per me la possibilità di sperimentare.


DW - Attualmente a cosa stai lavorando?
SA - Sto finendo di disegnare il Texone. Il magnifico fuorilegge, scritto da Boselli.


DW - Zagor esordisce, se non erriamo, negli Stati Uniti, con una tua storia (su testi di Mauro Boselli), e cioè Il terrore dal mare. Sei particolarmente soddisfatto?
SA - Il terrore dal mare è un gran bel romanzo. Boselli ha scritto un racconto all’altezza del miglior Nolitta. E io ci ho messo il cuore. Non potrei essere più contento di così per la scelta americana.

Un Superzagor di Andreucci
DW - Nel film Noi, Zagor appari solo per pochi istanti, ma dici una cosa che colpisce. E cioè che Zagor è il personaggio migliore della Bonelli! La pensi proprio così? Cosa ti piace di più del personaggio?
SA - La penso così. Quando per me la lettura era solo evasione e magia, passavo il tempo a leggere romanzi d’avventura. Verne, Stevenson, Twain, London, Kipling, Salgari, per citare i più popolari. Ma anche Howard (Conan e Solomon Kane), Hoffmann, Lovecraft. E in Zagor ho sempre ritrovato tutto questo. In ordine di citazione, da Nolitta a Burattini. E a Boselli! Zagor è un po’ anche mio. Dampyr pure; Tex… non ancora, ma vorrei che lo diventasse.

Andreucci a disposizione dei fan


Il Tex di Andreucci


A cura di Franco Lana


N.B. trovate i link alle altre interviste di Dime Web su Interviste & News!

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