giovedì 2 ottobre 2014

THE DARK SIDE OF TEX! "F": DA "FIGLI DELLA NOTTE" A "FIORI ROSSI DELLA MORTE"!

di Massimo Capalbo 

Siamo arrivati al sesto appuntamento con l'enciclopedia del brivido dedicata ai "mostri texiani", la nostra ormai celeberrima The Dark Side of Tex! La volta precedente avevamo una sola voce: oggi quadrupliplichiamo, presentandovi una delle lettere più ricche di questa "raccapricciante treccani"! Ricordiamo che questo è il terzo dizionario bonelliano ideato dal vulcanico Massimo "Max" Capalbo per Dime Web - vocabolario che viene pubblicato in contemporanea all'Atlante di Mister No e agli Zagor Monsters. Anche se i tre lavori sono partiti in momenti diversi, con la calibrazione delle uscite si stanno avvicinando.
Rammentiamo che - tra gli altri luoghi elettronici - parla in Rete del nostro lavoro, definendolo "fantastico ed erculeo", anche il prestigioso sito portoghese di esperti bonelliani Tex Willer Blog: l'articolo dedicato a Dime Web si intitola Il lato oscuro di Tex. Ringraziamo di nuovo per l'attenzione l'animatore del sito Zeca (e tutta la sua gang di appassionati lusitani), blog che ospita in traduzione anche i nostri articoli annuali di Diamo i numeri!
Ribadiamo infine che le illustrazioni che precedono le voci sono sempre inserite autonomamente dalla "redazione" (ovvero Saverio & Francesco). Le altre immagini sono invece state scelte dallo stesso Max! (s.c & f.m.)


Immagine di Ticci, dal volume Tex: l'avventura e i ricordi (Little Nemo)

 
LEGENDA 
  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSONTIGER JACKKIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex). 
  • Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUANSVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
  • Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICEEL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo. 
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268)


Un'altra immagine di Ticci, sempre dal volume Tex: l'avventura e i ricordi (Little Nemo)


Nota sui collegamenti ipertestuali

The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione.
I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché!
Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse.
Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento.
Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!


Il Tex di Bruno Sathler - da Deviantart





F
FIGLI DELLA NOTTE
FIGLI DI SATANA
FIGLIO DEL GRANDE SPIRITO
FIORI ROSSI DELLA MORTE


FIGLI DELLA NOTTE

Compaiono nella storia omonima (G. L. Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini e V. Muzzi [dis.], nn. 49-51) e sono tredici mummie azteche che riprendono vita dopo che il professor Nizon, un archeologo americano che ha scoperto nel deserto del Messico un antico tempio sotterraneo (il Tempio della Tigre), legge ad alta voce, nel suddetto luogo, un’antica profezia scritta su una pergamena.

Tex n. 50, dicembre 1964. Disegno di Galep

Il professor Nizon legge la pergamena e, senza volerlo, riporta in vita Amaxos – TEX 49, p. 126


Comandati dal sommo sacerdote Amaxos, i Figli della Notte schiavizzano Nizon e i membri della sua spedizione - la figlia Gloria, Jim Prescott e Matson -, facendogli perdere la memoria e ipnotizzandoli. Amaxos intende fondare l’Impero del Grande Serpente, perciò incarica Nizon e Matson (da lui ribattezzati Nixo e Maxo) di dirigere gli scavi intorno al tempio. Grazie al lavoro di messicani e pellerossa (anch’essi sottomessi alle mummie viventi), i due americani portano alla luce quattro enormi piramidi a gradoni. A Prescott (alias Prexco) viene invece affidato il compito di addestrare i guerrieri che dovranno difendere il nuovo impero azteco. Sempre a questo scopo, i Figli della Notte si assicurano la fedeltà dei vari clan Yaqui, che, unendosi tra loro, formano una sorta di esercito: i Guardiani del Serpente. Per impartire ordini agli Yaqui, le mummie viventi non hanno bisogno di spostarsi fisicamente, giacché sono in grado di smaterializzarsi per poi rimaterializzarsi a distanza. Ci riescono mediante uno speciale rito, che si svolge nella cripta del Tempio della Tigre, al cui centro vi è un foro contenente il Fuoco Sacro o Fiamma Eterna, una particolare radiazione che, attraverso un pozzo che si trova in superficie, proietta all’esterno un fascio di luce visibile da molto lontano. Durante il rito, i Figli della Notte siedono intorno al foro e quando Amaxos ordina a uno di essi di recarsi in un determinato luogo, costui getta nella Fiamma Eterna un grano nerastro e inizia a dissolversi per riapparire poi nel posto desiderato. Questo impressionante prodigio è possibile alle mummie viventi solo di notte, il che giustifica il loro curioso nome. 

Nizon, Matson e Prescott al cospetto di Amaxos – TEX 50, p. 64

Il rito magico che permette ai Figli della Notte di smaterializzarsi – TEX 50, p. 67

 
Tre mesi dopo i suddetti avvenimenti, il comando dei rangers incarica TEX e CARSON di indagare sulla sorte della spedizione di Nizon. I due si recano subito nel villaggio degli indiani Papago, il cui stregone, Tyamal, dice loro di aver scoperto, tramite un rito magico, che l’archeologo e i suoi compagni sono scomparsi in un deserto dove si trovano quattro colline (le piramidi, appunto) e in cui dimora uno spirito malvagio di grande potenza. Lasciato l’accampamento Papago, TEX e CARSON si dirigono a sud e raggiungono Huerta, un piccolo villaggio al confine tra Arizona e Messico. I pards si scontrano subito con la gente del posto, che agisce agli ordini dell’Uomo del Serpente, un indiano Yaqui di nome Gayuma, il quale, tramite i messicani, rifornisce di armi i Figli della Notte. Gayuma, che ha ucciso con le sue frecce i pochi americani che vivevano a Huerta, ordina agli uomini del villaggio di sbarazzarsi dei due rangers, ma questi ultimi, usando addirittura la dinamite, distruggono le loro case, costringendoli a lasciare il paese – ormai ridotto a un cumulo di macerie - con le loro famiglie. Rimasto solo, Gayuma tenta di uccidere TEX e CARSON, ma fallisce, e, nella fuga, viene colpito dalla trave di una casa in fiamme e muore poco dopo. Poiché i rifornimenti attesi non sono arrivati, Amaxos, scesa la notte, ordina a uno dei suoi di scoprire cosa è accaduto a Gayuma. Gettato il grano nerastro nella Fiamma Eterna, la mummia vivente si materializza accanto al cadavere del guardiano Yaqui. TEX e CARSON notano la strana presenza e, dopo aver controllato che non porta armi, fanno sedere l’inatteso visitatore – che si presenta come Rama, Figlio della Notte e sacerdote del Gran Serpente - accanto al fuoco.

I due pars parlano con Rama – TEX 50, p. 72

Tex colpisce una delle mummie viventi, facendola dissolvere – TEX 51, p. 53

TEX gli chiede da dove viene e chi è il Gran Serpente, ma Rama (che mostra un atteggiamento altezzoso verso i pards), invece di rispondere, gli rivolge a sua volta una domanda: Tu e il tuo amico state calpestando il sacro suolo dell’Impero del Gran Serpente. Perché?. TEX risponde: Mm…innanzitutto, che io sappia, questo è territorio messicano. In secondo luogo, io e il mio compagno stiamo cercando una piccola spedizione scientifica, persasi circa tre mesi or sono proprio da queste parti. …Perciò ecco spiegato il motivo della nostra presenza qui. Il ranger chiede quindi a Rama – il quale mostra di aver capito che TEX si riferisce a Nizon e agli altri - se sa dove sono i quattro bianchi, e la mummia vivente gli risponde: Lo saprai a suo tempo…se il Gran Serpente ti concederà di vivere!. Al diavolo! – esclama TEXSi può sapere chi è questo Gran Serpente. A questo punto, Rama alza le braccia al cielo: Egli è colui che ha avuto principio, ma che non avrà mai fine, la sua parola è legge, e la sua legge sarà presto scolpita su ogni pietra della Terra! Sia gloria ad Amaxos, risorto per virtù della grande profezia scritta con il sangue di un agnello sulla pelle del toro nero, sacrificato nella notte sacra. Benedetta sia la voce che ha dato vita alla grande profezia. Benedetta sia la mano che ha tolto la pelle del toro nero dal sacro scrigno d’oro. E sia gloria eterna al sacro fuoco sorgente dagli abissi. Terminata la sua lunga – e, per i pards, ancora incomprensibile - risposta, il Figlio della Notte si rannicchia e scompare, davanti agli occhi sbalorditi dei Nostri. Mentre questi, controllando le impronte lasciate dalla mummia, si accertano di non aver sognato, Rama, ritornato nella cripta del tempio, racconta ai suoi compagni ciò che TEX e CARSON hanno fatto a Huerta e propone loro di ridurli in schiavitù: Quei due bianchi sono grandi guerrieri… …e il nuovo impero ha bisogno di abili guerrieri.

Tex getta via il pendaglio di Amaxos, che finisce nella Fiamma Eterna – TEX 50, p. 65

La distruzione del pendaglio provoca quella, immediata, dei Figli della Notte – TEX 51, p. 66


La sua proposta viene accettata e le varie pattuglie Yaqui ricevono quindi l’ordine di catturare i due pards. Questi ultimi, però, respingono le prime due pattuglie e si dirigono di corsa a nord, verso i monti Mohawk. TEX, infatti, ha deciso di far intervenire i suoi guerrieri e vuole inviare ai Papago (del cui capo, Piccola Volpe, ha piena fiducia) dei segnali di fumo, che costoro dovranno poi trasmettere ai Navajo. Intanto, Amaxos viene a sapere che i suoi guardiani sono stati sconfitti dai due ranger; pertanto, ordina alle altre pattuglie di uccidere i cani bianchi. Dopo varie peripezie, TEX e il suo pard riescono a sfuggire agli Yaqui – che però feriscono CARSON - e inviano i sopracitati segnali di fumo, che, tramite i Papago e altre tribù, arrivano infine ai Navajo. Un centinaio di guerrieri, guidati da KIT WILLER e TIGER JACK, scendono sul sentiero di guerra, ma non sono i soli: all’appello di TEX, infatti, rispondono anche gli Hopi e gli Apache Chiricahua. In quello stesso momento, CARSON – che ha raggiunto con TEX il villaggio di Piccola Volpe - viene curato da Tyamal. Al crepuscolo, TEX convoca nel villaggio, oltre a Tyamal, gli stregoni Hopi e Apache, e spiega loro che i Figli della Notte – i quali, nel frattempo, hanno già saputo dagli Yaqui che un gran numero di guerrieri si prepara a invadere il loro impero - non sono in grado di uccidere direttamente, ma solo di spargere terrore con le loro apparizioni. Io non temo la magia, – dice TEX ai tre – e nemmeno voi, che siete maestri nelle segrete cose. Tuttavia dobbiamo preoccuparci dei guerrieri, Essi, vedendo quelle apparizioni, potrebbero restarne così scossi da rifiutare poi di proseguire verso il deserto, ed è perciò che vi do un saggio consiglio, dite a tutti i guerrieri che è necessario che essi, al calar del sole, si turino le orecchie e si bendino gli occhi. Dite loro di ritirarsi nelle loro tende, o di restare immobili presso i loro fuochi sino al sorgere dell’alba. Dite loro che essi non devono né vedere né sentire, a causa di una grande magia che voi farete nelle ore della notte per scacciare gli spiriti del male. […] In tal modo sarà reso vano il potere dei Figli della Notte. Tyamal e gli altri accettano il consiglio di TEX: pertanto, - il tentativo dei Figli della Notte di terrorizzare i loro nemici si risolve in un fallimento, fatta eccezione per la morte dello stregone Apache, il quale, spaventato dall’apparizione di una delle mummie, cade e sbatte la testa su una pietra.

Boris Karloff ne La mummia (Karl Freund, 1932)


Il giorno seguente, KIT e TIGER giungono al villaggio con i Navajo, e un’ora dopo, i quattro pards, alla testa di ben cinquecento guerrieri, invadono l’Impero del Grande Serpente, travolgendo sia le pattuglie Yaqui (unitesi per contrastare la loro avanzata) sia gli indiani rimasti, assieme ai messicani, a guardia delle piramidi e del Tempio della Tigre. Per propiziarsi lo spirito del Grande Serpente, affinché fermi gli invasori, i Figli della Notte decidono di sacrificare, nella cripta, Gloria Nizon (che in origine era destinata a diventare la sacra vergine del tempio), ma l’intervento dei pards glielo impedisce. TEX si avventa su Amaxos (che aveva già alzato il coltello del sacrificio sulla ragazza) e gli altri fanno lo stesso con le restanti mummie. A un certo punto, Amaxos riesce a liberarsi dalla stretta del ranger, cui però rimane in mano il pendaglio che il suo avversario portava al collo. TEX getta via il pendaglio, che finisce nel foro della cripta, dove si trova la Fiamma Eterna. L’oggetto prende subito fuoco, e, in quel preciso istante, Amaxos e gli altri Figli della Notte si riducono in polvere. Contemporaneamente, Gloria ritorna in sé, e lo stesso succede a suo padre: i due raccontano ai Nostri di non ricordare nulla di quanto accaduto dopo che le mummie avevano ripreso vita. I Figli della Notte si sono polverizzati quando io ho gettato in quel foro l’amuleto che uno di essi portava al collo, dice TEX all’archeologo. I Figli della Notte?... Perbacco! – esclama Nizon - Ora ricordo parte di ciò che stava scritto su quella vecchia pelle!... I Figli della Notte periranno solo allorché sarà distrutta la sacra pelle del toro nero.” Non capite?... Nell’amuleto che avete gettato in quel foro era racchiusa una vecchia pelle da me trovata nello scrigno: la pelle del toro nero! La pelle su cui era scritta la formula magica dei grandi sacerdoti aztechi! E la distruzione di quella sacra pelle ha causato la distruzione dei Figli della Notte!.

Il dio azteco Quetzalcoatl, il Gran Serpente adorato dai Figli della Notte


Usciti dal Tempio della Tigre, Nizon e sua figlia si riuniscono a Matson e Prescott, anch’essi ritornati in sé. A TEX – che ha ordinato a tutti di prepararsi per la partenza – CARSON domanda scherzosamente: E se il professore volesse restare per scoprire qualche altra diavoleria?. E il ranger risponde: Per Giove! Allora lo ipnotizzerei io con un colpo in testa!.
Curiosità: La scena dove Nizon riporta in vita, accidentalmente, Amaxos è ispirata a una sequenza analoga del film La Mummia (Karl Freund, 1932), in cui a risorgere – come abbiamo già scritto nella voce AKHRAN – è il sacerdote egizio Imhotep, interpretato da Boris Karloff. 
 


FIGLI DI SATANA

La setta che ne Il marchio di Satana (G. L. Bonelli [sog.&scen.] – F. Fusco [dis.], nn. 248-249) rapisce giovani squaw Zuni per sacrificarle - decapitandole con una spada - al Demonio. Essa è composta dai cittadini di Quemado, un piccolo paese del Nuovo Messico abitato solo da maschi adulti. Essendo gli Zuni amici dei Navajo, TEX e CARSON vanno alla ricerca delle ragazze scomparse, e, dopo aver scoperto - nei dintorni di Quemado - una casa solitaria con un sinistro altare (si tratta del piccolo tempio della setta, ma i due pards ancora lo ignorano), incontrano il cowboy Tom Grady, il quale è diretto, con i suoi compagni, proprio al suddetto paese: deve infatti portare una mandria al ricco allevatore Sam Prescott, autentico padrone di Quemado (dove peraltro non c’è alcun sceriffo).

Tex n. 248, giugno 1981. Disegno di Galep


I Figli di Satana si preparano a compiere un sacrificio umano – TEX 248, p. 7



Giunti nel paese, TEX e CARSON fanno subito la conoscenza di Prescott e di un lugubre individuo che si fa chiamare padre Crandall. Questi dice ai pards, incuriositi dalla strano simbolo (una croce di Lorena) che porta sul petto, di essere il sacerdote dei Figli dell’Apocalisse, una setta che si è staccata anni prima dalla chiesa Mormone. In realtà, Crandall è il capo dei Figli di Satana, e Prescott è il suo braccio destro. Fallito un primo tentativo di eliminare i due ranger (i quali non solo uccidono il sicario della setta, Bart Lennox, ma gli trovano addosso anche un sinistro amuleto (il simbolo della congrega: una testa di caprone chiusa in un triangolo d’oro), i Figli di Satana – che indossano ciascuno una lunga tunica e hanno il volto coperto da un cappuccio - danno alle fiamme il piccolo tempio per impedire ai Nostri - che hanno espresso la loro intenzione di tornarvi per esaminarlo meglio - di trovare indizi compromettenti. La loro azione si rivela però vana, giacché TEX e CARSON, scostando le macerie, scoprono una botola che conduce a un sotterraneo dove si trovano gli scheletri decapitati delle squaw Zuni. Mentre i due stanno per tornare a Quemado, un altro membro della setta – Rick Lennox, fratello del defunto Bart – tende loro un agguato, ma fallisce il bersaglio ed è costretto a fuggire. Inseguito e colpito dai pards, Rick riesce ad arrivare a Quemado, dove muore. Giunti anch’essi in paese, TEX e CARSON informano della scoperta delle squaw decapitate Crandall, il quale si finge sorpreso.


La setta diabolica sacrifica una povera squaw Zuni – TEX 248, p. 9

Prescott presenta Crandall ai due pards – TEX 248, p. 54


Quella notte, mentre due membri della setta lasciano davanti alla porta della camera dei pards il segno di morte, una croce di Lorena infuocata, i Figli di Satana attaccano Grady e i suoi compagni, che bivaccano nel bosco. I cowboy vengono tutti uccisi, tranne Grady, il quale riesce, benché ferito, a raggiungere la mattina successiva Quemado, proprio quando TEX e CARSON scendono nella main street. Grady, che è in stato di shock, accenna all’attacco subito, e i due pards, affidato il cowboy a Prescott, si gettano subito sulle tracce dei responsabili, che però sono state cancellate dal temporale che ha infuriato per tutta la notte. Dopo aver trovato nel bosco i cadaveri degli altri cowboy, TEX e CARSON ritornano in paese e vengono a sapere da Prescott che Grady è morto e il suo corpo è stato posto nella cripta del tempio dei Figli dell’Apocalisse. I due rangers chiedono di poter vederlo vedere, ma, una volta entrati nel tempio, cadono nella trappola di Crandall, il quale, mediante un trabocchetto, li imprigiona nella cripta. Qui i Nostri ritrovano Grady, che non è affatto morto: Crandall, infatti, vuole sacrificare a Satana sia lui che i due pards. A questo scopo, il capo della setta ordina a Prescott di attirare i tre prigionieri in una galleria, che viene riempita d’acqua. L’intento di Crandall è costringere i pards e il cowboy a tenere la testa fuori dall’acqua per evitare di affogare, permettendo così ai suoi uomini di estrarli dalla galleria senza correre pericoli. I tre, però, riescono a sfuggire a questa seconda trappola e, poco dopo, mettono fuori combattimento gli incappucciati entrati nella cripta per prelevarli.


I due rangers scoprono i resti delle vittime della setta – TEX 248, p. 93

Tex n. 249, luglio 1981. Disegno di Galep

Tex e Carson finiscono nella trappola di Crandall – TEX 249, p. 59


Ormai liberi, i pards e Grady s’incamminano lungo i corridoi dei sotterranei, ma s’imbattono in altri incappucciati, uno dei quali riesce a dare l’allarme. Pertanto, quando i tre raggiungono il tempio, gli uomini della setta - armati di spade, pugnali e alabarde – li assalgono, sempre con l’obiettivo di catturarli vivi per il sacrificio. TEX e CARSON però, prima con le colt poi a mani nude, si fanno largo tra gli incappucciati, mentre Gray scaglia contro questi ultimi le torce e i bracieri presenti nel tempio, che inizia a prendere fuoco. A questo punto, Crandall – che si trova sulla balconata - rinuncia all’idea di prendere vivi i tre e afferra una balestra, puntandola contro TEX, impegnato a lottare con Prescott, il quale, divincolatosi dalla stretta del ranger, si becca per errore il dardo mortale destinato al Nostro. Essendo ormai inevitabile la distruzione del tempio, Crandall decide di sacrificare se stesso, i suoi nemici e tutti i suoi seguaci nel rogo: perciò aziona con una leva un pesante cancello che sbarra l’uscita. Divorata dalle fiamme, la volta del tempio crolla, uccidendo il povero Gray e gli incappucciati contro cui stava lottando. TEX, allora, raggiunge con CARSON la balconata per costringere Crandall – che tenta nuovamente di colpirlo con la balestra - a rialzare il cancello. Il fanatico satanista, tuttavia, non cede alle sue minacce, e, proprio quando il ranger sta per tirargli un pugno, viene colpito in pieno da una trave, che lo fa precipitare nel vuoto. Alla ricerca di una via d’uscita, TEX nota il grande finestrone circolare del tempio; pertanto, lui e CARSON si arrampicano sulle canne dell’organo e, giunti all’altezza del rosone, lo fracassano a calci e raggiungono finalmente l’esterno, mentre il fuoco si estende agli altri edifici di Quemado. Balzati in sella ai loro cavalli, i due si allontanano di corsa dal villaggio in fiamme

Crandall uccide per sbaglio Prescott – TEX 249, p. 99

La meritata fine di Crandall – TEX 249, p. 106


Curiosità: La lugubre nenia cantata dai Figli di Satana a p. 8 del n. 248 – Belial, the spirit that fell, the sensualist and after Asmodai the fleshliest incubus. - cita alcuni versi del poema epico di John Milton Paradiso riconquistato (1671), che narra della tentazione di Cristo a opera del Demonio. Una citazione colta, quella inserita da GL, che fa il paio con le parole pronunciate da Crandall nel finale – Vieni avanti, fratello fuoco! E vieni a prenderci, sorella morte! –, le quali sembrano una sorta di versione malefica dei celebri frate focu e sora nostra morte corporale del Cantico delle Creature (1226). Un altro elemento della storia degno di menzione è la croce di Lorena cucita sulla tonaca di Crandall e bruciata, come segno di morte contro i due pards, dagli uomini della setta. L’inserimento di questo simbolo dimostra che Bonelli si era ben documentato sul satanismo. Infatti, la croce di Lorena (o croce patriarcale), unita al simbolo matematico dell’infinito, forma l’emblema del brimstone, lo zolfo, minerale tradizionalmente associato al Diavolo. Il brimstone è il logo della Chiesa di Satana - fondata nel 1966, a San Francisco, dall’occultista Anton Szandor LaVey – e, in quanto tale, compare nelle prime pagine della Satanic Bible (1969), l’opera più famosa di LaVey. Prima di concludere, vale la pena di segnalare che il nome dato da GL al villaggio dei satanisti è un classico esempio di nomen omen: in spagnolo, infatti, la parola quemado significa bruciato.


Frontespizio dell’edizione originale di Paradiso riconquistato (1671)
Il brimstone, emblema della Chiesa di Satana






FIGLIO DEL GRANDE SPIRITO

Così gli Apache Chiricahua di Mano Gialla chiamano, ne La Valle della Luna (G. L. Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn. 55-56), l’extraterrestre che terrorizza i minatori del piccolo villaggio di Last Hope (Ultima Speranza). La storia ha inizio a Wilcox, nella regione dei monti Dragoon (Arizona), dove TEX e CARSON incontrano una loro vecchia conoscenza, il cacciatore di tesori Ben Rufus. Costui è in compagnia di Tom Fresno, un minatore che gli ha venduto, per soli tremila dollari (più una percentuale sul materiale estratto), una ricca miniera di quarzo aurifero. Sospettando una truffa ai danni dell’amico, TEX chiede a Fresno di spiegargli il motivo per cui ha ceduto a un prezzo così basso una miniera che, a giudicare dai campioni di quarzo mostratigli da Rufus, vale molto di più. Avete ragione, mister Willer!... C’è un motivo… e questo motivo si chiama paura!, risponde Fresno, il quale racconta ciò che è successo, nella suddetta miniera – situata appunto presso Last Hope, nella Valle della Luna –, ai suoi soci Dick Martin e Bob Lang: il primo è scomparso nei pressi di una profonda buca vicino alla quale sono state poi rinvenute delle stranissime impronte; il secondo – che si era calato in questa buca per recuperare il corpo dell’amico e che in precedenza aveva udito nella miniera, assieme allo stesso Fresno, dei suoni inquietanti - è morto stecchito e con gli occhi sbarrati a dismisura, come se avesse veduto qualcosa di spaventoso.


Tex n. 55, maggio 1965. Disegno di galep

Tom Fresno racconta il suo sconvolgente incontro con l’alieno – TEX 55, p. 100

Tex scambia per un singolare fenomeno atmosferico l’astronave del Figlio del Grande Spirito - TEX 55, p. 105


Il minatore - le cui parole hanno incuriosito TEX, che dice al poco entusiasta CARSON di voler accompagnare Rufus a Last Hope – racconta inoltre del suo incontro, due giorni dopo i fatti sopracitati, con un misterioso individuo dalla pelle verdastra e squamosa che indossava proprio i vestiti dello scomparso Martin. Quando strinsi il braccio di quell’uomo ebbi la stessa sensazione che si prova stringendo una spugna o un fascio di corde inzuppate d’acqua. Niente muscoli intorno alle ossa di quell’uomo, ma qualcosa che dà brividi soltanto a toccarla. Il pauroso episodio capitato al minatore non turba particolarmente TEX e nemmeno Rufus, e quando, subito dopo, Fresno lascia Wilcox, il ranger si dice convinto che questi e i suoi sfortunati soci siano stati in realtà vittime di un piano criminoso, organizzato da qualcuno che vuole impossessarsi della miniera. Qualche ora dopo, TEX – che ha tutta l’intenzione di scoprire gli ideatori del presunto complotto – parte con CARSON e Rufus per la Valle della Luna. Accampatisi durante la notte, i tre sentono i tamburi Chiricahua inviare uno strano messaggio: Il Figlio del Grande Spirito è tornato…che tutti i guerrieri Chiricahuas vengano al totem di pietra. Poco dopo, essi notano una specie di sfera luminosa che solca il cielo, per poi sparire dietro le cime dei monti Dragoon. Il mattino seguente, i tre giungono a Last Hope e, recatisi alla miniera dell’uomo morto (così i minatori l’hanno ribattezzata), liberano l’ingresso (che era ostruito da grossi massi) e vi si addentrano, scoprendo che la buca descritta da Fresno è diventata una galleria molto scoscesa. TEX, sempre convinto che nella miniera non vi sia alcunché di soprannaturale, dice ai suoi compagni di rimandare l’esplorazione della galleria all’indomani.

I due pards ricevono un’inquietante visita notturna – TEX 55, p. 112

Tex colpisce l’alieno alle gambe, ma non riesce a fermarlo – TEX 55, p. 113

Carson e Rufus osservano sorpresi la pietra radioattiva e le piaghe dello sfortunato Yastha - TEX 155, p. 122



Quella notte, mentre stanno dormendo nella baracca che si trova nei pressi della miniera, i due pards e Rufus sono svegliati all’improvviso dall’identico suono – intense vibrazioni metalliche - udito da Fresno. Poiché il suono si fa sempre più forte, essi capiscono che qualcuno si sta avvicinando alla porta. Alt!... Chi è là?, grida TEX, e lo sconosciuto visitatore, per tutta risposta, colpisce la baracca, spezzando una delle assi di legno. Il ranger, allora, spara più volte verso la porta, al che le misteriose vibrazioni cessano di colpo e, dopo qualche secondo di assoluto silenzio, si sente un rapido scalpiccio. Senza esitare, TEX esce dalla baracca e vede una figura scura, avvolta in un grande mantello e con un cappellaccio in testa, che sta per scomparire nella miniera. Il Nostro spara alle gambe del fuggitivo, ma questi, dopo aver barcollato, continua la sua corsa. Pochi minuti dopo, i pards e Rufus entrano nella miniera, senza però trovare, stranamente, alcuna traccia di sangue. I tre decidono di andare avanti, ma all’improvviso la volta della galleria cede ed essi, correndo disperatamente, riescono a uscire appena in tempo, scampando a una terribile fine. Il giorno dopo, mentre CARSON e Rufus si mettono al lavoro per sgomberare la galleria, TEX si reca al villaggio di Mano Gialla e chiede a questi, che è in compagnia dello stregone Kiwan, spiegazioni sull’enigmatico messaggio udito due notti prima. Il sakem si mostra reticente, ma TEX – il quale ha subito notato la strana assenza dei guerrieri - insiste e si rivolge allo stregone, che gli consiglia di tenersi lontano dalla pista dei Chirucahua, poiché su quella pista cammina la morte. […] Una morte lenta e dolorosa… …la morte verde che viene dal ventre della terra!. Incuriosito dalle enigmatiche parole di Kiwan, TEX chiede a questi di dirgli tutto, al che Kiwan inizia a raccontargli quanto accaduto tempo prima sui monti Dragoon. Frattanto, nella miniera dell’uomo morto, CARSON e Rufus, liberato il passaggio, s’inoltrano nella miniera alla ricerca di qualche traccia del visitatore misterioso. Giunti all’inizio della galleria che scende nel sottosuolo, essi odono un lamento e, infilatisi nella suddetta galleria, si trovano davanti un Apache in fin di vita, che stringe nel pugno un pezzo di roccia nerastra con striature verdi. Prima di morire, il pellerossa – che si chiama Yastha e che, come nota CARSON, ha la mano tutta piagata e una strana macchia sul petto - accenna alla morte verde e dice ai due di avvisare Corby, l’agente indiano. CARSON decide invece di avvisare TEX, che in quel preciso momento ha appena finito di ascoltare il racconto di Kiwan sul misterioso Figlio del Grande Spirito, racconto verso cui il ranger si dice scettico. Per convincerlo, lo stregone gli mostra qualcosa appartenuto all’uomo dalla strana pelle: una delle pasticche con le quali costui produce la speciale acqua di fuoco che fornisce ai guerrieri Chiricahua.

Kiwan fa assaggiare a Tex la potente bevanda alcolica che il Figlio del Grande Spirito fornisce ai Chiricahua – TEX 55, p. 124

 
Tex n. 56, giugno 1965. Disegno di Galep


Kiwan prende un’anfora piena d’acqua e vi fa cadere la pasticca; una volta che questa si è sciolta e che il liquido ha preso un colore giallastro, lo stregone riempie una coppa e la porge a TEX. Per giove! – esclama il ranger, dopo aver mandato giù alcuni sorsi – è alcool puro con un leggero sapore di menta. Mano Gialla gli dice che è proprio per ricevere questa potente acqua di fuoco che i suoi guerrieri lavorano per l’uomo dalla strana pelle, e Kiwan aggiunge che essa fortifica il cuore e fa dimenticare la paura della collera del Figlio del Grande Spirito e la paura della morte che viene dalla terra verde. Proprio in quel momento, TEX nota i segnali di fumo inviatigli da CARSON e, poiché l’Apache trovato morto è uno dei guerrieri di Mano Gialla, il ranger chiede al sakem di partire con lui. Anche l’agente indiano Corby ha visto i segnali e decide di recarsi pure lui a Last Hope. Contemporaneamente, nel villaggio succede un altro fatto inaspettato: un minatore, lacero e atterrito, corre verso le baracche gridando aiuto. CARSON, Rufus e il barman di Last Hope si precipitano fuori e il minatore racconta loro che uno strano uomo è apparso all’improvviso, a lui e al suo socio, presso il torrente. Era un tipo alto, dalla faccia lunga e scura […] e non capivo cosa diavolo volesse da Sam. Vidi solo che accennava al materiale contenuto nelle ceste… vidi Sam che arretrava mettendo mano alla pistola… …e quasi nello stesso momento, lo vidi crollare a terra colpito da un raggio partito dalla mano di quell’uomo. Lanciai un urlo e afferrai la mia colt, ma prima che potessi sparare vidi un lampo… mi sentii sfiorare da qualcosa di scottante e notai che un masso vicino a me andava in frantumi. Il minatore prosegue il suo racconto, spiegando come sia riuscito a sfuggire allo sconosciuto aggressore. CARSON e Rufus prendono i fucili e partono verso il torrente; lo stesso fanno, poco dopo, i minatori, avvertiti dal barman.


Carson e Rufus alle prese con l’alieno e la sua micidiale pistola a raggi– TEX 56, p. 11

 
Tex distrugge il rilevatore sonar dell’extraterrestre – TEX 56, p. 19


Sentendo l’avvicinarsi del pericolo, il Figlio del Grande Spirito individua la posizione di CARSON e degli altri servendosi di un curioso strumento, una sorta di rilevatore sonar: è da esso, infatti, che provengono i suoni uditi dai pards la notte prima. Ha dunque inizio un drammatico scontro tra l’alieno – che possiede una letale pistola a raggi chiamata folgoratore e i minatori guidati da CARSON e Rufus, ai quali poi si aggiungono Mano Gialla e TEX. Quest’ultimo, impressionato dalla potenza della suddetta pistola, inquadra nel mirino del suo winchester il Figlio del Grande Spirito, ma, proprio nel momento in cui fa fuoco, l’alieno si sposta e il proiettile colpisce il rilevatore sonar che costui tiene appeso alla cintura. Alla fine, l’extraterrestre riesce a fuggire attraverso uno dei tanti crateri della valle, mentre il suo strumento, che continua a emettere suoni e con cui – come dice Mano Gialla – l’alieno individuava le pietre della morte, viene distrutto da TEX. Una volta arrivato Corbin, che viene messo al corrente di tutto da TEX, i Nostri si gettano sulle tracce del Figlio del Grande Spirito, addentrandosi in un passaggio della miniera conosciuto solo da Mano Gialla e che conduce alla Valle delle Pietre Nere, il luogo dove i guerrieri Chiricahua estraggono le rocce che servono all’alieno. Su consiglio di TEX, Mano Gialla ordina, tramite dei segnali di fumo, a Kiwan di inviare ai guerrieri un messaggio, ordinando loro di lasciare subito la sopracitata valle. Ricevuto il messaggio, i guerrieri smettono di scavare e s’incamminano verso il loro villaggio. Alcuni minuti dopo, il Figlio del Grande Spirito giunge nella valle ormai deserta e, oltre a bloccarne l’accesso, decide di far saltare il diaframma di pietra dietro cui scorre un fiume sotterraneo. L’alieno intende provocare l’allagamento della miniera, in modo da avere il tempo di ripartire con la sua astronave. Nel frattempo, ignaro della minaccia che sovrasta lui e i suoi compagni, TEX racconta a CARSON quanto riferitogli dai Chiricahua sul conto del loro misterioso avversario.

Un primissimo piano del Figlio del Grande Spirito, che ne mette in evidenza la pelle squamosa e gli occhi penetranti. – TEX 56, p. 35

A bordo della sua astronave, l’alieno lascia la Terra – TEX 56, p. 39

Tutto era iniziato quando, qualche tempo prima, alcuni guerrieri che stavano attraversando di notte la Valle della Luna avevano visto scendere dal cielo una piccola luna molto brillante (la sfera luminosa osservata successivamente dai due pards e da Rufus), che poi si era infilata in un cratere. I guerrieri avevano subito avvertito Mano Gialla, che, il giorno dopo, era giunto sul posto insieme a essi e allo stregone. Lì il sakem aveva sentito improvvisamente una voce nella mente che gli ordinava di avanzare; non potendo fare altrimenti, le aveva obbedito e si era trovati davanti l’alieno, il quale - senza aprire bocca, ma con la sola forza del pensiero – aveva detto loro di essere venuto dal cielo e di non avere intenzioni ostili. Infine, aveva chiesto ai Chiricahua di estrarre per lui, dal suolo della valle, delle pietre speciali, promettendo un premio a chi gli avesse obbedito e una dura punizione a chi invece si fosse opposto alla sua volontà. A prova di ciò, egli aveva ridotto in mille pezzi una roccia con la sua pistola a raggi, impressionando notevolmente gli indiani, i quali, convintisi che l’alieno fosse appunto il Figlio del Grande Spirito, avevano, da quel momento in poi, obbedito ciecamente ai suoi ordini. Avevano ben presto scoperto, però, che le rocce nere emanavano qualcosa che procurava una morte lenta ma inesorabile. Nel momento stesso in cui TEX termina il suo racconto, l’alieno, accortosi che i Nostri si stanno avvicinando e si affretta a raggiungere il punto in cui si trova il diaframma. Sentendolo correre nella loro direzione, TEX gli altri avanzano con le pistole spianate e, quando lo vedono, fanno fuoco, senza però riuscire a colpirlo. L’alieno, invece, riesce a distruggere il diaframma, per poi fuggire. Malgrado le acque del fiume sotterraneo comincino a fluire nella miniera, i Nostri proseguono. Arrivati però allo sbocco della galleria, vengono all’improvviso abbagliati da un’immensa vampa di luce, mentre un rumore assordante fa tremare il suolo. Trascorsi alcuni minuti, i due pards e gli altri avanzano e scoprono, oltre ai vestiti semibruciacchiati dell’alieno, un grande cerchio di terra bruciata da cui s’innalza del fumo. Tex! Ci capisci niente?, chiede CARSON al suo pard, che risponde di no. Stando a quel che abbiamo sotto gli occhi ci sarebbe da credere che quell’individuo piuttosto che farsi prendere abbia preferito ridursi in polvere usando chissà quale esplosivo, dice l’anziano ranger. Forse le cose sono andate così, - conclude TEX - ma in ogni caso preghiamo che quell’essere non si faccia mai più vivo.

Gli uomini della base di Anchorage fronteggiano la cosa da un altro mondo nell’omonimo film di Christian Nyby e Howard Hawks (1951). 


Prima, indimenticabile minaccia extraterrestre affrontata dal ranger (per le altre vedi FIORI ROSSI DELLA MORTE e MUTANTI DI GOOD WATER), il Figlio del Grande Spirito, noto comunemente come il marziano di Tex, è una figura rimasta scolpita nella memoria dei lettori. Come scrive Carlo Monni nella scheda della storia pubblicata su uBC Fumetti, Bonelli sceglie di non mostrarci mai completamente l'alieno e di non dare alcuna spiegazione su di lui, lasciando al lettore di comprendere ciò che Tex e Carson non riescono a capire, perché per loro, uomini dell'Ottocento, tutto risulta incomprensibile e misterioso. Tex e compagni – aggiunge Monni, riferendosi al finale - credono l'alieno (che loro, naturalmente, non sanno essere tale) morto in un'esplosione, mentre, naturalmente, è decollato con la sua astronave. Solo i lettori, inoltre, sono in grado di intuire che il misterioso minerale contenuto nelle pietre nere è l’uranio, le cui radiazioni sono la causa della morte lenta ma inesorabile che colpisce i Chiricahua (d’altra parte, lo stesso Figlio del Grande Spirito accenna, a p. 27 del n. 56, alle conseguenze mortali derivate dal contatto con il minerale radioattivo). Non è del tutto chiaro, invece, se l’uranio serva all’extraterrestre per riparare la sua astronave o se esso sia semplicemente il carburante della navicella. In ogni caso, il suddetto minerale deve per forza scarseggiare sul pianeta dell’alieno, altrimenti costui non avrebbe certo attraversato lo spazio per rifornirsene. L’accoppiata alieno-radioattività risulta alla fine molto azzeccata e rispecchia in pieno il clima di un’epoca, quella dei primi anni Sessanta (la storia uscì precisamente nel 1962), caratterizzata non solo dall’avvio delle prime esplorazioni spaziali e della ricerca di intelligenze extraterrestri (il celebre progetto SETI), ma anche dall’ossessiva paura di un olocausto nucleare.

Locandina originale di Destinazione Terra (Jack Arnold, 1953). Pur rivelando alla fine un aspetto mostruoso, l'alieno del suddetto film è assai meno cinico e aggressivo del Figlio del Grande Spirito.


Curiosità: A suggerire a GL l’idea che sta alla base de La Valle della Luna fu il figlio Sergio, il quale, intervistato da Franco Busatta nel libro Come Tex non c’è nessuno. Storia di un Eroe e del suo Editore (PuntoZero, 1998), commentava con queste parole la genesi della storia e le caratteristiche dell’alieno: […] Dall’alto della mia fresca carica di boss [Sergio prese le redini della casa editrice esattamente nel 1957, a soli 25 anni, nda] mi sento in dovere, in un certo senso, di fornire un supporto editoriale a mio padre, suggerendogli qualche spunto che interrompa una routine di storie classicamente western che temo, alla lunga, possano mostrare la corda. E visto l’esito sempre più felice del filone fantastico texiano, dico a Bonelli: “Perché non provare a introdurre nelle storie un accento vagamente fantascientifico?” Non pensando alla comparsa di astronavi da cui sbarcano torme di omini verdi, ma a “qualcuno” o a “qualcosa” che, senza mai mostrarsi, suggerisse una presenza extraterrestre. Dico subito che lui è tutt’altro che convinto dell’idea, ma si sforza di assecondarmi per farmi piacere, scrivendo una storia particolarmente breve. Non ne esce un capolavoro e viene spesso citato più che altro per essere l’unica storia in cui compare un alieno. […] Di lui non vediamo […] che una nuca squamosa, una silhouette intabarrata o un primissimo piano degli occhi con i quali l’immaginazione del lettore deve fare i conti, arrangiandosi per completare la fisionomia di quest’essere proveniente dallo spazio profondo. Ciò, però, conferisce al marziano il particolare fascino dei nemici che, celati nell’ombra, allungano la loro aura di tenebra sull’intera vicenda. In effetti, il maggiore punto di forza di questo singolare villain è l’aura di mistero che lo circonda dall’inizio alla fine. La sua sfuggente ma minacciosa presenza – che richiama alla mente gli alieni di due famosi film di fantascienza: La cosa da un altro mondo (Christian Nyby e Howard Hawks, 1951) e Destinazione Terra (Jack Arnold, 1953), quest’ultimo ambientato proprio nel deserto dell’Arizona - e il clima ansiogeno, quasi opprimente della miniera conferiscono al racconto una carica horror di indiscutibile efficacia.

Un fotogramma del film Cowboys & Aliens (Jon Favreau, 2011). La Valle della Luna dimostra come, decenni prima di questa pellicola e dell’omonimo romanzo grafico da cui è stata tratta, GL riuscisse a coniugare felicemente due generi tra loro estranei come il western e la fantascienza


La Valle della Luna non sarà forse un capolavoro, ma di sicuro è un gioiello di atmosfera e di suspense. Una riuscitissima storia, quindi; e ciò a dispetto del fatto che GL l’abbia scritta solo per accontentare il figlio. Riguardo a uno degli elementi summenzionati, la suspense, restano particolarmente impresse le seguenti scene: quella dove Fresno racconta ai Nostri del suo scioccante incontro con il Figlio del Grande Spirito, da lui inizialmente scambiato per l’amico scomparso Dick Martin (l’alieno, infatti, indossava i vestiti di quest’ultimo); e quella in cui l'extraterrestre, di cui vediamo solo la sinistra ombra, si avvicina di notte alla baracca dove alloggiano i pards, accompagnato dall’inquietante, ossessivo suono del suo rilevatore sonar. La prima scena, nella quale GL riesce a trasmettere un notevole senso di paura e di orrore (la descrizione del braccio dell’alieno dà veramente i brividi) è stata citata da Claudio Nizzi nella storia Gli spiriti del deserto (C. Villa [dis.], nn. 328-330), per l’esattezza nelle pp. 107-108 del n. 328. C’è poi un’altra avventura di Nizzi che riecheggia le atmosfere e l’ambientazione stessa de La Valle della Luna: ci riferiamo a La miniera del terrore, disegnata da Guglielmo Letteri e pubblicata sui nn. 336-338 (vedi UOMO SERPENTE).
Tornando al Figlio del Grande Spirito, si fanno senz’altro ricordare la sua pittoresca espressione (Grande universo!), la pasticca di alcol liofilizzato e, soprattutto, le due meraviglie tecnologiche che porta con sé: la pistola a raggi o folgoratore, che fa di lui, come affermava Sergio Bonelli, il più temibile “gun-man” mai apparso nella saga texiana (cfr. Tex Collezione Storica a Colori n. 111, p. 13); il rilevatore sonar, una sorta di via di mezzo tra un radar portatile e un contatore Geiger.



FIORI ROSSI DELLA MORTE

Compaiono ne Il fiore della morte (G. L. Bonelli [sog.&scen.] – G. Letteri [dis.], nn. 160-162) e sono organismi extraterrestri giunti nel deserto dell’Arizona in seguito alla caduta di un meteorite. Si tratta, per l’esattezza, del meteorite che – nella finzione narrativa, ovviamente - origine al famoso Meteor Crater. Sotto forma di grossi ricci verdastri che emettono un forte sibilo, questi esseri attaccano di notte animali e uomini per succhiare loro il sangue e gli altri liquidi corporei. Singolare il modo in cui colpiscono: dopo essersi avvicinati – rotolando sul terreno – alla vittima, scagliano contro di essa i loro aculei velenosi, e, una volta nutritisi, lasciano un cadavere rinsecchito, simile a una mummia. Gonfi di sangue, i ricci si trasformano quindi in grosse palle piene di peduncoli, da uno dei quali si sviluppa un gambo di colore rosso scuro, che cresce fino a far sbocciare un fiore scarlatto. A questo punto, i peduncoli lasciano di nuovo posto ai letali aculei, e con essi i ricci scavano un buco nel suolo per ripararvisi.

Tex n. 161, marzo 1974. Disegno di Galep
La prima vittima dei ricci extraterrestri – TEX 160, p. 110


Dato che a poca distanza dal Meteor Crater sorge un villaggio Hopi, sono proprio questi indiani a pagare il maggiore tributo di vite ai micidiali ricci alieni. Lo stregone Hanagua, non conoscendo la natura della minaccia, si reca dagli amici Navajo per chiedere l’aiuto dei quattro pards, i quali, il giorno successivo al suo arrivo, raggiungono assieme a lui l’accampamento Hopi. Qui vengono a sapere che c’è stata un’altra vittima, la quale abitava in una capanna isolata. I Nostri vi si recano e, osservando il suo cadavere rinsecchito, sospettano subito che a colpire sia qualcuno in possesso di armi simili alle pietre della morte (vedi SIGNORE DELL’ABISSO). Dopo aver seguito, fino al tramonto, le tracce del figlio della vittima, Angelito - che, a sua volta, si è messo a seguire le tracce dell’uccisore del padre -, i quattro decidono di passare la notte nel deserto. Poco prima dell’alba, quando CARSON fa il proprio turno di guardia, uno dei ricci extraterrestri si avvicina minaccioso all’accampamento. Il suo inquietante sibilo mette in allarme i cavalli e lo stesso CARSON, che lo scambia per il sibilo di un crotalo. Il ranger spara in direzione del riccio (di cui vede solo l’ombra), colpendolo in pieno e riducendolo a brandelli. Lo sparo sveglia gli altri pards, i quali, una volta scoperto che quello colpito da CARSON non è un serpente ma un grosso riccio dagli aculei verdi, mettono in dubbio le sue parole circa il fatto che la cosa sibilasse. Mezz’ora dopo l’alba, i quattro riprendono a seguire le tracce di Angelito e, giunti in vista, del Meteor Crater, scoprono che l’indiano ha fatto la medesima, orribile fine di suo padre. Si accorgono, inoltre, che accanto al cadavere ci sono quattro fiori rossi, che spuntano da altrettanti ricci simili a quello fatto a pezzi da CARSON.

I terribili ricci attaccano due giovani Hopi e i loro cavalli - TEX 161, p. 11

Con un preciso colpo di Winchester, Carson fa a pezzi la letale creatura – TEX 161, p. 41


Decidono poi di dare un’occhiata al cratere, dove si fermano a osservare la strana vegetazione, costituita da intricate radici nerastre che spuntano dal terreno e da rami contorti, ai quali sono attaccati molti ricci verdi. Uno di questi viene raccolto da KIT WILLER, che, per non pungersi, lo avvolge prima in un fazzoletto e poi in un pezzo di coperta. Dato che la bizzarra formazione vegetale trasmette un senso di disagio sia a CARSON che a TIGER, TEX decide di rivolgersi all’amico EL MORISCO. Pertanto, due giorni dopo, i Nostri giungono a Pilares, portando con loro, oltre al riccio, una bara con dentro il corpo dello sfortunato Angelito. EL MORISCO, messo al corrente di quanto accaduto nei pressi del Meteor Crater, analizza il cadavere dell’indiano, non trovando alcuna ferita, e pone il riccio – alla cui vista, la sua scimmietta Ciquita, cade in preda al terrore – sul tavolo del suo studio. Il giorno seguente, quando è appena spuntata l’alba, l’egiziano e i suoi ospiti scoprono che non solo la povera Ciquita ha fatto la stessa fine di Angelito, ma che dal riccio è spuntato il sinistro fiore scarlatto. Il maggiordomo Eusebio recide quest’ultimo, che appassisce in pochi secondi, dopo aver fatto sgorgare un liquido rosso e denso, che si rivela essere il sangue della scimmietta. A questo punto, EL MORISCO, posto il riccio sotto una teca di vetro, inizia a preparare un esperimento per osservare il modo in cui esso uccide, mentre i pards – i quali hanno capito che questi organismi vampiri colpiscono solo di notte – fanno una corsa fino a Fort Quitman per inviare un telegramma agli sceriffi delle cittadine di Winslow e Sunshine, affinché avvertano gli Hopi di stare alla larga dal Meteor Crater.

I pards osservano i curiosi fiori scarlatti che spuntano dai ricci - TEX 161, p. 48

El Morisco seziona uno dei ricci, scoprendo una verità sorprendente - TEX 161, p. 94



Un’ora dopo, i Nostri ritornano alla casa del MORISCO, il quale, aiutato da Eusebio, ha trasformato una delle sue piccole serre in un recinto, dove ha messo un vecchio cane, ormai cieco e semiparalizzato. Tramontato il sole, lo studioso egiziano dà inizio all’esperimento, ordinando al suo maggiordomo di mettere nel recinto il riccio, il quale, avvicinatosi al cane sibilando, lo uccide con uno dei suoi aculei, per poi arrampicarsi sul suo corpo e succhiargli il sangue. Il mattino seguente, EL MORISCO fa portare il riccio nel suo studio e, dopo averlo sezionato e immerso nell’alcol (dove si dissolve completamente), scopre che, oltre a non appartenere al regno vegetale, esso non è nemmeno un organismo terrestre. TEX, allora, si ricorda di quanto gli aveva detto Hanagua, e cioè che la serie delle morti mummificate è iniziata dopo la caduta del meteorite. Perciò, - chiede il ranger a EL MORISCO – [..] non potrebbe darsi che questa terrificante forma di vita, fino a oggi ignota a studiosi come te, sia stata originata da quel dannato coso precipitato laggiù?. L’egiziano non riesce a dare una risposta certa (Che nell’universo vi siano altri pianeti come quello su cui viviamo non lo si può naturalmente escludere, però…), non avendo elementi sufficienti al riguardo. Per saperne di più, EL MORISCO decide di andare con i pards fino al Meteor Crater, dove potrà studiare un altro riccio vivo. Prima del loro arrivo, però, i letali organismi fanno altre vittime, tra cui il medico di Fort Wingate e il suo comandante, il colonnello John Axler, i quali pagano a caro prezzo il loro arrogante scetticismo. In maniera del tutto casuale, i soldati del forte scoprono che l’alcol è in grado di distruggere i ricci e informano della cosa il capitano Benson, che trasmette subito la notizia a Fort Defiance e a Fort Apache.

Il comandante e il medico di Fort Wingate vengono uccisi dai ricci - TEX 162, p. 9

Gli organismi alieni vengono distrutti con l’alcol - TEX 162, p. 30


Ben presto, su ordine delle autorità, barili di alcol vengono messi a disposizione dei civili e delle pattuglie militari, che rastrellano il territorio con una manovra a tenaglia fino a quando non rimane un solo riccio all’infuori di quelli del Meteor Crater. Giunti a Winslow, i pards e MORISCO vengono a sapere, dal capitano Dayton di Fort Defiance, che la minaccia dei ricci sta per essere definitivamente eliminata. L’egiziano, però, vuole impedire che i ricci vengano tutti distrutti, e, accompagnato dai pards, si dirige di corsa con il suo calesse (condotto da Eusebio) verso il cratere, dove i militari di Fort Defiance si accingono a spingere numerosi barili di alcol. EL MORISCO non fa in tempo a fermarli: quando arriva sul posto, infatti, sia le radici nerastre che i ricci sono stati già distrutti dall’alcol. I soldati, inoltre, incendiano il fondo del cratere con degli stracci infuocati, sicché alla fine non rimane più nulla dei terribili organismi alieni. 

Locandina del film L’invasione dei mostri verdi (Steve Sekely, 1962)

Il Meteor Crater (Arizona)

 
Curiosità: Come fa giustamente notare Aurelio Sangiorgio nel suo Atlante di Tex (Minotauro, 2001), il meteorite che diede origine al Meteor Crater è caduto 22 mila anni fa. Moltissimo tempo prima, quindi, dell’epoca in cui agisce il ranger. Tuttavia, risulta senz’altro azzeccata l’idea dello sceneggiatore di scegliere proprio il suggestivo Meteor Crater come luogo d’origine dei micidiali ricci alieni. Questi ultimi, a nostro avviso, sono ancora più inquietanti dei trifidi, le voraci piante del film L’invasione dei mostri verdi (Steve Sekely, 1962), a cui GL si è chiaramente ispirato. La suddetta pellicola, tratta a sua volta dal romanzo di John Whyndam Il giorno dei trifidi (1951), ha ispirato anche la storia di Zagor La minaccia verde (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 147-148).


 
Massimo Capalbo



 
N.B. Trovate i link alle altre lettere di The Dark Side of Tex andando sul Navigatore!

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