domenica 3 agosto 2014

THE DARK SIDE OF TEX! "C": DA CAVALIERE SENZA TESTA A COLORADO BELLE

di Massimo Capalbo

Terzo appuntamento per The Dark Side of Tex! La lettera C ci regala tre voci: Il Cavaliere senza testa, i Chupacabras e Colorado Belle, la prima e l'ultima di origine boselliana, la centrale invece si deve a Moreno Burattini. Ricordiamo che questo è il terzo dizionario bonelliano realizzato da Max Capalbo per Dime Web - lavoro che viene pubblicato in contemporanea all'Atlante di Mister No e agli Zagor Monsters. Come corredo iconografico alle "premesse tecniche" abbiamo scelto stavolta alcuni omaggi al Ranger, più o meno noti, eseguti da importanti illustratori. Ricordiamo che le immagini che precedono le voci sono sempre scelte dalla redazione! (s.c & f.m.)

Milo Manara omaggia Tex Willer

LEGENDA 
  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSONTIGER JACKKIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex). 
  • Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUANSVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
  • Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICEEL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo. 
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268).


Jean Giraud, il grande Moebius, ha realizzato per Fabio Civitelli questo Tex

 Nota sui collegamenti ipertestuali

The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione.
I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché!
Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse.
Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento.

Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!
Silver omaggia Tex

C
CAVALIERE SENZA TESTA
CHUPACABRAS
COLORADO BELLE


CAVALIERE SENZA TESTA 

Il misterioso assassino che nella storia La cavalcata del morto (M. Boselli [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], Speciale Tex n. 27) semina terrore e morte nella zona di confine tra Texas e Messico, facendosi credere lo spettro di Arturo Videla, un ex soldato messicano. 
 

Cover del Texone n. 27, “La cavalcata del morto” - disegno di Fabio Civitelli


Videla – come racconta nel suggestivo prologo un vecchio cowboy ai suoi compagni - aveva combattuto sotto il comando del dittatore Santa Anna, per poi diventare un temuto comanchero. Quattro famosi Texas Rangers -  Ben Horne, Manuel Flores, Creed Tyler e Will Big Foot Wallace – erano però riusciti a catturarlo e, dopo averlo giustiziato, gli avevano tagliato la testa (l’idea era stata precisamente di Wallace) e avevano legato il corpo sulla sella di un cavallo  nero, dopodiché avevano fissato la testa in arcione davanti al cadavere mutilato. "E così il cavallo del comanchero, - racconta il cowboy -, con il suo macabro carico, fu scacciato nel deserto, perché la vista di quell’orrore servisse da monito a indiani e desperados… Il pauroso Cavaliere senza Testa, con il suo mantello sbrindellato al vento, fu avvistato dai Comanche…. ….e si dice che, portando il corpo senza testa crivellato da frecce e pallottole, il cavallo nero vagasse per qualche settimana ancora nel deserto… Sinché qualcuno non tirò giù di sella i resti di Videla, per dar loro pietosa sepoltura nel piccolo cimitero di La Trinidad… Ma le ossa senza pace scomparvero dalla tomba… …e, anche se da allora sono trascorsi più di vent’anni, il Cavaliere senza Testa viene ancora avvistato di notte nel deserto, mentre galoppa sul suo nero destriero, con il logoro “serape” messicano sulle spalle… …Precede ogni sua apparizione una sinistra melodia indiana, il suono di un piccolo flauto d’osso che Videla portava sempre con sé…".  


L’atroce sorte che i Texas Rangers riservano ad Augusto Videla – Speciale TEX, p. 30

Ed è proprio la musica di un flauto a precedere – nel cimitero di Pueblo Blanco, un villaggio messicano poco a sud del confine – l’apparizione dell’inquietante cavaliere, il quale uccide, a colpi di navaja (il tipico coltello spagnolo a serramanico), il ranger (non più in servizio attivo, come gli altri tre) Ben Horne, che stava facendo scavare una tomba a due uomini del posto. Il cadavere di Horne viene trovato da un abitante di Pueblo Blanco, Alfonso, cugino di Eusebio, il maggiordomo di EL MORISCO


Con la sua affilata navaja, il Cavaliere senza Testa uccide Ben Horne – Speciale TEX, p. 39


Alfonso porta il corpo del ranger proprio all’occultista egiziano, il quale lo conserva nella cantina della sua casa di Pilares e, due settimane dopo, lo mostra ai quattro pards, che lo riconoscono subito. EL MORISCO ha chiamato in aiuto TEX e compagni perché il misterioso omicidio pare collegato a una strana storia di profanazioni di tombe, profanazioni di cui egli stesso è ritenuto responsabile. Come l’occultista racconta ai suoi amici, tutte le tombe profanate erano molto antiche e quindi contenevano solo resti mummificati; inoltre, due di esse erano contrassegnate dal  simbolo azteco della morte, il che fa pensare all’egiziano che i responsabili siano i cosiddetti Resurrezionisti, una setta di fanatici indiani che credono di poter resuscitare i morti attraverso particolari riti. I pards iniziano l’indagine da Pueblo Blanco, dove Alfonso – che non è ben visto in paese per via della sua amicizia con EL MORISCO – dice loro che Bernardo, uno dei due indios che erano con Horne (l’altro è morto, calpestato dagli zoccoli del cavallo nero del fantasma), ha visto, o creduto di vedere, El Hombre Muerto. Questo nome (in spagnolo: L’Uomo Morto, come i messicani chiamano il fantasma) non è nuovo a KIT WILLER (che conosce la leggenda fin da bambino) né tantomeno a TEX e a CARSON, i quali collegano subito l’omicidio di Ben Horne alla storia di Videla. I pards si fanno poi condurre da Bernardo al cimitero, alla tomba che Horne stava facendo scavare, e scoprono non solo che sulla croce c’è il medesimo simbolo azteco mostratogli da EL MORISCO, ma pure che il cadavere è stato trafugato. Convinto che pure gli altri ranger che giustiziarono Videla siano in pericolo, TEX ordina a suo figlio ed a TIGER di recarsi al Lone Star, il ranch di Creed Tyler, per mettere in guardia costui, e di fare poi lo stesso con Manuel Flores, che possiede un altro ranch nelle vicinanze. Il giorno seguente, TEX e CARSON ritornano da EL MORISCO, mettendolo al corrente di quanto scoperto: essi sono del parere che a uccidere Ben Horne potrebbero essere stati i figli di Videla, il quale era sposato con una donna Comanche. L’occultista è d’accordo con i due pards, ai quali dice inoltre che il probabile covo dei Resurrezionisti e del fantasma è una necropoli indiana situata nella Mesa del Muerto, un’altura isolata nel deserto. Il mattino dopo, mentre EL MORISCO si reca con Eusebio dalla Vecchia Maya - una curandera indiana quasi centenaria - per avere informazioni sui Resurrezionisti e i figli di Videla; TEX e CARSON si dirigono verso la Mesa del Muerto. Nel frattempo, a molte miglia di distanza, KIT e TIGER, incontrano casualmente, in una posada, Creed Tyler e il suo aiutante messicano Lago. Quando KIT rivela all’ex ranger il motivo per il quale lo stava cercando, Tyler afferma di non temere alcunché dal Cavaliere senza Testa e si permette anche di dare dei creduloni ai due pards. Congedatisi da Tyler, KIT e TIGER si rimettono in viaggio per raggiungere l’Agua Escondida, il ranch di Manuel Flores, ma, prima che essi arrivino, quest’ultimo ha un fatale incontro notturno con il sanguinario fantasma


Il Cavaliere senza Testa decapita Manuel Flores – Speciale TEX, p. 118

L’assassino – che ha come alleati dei guerrieri Comanche (i quali uccidono uno dei cowboy dell’Agua Escondida) ed è anche in combutta con il soprastante del ranch, Diego Ordonez – fa cadere in trappola Flores e lo decapita con la sua navaja. Il giorno successivo, TEX e CARSON raggiungono la Mesa del Muerto e, una volta entrati nella necropoli sotterranea, vengono attaccati dai guardiani del luogo, tre feroci indiani che però hanno la peggio. EL MORISCO ed Eusebio, invece, fanno la conoscenza, nella capanna della Vecchia Maya, di una giovane e bella squaw che afferma di essere la nipote della curandera, la quale ha lasciato la sua dimora perché – dice la ragazza – sente avvicinarsi la sua ora ed è andata a interrogare gli spiriti del deserto. La squaw, il cui nome è Sarita, rivela all’egiziano ciò che sa sui Resurrezionisti e sull’Hombre Muerto, che secondo lei è appunto Arturo Videla, tornato dalla tomba per uccidere i suoi nemici!. Sarita invita poi EL MORISCO e il suo maggiordomo a trascorrere la notte nel vecchio rudere che sorge vicino alla capanna. Nello stesso istante, KIT e TIGER stanno attraversando il vasto acquitrino che divide il ranch dello sfortunato Flores dal Lone Star. I due vogliono mettere in guardia Tyler, ma vengono attaccati – dopo che nell’aria si è levato il sinistro suono del flauto - dai Comanche del Cavaliere senza Testa, i quali feriscono TIGER con una freccia. KIT ha poco dopo un incontro ravvicinato con il fantasma, e sebbene colpisca questi con il suo winchester ben quattro volte, non riesce a tirarlo giù di sella. Contemporaneamente, nella dimora della Vecchia Maya, EL MORISCO si trova in una brutta situazione: Eusebio sembra morto (il suo corpo è rigido e freddo e il suo polso non batte più) e Sarita è misteriosamente scomparsa. Preceduto dalla musica del flauto, appare poi il Cavaliere senza Testa, il quale galoppa verso l’egiziano per ucciderlo. A salvare EL MORISCO sono TEX e CARSON, i quali mettono in fuga il fantasma


Tex alle prese con il sanguinario fantasma – Speciale TEX, p. 204

Mentre CARSON rimane con l’occultista, TEX insegue l’Hombre Muerto e, sparando al suo cavallo, riesce a fermarlo, scoprendo però che si tratta solo di un cadavere rinsecchito che era stato legato alla sella dell’animale. In quel medesimo momento, KIT e TIGER si trovano a fronteggiare un nuovo attacco dei Comanche (con i quali vi sono pure alcuni meticci), che però sono costretti a ritirarsi a causa dell’intervento di Big Foot Wallace e dei suoi cowboy. I due pards e il gruppo di Wallace raggiungono il Lone Star, trovandolo completamente deserto. Il mattino successivo, nella capanna della curandera, Eusebio finalmente si risveglia, ritrovando accanto a sé EL MORISCO, il quale gli spiega che è stata proprio la bella Sarita ad avvelenarlo, e che si è salvato solo grazie all’antidoto che egli ha preparato con l’aiuto della Vecchia Maya. Costei, in realtà, non si era allontanata volontariamente, ma era stata portata in una comancheria, da cui è riuscita a fuggire. TEX e CARSON mostrano a Eusebio il cadavere rinsecchito usato dai Resurrezionisti (di cui l’infida Sarita fa ovviamente parte) per far credere ai loro nemici che a colpire fosse il risorto Videla. Resta però il mistero su chi sia il fantasma che ha ucciso Horne e ha cercato di fare altrettanto con EL MORISCO, e resta anche da scoprire come faccia il suddetto assassino a essere invulnerabile alle pallottole, comprese quelle sparatigli dai due ranger. A sciogliere, quella notte stessa, una parte dell’enigma è TEX, il quale - aiutato da CARSON, che fa da esca – tende una trappola al Cavaliere senza Testa e ai suoi complici Comanche. Il fantasma cerca di uccidere TEX, ma viene da questi disarmato, inseguito e infine catturato con il lazo. Il ranger scopre così che il suo avversario indossa, sotto il serape, una corazza da conquistador imbottita di cuoio all’interno: ecco perché sembrava invulnerabile ai proiettili. Sotto la corazza – cui sono state apportate altre modifiche per consentire al fantasma di vedere, simulando l’assenza della testa - si nasconde Sarita


Tex e Carson scoprono che il fantasma è in realtà la mezzosangue Sarita – Speciale TEX, p. 210

Condotta nella capanna della Vecchia Maya, essa rivela ai Nostri di essere la figlia di Videla e di aver organizzato tutto assieme ai Resurrezionisti per vendicare suo padre, nonché di aver usato i cadaveri, legandoli ai cavalli, per far credere che lo spettro del comanchero fosse ovunque. Le rivelazioni della squaw non convincono del tutto EL MORISCO, giacché non spiegano il perché di tutte quelle tombe profanate e come mai Ben Horne si fosse messo a scavare anche lui nel cimitero di Pueblo Blanco. Che Sarita abbia rivelato solo una parte della verità, risulta ancora più evidente quando, il giorno seguente, KIT WILLER – arrivato con TIGER e il gruppo di Wallace – racconta a suo padre e a CARSON di essere stato attaccato dall’Hombre Muerto e che quest’ultimo ha decapitato Flores. Poiché il succitato fantasma non poteva certamente essere Sarita né tantomeno  uno dei cadaveri rinsecchiti usati dalla setta, appare chiaro che, oltre alla figlia di Videla, qualcun altro ha impersonato il Cavaliere senza Testa, e questo qualcuno - come rivela Big Foot ai Nostri - è nientemeno che Creed Tyler, il quale era stato vent’anni prima il complice segreto del comanchero. Quando militava ancora nell’esercito messicano, Videla si era impossessato del tesoro di Santa Anna (costituito da un’ingente quantità di monete d’oro) e l’aveva diviso e nascosto in diversi cimiteri della regione, in una dozzina di tombe. Il simbolo azteco della morte serviva appunto, come intuisce EL MORISCO, a identificare le tombe giuste. All’epoca ignaro del segreto del comanchero, il subdolo Tyler aveva scoperto l’ubicazione del tesoro solo di recente, dopo che, nel corso degli anni, era riuscito rintracciare la moglie e la figlia di Videla e si era conquistata la loro fiducia. L’ex ranger – che si era presentato alle due donne sotto l’identità di Diego Ordonez, il nome del soprastante di Flores – aveva detto loro di essere stato come un fratello per il comanchero. Sarita non poteva certo immaginare che, in realtà, a sparare per primo sull’amato padre fosse stato proprio Tyler alias Ordonez, che aveva agitò così per impedire a Videla di rivelare a Horne, Flores e Wallace il suo doppio gioco. Assicuratasi la complicità della squaw e dei ComancheTyler  aveva iniziato a recuperare il tesoro (che avrebbe poi nascosto nella necropoli sulla Mesa del Muerto), facendo credere a Sarita che glielo avrebbe poi consegnato affinché lei e la sua gente potessero ricomprare le terre dei loro avi. Inoltre, Tyler aveva pensato di mascherare il tutto con la storia dei furti di cadaveri da parte dei fantomatici Resurrezionisti. Questi furti, però, avevano insospettito Ben Horne, il quale era anch’egli al corrente della vicenda del tesoro di Santa Anna. Nel cimitero di Pueblo Blanco, Horne stava per scoprire la verità che si celava dietro le profanazioni delle tombe, ma era stato appunto ucciso da Tyler, che – come sanno sia TEX che Big Foot – è, al pari di Videla, un vero maestro nell’uso della navaja, ed ha potuto in tal modo sfruttare a suo vantaggio la leggenda dell’Hombre Muerto. In un primo tempo, Sarita non crede che Tyler l’abbia ingannata e che sia addirittura l’assassino di suo padre, ma inizia a convincersi quando, il giorno successivo, segue TEX e gli altri sulla Mesa del Muerto e vede i corpi dei suoi Comanche davanti all’entrata della necropoli. Coadiuvato da Ordonez, Tyler si è sbarazzato degli indiani dopo aver preso il tesoro e ora, assieme al suddetto complice e a Lago, sta puntando verso il Texas, credendo di passare sotto il naso dei pards e dei loro amici. TEX e Wallace però hanno intuito le sue mosse e, calata la sera, gli giocano – con l’aiuto di Sarita e dei  Comanche - un brutto scherzo, ricorrendo proprio alla messinscena del Cavaliere senza Testa. L’inattesa apparizione dell’Hombre Muerto (impersonato dalla squaw) terrorizza Lago, il quale fugge via, convinto che Videla voglia vendicarsi di loro. Ordonez, invece, rimasto a guardia dell’oro viene catturato dai due KIT e da TIGER; mentre Tyler, lanciatosi all’inseguimento del fantasma, cade nella trappola tesagli da TEX e Big Foot. Quest’ultimo intima all’ex compagno di  gettare il fucile, ma Tyler, per tutta risposta, spara e ferisce Big Foot a un braccio. Spara anche contro TEX, che però lo uccide. Alla fine, tutti sono d’accordo nel consegnare il tesoro di Santa Anna a Sarita (cui Big Foot chiede perdono per quanto fatto a suo padre) e al suo popolo.


Tex uccide il perfido Creed Tyler – Speciale TEX, p. 238

Curiosità: La leggenda del Cavaliere senza Testa nacque da un fatto realmente accaduto, ovvero l’uccisione e la decapitazione, nel 1850 circa, di un famigerato fuorilegge messicano - un ladro di bestiame di nome Vidal (che nel Texone è diventato Videla) - a opera di due valorosi Texas Rangers - Creed Taylor (modificato in Tyler nella storia) e William A. A. Big Foot Wallace - e di un ranchero messicano, Manuel Flores (che Boselli ha trasformato in ranger). Wallace ebbe appunto l’idea di legare, sulla sella di un cavallo nero, sia il corpo di Vidal che la sua testa, con tanto di sombrero. Nel giro di pochi anni, gli avvistamenti del suddetto cavallo e del suo macabro passeggero fecero nascere la leggenda dell’Hombre Muerto, ghignante fantasma che terrorizzava gli abitanti della regione del Rio Nueces (Texas meridionale). Questi avvistamenti non cessarono nemmeno dopo che i poveri resti di Vidal vennero recuperati e sepolti in una fossa nei pressi del villaggio di Ben Bolt, a sud della cittadina di Alice (Boselli, invece, nel prologo della storia cita il cimitero di La Trinidad). 


Copertina di un romanzo del 1865 ispirato alla leggenda dell’Hombre Muerto

Nei redazionali del Texone, oltre a parlare del suddetto episodio, Graziano Frediani accenna ad un altro famoso Cavaliere senza Testa: quello che compare in un racconto di Washington Irving del 1819, La leggenda della valle addormentata (o La leggenda della valle del sonno), ambientato a Sleepy Hollow, un villaggio nascosto nel cuore di una delle anse che frastagliano la riva orientale del fiume Hudson (New York). Il più sconcertante degli spiriti che tormentavano Sleepy Hollow – scrive Frediani – era il fantasma di un soldato di cavalleria venuto dall’Assia, che ebbe la testa mozzata da una palla di cannone durante qualche remota battaglia combattuta nei paraggi, e che fu poi sepolto nel cortile della chiesa; ma, dopo il tramonto del sole, l’assiano si alzava dalla tomba e galoppava a spron battuto […] verso il campo di battaglia, alla ricerca della propria testa, con l’ansia di tornare nella tomba  prima dello spuntar dell’alba, scomparendo in una vampa di fuoco e di zolfo. Dal racconto di Irving, il famoso regista americano Tim Burton ha tratto, nel 1999, il film Il mistero di  Sleepy Hollow.  



Locandina originale del film Il mistero di Sleepy Hollow (Tim Burton, 1999)

CHUPACABRAS

I fantomatici succhia-capre del Sud Ovest. Secondo le credenze degli immigrati latinos, i Chupacabras sarebbero una sorta di grossi coyote (ma altre descrizioni parlano di mostruosi bipedi dai denti a sciabola) dotati di robusti aculei che si estendono dalla testa alla coda. Come si evince dal loro pittoresco nome, queste creature avrebbero l'abitudine di succhiare il sangue delle capre e di altri animali domestici. Fino ad ora, però, nessuno studioso di criptozoologia (la scienza che si occupa degli animali misteriosi) ha trovato prove concrete della loro esistenza, che appare assai improbabile. Nell'universo texiano, invece, i vampiri della Sierra esistono eccome, e sono davvero terrificanti. Essi compaiono nella quinta e ultima storia del decimo Color Tex, intitolata per l'appunto Chupacabras! (M. Burattini [sog.&scen.] – M. Rubini [dis.]) e ambientata in Messico, sulla Sierra Tarahumara. Qui, TEX e TIGER salvano, dalla banda del desperado Hiena, la spedizione del professor Dawson, un naturalista che è alla ricerca dei temuti Chupacabras. Voglio appurare se esistono davvero, dato che ho scoperto qualche nuovo indizio in proposito… - dice lo scienziato ai Nostri, che intendono mettersi nuovamente sulle tracce di Hiena e soci (datisi alla fuga dopo essere rimasti solo in quattro) – Di recente si sono susseguiti degli avvistamenti… ho ricevuto segnalazioni di attacchi a esseri umani! Sono stati almeno tre, a quanto si dice, i pastori trovati morti in questa regione, nei mesi scorsi… …e tutti sembravano essere stati prosciugati del sangue… …la stessa cosa capitata a parecchie pecore del loro gregge, messo in fuga dall'attacco delle creature misteriose… Le testimonianze sono così circostanziate da avermi spinto a organizzare questa spedizione!

Il professor Dawson rivela a Tex l'oggetto della sua ricerca. Il Ranger, però, non crede che i Chupacabras esistano veramente - Color Tex 10, p. 141.
TEX – il quale crede che i Chupacabras siano solo una leggenda – promette a Dawson che lui e TIGER (più possibilista, invece, sull'esistenza dei succitati mostri) si rifaranno vivi e si allontana con il suo pard. Un'ora dopo, quando il sole è ormai tramontato, i due giungono nei pressi del bivacco della banda, ma, una volta avvicinatisi, scoprono i corpi dissanguati di tre desperados. 

Tex e Tiger scoprono i corpi, completamente dissanguati, di due desperados - Color Tex 10, p. 144
L'unico a essere ancora in vita è proprio Hiena, che però, avendo la schiena spezzata, ha la sorte segnata. Prima di morire, il bandito dice al Ranger che ad attaccarli sono stati i Chupacabras. Questi ultimi si trovano ancora nelle vicinanze e, quando TEX (finalmente ricredutosi) e TIGER si rimettono in sella, inseguono i due pards, incuranti delle loro pallottole. I Nostri riescono a raggiungere Dawson e i suoi uomini (Santiago, Quebert, Colmar e Conrad), ma lo stesso fa un Chupacabras, che si avventa subito sul cavallo di TIGER. Il Ranger prima e il Navajo poi sparano immediatamente contro la mostruosa belva, che muore solo dopo aver ricevuto numerosi proiettili.

I due pards sparano contro il primo Chupacabras - Color Tex 10, p. 151
Noo!... Dovevamo prenderlo vivo!, esclama Dawson, il quale, intenzionato a catturare ad ogni costo alcuni esemplari, vuole scendere nella scarpata dove è finito il suo carro (in seguito all'attacco dei desperados) per recuperare il gas narcotizzante con cui addormentarli. In quel preciso momento, Colmar viene assalito e sgozzato da un secondo Chupacabras, che è a sua volta ucciso da TEX e TIGER.

Tex e Tiger uccidono il secondo Chupacabras, che ha appena sgozzato il povero Colmar - Color Tex 10, p. 153

Dobbiamo scendere in fondo al burrone e recuperare il narcotico!, dice l'ostinato naturalista a TEX, che risponde: Toglietevelo dalla testa, professore! Raggiungere i resti del carro vorrebbe dire mettere a repentaglio le vite di tutti, a partire dalla vostra! Invece aspetteremo qui l'alba e poi ci metteremo in marcia verso il paese più vicino! Credo che quei mostri non attacchino alla luce del giorno… . Le ragionevoli parole del Ranger convincono Santiago e compagni, ma non Dawson: I Chupacabras potrebbero spostarsi… e non li troveremmo più!... Quelli che vivono qua attorno sono sicuramente gli ultimi esemplari di una specie in via di estinzione!... Li ho cercati per anni!. Un ruggito improvviso annuncia l'arrivo degli altri componenti del branco: i due pards iniziano a sparare contro le implacabili belve, mentre Dawson - impugnata una torcia - si mette a correre in direzione del burrone. TEX e TIGER gli vanno dietro, seguiti da Santiago, Quebert e Conrad. Poiché anche i Chupacabras scendono verso la scarpata, i Nostri decidono di attenderli e mandano avanti i suddetti tre. Costoro raggiungono Dawson e gli dicono di venire via con loro, ma il naturalista, per tutta risposta, lancia contro di essi uno dei barilotti pieni di narcotico che ha recuperato dai resti del carro: No! Voi non farete del male ai miei magnifici esemplari!... . Investiti dal gas, Santiago e compagni cadono a terra privi di sensi; TEX e TIGER, invece, si allontanano in tempo. Il folle gesto di Dawson permette ai Chupacabras (quattro esemplari in tutto) di raggiungere il burrone indisturbati. Lo scienziato – che ha recuperato un altro barilotto - li aspetta, apprestandosi ad addormentarli con il narcotico. Scopre però, con sgomento, che il rubinetto si è danneggiato; il barilotto, quindi, è vuoto. In quel preciso istante, i Chupacabras gli saltano addosso e lo dissanguano. 

Gli ultimi quattro Chupacabras rimasti si avventano su Dawson, accortosi troppo tardi che il barilotto con il narcotico è vuoto - Color Tex 10, p. 160
Decisi a vendicare il naturalista, i due pards uccidono i mostri a colpi di winchester. Speriamo che Dawson avesse ragione… che i Chupacabras che abbiamo affrontato siano gli ultimi della loro specie. – dice TEX a TIGERE ora svegliamo quei tre e andiamocene da questo canyon maledetto!. Il Navajo risponde: Woah!... Che quei mostri restino per sempre nel regno delle tenebre!.          

Il Ranger e il suo pard scaricano addosso ai mostri i loro Winchester - Color Tex 10, p. 161

Le fucilate di Tex pongono probabilmente fine alla terribile specie - Color Tex 10, p. 162


Vere e proprie incarnazioni del male, i Chupacabras texiani si fanno ricordare, oltre che per la ferocia e l'incredibile resistenza fisica, per il loro inquietante aspetto, che è alquanto diverso da quello tradizionalmente attribuito ai vampiri del Sud Ovest. Le creature tanto amate dal professor Dawson - interessante figura di scienziato fanatico - hanno infatti una corporatura più da felide che da canide; sembrano una sorta di leoni mutanti, anche per via delle spine della testa, che somigliano vagamente a una criniera. Degne di menzione, inoltre, le loro fauci, in particolare le due zanne centrali, le prime ad affondare nella gola delle malcapitate vittime.   

Il Chupacabras nella sua più comune versione

Una delle versioni "alternative" del vampiro della Sierra


COLORADO BELLE 

Compare nella storia omonima (M. Boselli [sog.&scen.] – A. Font [dis.], nn. 538-539) ed è la giovane e bella cantante del Colorado Saloon di Yellow Sky, un villaggio minerario ai piedi dei monti Sangre de Cristo (nel Colorado, appunto). Viene uccisa dal bandito Deadman Dick per aver rifiutato di andare via con lui, e il suo cadavere è gettato dal suo assassino in un pozzo. Il fantasma di Colorado Belle – il cui vero nome era Alice Morrow – rimane a Yellow Sky, quando il villaggio, abbandonato dai suoi abitanti a causa dell’esaurimento delle miniere d’argento, diventa una ghost town



Cover del n. 538, “Colorado Belle” - disegno di Claudio Villa


La cantante fantasma nella sua camera del Colorado Saloon - TEX 538, p. 9

Qualche tempo dopo, KIT WILLER, sulle tracce della banda di Deadman, si ferma proprio a Yellow Sky, mentre sta per scoppiare un temporale. WILLER junior si sistema nella stalla, ma all’improvviso avverte la sensazione di essere osservato, e poiché anche il suo cavallo ha percepito qualcosa, pensa che si tratti di uno dei fuorilegge cui sta dando la caccia. Senza fare rumore, KIT raggiunge – con la pistola in pugno - la main street e nota, sottola pioggia battente, un’ombra alla finestra del Colorado Saloon. La finestra è precisamente quella della camera in cui viveva la povera Alice e  nella quale si aggira il suo fantasma. Entrato nella stanza, KIT la trova deserta e inizia ad esaminarla per vedere se la persona che ha notato da fuori ha lasciato qualche traccia. 


Kit nota l’ombra di Colorado Belle dietro la finestra del saloon - TEX 538, p. 17

Alcuni capelli biondi rimasti tra le setole di una spazzola indicano a KIT che una donna ha abitato la camera di recente. Il Nostro è confuso e si addormenta sul letto, svegliandosi la mattina successiva con la sensazione di aver fatto uno strano sogno, che però non riesce a ricordare. Uscito dal saloon, trova sulla main street un dollaro d’argento, uno di quelli che Deadman colleziona e che usa tenere nella fascia del cappello. A mettere la moneta sulla strada è stata, durante la notte, la ragazza fantasma, che non si è fatta vedere da KIT perché ha paura (teme che possa essere un componente della banda di Deadman) e si limita a spiarlo dalla finestra mentre lascia Yellow Sky



Kit raccoglie la moneta che Colorado Belle ha messo sulla main street di Yellow Sky - TEX 538, p. 21

Nello stesso momento, il fratello di Alice, il predicatore  Charles Morrow, arriva al trading post di Las Animas, a poche miglia dalla ghost town. Ignaro della tragica sorte di sua sorella, Charles intende riportarla nella casa paterna, a Philadelphia, e nonostante venga informato che Yellow Sky è ormai una città fantasma, vuole andarci lo stesso. Si offre di accompagnarlo un uomo chiamato Latigo, il quale in realtà ha l’intenzione di rapinarlo e di ucciderlo nella prateria quando scenderà la notte: egli è infatti un uomo di Deadman Dick. A salvare l’ingenuo Charles è TEX, che affronta e uccide Latigo proprio mentre questi stava per sparare al predicatore, il quale poi spiega al ranger – anche lui, come KIT, sulle tracce della banda di Deadman - lo scopo del suo viaggio.  Il giorno successivo, ad alcune miglia di distanza, Deadman e i suoi compagni – Beckford, il nero Scorpio, il cinese Lee Yong, l’indiano Ute Blackbird, Louie, Crandall e Ross – rapinano e uccidono tutti i componenti di una carovana, tranne due ragazzi, Mark e Annie, e una giovane donna, Rosemary. Deadman li ha risparmiati perché intende vendere i primi due agli Utes di Bisonte Nero e tenere con loro la terza. Il pomeriggio del giorno seguente, KIT trova i resti della carovana e, tramite i segnali di fumo, si mette in contatto con TEX, il quale, assieme a Morrow, raggiunge il figlio poco dopo mezzanotte. I tre si riuniscono attorno al fuoco e quando Charles dice a KIT, dopo avergli fatto vedere la foto di Alice, che costei cantava in un saloon di Yellow Sky, il giovane mostra a TEX il dollaro d’argento appartenuto a Deadman: L’ho trovato al mattino, appena uscito dalla stalla dove avevo legato il cavallo… ma avrei giurato che la sera prima non c’era… . Forse non avevi visto bene., gli dice TEX, e KIT risponde: "Possibile. Era quasi buio… e pioveva… …ma proprio qui sta il punto! Questa moneta non era immersa nel fango, come sarebbe stato logico… sembrava che qualcuno l’avesse appoggiata lì a terra solo qualche minuto prima… …perché io la vedessi!. KIT aggiunge poco dopo, rivolgendosi al predicatore: E’ strano, sapete… Ero da solo… …eppure avevo la netta sensazione che ci fosse accanto a me una presenza femminile!". Il mattino seguente, i tre si rimettono in viaggio in direzione del villaggio di Bisonte Nero; KIT infatti, esaminando il giorno prima le tracce lasciate dalla banda di Deadman, si è accorto che questi si è portato dietro degli ostaggi, e sia lui che TEX vogliono ovviamente liberarli. Giunti all’accampamento degli Utes, i due WILLER riescono, dopo varie peripezie, a liberare Mark e Annie ed a catturare Blackbird (che, rimasto nel villaggio con Scorpio, aveva cercato assieme a questi di uccidere TEX), quindi  fuggono. Bisonte Nero e i suoi guerrieri li inseguono, ma, dopo una breve sparatoria, il sakem accetta i due winchester offertigli da TEX e fa ritorno al villaggio. Il giorno seguente, il gruppo si divide: Morrow e i due ragazzi si dirigono a Yellow Sky, scortati fino alla pista che conduce alla città fantasma da KIT; mentre TEX, portandosi dietro il prigioniero Blackbird, segue le tracce di Deadman e dei suoi uomini (che hanno con loro l’altro ostaggio, Rosemary). Giunto a Boulder Mine, il rifugio della banda, TEX uccide Louie e Blackbird, che era riuscito a liberarsi. Il resto della banda non c’è, ma Rosemary dice a TEX ed a KIT (che nel frattempo aveva raggiunto suo padre) che i malviventi intendono rapinare la banca di Colorado Springs e si sono dati appuntamento con altri fuorilegge in una ghost town. I due WILLER capiscono che si tratta di Yellow Sky e si mettono subito in sella, temendo per la vita di Morrow e dei ragazzi. Questi ultimi, intanto, arrivano nella ghost town, ignari di trovarvi la banda di Deadman



Cover del n. 539, “I banditi della città fantasma” - disegno di Claudio Villa

Dalla finestra del saloon, Colorado Belle riconosce suo fratello Charles, ma decide di non farsi vedere, data la presenza dei banditi. I tre vengono subito catturati e tenuti prigionieri nel Colorado Saloon, dove, secondo uno dei fuorilegge, il possente Crandall, si nasconde qualcun altro. Crandall – che non viene creduto dai suoi compagni - ha controllato invano tutto il locale, tranne la soffitta, che è proprio il posto dove si è nascosta Alice. Il bandito sta per salire in soffitta quando qualcos’altro distoglie la sua attenzione: l’arrivo del complice di Deadman, Rhett Damon, e dei suoi uomini, Toblin e Murray. Quella notte, Mark riesce a liberarsi, approfittando della momentanea assenza di Toblin (posto a guardia degli ostaggi), il quale, dopo aver visto – riflessa allo specchio – Colorado Belle, cerca di catturarla. Quando Toblin ritorna, Mark gli sottrae la pistola e lo uccide; poi fugge dal saloon prima che arrivino gli altri banditi. Damon chiede al morente Toblin come ha fatto a farsi sorprendere, e questi, con le sue ultime forze, risponde: C’era… una donna… . Il mattino seguente, Deadman e Damon costringono Mark a uscire allo scoperto, minacciando di far torturare Annie da Lee Yong. Il ragazzo sta per venire ucciso da Murray, ma TEX, intervenendo all’improvviso, salva Mark, impiombando con il suo fucile il suddetto bandito. TEX e KIT si sbarazzano poi di Beckford e di Damon, e fanno prigioniero, nella stalla, Ross. Il resto dei loro avversari si asserraglia nel saloon; qui, Deadman lancia ai Nostri - in realtà nella stalla ci sono solo KIT e Mark, visto che TEX sta tentando di prendere alle spalle i banditi - un ultimatum: se essi non escono sulla main street per parlamentare, ucciderà uno degli ostaggi. Non ottenendo risposta (KIT sa bene che si tratta di una trappola), Deadman si appresta a uccidere Charles, ma proprio in quel momento una porta si apre e ne esce Colorado Belle. Il capobanda non crede ai suoi occhi (Tu!... Non è possibile!...) e punta la pistola sulla ragazza per spararle. Charles però glielo impedisce, mandando a vuoto gli spari, e lotta con lui sul pavimento, finché Crandall non tramortisce il predicatore con il calcio del suo fucile. 

Apparendo all’improvviso, Colorado Belle salva la vita al fratello Charles - TEX 539, p. 106

L’apparizione di Colorado Belle sconvolge il suo assassino Deadman Dick - TEX 539, p. 107

Allarmato dagli spari, KIT esce dalla stalla e, coperto da Mark, riesce a raggiungere la facciata del saloon. All’interno, Deadman ordina a Crandall di salire al piano di sopra per catturare Colorado Belle. Crandall trova invece TEX, che sbuca da una delle camere e fa precipitare dalle scale il bandito. Deadman e Lee Yong sparano contro il ranger, che risponde al fuoco ammazzando il capobanda. Il cinese, allora, decide di scappare, ma fuori dal saloon trova KIT, che lo uccide. A questo punto, la verità su Colorado Belle viene finalmente fuori: KIT, infatti, ricorda di aver intravisto anche lui Alice la notte che trascorse da solo a Yellow Sky (non si era trattato quindi di un sogno, come aveva finora creduto), mentre TEX, dopo aver ascoltato le ultime parole del morente Crandall: Il pozzo…dietro il saloon… , capisce cosa è realmente successo alla povera ragazza. Avevi ragione, Charles. - dice il ranger al predicatore – Tua sorella non ha mai lasciato Yellow Sky… . Il cadavere di Alice, ridotto quasi a uno scheletro, viene trovato nel pozzo indicato da Crandall, dove Deadman l’aveva per l’appunto gettato. I Nostri danno una dignitosa sepoltura a ciò che rimane di Colorado Belle – la cui anima ritrova così la pace - e abbandonano infine la ghost town.


Il cadavere della cantante viene ritrovato in fondo al pozzo - TEX 539, p. 113

Colorado Belle è un episodio davvero memorabile, una ghost story densa di pathos (l’amore che Charles nutre per la sorella perduta riesce a toccare il cuore del lettore, e nel finale è difficile non commuoversi) e dalle atmosfere suggestive. Questo sin dalle prime pagine, dove Boselli – noto appassionato di ghost stories – e l’abile Font creano un clima malinconico e fortemente evocativo. Si pensi alla sequenza del tumbleweed (la tipica pianta rotolante dei deserti nordamericani) che viene spinto dal vento nel saloon abbandonato, e alle didascalie che ci fanno conoscere i pensieri della ragazza fantasma:  "Il Colorado Saloon. E’ qui che vivo. E ho paura. Ho paura di questo posto pieno di rumori. Quella doveva essere solo una finestra o una porta che sbatteva…ma mi ha fatto paura. Sono troppo nervosa. Troppo! Colpa della solitudine. Ma preferisco restare sola. Dopo quello che mi è successo…" . Come risulta evidente dal suddetto incipit e anche dal prosieguo della storia, Alice è un fantasma un po’ sui generis: è lei, infatti, ad aver paura dei vivi e persino dei rumori che sente nel saloon; quando invece, nei tradizionali racconti di fantasmi, sono i vivi a temere gli spettri e a sobbalzare a ogni rumore improvviso. In questo senso, la povera Alice ricorda la bambina fantasma che sta al centro di una struggente storia di Dylan Dog, intitolata appunto La Bambina e apparsa per la prima volta nel cartonato Mondadori L’Indagatore dell’Incubo (1991). Nel finale di questa storia, Tiziano Sclavi fa pronunciare al suo Dylan una frase – Per i fantasmi, forse, i fantasmi siamo noi… -  che si addice anche a Colorado Belle, la quale, come dimostra la sua paura, sembra non avere piena coscienza di essere morta. A dire il vero, è lo stesso Boselli a giocare sul filo dell’ambiguità: se è vero che non ci vuole molto per intuire che Alice sia un fantasma (già nel primo albo diversi elementi lo suggeriscono), è altrettanto vero che solo nelle pagine conclusive viene fugato ogni possibile dubbio al riguardo. Quest’ambiguità costituisce uno dei maggiori pregi della storia, così come particolarmente azzeccata è l’ambientazione principale: quale location poteva infatti essere più adatta, per un racconto del genere, di una ghost town, cioè di una città che è essa stessa un fantasma? A tale proposito, è veramente apprezzabile l’implicita ironia presente nelle parole che Boselli fa pronunciare, in due momenti diversi della storia, al vecchio Ford (proprietario del trading post di Las Animas) ed a Mark. Il primo, riferendosi a Yellow Sky, dice a Charles: Là c’è ancora meno che a Las Animas!... Forse qualche fantasma!... . Il secondo, quando Annie dice che Yellow Sky le fa venire i brividi, rassicura così la ragazza: Tranquilla, Annie!… Anche se la chiamano ghost town, questo non significa che ci siano i fantasmi!... Invece, il fantasma c’è eccome, sebbene proprio Annie – e anche questo è in un certo senso ironico – è l’unica, nella sequenza clou dell’episodio (n. 539, pp. 106-107), a non vedere Colorado Belle, la quale si mostra solo a chi vuole. 
Il finale, oltre che commovente, è interessante anche per quanto concerne l’atteggiamento mostrato da TEX verso un evento assolutamente fuori dall’ordinario quale l’apparizione di un vero fantasma. In genere, come abbiamo già visto nel caso della mummia di AKHRAN, il ranger è scettico nei confronti del soprannaturale: al termine della suddetta avventura, infatti, egli liquidava come una mera illusione ottica la resurrezione del negromante egizio. Al contrario, in Colorado Belle (che è la più recente ghost story texiana), TEX comprende – e KIT con lui - che non vi può essere altra spiegazione all’infuori di quella paranormale, vale a dire che l’anima inquieta della sventurata ragazza è davvero rimasta a Yellow Sky. Mi dispiace, Charles. – dice il Nostro all’affranto predicatore dopo il ritrovamento del cadavere di Alice - Tua sorella è morta da molto…Tuttavia pare che, per quanto possa sembrare incredibile, qualcosa di lei ti abbia aspettato per tutto questo tempo… e che sia comparsa al momento giusto per salvarti!. Quando poi, seppellita la sorella, Morrow afferma che gli dispiace lasciarla da sola nella ghost town, TEX aggiunge: Charles, l’esperto di queste cose sei tu… ma dopo quello che è successo, credo che Alice sia davvero in pace con se stessa, ormai…  . Non può essere che così, visto che, oltre ad aver ricevuto una degna sepoltura, Alice ha ottenuto – proprio per mano di TEX – finalmente giustizia. Concludiamo, riportando le parole, pronunciate dal ranger, che chiudono questa magnifica storia: Addio… e grazie, Colorado Belle!



Locandina originale del film Cielo Giallo (William A. Wellman, 1948)

Curiosità: Come rivela Boselli nell’intervista pubblicata sul quarto numero di Tex Willer Magazine (aprile 2011), Colorado Belle era stata originariamente pensata in un unico albo e avrebbe dovuto essere disegnata da Aldo Capitanio (prematuramente scomparso nel 2001). Ad ogni modo, i due albi non hanno incrinato la qualità della storia, nè Font ha fatto rimpiangere l’artista vicentino. E’ senza dubbio efficace il modo in cui il disegnatore spagnolo ha caratterizzato i numerosi personaggi e ha reso la città fantasma e le altre ambientazioni. A proposito della ghost town, è assai probabile che Boselli abbia tratto il nome Yellow Sky da un famoso film di William A. Wellman con Gregory Peck e Richard Widmark, Cielo Giallo (1948). Questa pellicola – ambientata in una ghost town chiamata appunto Yellow Sky – è però un western del tutto realistico, come d’altra parte sarebbe la stessa Colorado Belle se non ci fosse la ragazza fantasma. Riguardo a quest’ultima, va detto che l’immagine del suo volto dietro la finestra del saloon (n. 538, p. 16, v. 5) richiama, con le dovute differenze, quella dello stalliere fantasma Quint in una delle più incisive scene di Suspense (Jack Clayton, 1961), celebre horror tratto dal racconto Il giro di vite di Henry James (1898).  


Il fantasma dello stalliere Quint (Peter Wyngarde) compare alle spalle del piccolo Miles (Martin Stephens) in Suspense (Jack Clayton, 1961)

Massimo Capalbo


N.B. trovate i link alle altre voci di The Dark Side of Tex andando sul Navigatore!

Nessun commento:

Posta un commento

I testi e i fumetti di nostra produzione apparsi su Dime Web possono essere pubblicati anche altrove, con la raccomandazione di citare SEMPRE la fonte e gli autori!

Le immagini dei post sono inserite ai soli fini di documentazione, archivio, studio e identificazione e sono Copyright © degli aventi diritto.

Fino al 4 gennaio 2017 tutti i commenti, anche i più critici e anche quelli anonimi, venivano pubblicati AUTOMATICAMENTE: quelli non consoni venivano rimossi solo a posteriori. Speravamo e contavamo, infatti, nella civiltà dei cultori di fumetti, libri, cinema, cartooning, etc.

Poi è arrivato un tale che, facendosi scudo dell'anonimato, ha inviato svariati sfoghi pieni di gravi offese ai due redattori di Dime Web, alla loro integrità morale e alle loro madri...

Abbiamo dunque deciso di moderare in anticipo i vostri commenti e pertanto verranno cestinati:

1) quelli offensivi verso chiunque
2) quelli anonimi

Gli altri verranno pubblicati TUTTI.

Le critiche, anzi, sono ben accette e a ogni segnalazione di errori verrà dato il giusto risalto, procedendo a correzioni e rettifiche.

Grazie!

Saverio Ceri & Francesco Manetti