giovedì 13 febbraio 2014

L’ETERNA E DUBBIA LOTTA FRA IL BENE E IL MALE. LA LEGGE E... LA STELLA DI LATTA! LA STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA (IX PARTE)

di Wilson Vieira
Con questa nona parte della nostra Storia del West - narrata con passione e impeccabile precisione da Wilson Vieira, il fumettista e super-esperto western brasiliano che ha lavorato anche per la Sergio Bonelli Editore (disegnando per Il Piccolo Ranger) - la cadenza degli appuntamenti diventa mensile. Godetevi pertanto questo affascinante excursus nel mondo della Legge ai tempi della Frontiera: a marzo l'argomento (vi diamo di straforo questa succosa anticipazione) sarà la Guerra Civile! (s. c. & f. m.)
I primi giudici di pace, nell’ambito di quelle regioni ancora selvagge della frontiera e del resto del mondo, coi loro colleghi dell’emisfero giuridico inglese non avevano in comune, a dir la verità, che il titolo professionale. In rarissimi casi vi era la possibilità di scegliere un giurista. Ma se ad una comunità toccava un privilegio del genere, allora l’intera regione, anche se consisteva in poche tracce sperdute nel deserto, non perdeva l’occasione di proclamare al mondo intero che la grandeza e la maestà del diritto inglese costituiva la garanzia della sopravvivenza dell’America. 
Ai pochi coloni fortunati bastava soltanto l’esperienza di un uomo qualsiasi che, per un qualunque motivo, si fosse già trovato di fronte a un tribunale ordinario e di questo rammentasse talune norme procedurali. Poteva anche essere sufficiente il solo fatto che qualcuno fosse in grado di leggere e scrivere. Nessuno andava per il sottile; l’importante era unicamente il fatto che, in caso di necessità, ci fosse un giudice. 
Tex n. 185 marzo 1976. Disegno di Galep.
Per molti anni esercitò nel Texas le funzioni di giudice un uomo di gigantesca statura, che masticava tabacco e aveva la barba rossa, con dei pugni così sodi e neri come prosciutti d’orso affumicati. Nella sua aula di giustizia l’unico libro esistente era il catalogo rilegato in pelle di pecora di un grande magazzino, il cui listino dei prezzi gli serviva come base per assegnare la pena. Nel caso di un cowboy accusato di disturbo della quiete pubblica si disse che Old Necessity, dopo un rapido sguardo al catalogo, avesse condannato il colpevole a dollari 4,88 di ammenda e che, alle proteste risentite dell’accusato, avesse risposto con un tono tra il solenne e il laconico che doveva ringraziare il cielo per essere stato condannato a dieci paia di calzini, anziché a un pianoforte di ammenda. 
Le udienze non corrispondevano soltanto alla comune necessità di restaurare l’ordine violato, ma soddisfacevano altresì a un bisogno di novità e di svago. Le taverne costituivano la principale e tipica fonte di divertimento per il pubblico, e il più delle volte il whiskey, come stimolante, aveva un’influenza maggiore sulla durata e sull’esito di una udienza di quanta non ne avesse un’arringa. 

William B. Almond (1808–1860), ex-commerciante di arachidi e, dal 1849, giudice concilliatore a San Francisco, per ogni atto ufficiale che gli costasse anche solo il togliersi il cilindro, pretendeva un’oncia di polvere di oro ed era solito interrompere le sedute a intervalli regolari, con la seguente motivazione: La corte ha la gola asciutta. L’udienza è sospesa. Lasciateci bere un bicchiere. 
Secondo il racconto di uno storico locale, il processo a un cercatore d’oro accusato di ferite corporali nel 1853 a Placerville, processo che era iniziato verso le undici di sera, terminò il mattino seguente col giudice, i giurati, il pubblico ministero e l’accusato tutti ubriachi fradici e una farfugliata sentenza di assoluzione. Dal momento che anche la vittima non ancora del tutto guarita dalle ferite era nel novero degli ubriachi, un verdetto di colpevolezza non avrebbe evidentemente giovato a nessuno. In tal modo si soddisfò la Legge e si rese giustizia a tutti i partecipanti, dal momento che l’accusato dovette pagare il conto. 
Per molto tempo ancora si mantenne l’uso del farsi giustizia da sé, specialmente quando un giudice emetteva delle sentenze lige alla forma giuridica, ma in contrasto con le più urgenti esigenze della comunità. Così, ad esempio, nel 1860 il neoeletto giudice di pace di Jacksonville (Oregon) aveva condannato a tre giorni di reclusione un cercatore d'oro per disturbo della quiete pubblica. L’uomo aveva colpito dei passanti con i tacchi degli stivali. Il condannato considerò la punizione come un'assurda privazione della propria libertà, appellandosi al consiglio degli anziani, vigente fra i cercatori d’oro. Nel corso dell’assemblea domenicale convocata a tal proposito la sentenza venne annullata e il caso fu rimandato al giudice con la raccomandazione di emettere un verdetto ragionevole oppure di sparire. Il giudice si affrettò a mutare la pena detentiva in una più dura dal punto di vista finanziario: l’obbligo di mantenere per due mesi una vedova con molti figli. Non trattandosi più di una riparazione umiliante, bensì di un vero e proprio risarcimento, la sentenza venne allora accettata. 
Dal fatto che, in sostanza, un giudice conciliatore potesse contare unicamente sulle sue risorse personali, sulla propria forza di convinzione e di credibilità, sulla propria superiorità spirituale e, non di rado, sulla pura forza fisica, per portare a esecuzione le proprie sentenze, ne conseguì che molti giudici oscuri e mediocri venissero presto scavalcati da personalità forti e risolute, sotto il cui arbitrio venne a modellarsi non solo la procedura giuridica del loro circondario, ma spesso la fisionomia di intere regioni. 
Per quanto diverse fossero, quelle personalità - nei loro capricci, nella loro caparbietà non di rado brutale - ora facete, ora birbone, oneste o disoneste, possedevano tuttavia un elemento in comune: una cocciuta e irremovibile forza di volontà. L’aspirazione al dominio, che accompagnava il loro buon senso, poggiava in gran parte sulle virtù virili - garanti del successo nella lotta per la sopravvivenza. 
A 70 anni e passa il giudice Ash Upson, ex-reporter del New York Herald, ex-stampatore, redattore ed editore, direttore delle poste, aiutante generale nel New Mexico e pubblico notaio, unì in matrimonio un cowboy con una entraineuse, dopo aver inultimente dissuaso il giovanotto, dal momento che egli stesso era separato e non aveva un gran concetto del matrimonio. Anziché consegnare l’atto nuziale agli sposi, il giudice lo ripose in un cassetto della scrivania. Alcune settimane dopo il cowboy si presentò nell’ufficio di Upson, chiedendo la separazione. Il giudice prese il documento dal cassetto e, semplicemente, lo bruciò. 
Un esempio divertente della grande diffidenza che avevano gli uomini della frontiera nei confronti dei costumi moderni e, soprattutto, degli avvocati provenienti dall’Est, ci giunge da Aurora (Nevada). Nel corso di un processo contro un ladro di cavalli, due avvocati di Chicago si erano divertiti a rendere vacillante l’attendibilità dei testi a carico, facendo cadere questi ultimi in imbarazzo con domande concernenti il loro passato. Quando infine gli avvocati domandarono a un vecchio colono se egli fosse mai stato accusato di furto di cavalli e se avesse una seconda moglie nel Texas, costui, senza una parola, tirò fuori la rivoltella puntandola contro i due di Chicago, che erano impalliditi, e disse, con tono irato, che gli avrebbe raccontato tutto ciò che sapeva sul caso in questione, ma senza una parola di più. La protesta degli avvocati fu contenuta dal giudice Pearson con questa promessa: Signori! Questo è un Paese libero. Ognuno ha il diritto di uccidere gli altri: ma possono stare certi che costui sarà regolarmente processato ancora prima del loro funerale. Si rinunciò a interrogare il teste e l’udienza si concluse con una condanna del ladro di cavalli. 
L’arma a corto raggio più in uso era lo schioppo a doppia canna, caricato a pallettoni; il suo frequente impiego condusse all’espressione sparare a qualcuno facendolo a pezzi, il ché, anche nei tribunali, veniva messo in pratica, con alterno sucesso, tanto dai giudici, quanto dagli imputati e dai loro amici. Questo fatto è testimoniato da numerose e atroci epigrafi che si possono trovare in gran quantità soprattutto sulle "colline degli stivali” delle città. A Virginia City (Montana), per esempio, un epitaffio disse: Il verdetto del giudice Stillwell fu buono, ma la Colt di Mike fu più veloce. E a Elizabethtown (New Mexico), ecco l’epigrafe: Qui riposa Dan Zimmerman. Il giudice aveva l’ultima parola e la usò. Le frasi ci danno un’idea certa dell’esito di quelle discussioni.  
Per questo motivo, non soltanto nelle cause penali ma anche in quelle civili, i fucili carichi si rivelavano come utili garanzie dell’obiettività della vertenza. Nel 1874, in una piccola città di minatori del Nevada, Shorty Barrow citò in giudizio, per il pagamento di un vecchio debito, il cercatore Steve Green, che aveva fatto fortuna. Poiché il giudice di pace era a letto col raffreddore, la seduta ebbe luogo nella sua camera da letto. Dopo aver ascoltato entrambe le parti, decise che Green doveva pagare il debito e le spese processuali. Shorty, tuttavia, più che interessato al rimborso, si mostrava in realtà maggiormente intenzionato a picchiare Green di santa ragione. Il giudice, allora, scese dal letto, imbracciò il suo Parker e, minacciando di fare a pezzi chiunque si immischiasse, uscì con la camicia da notte in strada, dove - secondo il racconto dei contemporanei - Shorty era subito volato addosso a Green.
Gli uomini della frontiera erano sostanzialmente soddisfatti di tutto ciò che fosse funzionale e sospettosi verso quanto ai loro occhi appariva come una tutela ingiustificata. Già nel 1837, Robert M. Williamson, un giudice col naso a innaffiatoio e perfetto giurista Texano, era stato inviato nel territorio boscoso della Contea di Shelby per stabilire colà un tribunale distrettuale ordinario. Dopo che Williamson ebbe preso posto dietro una cassetta, in una delle piazze del mercato, e dopo che già era iniziata la cerimonia del festeggiamento, uno dei presenti si fece avanti e conficcò profondamente nella cassetta un lungo coltello, rasente la mano del giudice. Fra gli applausi degli altri dichiarò che non vi era alcun bisogno di tribunale e che quel coltello era la Legge nella Contea di Shelby. Williamson puntò sull’uomo la sua Colt-Paterson a canna lunga, riuscendo a far comprendere a lui e all’altra gente che, in tal caso, la rivoltella era la Costituzione.
Secondo la definizione, comunemente accettata, di un contemporaneo, il codice d’onore della frontiera trasformava il diritto alla legittima difesa in un dovere morale, dal cui compimento dipendeva il riconoscimento stesso di tale diritto. Chi trascura il più elementare diritto dell’uomo, quello dell’autodifesa, non è degno di vivere, ha scritto John Wesley Hardin (1853–1895) - detto “l’ultimo pistolero” - nella sua autobiografia (Seguin, Texas, 1895). Hardin, passato alla storia del West come il peggiore bandito e pistolero del Texas, è un altro giovane che addossa la responsabilità delle proprie inaudite violenze al clima del dopoguerra. Desperado del Texas, cowboy, capo dei pionieri, temporanemante padrone di piccoli ranch, pistolero, avvocato e teologo: per i Texani una specie di eroe Nazionale, per il resto dell’America un sicario leggendario, bandito e tagliagole. Le sue gesta storicamente dimostrabili lo presentano come cowboy e capo di pionieri, in lotta con banditi, ladri di bestiame e militari dell'Esercito USA. Al culmine della sua fama di killer, sente il bisogno di scrivere la storia della sua vita. Dice tra l’altro: Ammazzare un negro significava in quel tempo essere condannato a morte da un tribunale sostenuto dalle baionette nordiste; così, contro la mia volontà, io divenni un perseguitato non dalla giustizia, ma dall’ingiustizia di coloro che avevano soggiogato il Sud. Il "negro" Hardin l’ha ucciso nel 1868, a quindici anni, e più tardi molti indiani, messicani e anche bianchi che minacciavano la sua vita e attentavano al suo patrimonio. Ha anche detto: Uccidere degli uomini è altrettanto male quanto l’essere uccisi, ma nessuno è mai riuscito a convincermi che l’utoconservazione e l’autodifesa non siano i più elementari di tutti i comandamenti. Chi rinuncia a difendere se stesso non è degno di vivere. Quando James Butler Hickok, detto Wild Bill Hickok (1837–1876), invitò il giovane cowboy ad Abilene a consegnare la sua pistola, questi rispose freddamente: Se volete le mie armi, venite a prenderle! Wild Bill rinunciò. Muore nel 1895 in un saloon di El Paso nel corso di una tragica partita a carte. L’allora ufficiale di polizia John Selman lo uccise con quattro pallottole in un’imboscata nel saloon Acme. Gli sono attribuite 40 vittime. Tra di loro, Hardin uccide nel ’74 uno sceriffo, delitto per il quale rimane in prigione 17 anni. Durante il tempo della sua prigionia nel carcere di Huntsville, studiò Teologia e Diritto. Quando nel 1894 venne rilasciato, era avvocato e docente di Dottrina Metodista. Se si pensa a questo lungo periodo, diciamo di... inattività, il numero delle sue vittime è ancora più impressionante. 
Sono tempi in cui persino gli uomini della Legge non riescono a celare una certa ammirazione per quei fuorilegge che dimostrino di essere ottimi tiratori e dotati, dal loro punto di vista, di notevole coraggio. L’elevato numero delle questioni d’onore personali decise con le armi - anche da parte di supremi magistrati - che continuò a verificarsi fino al XX secolo, ci chiarisce la validità universale di questa concezione tipica dell’Estremo Ovest. L’11 settembre 1859, a San Francisco, il senatore Californiano David C. Broderick (1820–1859) cadde ucciso sotto i colpi del suo avversario politico, il giudice superiore David S. Terry (1823–1889). Il procuratore distrettuale di Santa Fé, William L. Rynerson, il 17 dicembre 1867 uccise a fucilate il giudice supremo del territorio del New Mexico, John P. Slough (1829–1867), che l’aveva chiamato "ladro e bastardo"; in seguito venne assolto dall’accusa di omicidio. Una pubblica controversia, presso l’Università Battista Baylor di Waco (Texas), sulla corruzione morale delle studentess,e condusse, nel corso delle lezioni pomeridiane del 19 febbraio 1897, a uno scontro a fuoco tra il giudice distrettuale G. B. Gerard, da un lato, e gli editori di giornali Jim e Bill Harris, dall’altro. I fratelli Harris giacquero morti sulla strada mentre al giudice venne amputato il braccio sinistro. Quando costui, destandosi dalla narcosi, venne a sapere di aver colpito Jim Harris proprio nel pomo d’Adamo, espresse la propria soddisfazione: Ho mirato al bottone del colletto di quel bastardo. Anche in questo caso l’esame necroscopico accertò che il sopravvissuto aveva agito per legittima difesa. 
In generale, dai verdetti delle necroscopie di quei giorni, si rileva molto chiaramente che gli uomini della frontiera, consapevoli del fatto che il loro verdetto, in ogni caso, era determinante per una più vasta persecuzione dei colpevoli, si lasciavano guidare più da considerazioni pratiche che da punti di vista di natura giuridico-formale. 
Il fatto che, per esempio, il seguente verdetto del 1896 contenesse un aperto invito alla Legge del linciaggio, allora non turbò nessuno a Leadville (Colorado): Noi riteniamo che Jack Smith sia morto per insufficienza cardiaca. Abbiamo rinvenuto, in questo organo, due pallottole e un pugnale, e confidiamo che Bill Younger venga linciato, al fine di troncare la diffusione di questa malattia. 
Un problema altrettanto difficile quanto delicato dovettero risolvere nel 1884, a Tombstone (Arizona), quei giurati che sedevano in consiglio per definire la causa della morte del bandito John Heath, che era stato linciato. Il consueto verdetto - morte per mano di ignoti - non poteva trovare giustificazione, dal momento che essi stessi avevano preso parte al linciaggio. Alla fine i consigli del Dr. George Goodfellow condussero alla seguente, memorabile formulazione: Riteniamo che il deceduto sia spirato per un enfisema polmonare prodotto forse da strangolamento causato da lui stesso o da qualche altro fattore. 
Il verdetto che segue contiene un accenno alle conoscenze più elementari e indispensabili sull’uso delle armi da fuoco: Riteniamo che il defunto sai morto per suicidio. A una distanza di cento iarde e con una pistola sei-colpi ha aperto il fuoco contro un uomo che possedeva un fucile. 
Parecchie giurie, nei primi tempi, giungevano a pronunciare dei verdetti alquanto strani, proprio per il fatto che gli uomini della frontiera non erano ancora molto esperti nelle regole della procedura giuridica. Al villaggio di Walnut Grove (Arizona), che contava 40 abitanti, nel tribunale appena istituito venne dibattuta, come prima causa, quella di un ladro di selle. Dopo un consiglio durato mezz’ora, i giurati tornarono in aula con la sentenza: Colpevole di omicidio di primo grado. Informati del fatto che l’accusa era soltanto quella di furto i giurati tornarono a riunirsi nel fienile Old Abner Wade’s, dove erano attesi dal fratello dell’accusato - con whiskey, tabacco e carte da gioco. Dopo un’ora fu pronunciato il nuovo verdetto: Riteniamo che l’accusato rubò la sella per legitimma difesa e che quindi è innocente. 
D’altra parte vi erano nella frontiera anche parecchi giudici che, con il loro modo di condurre i processi, destavano sbalordite perplessità negli esperti di cose giuridiche. Abbiamo un esempio di ciò nel giudice Len Jawkins, ex-cowboy ed ex-combattente contro gli indiani, che ancora risideva nel New Mexico quando da molto tempo la frontiera era diventata una leggenda. La prima causa che si registrò nel suo tribunale dopo l’adesione del New Mexico all’Unione (1912) fu quella di un ladro di cavalli, difeso da un avvocato competente e preciso. Allorché costui, dopo la comparsa dei testi a carico, volle produrre i suoi a discarico, al colmo dello stupore si sentì obiettare che: Ciò non era necessario, perché avrebbe soltanto creato confusione nei giurati. 
Alla regolarità dell’esecuzione di una pena o alla sua eventuale commutazione, si opponevano nelle prime fasi dello sviluppo regionale determinate situazioni e circostanze. 
Le prigioni, soprattuto se situate in zone piuttosto periferiche, erano costruite con tavole di legno, talvolta anche con tronchi di albero e spesso erano fatte soltanto di terra. Consistevano quasi esclusivamente di un solo vano e, in base alla loro struttura, potevano servire unicamente a un soggiorno di breve durata. Ciò dipende ovviamente dal fatto che in origine molte regioni non infliggevano altre pene che quelle della riparazione, dell’espulsione e della morte. La prima e pubblica esecuzione capitale nel Texas, quella di John C. Quick e di David Jones, costituì la soluzione di un problema imbarazzante. Nella motivazione della sentenza, il giudice, scusandosi, diede ai condannati questa spiegazione: Il tribunale si proponeva di condannarvi soltanto alla reclusione, ma la prigione è ridotta in condizioni così penose da poter offrire ai prigionieri soltanto una coperta, che si è tranquillamente deciso per voi il sonno dei giusti. Tenendo conto di questa situazione questo tribunale, per un senso di umanità e di compassione, dispone come condanna che voi domani mattina dopo colazione, quando farà comodo allo sceriffo e per voi conveniente, siate impiccati. 
Nel corso del passaggio da una procedura giuridica incerta a una più precisa e codificata, la mancanza di prigioni sicure costituì un serio ostacolo, perché una pena diventava del tutto inutile se l’accusato, prima della propria condanna, riusciva a fuggire dalla prigione. Inoltre, la struttura delle prigioni suscitò un’ondata di critiche, di cui troviamo notizia in quasi tutti i giornali pubblicati alla fronteira. Un certo giorno, di mattina, un prigioniero affamato, portando sulle spalle la porta del pollaio in cui era stato rinchiuso, apparve davanti allo sceriffo pretendendo la colazione. In seguito venne utilizzato come prigione un brigantino in disarmo e un giornale scrisse: È ridicolo che ora la decisione se uno sia o no un delinquente dipenda, in realtà, dalla capacità dell’uomo di saper nuotare”. A Monroeville, un agglomerato di buche sotterranee da cui più tardi trassero profitto Colusa e poi Gleen, i fuorilegge venivano rinchiusi in una vecchia gabbia per gli orsi, che si trovava all’ombra di un raintree. Lo sceriffo della Contea di Gilpin (Colorado), dal momento che era sprovvisto di una prigione, dovette custodire i detenuti sotto il suo letto matrimoniale, facendoli dormire là sotto, fino al processo, con le mani e i piedi legati alle gambe del letto. Soltanto le energiche proteste di sua moglie, che attendeva un bambino, portarono finalmente alla costruzione di una prigione. Nelle colonie della prateria i prigionieri venivano stesi in terra a braccia e gambe divaricate; si fissavano mani e piedi a dei pioli e venivano ricoperti da un telone. Spesso erano anche calati sul fondo di pozzi prosciugati, oppure legati alle ruote dei carri, a tronchi d’albero, a mulini a vento, ai telai delle finestre di edifici pubblici oppure alle mangiatoie di certe stalle. 
Quando finalmente le prigioni furono costruite, sorse tuttavia il problema della facilità con la quale un uomo robusto poteva fuggire, o dal tetto o scavando un cunicolo sotterranneo. Dovunque i giornali protestarono, auspicando edifici più sicuri, mentre di notte parecchi redattori ricevevano la visita di individui furibondi per i quali il giorno precedente avevano chiesto una custodia più rigida. 
Quasi altrettanto problematica si rivelava, già da decenni, la conservazione degli atti processuali, che erano custoditi in un primo tempo nelle abitazioni di giudici, cancellieri e sceriffi - e poi in capanne di tronchi o d’argilla. Spesso gli incartamenti comprovanti pesanti acuse o deposizioni a carico venivano nottetempo rubati da persone che attendevano un processo o, più semplicemente, veniva appiccato il fuoco contemporaneamente ai quattro angoli dell’edificio del tribunale - metodo questo più rapido e sicuro. Specialmente nel Texas, tra il 1860 e il 1880, quasi ogni giorno dei tribunali finivano carbonizzati. Causa di ciò non fu sempre l’intenzione di evitare una condanna imminente: al contrario, gli incendiari spesso si limitavano a seguire quella Legge non scritta secondo la quale il sangue versato non poteva trovare più posto fra le memorie, ma solo nella terra. I verbali meticolosamente compilati costituivano un materiale incendiario per il risorgere di faide estinte e colpivano il tabù elementare, proprio della frontiera, dell’inviolabilità del passato.
Con l’incremento della colonizzazione e con la fondazione degli ultimi Stati dell’Ovest il Paese si ricoprì di una rete sempre più fitta di distretti giurisdizionali e del macchinoso formalismo dei principi sociali dello Stato di Diritto, all’ombra dei quali la “Legge della macchia” incominciò a trasformarsi in legenda ancor prima della sua effettiva e totale dissoluzione. Se si è parlato dell'ingresso della cultura civilizzata, quest’ultima ha avuto inizio con le chiese, le scuole e le prigioni. 
Il Giudice di Pace Roy Bean (1825–1903) non fu soltanto l’ultimo, grande individualista fra i primi magistrati, bensì, allo stesso tempo, l’uomo dalla più inesauribile originalità, in cui si fusero - dando vita al profilo inconfondibile di un unico individuo - le energie dell’epoca che aveva conquistato il West e la forma definitiva del nuovo impero nascente. Senza avere mai ucciso un uomo, senza avere mai condannato nessuno a morte o alla reclusione, egli riuscì a imporre l’ordine e la pace a un territorio caotico del Texas Occidentale. Innumerevoli sono gli aneddoti che si raccontano sul "bettoliere" che si procurò con grande facilità l’epiteto di Legge a Ovest del Pecos. Racconti che tuttavia evidenziano in tale misura le sue attitudini più appariscenti, la versatilità della sua arguzia, e che finiscono col nascondere la feconda ampiezza della sua personalità e delle sue realizzazioni. Il vero Bean possedeva ancora parecchie altre qualità in misura tale da sollevarlo al di sopra della media, pur senza isolarlo. Storicamente egli apparve ai posteri come una fisionomia originale e composita di eroe, burlone e mariuolo, che si era servito del coraggio, dello spirito d’iniziativa e del proprio spiccato ingegno, per soddisfare - con una libera interpretazione della Legge - la propria insaziabile e spudorata avidità di denaro. 
Tex n. 635, settembre 2013. Disegno di Villa.
Nell’estate del 1882 la costruzione della ferrovia della Southern Pacific fu interrotta da un caos indescivibile sorto all’interno dei cantieri che contavano 10.000 uomini. I quotidiani omicidi, aggressioni e rapine indussero la direzione della ferrovia a chiedere aiuto al generale W. H. King (1839–1910). Il 5 luglio 1882, dal campo principale Eagle’s Nest, il capitano Oglesby dei Ranger del Texas mandava questo rapporto al generale: Qui c’è la più terribile accozzaglia di attaccabrighe, giocatori, banditi, assassini e borsaioli che io abbia mai visto. Noi riusciamo solo a tenere sotto controllo gli assassini più pericolosi, dal momento che ci troviamo a più di 200 miglia di distanza dal tribunale di Stockton. Ciò di cui abbiamo bisogno qui è un giudice col quale si possano far saltare in aria dei macigni”. La leggenda vuole che Bean, di proprio arbitrio, si fosse autoeletto giudice. D’altra parte la Commissioners Court della Contea di Pecos detiene le prove del fatto che il 2 agosto 1882 Roy Bean, dietro versamento di una cauzione di 1.000 dollari, venne nominato ufficialmente Giudice di Pace e che, per la durata della sua carica, gli vennero affidati, in qualità di funzionari esecutivi, sei Rangers del Texas. In un ambiente che aveva saputo opporre un'efficace resistenza ai Rangers del Texas e alla Cavalleria dell’Unione, Bean non solo sopravvisse, ma ebbe successo. Sia che requisisse a dei giocatori di professione il "tiro a sei" che avevano rubato a un postiglione ubriaco, infliggendo loro una forte multa; sia che minacciasse d’impiccagione un giovane avvocato, suo costante oppositore, o che assolvesse un operaio, che aveva ucciso un cinese, per il fatto che non gli riusciva di trovare legge alcuna che vietasse l’omicidio di un cinese; sia che infliggesse a dei morti, che avevano con sé del denaro, una multa postuma, pari alla somma, per divieto di porto d’armi, intascandosi i dollari; sia che legasse a un palo in compagnia di Bruno - il suo orso grigio addomesticato che aveva comprato da un circo viaggiante - qualche accusato renitente, o che minacciasse il medesimo trattamento a dei giurati che non riuscivano a pervenire a un verdetto, Bean conquistava sempre gli avversari col suo buon umore.
Era quella perfetta fusione di caparbietà, intelligenza, avidità di denaro, scaltrezza e spirituale superiorità che gli procuravano considerazione e rispetto, anche presso gli uomini più duri e violenti; e perfino un giurista perfetto, quale il giudice distrettuale Falvey, che dovette una volta compiere un’ispezione sulla curiosa prassi di Bean, non poté esimersi da un sorriso di compiacimento nei confronti della sua retorica burlona. Un amico personale del giudice era stato denunciato sotto l’accusa di infrazione al divieto di porto d’armi. Dopo breve riflessione Bean enunciò la sua teoria: L’accusa è nel torto. Portare significa trasportare. Se l’uomo era fermo, allorché venne arrestato, non ha effettuato alcun trasporto d’armi, dal momento che non si muoveva. Se invece si muoveva, faceva precisamente ciò che fanno tutti i viaggiatori; vale a dire, camminava. E ai viaggiatori il trasporto delle armi è permesso. Il caso è quindi annullato”. Nessuno si seccava per il fatto che - facendo presente che non era lecito pretendere da lui che si facesse ancora sessenta miglia a cavallo - dichiarava legalmente morti coloro che erano in fin di vita, incassando così i 5 dollari della tassa per la necroscopia. 
Bean, con brevi intervalli, prestò servizio fino alla sua morte, contemporaneamente in qualità di Giudice di Pace, coroner, giurato e funzionario esecutivo. La ferrovia, che non dimenticò mai i suoi servigi, lo favorì facendo fermare per 15 minuti in quel minuscolo villaggio il treno della linea San Antonio – El Paso, soltanto perché i viaggiatori avvessero l’occasione di andare a vedere quel giudice, ormai famoso in tutti gli Stati, e di ristorarsi nel suo saloon, la cui insegna portava scritto: Roy Bean, giudice di pace e pubblico notaio, birra ghiacciata e Legge a Ovest del Pecos. Bean approfittò di questa occasione in un modo che un delicato definirebbe quasi furfantesco.
Esattamente il contrario della libera interpretazione della Legge, propria di Bean, la diede il giudice federale Isaac Charles Parker (1838–1896), che come Hanging Judge ("giudice degli impiccati") fu il giudice più straordinario degli Stati Uniti. Nacque il 15 ottobre 1838 - figlio del pastore metodista Joseph Parker, originario del Maryland, e della fanatica metodista Jane Shannon dell’Ohio - in una casa di legno nella Vinegar Valley (Ohio). Studiò Diritto e Letteratura Inglese. Nel 1859 era avvocato nell’Ohio, nel 1860 a St. Joseph (Missouri) e il 12 dicembre 1861 sposò Mary O’Toole. Dall’aprile del 1861 fino all’aprile del 1864 fu Pubblico Ministero e Provost-Marshal della Milizia di Stato. Durante la Guerra Civile si impegnò con passione nella lotta contra lo schiavismo. Nel 1864 fu Procuratore di Stato nella dodicesima circoscrizione giuridica del Missouri e dal novembre del 1868 giudice nello stesso distretto. Nel 1870 fu Deputato per lo stesso distretto del Missouri al Congresso, dove difese appassionadamente i diritti degli indiani. Egli influì in modo determinante sulla Legge promulgata nel 1872 e chiamata Indian Appopriation Bill. Nel 1874 perse la nomina a Senatore per la sua simpatia verso gli indiani. Il suo potere sulla vita e sulla morte fu il più assoluto di tutta la storia del Diritto Americano. Come Roy Bean, anche Parker iniziò la sua carriera a 21 anni e, come Bean, anch’egli impose la propria volontà a tutta una ragione che, con i suoi 189.440 kmq, era di gran lunga più estesa.
Il successo arrise a entrambi; ma mentre Bean imprimeva alla Legge l’impronta di una vita unica e la peculiarità di un carattere ben preciso, con Parker si giunse a un totale irrigidimento dogmatico, privo d’anima e di sentimento, al perfetto quanto spietato meccanismo di una Giustizia inflessibile. E come successe per Bean, anche attorno a Parker incominciarono a fiorire, fin dai tempi in cui era ancora in vita, innumerovili leggende. La sola differenza fu che, mentre di Bean - di questa figura cara al cuore degli Americani - si fece a poco a poco una specie di idolo nazionale e della sua casa in legno - custodita come un museo - un monumento nazionale, la leggenda pervase la storia di Parker come un incubo angoscioso e tutto ciò che avrebbe potuto costituire un chiaro ricordo di lui, venne cancellato subito dopo la morte. La giurisdizione di Parker, allora il più giovane Giudice Federale degli USA, nominato nel 1875 dal Presidente Ulysses S. Grant (1822–1885) al tribunale distrettuale dell’Arkansas Occidentale, copriva l’intera zona del tTerritorio Indiano dell’Oklahoma e comprendeva anche 18 contee dell’Arkansas Occidentale. Il fatto che questo territorio appartenesse alle cinque Tribù Indiane Civilizzate, che possedevano un proprio Governo e una propria competenza Giudiziaria, ovviamente non valida nei confronti dei bianchi, e, di conseguenza, che non esistesse per i bianchi un diritto pubblicamente riconosciuto, attrasse così tanti criminali degli Stati circostanti - Texas, Colorado, Kansas, Missouri e Arkansas - che ben presto neanche il possessore di un solo dollaro di argento fu più sicuro della propria vita. L’unico tribunale dell’Unione, a Fort Smith, era giunto a un tale punto di corruzione che la popolazione, esasperata, per poco non linciò il Giudice Federale Story.
Quando il trentaseienne Parker prese posto per la prima volta sul seggio di ciliegio del Presidente del tribunale, le società della ferrovia minacciarono il blocco dei loro progetti di costruzione, i capitalisti il ritiro dei loro prestiti e i coloni bianchi il loro esodo. Lo sviluppo dell’Oklahoma aveva subito un arresto sotto il terrore del banditismo bianco e di colore; la colonizzazione ristagnava; non c’era uomo della frontiera che osasse lasciare la propria casa; nei piccoli centri abitati vivevano barricati; le partorienti morivano dissanguate perché nessun medico osava uscire dal proprio studio. A Fort Smith si ribellavano centinaia di testimoni che da mesi attendevano di poter deporre e che erano tenuti forzatamente lontani dai poliziotti dalle loro fattorie. La prigione rigurgitava di arrestati e dopo il suo arrivo, il 10 maggio 1875, il giudice Parker inaugurò le sedute giudiziarie con la discussione di una dele vecchie cause. Il processo d’accusa contro il cowboy texano Daniel Evans, che aveva ucciso a colpi d’arma da fuoco un suo amico a causa dei suoi stivali nuovi, terminò con una sentenza capitale e, per la prima volta nella Storia del West, si udì echeggiare nell’aula del tribunale il verdetto memorabile del fantastico giudice: Io ti condanno a essere appeso per il collo, finché tu non sia morto, morto, morto! Già il 3 settembre, appena tre mesi dopo la sua entrata in carica, ebbe luogo la prima esecuzione capitale in massa di sei delinquenti; sei mesi dopo, la seconda e ancora nello stesso anno, la terza. L’assoluta certeza della pena è l’unica vera difesa contro i crimini e l’applicazione della Legge per opera del giudice Parker ha fatto di quest’ultimo il terrore di tutti o delinquenti del territorio degli Indiani, scriveva il giornale Western Independent. 
Il record del Giudice degli Impiccati è senza precedenti nella Storia della Legge in America; nel periodo compreso tra il 10 maggio 1875 e il 17 febbraio 1896, Parker dibatté 13.490 cause che condussero a 9.454 condanne di cui 8.938 a pene detentive oscillanti dai 5 ai 55 anni. Su 516 proposte di pena capitale si ebbero 344 condanne ai lavori forzati a vita e 172 condanne a morte. Di queste, tuttavia, soltanto 88 vennero eseguite. Cinque condannati a morte spirarono in prigione, uno fu ucciso mentre tentava la fuga, un altro fu trasferito in un ospedale psichiatrico; 76 ebbero la pena commutata nei lavori forzati a vita: 43 da parte del Presidente, 23 dal Tribunale Supremo e 10 da Parker. Non meno singolare è la statistica delle Forze di Polizia di Parker; nel periodo in cui il giudice fu in carica i Deputy Marshal bianchi e di colore arrestarono un totale di 9.278 persone. Gli arrestati venivano trasportati su carri carcerari chiamati tumbleweed. 352 uomini, ricercati con mandato di cattura, vennero uccisi in combattimento; 84 morirono in seguito a ferite. Dei complessivi 202 funzionari di Polizia, 65 vennero uccisi a colpi d’arma da fuoco - di cui 42 nel loro primo anno di servizio e 23 nel loro terzo anno - e 81 furono resi inabili al servizio, così che soltanto 56 Poliziotti del servizio di Parker rimasero in vita e incolumi. 
I costi dell’apparato della Giustizia, malgrado che gli stipendi dei funzionari fossero relativamente bassi, raggiunsero somme favolose che furono senz’altro ripagate, se consideriamo il fatto che la Civilizzazione dell’Oklahoma poté ben presto essere nuovamente stimolata dalla consueta veemenza. A questo proposito può essere interessante il fatto che, per esempio, lo stesso giudice Parker che in un anno guadagnava 350 dollari, riceveva in media delle entrate inferiori a quelle del suo Cancelliere, che lavorava contro onorario, e che un Deputy Marshal percepiva uno stipendio mensile oscilante tra gli 80 e i 100 dollari, intascando per ogni arresto dai 2 ai 20 dollari - più 50 di premio - e che il boia George Maledon (1830–1911), un oriundo Tedesco di Landau che svolgeva il suo lavoro con scrupolosa e scientifica indifferenza, riceveva per ogni esecuzione 100 dollari, coi quali doveva far fronte a tutte le spese, incluse quelle per il feretro e per il seppellimento.
I giudizi sul carattere di Parker espressi dai contemporanei e dagli storici restano ancora oggi notevolmente divergenti. Mentre gli uni lo condannano come sanguinario fanatico nella Religione come nella Legge, viene elogiato dagli altri come braccio destro di Dio e biblico portatore di Giustizia. Come sempre anche a questo riguardo la verità Storica potrebbe forse trovarsi nel mezzo. I verbali dei suoi processi, che ci sono pervenuti, dimostrano che egli fu senz’altro un uomo profondamente sensibile e religioso, che credeva alla Giustizia della Legge ed era fermamente convinto della propria Missione Storica; un uomo che seppe disgiungere, in modo tanto perfetto, quanto impressionante, la propria coscienza professionale da quella privata. Nel profilo tracciato dai suoi contemporanei egli appare come un cittadino generoso e socievole, affascinante uomo di spirito in compagnia, e come un tenero padre di famiglia che, dopo ogni condanna a morte, rimaneva profondamente scosso, versava lacrime e dalla sua finestra assisteva, con lo sguardo fisso, a ogni esecuzione, dall’inizio alla fine. In cause di minor rilievo parecchie sentenze rivelano in lui un giudice comprensivo. Forse le sue ultime parole ci offrono una spiegazione del suo carattere: Io non ho mai impiccato un uomo. È stata la Legge a farlo. Dopo lamorte di Parker l’area di competenza del suo tribunale fu ripartita in non meno di 72 distretti giurisdizionali autonomi. 
Zagor n. 74, agosto 1971. Disegno di Ferri.
L’estinzione della vendetta privata a opera del giudice, col quale l’Ingiustizia fatta a un uomo si trasformò in un'Ingiustizia commessa ai danni dello Stato, appartiene a un passato recente: col Diritto Romano, sul Continente Europeo, e con i Normanni, in Inghilterra, mentre invece il processo di sviluppo vero e proprio, che portò a quella estinzione, ebbe una durata di millenni. Quando, nell’ambito della frontiera, un gruppo di uomini stabiliva che le loro Leggi non scritte serano state violate in modo intollerabile e pericoloso per la loro stessa vita, e quando di conseguenza faceva Giustizia con le proprie mani onde ricostituire l’Ordine violato, tutto ciò non rappresentava nei confronti di un Diritto nominale - che era o del tutto assente o inefficace - un porsi al di fuori della Legge, bensì costituiva l’unica, ragionevole ed efficace alternativa possibile alla Giustizia Legale. Avere un codice d’onore era senz’altro meglio che non averne nessuno; e una Giustizia popolare costituiva comunque un progresso rispetto a un'assenza di Giustizia.
A questo proposito, nella sua opera monumentale sui Tribunali Popolari Americani, qualcuno giunse all’interessante conclusione secondo la quale il Comitato di Vigilanza - che egli distingue in modo preciso disorganizzato - sarebbe l’espressione di una Fede, molto sviluppata in America, nel Diritto da parte dei governati, di esercitare sempre un controllo costante e arbitrario sul Governo. Esso avrebbe, come scopo, quello di offrire un appoggio alla Legge nell’adempimento dele sue disposizioni e reclamerebbe, se necessario, il Diritto a ricorrere eventualmente anche a mezzi illegali. Costituisce una spiegazione valida il fatto che il principio di vigilanza non scaturirebbe quindi dal disprezzo della Legge e che, accanto a una nutrita schiera di storici, anche J. E. Cutler sostenga la tesi secondo cui la Legge del linciaggio sarebbe, sotto determinate condizioni, un sistema utile quanto efficace. Indubbiamente, contro il rinascere di una Giustizia fatta con le proprie mani, l’esperienza storica dispone di pesanti argomenti da addurre. Tutte le forme dell’autodifesa legalizzata, specialmente quelle dell’impiccagione e dell'aggressione, hanno ben presto assunto i caratteri di un'assuefazione contagiosa. Una volta che vigilanti e vendicatori incominciarono a prendere la Legge nelle loro mani spesso si mostrarono incapaci di deporla. L’orgoglio, la paura o l’ebbrezza del potere, derivante da un uso della forza impunito e fortunato, li fece continuare fino al momento in cui l’autodifesa, sotto il pretesto di instaurare il rispetto della Legge, si trasformò nel terrore che finì col chiamare di nuovo alla ribalta altri vigilanti e vendicatori, causando una serie ininterrotta di atti di sterminio. 

Senza dubbio l’autorità dei successivi Giudici di Pace spesso possedeva ancora le caratteristiche della cosidetta Legge della Giungla e di un arbitrio aristocratico che esercitò la propria influenza su tutta una generazione di giudici distrettuali e federali; ciononostante lo sviluppo verso la sicurezza della Legge trovò la propria realizzazione - ora burrascosa, ora logica, ma in una forma sostanzialmente positiva - così come accade sempre nell’Ovest, per ogni altra cosa. La Legge della Giungla, chiamata anche "Giustizia a pelle grezza", è una giustizia popolare in uso nei primi tempi nel Far West, dove si cercava non tanto di applicare alla lettera le Leggi scritte, ma piuttosto di trovare una soluzione logica e utile per la comunità. Il Giudice di Pace è un giudice che viene insediato nel suo ufficio dall’amministrazione comunale di un centro abitato. Egli, sulla base di leggi formulate a difesa degli ordinamenti validi per quella data comunità, presiede solo dibattiti di natura civile e può sentenziare in processi il cui oggetto di contestazione non superi il valore di 150 dollari.
Il Giudice Distrettuale è un giudice che viene eletto per un termine dai 2 ai 4 anni e sotto la cui giurisdizione cadono i processi civili e penali di un distretto o di una contea. Egli applica tutti i paragrafi dell’intera legislazione.



Il medico legale conduce il primo esame del cadavere di un uomo e indica le cause del decesso, le quali possono anche portare alla formulazione di una denuncia.
Lo Sceriffo è un funzionario esecutivo di polizia di un tribunale o di una amministrazione distrettuale, ed è anche capo della polizia di una grande città. Le sue mansioni erano le seguenti: esecuzione dei mandati di cattura o comparizione, esecuzione di sentenze legali (per le pene detentive, il trasporto del condannato nella prigione dello Stato; per la pena di morte, l’esecuzione della stessa). In più doveva riscuotere le imposte distrettuali e territoriali, delle quali poteva pretendere il 5% per se stesso, un fatto che rendeva il posto dello sceriffo molto allettante - soprattutto in distretti con molte ditte e con un grosso giro d’affari, come nei distretti laddove si commerciava in bestiame o nei distretti minerari. Questo spiega la vana aspirazione di Wyatt Earp (1848–1929) di ottenere un posto da sceriffo. Lo sceriffo veniva designato con elezioni pubbliche dalla popolazione di una contea, per la durata di 4 anni. I suoi vice - i deputy - erano impiegati a termine.
Il Marshal è il capo supremo della polizia della città o del paese, che viene assunto dall’amministrazione citadina o comunale e che può essere licenziato in qualsiasi momento. Egli è responsabile dell’ordine e della tranquillità nell’ambito comunale e deve attenersi alle disposizioni comunal, che possono variare da luogo a luogo. Altri addetti alla polizia comunale sono il Deputy Marshal, l'Assistant Marshal, il policeman e il constabler. Bass Reeves (1838–1910), è probabilmente il primo nero a ricevere un incarico come Deputy Marshal a Ovest del Mississippi River. In Patria è considerato um vero eroe/leggenda. Tutte queste cariche dipendono dal Sindaco o dall’Amministrazione Comunale.




Il Marshal USA, è il capo della polizia che viene nominato dall’Autorità Federale per ogni Stato Federato o per ogni Territorio Federale. Il suo compito è di fare osservare le Leggi Federali nei singoli Stati o Territori. Così, per esempio, erano di sua competenza delitti contro il Servizio Postale Federale; assalti alle diligenze postali od ai treni nei quali la Posta Federale veniva dannegiata o derubata; delitti contro le Forze Armate USA oppure commessi nelle Riserve degli indiani o contro il diritto di domicilio, etc. Il Marshal USA in un Stato aveva normalmente diversi sostituti, che a loro volta controllavano un determinato territorio. Le competenze di questo Marshal erano severamente delimitate. Così, un tale Marshal poteva agire nei limiti di una città solamente col consenso e la collaborazione del City Marshal. È anche capitato che un City Marshal ignorato abbia semplicemente arrestato un Marshal USA quando questo si arrogava diritti che non gli competevano. Anche i Ranger del Texas potevano agire in una città solamente col consenso del City Marshal; invece lo Sceriffo di un distretto, che era anche funzionario esecutivo del competente tribunale, aveva competenza in ogni parte del suo distretto.




Veniamo così ai Texas Rangers. Nel 1828 il Messico aveva aperto la porta della sua provincia di Coahuila, nel Texas, agli immigranti Anglo-Americani. Questa provincia, per la maggior parte, era in mano a tribù selvagge di indiani e per l’altra a caballero Messicani, ranchero e vaquero. Nel 1830 c’erano nel Texas 30.000 Americani che erano numericamente superiori a tutti gli indiani e Messicani messi insieme. Le parole rivoluzionarie degli Americani fecero il resto per indurre il Governo messicano a chiudere le porte alle immigrazioni dal Nord. Gli Americani, che si definivano Texani, si videro messi nel più completo isolamento da Messicani fortemente armati e minacciati dagli indiani e perciò decisero di fondare, per parare la minaccia, i Texas Rangers, una milizia che doveva proteggere la zona delle colonizzazioni, nella parte Orientale del Texas, dagli attacchi degli indiani e dei Messicani. Era molto importante che il Texas Ranger conoscesse esattamente il modo di combattere e la tecnica degli avversari; per esempio, gli indiani a cavallo arrivavano a frotte, attaccavano, uccidevano e sparivano - i ranchero e i vaquero, pure a cavallo, si comportavano analogamente. Il ranger venne perciò addestrato a muoversi da solo, o in piccoli gruppi, a provvedere a se stesso, ad attaccare, uccidere e sparire senza lasciare traccia.

Zagor n. 363, ottobre 1995. Disegno di Ferri





Ma solamente all’inizio della Rivoluzione dei Texani contro il Messico i Texas Rangers venero costituiti in un Corpo di Polizia ufficiale. Il 17 ottobre 1835 il Comitato Ufficiale per la Liberazione del Texas stabilì che: 25 ranger dovevano vigilare sulle frontiere fra Brazos e Trinity River, 10 la riva Orientale del Trinity River e 25 sulla zona fra il Rio Brazos e il Rio Colorado. La Rivoluzione finì nel 1836 con la Indipendenza del Texas. I Texas Rangers divennero allora una regolare Polizia di Frontiera della Repubblica del Texas. Il 28 dicembre 1838 una Legge costituì il Reggimento dei Rangers, forte di 840 uomini. Il Reggimento aveva otto Distaccamenti, con regolari forti; gli otto Distaccamenti comprendevano 15 Compagnie di 56 uomini cadauna - comandate da un capitano, un primo e un secondo tenente. I Texas Rangers venero impiegati nella Guerra contro il Messico (1846/48), presero prigioniero il Presidente Messicano a Monterey ed entrarono in Messico City. In seguito vennero condotti nelle riserve dell’Oklahoma. Poi vennero impiegati come Polizia Statale ausiliaria nei conflitti civili interregionali. L’impiego consisteva principalmente nel dirimere conflitti sanguinosi fra rancher e fra rancher e nuovi arrivati. Una parte importante avevano in queste circostanze i cosiddetti “battaglioni di frontiera” al comando del capitano John Jones. Nessun Texas Ranger aveva poteri di polizia indipendenti, ma era sempre sottoposto alle autorità locali - Sceriffo, Marshal e Marshal USA della città - e poteva agire solamente su esplicito ordine di una di tali autorità. Qualora i Rangers si dimenticassero di queste disposizioni poteva accadere che essi venissero denunciati e processati. Il 4 agosto 1935 un giornale pubblicò la seguente notizia: Famoso e ricco di tradizione come Corpo di Polizia del Sud-Ovest più avventuroso e più ardito, i Texas Rangers come ora è stato deciso, cesseranno di esistere il 10 agosto. I doveri di questo Corpo verranno assunti dal Dipartimento per la Pubblica Sicurezza, che collega i Rangers alla Polizia Stradale. Un'ulteriore osservazione: fintanto che esistevano, i Texas Rangers non hanno mai indossato una divisa, ma sempre abiti civili.



I tribunali dell'Old West erano fonti inesauribili di leggende e ballate. Secondo il codice dell'Old West i ladri di cavalli erano impiccati sui due piedi, mentre la Legge li avrebbe condannati a quattro settimane al massimo di prigione. È da meravigliarsi che persino questi giudici primitivi abbiano lasciato delle annotazioni quasi complete. La soppravvivenza in una natura selvaggia e avversa richiedeva già tutte le forze degli uomini di allora e ci si meraviglia della voglia di scrivere che avevano i pionieri di quei tempi. Persino i Comitati di Vigilanza tenevano dei protocolli scrupolosi su quasi tutti i casi che giudicavano in qualche gola sperduta nel nulla e sulle sentenze che eseguivano sul posto stesso.
Il fuorilegge è un uomo che, col suo comportamento, si è messo al di fuori della Legge e della società - e bisogna intendere con "società" una maggioranza legalmente dominante. Un fuorilegge poteva avere ucciso delle persone o anche essersi appropriato di beni non suoi, ma tuttavia non deve essere confuso coi killer o coi banditi - ambedue figure di criminali - e neanche con un desperado che con tutti i mezzi combatte per un quello che crede un suo diritto, oppure contro soprusi, o semplicemente per vendetta. Un fuorilegge era perciò un uomo che quasi sempre godeva delle simpatie di una minoranza della populazione, che faceva tifo per lui.
Il Vecchio West - con i suoi numerosi e diversi personaggi - ci lascia tutti senza fiato, ancora oggi, per le sue peculiarità così affascinanti, avvolgenti e misteriose...


Wilson Vieira


N.B. trovate i link alle altre puntate della Storia del West di Vieira andando sulla pagina delle Cronologie!

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