sabato 14 settembre 2013

THE PURSUIT OF HAPPINESS. MAXI DYLAN DOG 19

di Francesco Manetti

We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.


Franklin, Adams e Jefferson (le tre menti principali che stavano dietro la Dichiarazione d'Indipendenza) mentre lavorano alla stesura del documento (da un punto di vista collezionistico sarebbero interessanti anche le cartacce che stanno ai loro piedi), in un'idealizzazione della scena dipinta da J. Ferris nel 1900.

Così inizia, con le celeberrime parole riguardanti i più importanti fra i diritti inalienabili dell'uomo, il Preambolo alla Dichiarazione di Indipendenza americana dalla Corona britannica, sottoscritta il 4 luglio 1776 dai 56 delegati delle 13 Colonie d'Oltreoceano. Fra i firmatari c'erano John Adams (il futuro secondo Presidente degli USA, dopo essere stato vice-presidente di Washington), Benjamin Franklin (politico, scienziato, inventore, scrittore, diplomatico - ambasciatore globale degli Stati Uniti nel XVIII secolo), John Hancock (il Presidente del Congresso che redasse la Dichiarazione) e Thomas Jefferson (principale autore della Dichiarazione, sarebbe diventato il terzo Presidente degli USA).
Belle parole, ma come poi la storia ha dimostrato la strada dell'inferno è veramente lastricata di buone intenzioni e quei diritti sono talvolta rimasti su carta - seppur su buona pergamena - e the pursuit of happiness è spesso coincisa con the pursuit of money. Che non è proprio la stessa cosa...
La storia di Giovanni Di Gregorio che apre la tripletta del Maxi Dylan Dog 19 del luglio 2013, Alla ricerca della felicità, affonda il coltello esattamente in questa piaga diventata particolarmente virulenta con il 2000. I mezzi di comunicazione, la pubblicità, la nuova morale occidentale (imposta nel dopoguerra dai vari inquilini della Casa Bianca)... ogni voce "ufficiale" tende a far passare per ottimo un messaggio fuorviante per cui la contentezza va cercata soltanto nei soldi, negli oggetti (le auto, oggi i gadget elettronici...), nella cura estetica del corpo, nelle sostanze psicotrope più o meno legali, nel junk food, etc. Il tramonto di ogni Idea, il fallimento della Politica e il declino delle Religioni hanno contribuito a peggiorare una situazione già pessima.
I personaggi della storia sono piccoli uomini e piccole donne, capaci soltanto di ragionamenti basilari, rettiliani - vittime della loro immensa grettezza, schiavi della materia. Ecco un minimo florilegio delle loro perle di saggezza:
Se avessi un sacco di quattrini le cose cambierebbero!
Ognuno cerca la felicità dove gli pare... la mia la imbottigliano e la vendono in casse da sei!
Lo cercavo da tempo e finalmente eccolo qua! Ann dice che sono fissata, ma questo ammorbidente è di gran lunga migliore di tutti gli altri!
I dolci mi sono sempre piaciuti! 


I seminatori di discordia nell'Inferno dantesco (miniatura di Priamo della Quercia, XV sec.)



Molteplici sono le fonti a cui attinge Di Gregorio. Paradigmatici i ninnoli "stregati" che vengono distribuiti dall'inquietante vucumprà - capaci di innestare catene interminabili di coincidenze all'apparenza foriere di buone novelle, ma in realtà sempre più nefaste - i quali rimandano direttamente alle "cose preziose" dell'omonimo romanzo di Stephen King, dove il Seminatore di Zizzania si incarna in un suadente negoziante di piccolo antiquariato.
Sottotraccia par di sentire Volatire e la chiosa finale di Candide, con il celeberrimo mais il faut cultiver notre jardin. Interpretato spesso in maniera negativa - come un cinico incitamento a farsi i fatti propri e a non curarsi degli altri - si tratta in realtà di un positivo consiglio filosofico, di una spinta alla coltivazione del giardino della mente, dell'orto intellettuale. Senza un solido sostrato culturale inutile dunque tentare di trovare la serenità e l'equilibrio dell'anima. La guardia giurata che fa una strage nel centro commerciale (Zabriskie Point?) è l'altra faccia della medaglia e potrebbe sembrare una contraddizione rispetto a quanto detto sopra. La contraddizione è però solo apparente. Il suo feticcio, infatti, non è mondano: la plebaglia ignorante gli fa storcere il naso, sicuro della sua sapienza superiore. In realtà anche lui è sottomesso a un totem, il totem immateriale del suo atteggiamento violentemente snob.
Il resto dell'albo scorre via tranquillo. Kidnapping di Pasquale Ruju vede come protagonista un bambino dai poteri paranormali (anche qui forti i richiami kinghiani), in contatto con demoni dalle classiche pertinenze. Superpoteri anche nel racconto L'eroe, una buona prova per Giovanni Gualdoni. Ritroviamo ancora echi dal Maine, e pure dal piccolo schermo: quasi inutile ricordare le coinvolgenti stagioni televisive di Heroes, con il mondo che si sveglia all'alba di una nuova razza umana.
Montanari & Grassani interpretano al meglio - con la loro personale ligne claire - gli incubi oscenamente partoriti dalla banalità.


Copertina di Stano per il Maxi Dylan Dog n. 19, luglio 2013




Maxi Dylan Dog 19
ALLA RICERCA DELLA FELICITÁ
KIDNAPPING
L'EROE
Luglio 2013

pagg. 292, € 6,20

Testi: Giovanni di Gregorio, Pasquale Ruju, Giovanni Gualdoni

Disegni: Montanari & Grassani
Copertina: Angelo Stano
Francesco Manetti

P.S. trovate le altre recensioni bonelliane sul Giorno del Giudizio!

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