lunedì 22 luglio 2013

L'ATLANTE DI MISTER NO. "D": DA "DAN" A "DRAKE, DETECTIVE JERRY

di Massimo Capalbo

Dopo il grande successo delle prime puntate, eccoci giunti al quarto appuntamento con l'Atlante di Mister No. Buona lettura!. (s.c. & f.m.)


Disegno originale di Carlos Alberto Santos per la copertina del numero 8 portoghese di Mister No
Legenda

  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.

  • I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIOREMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).

  • I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCOGIUSTIZIERE DI BONAMPAK).

  • Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drakema appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato,Mister No Riedizione If).

  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva). 

Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.

Cover per l'albetto Jivaros edito da Glamour. disegno di Roberto Diso

D
DAN
DEMONE ETRUSCO
DIO ALATO
DIO GIAGUARO
DRAKE, JEROME senior
DRAKE, detective JERRY



DAN

Etnia della Costa d’Avorio e della Liberia, conosciuta anche come Gio e famosa per la produzione di un’ampia varietà di maschere rituali. I Dan compaiono nella seconda parte di Africa! (G. Nolitta e L. Mignacco [sog.&scen.] – L. Dell’Uomo [dis.], nn. 167-169), ambientata nella regione ivoriana dei Monti Nimba. 


Mister No n. 168, maggio 1989. Disegno di Diso.


Mister No n. 169, giugno 1989. Disegno di Diso

Guidati dal cacciatore francese Andrè Quemac, MISTER NO e i connazionali conosciuti a bordo del cargo che lo ha portato in AFRICA – il ricco Warren Wolfhart (che si rivelerà essere un bancarottiere) il pittore John Aarko e sua moglie Etheria – vengono ospitati a Dandlè (il villaggio dei Dan), dove vive anche la coppia di antropologi James e Margareth MEREDITH.
Ben presto, nel villaggio africano avvengono misteriosi delitti: i colpevoli, come scoprirà MISTER NO, sono proprio i coniugi MEREDITH, che nascondono nel loro passato un oscuro segreto.
Se nella storia i personaggi di pelle bianca sono tutti ben caratterizzati, tra i Dan, invece, sono solo due le figure incisive: il fabbro-stregone del villaggio, Tamè, e suo figlio Wubuà. Si tratta di personaggi antitetici: Tamè, che nella sua officina intaglia le maschere sacre, è un uomo saggio e, seppur ospitale con i bianchi, si mostra assai geloso dei suoi segreti e delle tradizioni della sua gente; il secondo, invece, che parla in modo grottesco  - il suo linguaggio è simile a quello degli ascari della serie di Hugo Pratt Anna della giungla (1959), che forse Mignacco ha voluto omaggiare - e sembra inoffensivo, è in realtà un individuo infido e avido, il tipico selvaggio che si fa corrompere facilmente dai bianchi. 

Tamé accanto a una delle sue maschere sacre – MNO 168, p. 52.
L’infido Wubuà – MNO 168, p. 49.
Nel caso specifico, Wubuà viene pagato sia da Wolfhart affinché gli procuri di nascosto le maschere sacre, sia dai MEREDITH, che lo rendono complice dei loro delitti.  Indossati la maschera e il costume di una divinità del villaggio, Wubuà cercherà di uccidere MISTER NO, ma verrà ucciso dallo stesso James MEREDITH, che in tal modo gli tapperà la bocca e si costruirà un alibi. Oltre a venire indossate dagli assassini, le maschere sacre dei Dan sono al centro di una suggestiva sequenza, quella della festa notturna in cui alcuni uomini del villaggio impersonano le principali divinità della tribù: uno di essi, che interpreta Kaglè, spirito maligno e dispettoso, strappa alla bella Etheria il reggiseno con il suo bastone uncinato, beccandosi un pugno dal geloso marito John Aarko
   

Il malizioso Kaglé si mostra interessato alla bella Etheria – MNO 168, p. 41.



DEMONE ETRUSCO

Compare nella bellissima storia omonima dei nn. 131-133, realizzata dalla coppia Nolitta-Diso e ambientata in ITALIA nella primavera del 1944, durante la SECONDA GUERRA MONDIALE

Copertina di Mister No 132. Disegno di Roberto Diso

Il demone etrusco non è una vera entità malefica, bensì il capitano Erich Mahler, un ufficiale tedesco che - travestito da Tuchulca, dio etrusco degli Inferi, e armato dell’affilata punta di una lancia - sparge il terrore tra le truppe americane in stanza nell’Alto Lazio, uccidendo i militari che compiono scavi archeologici clandestini. A smascherare il feroce assassino, al termine di una tenace indagine personale, sarà proprio MISTER NO, a cui il demone etrusco ha ucciso due cari amici: il capitano Stafford e il soldato semplice Martinez. MISTER NO scoprirà inoltre che Mahler è in combutta con il conte Sinisbaldi, un aristocratico del posto che si era fatto credere amico degli americani, e della cui bella figlia Claudia, il Nostro si era quasi innamorato (memorabile la scena in cui i due fanno l’amore nel bosco). 

Faccia a faccia tra Mister No e il demone etrusco – MNO 132, p. 70.


Mister No sta per fare una brutta sorpresa al capitano Mahler – MNO 133, p. 41.
Lo scontro finale tra MISTER NO e Mahler avverrà nel suggestivo scenario del Parco dei Mostri di Bomarzo, dove il Nostro avrà un’amara sorpresa: complice dell’assassino è anche Claudia Sinisbaldi, sentimentalmente legata al tedesco. La donna, armata di un mitra, cercherà di vendicare il suo uomo, ma verrà uccisa dagli uomini del capitano Hamlyn, capo del Servizio Informazioni dell’esercito americano. 


Uno dei "mostri" del Bosco Sacro di Bomarzo prima del restauro: così sarebbe apparso a Mister No nel 1944.

Curiosità: Con molta probabilità, Nolitta ha tratto l’idea dell’assassino mascherato da Tuchulca dal film di Antonio Crispino L’etrusco uccide ancora (1972), dove si narra di uno psicopatico che uccide le coppiette che si appartano nelle tombe etrusche, facendosi credere, appunto, il suddetto dio degli inferi. Non è questo, peraltro, l’unico punto di contatto tra la storia nolittiana e il genere cui appartiene il film di Crispino, ossia il thriller italiano: l’abbigliamento di Claudia Sinisbaldi nella scena conclusiva – cappellaccio che cela il volto e impermeabile scuro – rimanda agli assassini dei thriller di Dario Argento, Profondo rosso in particolare. A differenza però dei serial killer dei film citati, Mahler non uccide perché spinto dalla follia, bensì, come rivela la stessa Claudia a MISTER NO, per un motivo ben preciso: punire gli americani e i loro complici italiani per il saccheggio delle tombe etrusche. Non si tratta quindi di omicidi gratuiti, ma questo, naturalmente, non giustifica la ferocia sanguinaria dell’ufficiale tedesco. 

Claudia Sinisbaldi, compagna e complice di Mahler - MNO 133, p. 54.

DIO ALATO

E’ il nome che in Giungla! (T. Scalvi [sog.&scen.] - R. Diso [dis.], n. 100) una tribù di indios ha dato a un vecchio Douglas DC-3, precipitato nella foresta nel 1944. 
Mitica copertina di Gallieno Ferri per celebrare il centesimo albo di Mister No.

Anni dopo, i suddetti indios fanno prigioniera Patricia ROWLAND, la quale si era recata nella giungla per recuperare una preziosa statuetta precolombiana che l’aereo stava trasportando. Per sfuggire alla prigionia, Patricia si mette in contatto con MISTER NO ed ESSE-ESSE, convincendo il capotribù che essi  sono gli inviati del dio alato e che riusciranno a farlo volare; in caso contrario, gli indios uccideranno tutti e tre. Dopo non poche peripezie, MISTER NO riuscirà a far alzare in volo il DC-3, salvando se stesso e i suoi amici.

Il relitto del Douglas DC-3 – MNO 100, p. 14


Il DC-3 si libra nel cielo dell’Amazzonia – MNO 100, p. 98.


DIO GIAGUARO

Al pari del DEMONE ETRUSCO, anche il dio giaguaro della storia omonima (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 34-35) è un assassino mascherato, e anch’egli usa un’arma particolare per compiere i suoi delitti: un artiglio d’acciaio. 



Copertina di Mister No 34. Disegno di Gallieno Ferri

Mister No contro il dio giaguaro – MNO 35, p. 29.

La vicenda si svolge in una cornice evocativa e inquietante: il sito archeologico di San Augustín (COLOMBIA), un luogo ricco di sculture precolombiane raffiguranti divinità zoomorfe. MISTER NO vi accompagna il professor Bishop, appassionato di archeologia, che deve visitare la fattoria appartenuta a un suo defunto amico, Brett Carradine. Nel suo testamento, Carradine ha dato a Bishop la possibilità di visionare la proprietà ed eventualmente venderla: il ricavato verrà destinato all’Università di Yale. La fattoria, chiamata Los Idolos, è abitata dall’affascinante Blanche, nipote di Carradine, e dal suo fidanzato, l’ex atleta olimpionico Erik Svenson. E’ proprio quest’ultimo, in combutta con Blanche, a massacrare i poveri indios della zona, travestendosi da dio giaguaro: ciò allo scopo di spaventare gli aspiranti compratori di Los Idolos, dato che i due hanno scoperto che nella proprietà è presente un filone d’oro. L’epilogo sarà tragico per entrambi: Erik verrà ucciso dal pilota in uno scontro a fuoco; mentre Blanche, per evitare il carcere, ingerirà del veleno e morirà tra le braccia del pilota. Alla fine, l’oro scoperto dalla diabolica coppia si rivelerà essere semplice pirite aurifera, minerale che non ha alcun valore: un’ulteriore beffa del destino per Blanche e Erik.

Mister No n. 35, aprile 1978. Disegno di Ferri.

   
La rabbia di Erik Svenson – MNO 35, p. 71.

Blanche muore tra le braccia del pilota – MNO 35, p. 93.

  
DRAKE, JEROME senior

Il padre di MISTER NO. Nell’episodio Vent’anni dopo (L. Mignacco e M. Masiero [sog.&scen]- O. Suarez/R. Diso/F. Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 292-294), Drake senior esce dal carcere di Rikers Island, dove ha scontato vent’anni per omicidio, e, con il denaro lasciatogli dal figlio Jerry (che Jerome non vede da quando, nel 1940, Drake junior lasciò NEW YORK per la prima volta), parte per MANAUS

Mister No 292. Copertina di Roberto Diso

Drake senior si accinge a lasciare Rikers Island – MNO 292, p. 6

Il primo incontro tra i due Drake, che avviene nel bar di PAULO ADOLFO, non ha un esito positivo: MISTER NO rifiuta i soldi che il padre intende restituirgli e lascia arrabbiato il locale. A casa sua, il pilota racconta a ESSE-ESSE le ragioni del dissidio con il genitore, che risalgono a quando, nel 1938, Drake senior aveva ucciso il giornalista, e suo ex compagno d’armi nella guerra civile spagnola, Logan Sinclair, a cui il piccolo Jerry era affezionatissimo. Dopo il processo, Jerome non aveva voluto spiegare al figlio i motivi del suo gesto, e Jerry aveva troncato i rapporti con lui. I due si riavvicinano quando Jerome, giunto a MANAUS proprio per raccontare la verità a MISTER NO, rivela a questi che ad uccidere Logan era stata in realtà la polacca Petra e che lui, innamorato della donna, si era preso la colpa per evitarle il carcere. Petra - che aveva combattuto in Spagna nella Brigata Navajo, comandata da Jerome e di cui faceva parte anche Logan – aveva ucciso il giornalista perché questi, tradendo i suoi compagni, si era messo d’accordo con i nemici nazionalisti per appropriarsi di una cassa di lingotti d’oro, nascosta sulla Sierra Nevada. Logan e i suoi alleati avevano però scoperto che l’oro era stato misteriosamente trafugato.  

Rapporti difficili tra papà Jerome e il piccolo Jerry – MNO 292, p. 64.

Fatta finalmente la pace con suo figlio – il quale scopre con stupore che il noioso professor Drake, a suo tempo padre assente e taciturno, è in realtà un eroe di guerra e gli somiglia molto più di quanto pensasse -,  Jerome parte assieme a lui e a ESSE-ESSE per Santiago del Cile, dove si è dato appuntamento con Domingo, un altro suo ex compagno d’armi. A Santiago, Drake senior ritrova Petra e  il marocchino Amrhai, il quale aveva guidato a suo tempo la Brigata Navajo sulla Sierra Nevada.  Domingo ha scoperto che a trafugare l’oro spagnolo fu un personaggio che ora si fa chiamare mister Nevada, il quale vive su un’isola al largo delle coste cilene. Mister Nevada – diventato, grazie all’oro, un ricchissimo fabbricante d’armi - ha fatto eliminare diversi ex componenti della Brigata Navajo, ma i suoi sicari hanno fallito con Jerome Drake – che, nonostante l’età, è ancora un ottimo tiratore e un abile combattente - e gli altri reduci di Spagna. Con l’aiuto di MISTER NO ed ESSE-ESSE, Jerome e i suoi amici sbarcano sulla suddetta  isola e riescono a catturare il miliardario, scoprendo che questi è in realtà Gesualdo Rivas, un ex funzionario del governo repubblicano che essi credevano morto fucilato dai franchisti. La loro intenzione è consegnare Rivas a un tribunale internazionale, ma Amrhai, che vuole invece giustiziarlo, costringe Jerome e gli altri a consegnarlo a lui. 

La Brigata Navajo – MNO 293, p. 25

La storia si conclude con MISTER NO che accompagna all’aeroporto di MANAUS suo padre, il quale gli promette che il suo è un arrivederci. Tuttavia, quella di Vent’anni dopo è rimasta la sua prima e unica apparizione nella serie, anche se sappiamo che MISTER NO lo ha rivisto tempo dopo a Caracas. 

Drake padre e Drake figlio si abbracciano all’aeroporto di Manaus – MNO 294, p. 98.

Infatti, nel finale de Il tesoro di Saint-Exupéry (L. Mignacco [sog.&scen.] – M. Bianchini e M. Santucci [dis.] , nn. 360-361), un amico del pilota, l’argentino Roberto Morales, consegna al Nostro, all’aeroporto di MANAUS, una cartolina speditagli da Drake senior, che lo invita a raggiungerlo nella capitale venezuelana. Senza perdere tempo, MISTER NO balza sul suo aereo con destinazione Caracas.
Curiosità: Il n. 293, secondo albo della storia in cui Jerome Drake compare, è intitolato Terra e libertà, evidente citazione dell’omonimo film diretto nel 1995 dall’inglese Ken Loach e ambientato proprio durante la guerra civile spagnola. 

Mister No 293: Terra e libertà. Copertina di Roberto Diso

DRAKE, detective JERRY

Personaggio fittizio nato dalla fantasia di Phil MULLIGAN, nelle sue vesti di scrittore di romanzetti polizieschi per la rivista Crime Stories. Il Jerry Drake in questione, cui MULLIGAN – che si firma Spike Millane - ha dato le fattezze dell’amico MISTER NO, è la versione parodistica del classico detective della narrativa hard boiled, un genere portato al successo da scrittori quali Dashiell Hammett, Raymond Chandler e Mickey Spillane. I primi due citati iniziarono a scrivere sulle pulp magazine, così chiamate perché erano riviste che venivano stampate su carta scadente ricavata dalla polpa (pulp) degli alberi. Ideando il detective Jerry Drake, lo sceneggiatore Maurizio Colombo ha voluto omaggiare proprio le riviste pulp di genere poliziesco come Black Mask e Spicy Detective, sulle cui evocative copertine non mancava mai, accanto all’eroe armato di pistola, una bella ragazza, spesso in abiti succinti.

Mister No 263: in questo albo nasce Jerry Drake Detective. Cover di Roberto Diso.

Quattro sono le storie in cui il simpatico private eye creato da Phil MULLIGAN è comparso: Detective story (M. Colombo [sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], n. 263); L’uomo che ride (M. Colombo [sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], albo allegato a Mister No Speciale n. 12); Storie nere (L. Mignacco [sog.&scen.]- A. Bignamini [dis.], albo allegato a Mister No Speciale n. 13); Una foto che scotta (M. Masiero [sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], nn. 322-323)

Mister No legge divertito le avventure del detective a lui ispirato – MNO 263, p. 18

Nella prima, Jerry Drake scende nelle fogne di NEW YORK per vendicare il suo socio Brett e recuperare il Corvo Birmano, un uccellaccio d’ebano tempestato di diamanti. Eliminati tre pittoreschi malviventi e la dark lady che aveva ucciso Brett, il nostro detective viene sorpreso alle spalle da Cairo il Tunisino, assassino poco sveglio, tant’è che quando deve ammazzare il tempo si mette a sparare agli orologi. Quando tutto sembra perduto, la pistola di Cairo s’inceppa e Drake, recuperate le sue armi, lo crivella di colpi; quindi, uscito all’aria aperta, si sbarazza del Corvo Birmano, tenendosi però i diamanti. 

Primo albetto dedicato a Jerry Drake Detective. Cover di Roberto Diso

Ne L’uomo che ride, Drake indaga su un misterioso assassino con il volto coperto da una maschera. Grazie alle informazioni della spogliarellista Valeria, il detective scopre che l’assassino è Ronnie Hauff, un comico che, dopo aver osato ridicolizzare, in uno dei suoi spettacoli, il boss Tommy Mamba, era stato sfregiato orribilmente dagli scagnozzi del gangster. Deciso a vendicarsi, Hauff attira in una trappola Mamba, ma viene ferito dalla spietata mamma del boss, Concetta, che nascondeva nella borsetta una pistola. Grazie però all’intervento di Drake, il comico sfregiato riesce, prima di morire, a portare a termine la sua vendetta. 

La morte di Ronnie Hauff – “L’uomo che ride”, p. 33.

In Storie nere – dove i personaggi hanno le fattezze dei colleghi di redazione di Phil MULLIGAN/Spike Millane - Jerry Drake si trova al centro di una contesa tra il miliardario Richard Phoenix e il boss Sonny Gennaro. I due vogliono impossessarsi del Fringuello Cingalese, un francobollo in cui è nascosto un microfilm con i piani di costruzione di un jet a decollo verticale, progettato dallo stesso Phoenix. In uno scontro a fuoco, il boss e il miliardario si uccidono a vicenda, e muore anche Vanessa Velvet, un’ereditiera che Gennaro ricattava. Sembra tutto finito, ma due ragazzi, i cugini Belinda (vicina d’appartamento di Drake) e Jimmy, cercano anch’essi d’impossessarsi del prezioso francobollo. Drake però si oppone e l’inesperto Jimmy uccide per errore Belinda. In Una foto che scotta, la trama principale - che si snoda tra Acapulco e Hollywood, e vede MISTER NO e ESSE-ESSE aiutare Phil MULLIGAN, rimasto invischiato in un’intricata storia che coinvolge un potente uomo politico di Los Angeles – corre parallela a un’avventura del detective Jerry Drake intitolata The monster. In essa, Drake viene assunto dalla bella e fedifraga moglie di un miliardario per ricattare quest’ultimo e impedirgli così di divorziare e tagliare fuori la donna dall’eredità. Divertente l’operazione metafumettistica compiuta dallo sceneggiatore: non solo la storia reale di MISTER NO e quella fittizia di Jerry Drake hanno molti punti in comune; ma così come il primo legge - durante il viaggio in aereo per Acapulco - The monster, il secondo, a sua volta, legge Una foto che scotta. L’ultima vignetta del n. 323 mostra infatti il detective Drake che, completata la lettura, si gira verso il lettore sorridendogli. 


Jerry Drake e Sarah Roosters nella storia The monster – MNO 322, p. 24


Curiosità: Con il Corvo Birmano di Detective story, Colombo omaggia palesemente il Falcone Maltese (1930), famoso romanzo di Dashiell Hammett da cui, nel 1941, il regista John Huston trasse un celebre film – Il mistero del falco - con Humphrey Bogart (nel ruolo del detective Sam Spade) e Peter Lorre (nel ruolo del gangster Joel Cairo, cui è ispirato il personaggio di Cairo il Tunisino). Ne L’uomo che ride – la cui copertina cita quella de Il marchio giallo (1953-54), notissimo episodio della serie a fumetti Blake e Mortimer -, la vicenda di Ronnie Hauff è ispirata, come si legge in seconda di copertina dell’albetto, a quella di Joe E. Lewis, un famoso showman degli anni ’20 che venne mutilato da alcuni gangster di Chicago. Attraverso il personaggio di Hauff, Colombo cita anche il film L’uomo che ride (Paul Leni, 1928), tratto dall’omonimo romanzo (1869) di Victor Hugo.  
   


Massimo Capalbo 


N.B. Oltre a seguire i link nel testo potete trovare i collegamenti alle altre lettere dell'Atlante nella pagina della Bussola! 

3 commenti:

  1. Bel centenario quello di "Giungla" per Mister no, uno Sclavi qui classicheggiante per una storia semplice, ma godibile e coinvolgente con sprazzi di ironia con citazione a "I predatori dell' arca perduta XD che all' epoca portava la firma di Nolitta così come il 200 di Zagor, sempre del Tizianone, nonostante in quel periodo il creatore non si vedesse su MN e latitava da un paio d' anni sullo spiritoconlascure dove non tornerà più a scrivere! Quello delle storie non firmate fu un po un colpo basso. MN fu tra i primi a portare il nome di altri autori già dall' 84 (ho letto di un episodio isolato di Castelli tra i 40 e i 50 numeri se non erro!). Zagor invece 3 anni dopo e Tex addirittura nell' 88 con il primo texone con sulla serie regolare storie scritte da altri nonostante sul fronte spizio fosse riportato "Testo di G.L. Bonelli"! Sic!
    Bell' atmosfera e buona azione ne "Il dio giaguaro" anche se come giallo è piuttosto citofonato. Non era il genere in cui Nolitta andava forte. Svarione sulle olimpiadi. Si dice che Erik abbia partecipato a quelle di Londra e poi ci si aspetterebbe di sentire che le prossime saranno quelle di Melbourne ed invece si parla di Hensinki! La storia quindi è ambientata tra il 50 e il 52! Ma non è un po presto contando per l' epoca anche la guerra di Corea!?! Si sarebbe potuto dire che Erik aveva partecipato a Hensinki e poi ci sarebbe stata Melbourne visto che le avventure di Mister No di solito sono ambientate tra il 53 e il 55,56! La svista è stata corretta nel tutto?
    Tornando alla storia in se struggente la parte finale!

    RispondiElimina
  2. "La svista è stata corretta nel tutto?"
    Se non sbaglio, no.

    "[..] struggente la parte finale!"
    A mio avviso, si tratta della migliore sequenza di tutta la storia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie dell' info! ^^

      "A mio avviso, si tratta della migliore sequenza di tutta la storia."

      Quoto! ^^

      Elimina

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