venerdì 31 maggio 2013

DYLAN FLOP?

BONELLI NEWS

di Saverio Ceri

La notizia della prosecuzione della Collezione Storica a Colori di Zagor, annunciata qualche giorno fa da Burattini, circolava sotto forma di indiscrezione già da qualche settimana; mi era giunta, infatti, da altre fonti accoppiata ad un’altra voce riguardante l’altra collezione storica in corso, quella di Dylan Dog. 

Copertina scartata per il primo volume della Collezione Storica a Colori di Dylan Dog. Disegno di Bruno  Brindisi
Il lancio della  collana di ristampe in quadricromia dedicata all’Indagatore dell’Incubo avrebbe dovuto sostituire, nei programmi dell’editore di Repubblica, la collana di Zagor, destinata a concludersi col cinquantesimo numero, visto che non era stata in grado di replicare l’inaspettato successo di Tex. E’ vero Zagor non vendeva, e non vende, come Tex: non ho dati  reali alla mano, ma, per quanto possa valere, nell’edicola di paese dove compro i volumi di Zagor, giungono un paio di copie; della serie di Aquila della Notte, intorno al sessantesimo volume, ne arrivavano ancora una decina. La collezione dello Spirito con la Scure potrebbe vendere, quindi, circa un quinto di Tex, ma essendo stato il successo della collana del Ranger straripante, anche vendere cinque volte meno significa superare il punto di pareggio e proseguire la pubblicazione. Infatti, pur se con dati di vendita diversi da Tex, quello di Zagor può essere considerato un piccolo successo.  Perché interromperlo se ancora porta degli introiti?, E’ così, probabilmente i tipi di Repubblica hanno pensato di tenere in parallelo in edicola due collane bonelliane di ristampe, e di fissare il nuovo inderogabile limite dei volumi dedicati Patrick Wilding al 71° volume che conterrà l’ultima avventura scritta da Nolitta per il suo più famoso personaggio. Oggi, quel punto d’arrivo, diviene solo una boa da superare, per proseguire, nel mare in tempesta delle edicole italiane, finché il pubblico degli appassionati, manterrà  in attivo la serie. 

Cover di Bruno Brindisi per il 17° volume della ristampa a colori di Dylan Dog di Repubblica.
Perché questo cambio di strategia? Perché pare, e qui sta la seconda parte dell’indiscrezione che circolava, che la collezione storica di Dylan Dog sia un flop, e che non abbia raggiunto i risultati che all’Espresso avevano previsto. Effettivamente, se teniamo per buono il riferimento di prima dell’edicola di paese, nella solita rivendita di cui sopra, ne arriva una sola copia (e la compo io). Zagor venderebbe più di Dylan, o meglio la serie di Zagor va regolarmente in attivo, quella di Dylan non va come previsto. La collana dedicata al personaggio di Sclavi, con tutti i se del caso, potrebbe chiudere i battenti dopo i cinquanta numeri inizialmente previsti.

Disegno di Bruno Brindisi destinato alla copertina del 19° albo di Dylan Dog collezione storica a colori
Ammesso che sia tutto vero, perché Dylan Dog non vende? Forse perché i lettori odierni dell’indagatore dell’Incubo, a contrario dei fan di Zagor, se vogliono leggersi i primi numeri, non hanno difficoltà a recuperarli presso la stessa SBE, che ha ancora in catalogo varie ristampe della serie, e a un prezzo minore; ok, nelle riproposte bonelli non c’è il colore; ma evidentemente la quadricromia, non attira i potenziali lettori come si poteva pensare; E’ vero, nella serie di Repubblica ci sono le cover inedite di Brindisi; ma spendere quasi otto euro per avere una copertina, se pur bella, che sì può guardare, e scaricare, gratis da internet, non è il massimo della vita.  Insomma, col senno di poi Dylan Dog non ha molto di “storico” da offrire in questo momento; forse sarebbe stato meglio puntare su personaggi tipo Martin Mystère, che non gode di una ristampa organica da vent’anni, oppure su qualche classico “moderno” tipo Napoleone, che oltre a portare in dote una qualità media delle storie e degli autori molto elevata, ha anche il vantaggio di potersi esaurire in tempi rapidi, quindi anche in caso di insuccesso, il danno economico sarebbe limitato.

Un dettaglio della prossima copertina di Brindisi per il Dylan Dog di Repubblica.
Comunque, per scoprire se, alla pari della prima, questa seconda parte dell’indiscrezione risulterà veritiera, non ci resta che aspettare… sei mesi, ovvero l’uscita del fatidico numero 50.


Saverio Ceri

N.B. Trovate le altre novità di Via Buonarroti sulla pagina Bonelli News!

mercoledì 29 maggio 2013

BONELLI NEWS

di Saverio Ceri

Chi bazzica la rete già saprà che il nuovo supervisore di Dylan Dog, per volere di Tiziano Sclavi, è Roberto Recchioni. Il Rrobe, così di firma da sempre o quasi, ha già iniziato la sua rivoluzione, aprendo una pagina ufficiale di Dylan Dog su Facebook, e pubblicandovi il suo "discorso programmatico". I lettori di Dylan Dog e del buon fumetto ne saranno entusiasti, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo "e il", come diceva Elio; non ci resta quindi che tifare nel nuovo responsabile della testata perché riesca nei suoi intenti.

Prima immagine di copertina per la pagina Facebook di Dylan Dog. Disegno di Massimo Carnevale

Due dei suoi buoni propositi ha avuto la fortuna, e la bravura, di realizzarli Moreno Burattini, che grazie alle Edizioni If riporta in edicola Cico. Il 16 giugno, infatti, debutterà nelle edicole Zagor presenta: Cico, la ristampa a colori degli speciali del pancione messicano, a partire dal mitico Cico Story. Qui sotto potete ammirare la cover del primo volume con i nuovi colori realizzati da Flavio Chiumento. Grazie all'affetto infinito dei lettori nei confronti dello Spirito con la Scure, inoltre, la Collana Storica a Colori di Zagor edita da Repubblica proseguirà, andando oltre a quel 71° volume fino a oggi indicato come termine della serie.


Primo numero per la riedizione a colori di Cico. Disegno di Gallieno Ferri


Qualche giorno prima di Cico, l'11 giugno, esordirà Dragonero, di cui potete vedere qui di seguito il trailer tratto dal canale You Tube della Bonelli, e di cui potete leggere, su everyeye.it, una recensione (senza spoiler), ben quindici giorni prima dell'uscita in edicola.




(s.c.)

N.B. Trovate le altre Bonelli News nella pagina apposita!

martedì 28 maggio 2013

CINQUANTAMILA!



Brevissimo post per ringraziare tutti i nostri lettori e tutti i nostri collaboratori: oggi abbiamo raggiunto, a 253 giorni dall'esordio in rete, i 50.000 contatti!

Saverio Ceri & Francesco Manetti

venerdì 24 maggio 2013

CAPOLAVORI CROATI


di Saverio Ceri


Illustrazione di Goran Parlov destinata a diventare una cover dell'edizione croata di Magico Vento
Da qualche anno la casa editrice croata Libellus di Brezje, vicino a Zagabria, pubblica le avventure degli eroi bonelliani nel proprio paese. Per alcune delle collane proposte, si è scelto di far realizzare copertine inedite appositamente per il mercato al di la dell'adriatico.

Illustrazione di Roberto De Angelis per una copertina di Nathan Never, inedita in italia 
Tra gli autori bonelliani o ex-bonelliani coinvolti troviamo Goran Parlov, autore di poetiche cover per Magico Vento e per Volto Nascosto; Darko Perovic, reclutato per Nick Raider e per sostituire proprio Parlov sulla collana dedicata a Ned Ellis; Roberto De Angelis per i primi volumi di Nathan Never; Gigi Simeoni, nell'insolita veste di copertinista sempre per Volto Nascosto e, da un'annetto, anche Bruno Brindisi autore di spettacolari cover per Dylan Dog. 

Ultima cover per il Ned Ellis croato, affidata ai pennelli di Darko Perovic

Nel sito dell'editore potete divertirvi a scoprire quante e quali immagini siano state realizzate espressamente per la Croazia, se invece volete vedere come nascono alcune di queste illustrazioni potete collegarvi alla pagina facebook di Bruno Brindisi. Una vera e propria gioia per gli occhi dei bonelliani.

Primo volume per Dylan Dog della Libellus, disegno di Bruno Brindisi.
Non sarebbe una cattiva idea se in Bonelli, o presso qualche altro editore nostrano, qualcuno decidesse di realizzare un volume da libreria con tutte le immagini realizzate appositamente per divenire copertine di edizioni straniere, da quelle di Arthur Adams (Nathan Never), Brian Bolland (Martin Mystère), Mike Mignola (Dylan Dog) e Ashley Wood (Dampyr) per il mercato statunitense a queste "perle" croate, passando dalle cover di Claudio Villa per i lettori d'oltralpe.

Saverio Ceri

N.B. trovate altre novità bonelliane sulla pagina Interviste & News!

BERSAGLIO FACILE. SAGUARO 12

di Filippo Pieri

L’albo di Saguaro di questo mese parte da un canovaccio classico che è quello del poliziotto che deve scortare da una città ad un’altra uno scomodo testimone. Naturalmente il pezzo grosso sotto accusa farà di tutto per eliminare il teste e impedirgli così di essere presente al processo. L’albo è la storia del viaggio del piccolo Miguel, ovvero il testimone in questione, di sua zia Hermila e della loro scorta, composta da Thorn e Kay. 
Il viaggio inizialmente doveva essere in auto, ma scopriamo fin da subito che c’è una talpa all’Fbi e questa strada non è perseguibile. Saguaro decide allora di prendere il treno senza informare i suoi superiori mettendo in pericolo molte vite perché tu non ascolti mai nessuno come gli dirà la sua collega. Sul treno il nostro eroe conoscerà vari personaggi ben tratteggiati, su tutti la piccola borseggiatrice Mitzy, che agli appassionati lettori bonelliani ricorderà la giovane Pat O’ Shane vista su Ken Parker numero 12. Un’altra citazione Berardiana è che il treno su cui viaggiano i nostri protagonisti si fermerà a Garden City, la città in cui vive Julia Kendall. Qui il padre di Mitzy contatterà dei malviventi che cercheranno di far fuori il piccolo Miguel per incassarne la "taglia", ma naturalmente non hanno fatto i conti con i nostri agenti federali.
Un albo pieno di azione, sparatorie, inseguimenti e combattimenti che mantiene alta la tensione e non dà un attimo di respiro. C’è anche un aggiornamento sul rapporto tra i due agenti dell’Fbi. Kay interrogata da zia Hermilia circa i suoi sentimenti verso Saguaro risponde che quando penso di aver capito come prenderlo, si allontana. Con lui è tutto così confuso e difficile… Arduo immaginare come si evolverà il loro rapporto. Per adesso non sembra che Thorn sia troppo interessato a lei o ad altre donne, non sappiamo cosa riserverà il futuro ai nostri eroi.

Lotta sul tetto del treno in corsa: un classico la copertina di Saguaro n.12. Disegno di Davide Furnò 

Saguaro 12
UCCIDETE IL TESTIMONE
Maggio 2013
Pagg. 100, Euro 2.90
Testi: Bruno Enna
Disegni: Luigi Siniscalchi
Rubriche: Gianmaria Contro
Copertina: Davide Furnò

Filippo Pieri

N.B. trovate le altre recensioni bonelliane sul Giorno del Giudizio!

martedì 21 maggio 2013

DA CHAMPS SUR LE BISENCE AI CAMPI ELISI. ADDIO A CARLO MONNI.

di Francesco Manetti

Il 21 maggio 2013 c'è stato a Firenze il funerale di Carlo Monni.

Sono intervenute tutte le autorità e tante star della commedia contemporanea italiana - tra le quali l'amico e collega di sempre Benigni che, commosso, ha detto che lo credeva immortale, come una divinità: lo straordinario attore teatrale e cinematografico aveva lavorato in coppia con il Robertaccio nazionale finché quest'ultimo si era un po' "imborghesito", percorrendo sentieri hollywoodiani (Jarmush, Matthau, l'Academy Award, etc.). Monni era invece rimasto ruspante e naturale. Fino all'ultimo aveva recitata alle feste paesane e nei teatri di periferia.
Un nobile artista contadino che non si era mai "montato la testa". Era bello, imponente: sembrava Wotan di Asgard!
Aveva lavorato per la TV, sulla RAI. E poi per il cinema, ininterrottamente, dal 1974 al 2013, molto spesso con piccole parti, ma sempre con animo grande. Fra i suoi più grandi successi su celluloide ricordiamo Berlinguer ti voglio bene (Bertolucci, 1978), Tu mi turbi (Benigni, 1983) e Non ci resta che piangere (Benigni/Troisi, 1984) - le prime opere del comico di Vergaio; ma aveva lavorato anche sotto la regia di Ferreri, Citti, Nuti, Lizzani, Monicelli, Avati, Brass, Benvenuti, Chiti, De Sica, Ceccherini, Virzì, Veronesi e via dicendo.
Il suo mestiere era anche quello del cantante e del poeta. Un poeta in sandali, comode calzature che non abbandonava mai, tutto l'anno. Al massimo, d'inverno, si metteva i calzini. E d'estate era facile vederlo girare a torso nudo, con la sua corportura imponente, a passeggiare alle Cascine - il Central Park di Firenze. Oppure stornellare da Moscerino, nei Renai di Signa.





Sentite e accorate le rievocazioni di chi lo aveva conosciuto e frequentato. Sul quotidiano La Nazione di quei giorni di lutto si era parlato del prete che aveva recitato la messa funebre. Monni l'aveva conosciuto solo di recente, quasi per caso, a una cena. Animato da uno spirito conviviale di antico stampo, Monni aveva bevuto, mangiato... e si era permesso anche qualche imprecazione di troppo!
(Un inciso: chi viene a Firenze o nella provincia della città gigliata - per turismo, lavoro, studio, sesso o per semplice fancazzismo - qualora dovesse stupirsi a sentir "tirare qualche moccolo", farebbe forse meglio a cambiar meta, ché lo "smadonnare" fa parte dello spirito di questa gente. Non è cattiveria, non è voler essere blasfemi: è ribellione, e forse è addirittura un modo violento di pregare! Chiuso l'inciso).
Dopo le bestemmie di prammatica, Monni si era dunque rivolto a un commensale, a lui ignoto: O te, chi 'ttu 'ssei? E solo allora gli altri gli avevano detto che era un sacerdote! Proprio quel parroco che lo avrebbe accompagnato sul suo ultimo e più impegnativo set...


Carlo Monni - al centro - nei panni di Vitellozzo, con Troisi e Benigni in Non ci resta che piangere (1984), forse il suo capolavoro e la sua interpretazione più nota in Italia.


Qui ci è piaciuto stilare questo ricordo non solo perché la scomparsa del buon Monni ci ha colpito nel profondo. Ne parliamo anche perché il Maestro era originario di Campi Bisenzio - il paese toscano che lui scherzosamente gallicizzava in Champs Sur Le Bisence!
Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, ma - per la sua posizione geografica nella piana alluvionale dell'Arno e dei suoi affluenti - molto vicino all'area pratese. Anche culturalmente (basti pensare che molti campigiani fanno le superiori a Prato, piuttosto che a Firenze): ecco dunque i contatti fra Monni e i comici della città laniera - i Giancattivi e Benigni.

Qui sotto uno sketch di Monni a Signa (FI):



Peretola, Brozzi e Campi - la peggior genìa che Iddio gli stampi, dicono le malelingue...  Nonostante questo la cittadina di Campi è molto cara a noi di Dime Web perché era lì la sede del Club del Collezionista e la redazione di Collezionare. Era lì (e c'è ancora!) il negozio Il Rifugio del Fumetto della Giuliana e di Mario dove la fanzine veniva inizialmente e gratuitamente diffusa, a metà degli anni Ottanta. Lì vivevano Moreno Burattini, Saverio Ceri e Alessandro Monti (l'unico "alieno" era il sottoscritto, che veniva da Lastra a Signa, un comune lontano pochi chilometri, ma storicamente e logisticamente più inserito nell'orbita fiorentina).
Ed è lì - nel paese dove Monni era nato nel 1943 - che pensammo per la prima volta a Dime Press...
Addio, Monni!

Qui sotto con Andrea Cambi - altro grande umorista toscano scomparso:



Ancora con Cambi (ascoltate anche la parte senza Monni: fa sbellicare)!



Francesco Manetti

N.B. trovate altri interventi extrabonelli in Cronologie e Index!

domenica 19 maggio 2013

LE COMPARSE BONELLIANE, TERZO APPUNTAMENTO!

di Filippo Pieri 

Dopo il primo post e il secondo prosegue la nostra carrellata, chiaramente umoristica, sulle comparse bonelliane.



 



Martin Mystere Speciale n°1 - Il cobra d’oro

Nel Luglio del 1984 esce un fascicolo speciale di Martin Mystère come supplemento al numero 28 della serie regolare. Sarà il primo degli speciali estivi della casa editrice milanese; infatti, successivamente, ogni raccolta avrà il suo. In quest’albo - a pagina 85 nella vignetta 2 - vediamo Martin Mystère e Java attaccare degli uomini che parlano una lingua sconosciuta, probabilmente di origine extraterrestre. Uno di loro, quello al centro che rimane sullo sfondo, era un uomo che qualche giorno dopo prese violentemente a pugni un amico, che si difese sparandogli sei proiettili in testa. A quel punto - credendo di averlo ucciso - l’amico scappa in preda al terrore. L’uomo non era morto, anzi. Con molta tranquillità, anche se un poco barcollante, si rialza e chiede ai passanti dov'è l’ospedale più vicino. Lo raggiunge e si fa ricoverare. I medici gli rivelano che le pallottole - quattro nella regione parietale destra e due in quella sinistra - grazie a una particolare angolazione, avevano lacerato la pelle e si erano arrestate contro l’osso del cranio, senza riuscire a forarlo. Il paziente adesso sta - incredibilmente - bene, e si è guadagnato il soprannome di testa dura.







Legs n°85 - Duello tra le nuvole
 
A pagina 68 del numero 85 di Legs Weaver, nella vignetta centrale 3/4, vediamo sullo sfondo un uomo con i capelli come Bart Simpson. L’uomo è diventato noto qualche anno dopo per essere stato protagonista di due incidenti aerei in meno di 24 ore. Nel primo era a bordo di un piccolo aereo militare che, colpito da un fulmine, precipitò a terra causando la morte del pilota che era con lui a bordo. La salma del pilota venne caricata su un aereo militare per essere portata nella sua città natale, dove si sarebbero tenuti i funerali. Sull’aereo salirono l’equipaggio, i parenti del pilota e - appunto - la comparsa bonelliana, che voleva essere presente alle esequie. Poco dopo il decollo, l’aereo precipitò a causa di un guasto al motore e morirono tutti i passeggeri tranne lui, il sosia di Bart, che si fece solo qualche graffio. Successivamente tutte le vittime vennero caricate su un aereo militare, mentre all’uomo fu caldamente consigliato di prendere il treno.







Jonathan Steele n°1 - L’isola misteriosa  
Nel numero 1 di Jonathan Steele, a pag 85 nella vignetta grande 1/4, ha fatto la comparsa un uomo che successivamente è stato definito il ladro più sfortunato del pianeta. L’uomo con la barba che vediamo sullo sfondo sotto il balloon centrale, qualche mese dopo mentre era su un autobus affollato ha rubato un portafoglio contenente un assegno e poi si è recato in banca per incassarlo usando i documenti all’interno del portafoglio. Sfortunatamente per lui, l’uomo dietro lo sportello era proprio la persona a cui aveva rubato il portafoglio: dopo un attimo di sconcerto lo fece arrestare immediatamente.
Filippo Pieri 

N.B. trovate i link alle altre parodie bonelliane su Cronologie e Index!


giovedì 16 maggio 2013

L'UOMO DEI PAPERI: CRONOLOGIA RAGIONATA DEL FUMETTO DI CARL BARKS. IX PARTE: MAGGIO 1944. PAPERINO E... GLI PSEUDOPAPERINI ANTESIGNANI. BARKS INVENTORE CHIMICO!

di Francesco Manetti

NOTA: Tutto il materiale illustrativo pubblicato in questo post è di proprietà della WALT DISNEY PRODUCTIONS e degli altri aventi diritto ed è qui riprodotto ai soli fini di studio, documentazione e identificazione.


I personaggi di Carl Barks: due parole prima di iniziare

Arrivati alla nona puntata della nostra cronologia ragionata iniziamo a occuparci dei personaggi che animano l'universo barksiano. Non ci limiteremo alle creature dell'Uomo dei Paperi (ovvero Paperone, Archimede, Gastone, Amelia, i Bassotti, etc.), consapevoli che il Maestro, anche quando ha dovuto spostare pedine su scacchiere dove la partita era già iniziata, l'ha fatto con tattiche e strategie di sua pura invenzione.
Gran parte del testo di ciascun intervento proviene da una "fusione" fra quanto è stato da me scritto sullo Speciale Carl Barks di Collezionare e nei redazionali della collana Paperino Carl Barks (Comic Art & Epierre), con eventuali correzioni e aggiunte inedite.
Abbiamo adottato un criterio... "cinematografico", pensando ai film dove i protagonisti sono elencati nei titoli "in ordine di apparizione"; anche qui, analogamente, leggerete la storia dei personaggi nell'ordine in cui sono apparsi nelle avventure dell'oregoniano; il titolo di ogni "scheda" è semplice: nome italiano e, fra parentesi, nome originale e data della prima pubblicazione (con link al post dove l'episodio è stato inserito e commentato).
E dunque, prima Paperino, poi Paperopoli (che è un vero e proprio character!), successivamente Qui Quo Qua, indi Gambadilegno, e via dicendo.


Paperino in una classica domenicale di Taliaffero.



Prima parte: Paperino (Donald Duck, agosto 1942)

Paperino. Uhm... Un personaggio "pesante", questo starnazzante anatide vestito alla marinara, e difficile da affrontare senza essersi raccomandati alla buonanima di Walt. Insieme a Topolino, Donald Duck è il baluastro (pilastro e baluardo, nel ben neologismo creato da Stefano Benni in Bar Sport) del fumetto disneyano. Intorno alle due figure ideate per i cartoon - che si avviano leste a compiere (rispettivamente nel 2028 e nel 2034) un secolo di vita e di successi - generazioni di autori in tutto il mondo hanno creato poderose impalcature narrative per i comic. 
Per quanto riguarda la "vera" nascita di Paperino la questione è aperta. Paperi e papere appaiono continuamente associati a Topolino, fin dalla fine degli anni Venti, nei cartoni animati, nelle strisce e nei libri illustrati.



Retrocopertina di The Adventures of Mickey Mouse n. 1, 1931. E' questa la prima apparizione di Donald Duck?

Donald Duck viene nominato (di sfuggita e quasi casualmente) per la prima volta nel libro The Adventures of Mickey Mouse n. 1 del maggio 1931 (pubblicato dalla Dave McKay Company di Philadelphia) in una lista di "amici del cortile" di Topolino; un papero abbastanza caratterizzato viene disegnato sulla retrocopertina del libro.


The Adventures of Mickey Mouse n. 1 (1931): nella pagina a destra viene per la prima volta nominato Donald Duck!



Ritroviamo "Paperino" per la seconda volta nel britannico Mickey Mouse Annual n. 3 del dicembre 1932, in una poesia (dai contenuti analoghi a quelli del volume della McKay) dove venivano di nuovo elencati i barnyard friends di Topolino. E fra questi "amici dell'aia" tornava per l'appunto un certo Donald Duck!
Ma queste sono soltanto curiosità.


Model sheet per la Silly Symphony The Wise Little Hen (1934), con il primo Paperino ufficiale!

La prima apparizione ufficiale di Paperino è nel mondo dell'animazione, il 9 giugno 1934, data di uscita della Silly Symphony The Wise Little Hen (in italiano La gallinella saggia), animata da Art Babbitt, Dick Huemer, Dick Lundy e Ward Kimball, sotto la regia di Wilfred Jackson; il cartone fu adattato a fumetti da Al Taliaferro (da settembre a dicembre dello stesso anno) per le sunday pages sindacate pubblicate sui giornali. In questa prima versione il becco e le zampe palmate erano più grandi e "animaleschi" di quelli del Paperino moderno. Taliaferro stesso fu il primo "ristrutturatore" di questo personaggio: gli donò un'auto, una casa, una fidanzata (platonica, a dire il vero...) e tre pestiferi Nipotini - tanto identici da parere gemelli clonati.




Ma il Paperino che conosciamo oggi è frutto della fervida mente barksiana: l'irascibilità, la sfortuna, la schiavitù nei confronti dei debitori e dello Zio Paperone, la competizione continua con il cugino Gastone, etc., sono tutte caratteristiche che si fanno strada a partire dal 1942, anno in cui Barks disegna metà della storia Paperino e l'oro del pirata, adottando e facendo pian piano suo il personaggio.
Paperino, come tutti gli altri paperi non campagnoli, abita a Duckburg (Paperopoli) in una villetta in Via Quack (ex Via dei Palmipedi) n. 1313. La sua auto è una vecchia decappottabile anni '30, col sedile posteriore richiudibile ed esterno, nel quale stanno ficcati i Nipotini: la marca del veicolo è sconosciuta, mentre il numero di targa è il 313, cifra che poi diventerà il nomignolo della macchina stessa. Il numero di telefono è il 9720, con prefisso 3 per chi chiama da fuori città.


Progetti e sezione della 313! Disegno di Claude Lacroix (dal Journal de Mickey n. 2415 del settembre 1998).



Il cortile di Paperino confina con quello di Mr. Jones, suo alter-ego, incomprensibile come lui, e come lui capacissimo di vedere la pagliuzza nell'occhio del prossimo, senza accorgersi di avere una trave nel proprio!
Paperino è l'ideale moderno dell'anti-eroe: nelle sue avventure non sempre vince, non sempre trova il coraggio necessario ad affrontare la situazione che viene e a presentarsi. E' un Indiana Jones ante-litteram. E Spielberg stesso ha confessato in più di un'intervista di essersi ispirato alle avventure barksiane per tratteggiare la scanzonata figura dell'archeologo giramondo interpretato per più di 30 anni da Harrison Ford. In questo senso Paperino è l'esatto contrario di Topolino: in Mickey Mouse, infatti, la vittoria del Bene sul Male è assicurata; il protagonista delle storie di Gottfredson non si sognerebbe mai di rompere il salvadanaio di Morty; Topolino è fortunato e intelligente... e mai in bolletta!


Il primo dei quattro film di Indiana Jones (1981-2008)



Paperino ha sempre invidiato la sfacciata buona sorte di Gladstone Gander, capace di inciampare su un portafogli pieno, scansando così un vaso che stava piombandogli sulla testa. Nelle storie in cui compare Gastone, Paperino è ancora più scalognato e impacciato nei movimenti, quasi che il cugino catalizzasse tutta la jella del pianeta per scaricarla addosso a Donald! L'invidia ha sicuramente un suo ruolo negli scontri fra i due cugini, ma Paperino non riesce proprio a capire come una persona possa arricchirsi improvvisamente senza muovere un dito, senza aver sudato almeno un po', senza aver rischiato, senza aver spalato nemmeno un misero quintale di monete d'oro nel Deposito di Paperone... 
Fannullone, scansafatiche e poltrone? Forse... Ma nei racconti dell'oregoniano Donald è arrivato a fare moltissimi mestieri - dai più banali ai più incredibili, nei panni del libero professionista o in quelli di dipendente. In ogni storia fa qualcosa di diverso. Del resto, come tutti i piccoli e grandi borghesi del mondo, si guadagna il pane con le proprie mani e con le proprie risorse. E coglie l'attimo, l'occasione lavorativa del momento - una sana lezione, valida anche e soprattutto nella depressa prima metà del XXI secolo. Talvolta eccelle, talaltra combina disastri. Però va avanti, testardo e risoluto, ogni volta ricominciando da capo, annullando il passato con un colpo di spugna. Il Donald Duck barksiano incarna alla perfezione il mito del self-made man, che rischia i suoi averi e le sue penne in iniziative e imprese, puntando al benessere e alla felicità (la libertà di ricerca della quale è costituzionalmente garantita negli USA - per quanto poi il dettato legislativo sia stato perennemente disatteso nei fatti); quel che conta non è la consistenza del risultato economico, ma l'orgoglio e la soddisfazione di riuscire, di vincere la sfida contro sé stessi e gli altri (i vicini di casa, i parenti, la concorrenza...).


Sempre al lavoro...



Già dalle prime storie brevi balza agli occhi una netta propensione (e predisposizione) di Donald Duck verso le arti e i mestieri, e verso ogni tipo di hobby, per riempire ogni minimo spazio della giornata. È un papero piuttosto attivo e non gli manca il coraggio di affrontare le più rischiose situazioni. Nel gruppetto di short dei primi Anni Quaranta - che furono pubblicate nel periodo fra l'uscita del Pirate Gold e quella del Mummy's Ring - Paperino è impegnato come agricoltore, come bagnino e come trapper; per ingannare il tempo va a cavallo abbigliato da cow-boy, va nei dintorni di paperopoli a godersi la natura, va al Museo per un gita culturale insieme ai curiosissimi Qui Quo Qua; legge il giornale, corteggia le belle bagnanti e si impegna a fare buone azioni nel vicinato. Certo, molte volte scende ai bassi livelli di piccole meschinerie... Ma dobbiamo avere pazienza: il Paperino di carl Barks stava muovendo i primi passi, stava crescendo e maturando. Stava diventando un vero e proprio eroe borghese.


Le storie in ordine cronologico. VIII parte: maggio 1944

Ho deciso, per la cronologia ragionata delle storie a fumetti realizzate da Barks (anche per i soli testi o per i soli disegni), di seguire la scelta fossatiana della numerazione progressiva.

Ogni storia è preceduta dai seguenti dati:

a) Titolo originale (quando esiste; molte delle storie brevi hanno solo il nome del protagonista; se non esiste è indicato fra parentesi il titolo - o i titoli - con il quale è ora conosciuto nelle più note cronologie)
b) Titolo italiano (e numero di strisce per tavola - in media due vignette per striscia)
c) Prima edizione americana
d) Prima edizione italiana
e) Numero di tavole
f) Data di consegna (se fra parentesi significa che è incompleta o presunta)
g) Personaggi principali in ordine alfabetico (nome originale e italiano; se sono identici c'è solo quello!)
h) Luoghi principali in ordine alfabetico
i) Mappa di Paperopoli in ordine alfabetico (se la storia - tutta o in parte - è ambientata a Duckburg)
j) Mestieri di Paperino in ordine alfabetico (quando c'è Paperino - e se svolge qualche mestiere!)
k) Ipse Dixit (battuta e/o sketch buffi e/o significativi) con numero della tavola e della vignetta dove appare

Potete notare che le categorie di dati che vanno da a) a f) sono consuete nelle cronologie barksiane; la categoria g) si trova raramente; le ultime quattro categorie non sono invece mai - o quasi mai state usate (intendendo: nei volumi e nei siti più noti).

Ai dati seguono:

1) Cover dell'albo originale
2) Riassunto e commento (con eventuali curiosità e trivia)
3) Vignetta significativa







1944

18. Donald Duck This Month The Mad Chemist
Paperino chimico pazzo (4 strisce)
Walt Disney's Comics and Stories 44 - maggio 1944
Topolino libretto 3 (giugno 1949)
 
10 tavole 
dicembre 1943

Personaggi principali:
Donald Duck (Paperino), Huey Dewey & Louie (Qui Quo & Qua), Dr. U. Qwik, Sindaco di Paperopoli

Luoghi principali

Duckburg (Paperopoli), spazio, Luna
Mappa di Paperopoli:
casa di Paperino, campagne, colline e montagne nei dintorni
Mestieri di Paperino:
chimico, astronauta 
Ipse Dixit:
Paperino: Ma certo che sto bene! Mi sento come un superuomo!



Walt Disney's Comcis and Stories n. 44, maggio 1944



Dario Bressanini è un chimico, ricercatore universitario, divulgatore scientifico, giornalista, scrittore e autore di numerosi libri, rubriche e interventi sul web. Negli articoli dedicati (su carta e in Rete) alla Scienza in cucina si occupa del lato divertente e imprevisto della chimica - quello che si nasconde dietro l'esperienza di tutti i giorni.
Lasciamo volentieri a lui la parola (con l'estratto di un pezzo tratto dal sito del mensile Le Scienze) per aprire il commento a questa spassosa storia breve barksiana.

Nel 1944, il grande Carl Barks – disegnatore di Zio Paperone, Paperino, Qui Quo Qua, e scrittore di memorabili avventure di tutta la famiglia dei paperi – nella storia Paperino Chimico Genio, narrava di come, prendendo una botta in testa per aiutare i nipotini Qui Quo e Qua con il loro “piccolo chimico”, Paperino diventasse il più grande chimico dell’Universo. Con un buffo linguaggio pseudochimico, pieno di termini inventati di sana pianta, Paperino inventa la “Paperite”, il più potente esplosivo mai inventato, che sfrutta poi come carburante per andare con un razzo attorno alla luna. Per produrre la Paperite, Paperino utilizza il Metilene, CH2, dando così inizio alla chimica dei Carbeni. 

Barks scopre il carbene! Vignette nn. 1, 2, 3 e 4 - tav. 2



Paperino nel 1944, precorse i tempi: l’esistenza di questa elusiva molecola non era ancora stata provata. I Carbeni sono molecole elettricamente neutre altamente reattive e instabili, con un atomo di carbonio che forma solamente due legami semplici invece di quattro, come è solito fare. La formazione di queste specie era stata ipotizzata dai chimici per spiegare alcune reazioni. Tuttavia  è solo negli anni ‘50 che i carbeni vengono osservati in laboratorio. La scoperta di Paperino fu dimenticata, fino al 1964, quando viene pubblicato un libro sulla chimica del carbene, e in un capitolo viene per la prima volta riconosciuto a Paperino il merito di aver, non solo ipotizzato l’esistenza del CH2, ma anche di averlo utilizzato per una sintesi chimica. I carbeni infatti, nonostante siano molecole estremamente instabili, possono essere sintetizzati e fatti reagire immediatamente con altre sostanze. Questo è proprio quanto fece Paperino nella sua sintesi dell’Azoto spaccatutto (tradotto malamente nel fumetto con Nitrogeno spaccatutto) per produrre la Paperite, molto prima che ai chimici umani venisse in mente. Da allora, paperino è stato citato altre volte come scopritore del metilene, addirittura in un libro di testo universitario di Chimica Organica. Paperino, sfortunatamente, rinsavisce dal suo “Risus Lomboticus del Locus Cocus” e l’universo perde così un chimico brillante.

Bressanini si riferisce in particolare alla vignetta n. 1 della tavola n. 2 e alla sequenza che ne scaturisce - una buona parte della storia, fin quando a Paperino non scompare il "bernoccolo del genio"! Una curiosità e una precisazione: ovviamente Bressanini ha ragione, visto che in italiano il termine "nitrogeno" - come sinonimo di "azoto" - è antico e desueto (e brutto); l'inganno nasce in traduzione, visto che in inglese nitrogen è il sostantivo usato per "azoto" (la trappola dei false friends...) e dal fatto che N è tuttora il simbolo chimico dell'elemento (dal francese nitrogène); nella già citata collana Paperino Carl Barks si parla però di nitrogeno screziato.
La sonda sovietica Luna 3 (1959)
 
Nella storia Barks è precursore non soltanto in chimica, ma anche in astronautica. Paperino, sul razzo spinto dalla sua Duckmite, osserva da vicino la luna - faccia nascosta compresa - circumnavigandola! E questo nel 1944. Ovvero quindici anni prima della missioni sovietiche delle sonde automatizzate Luna 1, 2 e 3 (ques'ultima fotografò per la prima volta the dark side of the moon), lanciate con successo dall'URSS verso il satellite naturale della Terra; gli americani dovettero mordere il freno fino al 1964, l'anno del Ranger 7.
Paperino chimico pazzo è la rivisitazione in chiave (fanta)scientifica e positiva del mito di Dr. Jeckyll e Mr. Hyde. Nell'anima di Paperino si nasconde un grande cervello, non un serial killer; e la nuova coscienza salta fuori non grazie alla chimica, ma grazie alla termodinamica e alla meccanica - per la chimica!
Note. La storia non era stata commentata nello Speciale Carl Barks di Collezionare, molto probabilmente perché all'epoca non avevo trovato notizie sulla curiosità della scoperta dall'Uomo dei Paperi!
La splash panel della storia fa parte della storia stessa, ma in qualche modo ne riassume anche i contenuti, con Qui Quo Qua che giocano al Piccolo Chimico.
Prima di arrivare alla sintesi del carbene (nella vignetta 7 di tavola 1) una strana formula aleggia sopra la testa di Paperino; viene qui citata ancora una volta l'OPA (vedi la storia Paperino e il gorilla), cioè l'Office of Price Administration, l'agenzia federale degli Stati Uniti che durante la Seconda Guerra Mondiale si occupava del razionamento delle merci e di calmierare i prezzi. Paperino inventa la Paperite come sostituto della benzina, proprio a causa della penuria bellica di tale carburante.
Francesco Manetti

P.S. Una piccola soddisfazione personale: arrivati al 2013 sono 25 anni che mi occupo - con pochi alti e molti bassi - di critica fumettistica! Potete leggere di qualche particolare in più sul mio blog personale Ultimo Istante! 
 
N. B. trovate le altre puntate della cronologia barksiana nella pagina dedicata!

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Nei giorni in cui esce il libro con I Sogni dei Bonelliani in raccolta cartacea e completa, Dime Web è lieta di presentare le ultime strisce inedite (inedite qui nel blog, ma comunque presenti nel volume), in un trittico che conclude la prima stagione della serie. (s.c. & f.m.)

N.B. trovate i link alle altre puntate dei Sogni dei Bonelliani in Cronologie e Index!

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I Sogni dei Bonelliani di Pieri & Ferretti, presentati in anteprima su Dime Web, sono diventati un libro, con prefazione di Francesco Manetti! Potete ordinarlo online. (s.c. & f.m.)


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Lo sceneggiatore Filippo Pieri
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N.B. trovate i link ai Sogni dei Bonelliani sulla pagina Cronologie e Index!