giovedì 14 febbraio 2013

CRONOLOGIA RAGIONATA DELLA COLLANA "I PROTAGONISTI" - QUINTA PARTE: WYATT EARP

di Francesco Manetti

Dopo quasi un mese di iato - durante il quale Dime Web ha accolto nuovi collaboratori e aperto nuove rubriche per allargare sempre più i propri limiti, anche oltre l'orizzonte bonelliano - riprendiamo adesso la cronologia ragionata della breve, ma indimenticabile serie di Albertarelli uscita fra il 1974 e il 1975 in dieci volumi. Tocca adesso al n. 6, che verrà analizzato secondo il nostro collaudato schema: riassunto "ampliato" dell'albo; analisi delle rubriche con altre, eventuali, curiosità; scheda tecnica arricchita.




L'uomo dell O. K. Corral


a) La storia

Prima due parole sul genio albertarelliano, davanti al quale non possiamo far altro che umilmente prostrarci...

Dopo cinque numeri "di rodaggio" Rino Albertarelli costruisce con Wyatt Earp un vero capolavoro di montaggio, cinematografico più che fumettistico. All'inizio della vicenda siamo negli Stati Uniti di oggi (dell'oggi di ieri degli anni Settanta) e si racconta l'inflazionata vicenda del gunfight at the O. K. Corral attraverso il resoconto di una pacchiana e ridicola simulazione in stile Fakedisneyland, con baffi e pistole finte, che ogni anno si tiene a Tombstone, Arizona, durante l'Helldorado Parade - una manifestazione a cavallo fra il clownesco e il rievocativo nata nel 1929 (l'anno della morte di Earp) ancora oggi vitale. Ennesima esigenza, per una paese senza storia come i cosiddetti States, di usare fatti più o meno di cronaca spicciola per costruirsi un passato, che non sia quello geologico del Grand Canyon o del Meteor Crater.


La tavola capolavoro di Albertarelli per Wyatt Earp (I protagonisti n. 6, pag. 12), dove vengono usati i codici di comunicazione propri del fumetto umoristico, le caricature e le metafore visive.



Dicevamo del montaggio in stile filmico. Pare quasi di assistere a un'opera di De Palma o di Tarantino, con la vicenda raccontata da molteplici punti di vista, fra loro complementari. Si parte con l'assunto che gran parte delle biografie di Earp siano false o grossolanamente gonfiate. Il corrispettivo relativo di questo ingigantire da parte di raffazzonati e partigiani cronisti i lati positivi del personaggio è reso graficamente con rara efficacia da Albertarelli alle pagine 11, 12, 14 e 15 del fascicolo, tralasciando per un momento il linguaggio visivo realistico e adottando quello caricaturale. Wyatt Earp si cinge così metaforicamente la testa di una risplendente aureola come una Vergine barocca, per poi crescere di stazza, agguantare il cattivo che nel frattempo si è fatto piccolo piccolo e tremolante; affrontare indi una masnada di cavalieri con Stenton fasulli a-la-Tom-Mix ben calcati fin sul naso, ghenga di centauri sormontati da stelline e punti esclamativi di sopresa, paura e dolore - nel più puro stile dei codici propri del fumetto umoristico; sovrastare come Giove sul trono di Olimpia miseri burocrati nei loro uffici ingombri di scartoffie; e infine sfiancare col suo titanico imporsi a cassetta una quadriglia di cavalli che trascina la diligenza della quale WE è diventato santo protettore.


Deformazione del personaggio in funzione narrativa. Gli occhi che fuoriescono dalle orbite sono metafora visiva dell'eccitazione sessuale del Lupo di Tex Avery all'apparire sul palco della ballerina Cappuccetto Rosso.



Vengono i brividi a leggere quelle poche tavole. Ci scorgiamo, in essenza, in pillole, tutta la storia del comic classico - che non esitava a deformare e trasformare i protagonisti i virtù della narrazione; pensiamo a Little Nemo in America e a Bilbolbul in Italia; e come dimenticare il cartooning screwball e slapstick (soprattutto per i tipi della Warner e della MGM, essendo la Disney un po' più attenta - ma senza esagerare! - alla sacralità della fisionomia delle sue creature topopaperesche) degli anni '30, '40 e '50?

La storia, eccoci...

Partendo non dalla nascita, avvenuta nel 1848, ma dal 1873, e tralasciando tutto il periodo dell'infanzia e della giovinezza (trascorsa spostandosi per ogni dove nell'Ovest americano, ai margini della Guerra Civile, indossando di volta in volta l'abito dell'uomo di legge e quello del bandito, quello dello sposo e quello del cacciatore di bufali) Albertarelli fa "parlare" attendibili testimoni diretti degli accadimenti e dipinge una sorta di accattivante controvita di Wyat Berry Stapp Earp. Ne viene fin da subito fuori non un eroe da agiografie western, ma un giocatore d'azzardo e un attaccabrighe, che viene arrestato, multato e scacciato da Ellsworth - insieme ai fratelli - per vagabondaggio. Le intenzioni di Albertarelli, volte a ristabilire la verità storica e a togliere quintali di biacca da cotal sepolcro imbiancato, sono nobili e ne fanno un professional debunker d'eccezione. Ma l'autore non poteva ancora sapere, congelato in quel suo sempiterno 1974, che pur non volendo stava mirabilmente tratteggiando una morbosa e attraente figura di simpatica canaglia, di antieroe maledetto, che tanta multimediale fortuna avrebbe avuto nei decenni a venire.


La Dodge City Peace Commission, 1883. In piedi, da sinistra a destra: W. H. Harris, Luke Short, Bat Masterson; seduti, da sinistra a destra: Charlie Bassett, Wyatt Earp, Frank McLain e Neal Brown.



Nel 1876 Wyatt è a Dodge City, nel Kansas, dove diventa delegato del Marshall, occupandosi però ancora del tavolo da gioco e calcando perfino palcoscenici ecclesiastici, servendo a messa con evidente pistola al fianco! Fu in questo periodo, armato dell'innovativo revolver Buntline Special, che Earp accumula le prime, false prodezze, dipingendosi come infallibile castigamatti; ed è qui che spunta la tragica figura di John Henry "Doc" Hollyday, il miglior amico di Earp, tubercolotico gunman e asso del poker. Poi, nel 1879, ecco apparire dalla polvere la neonata cittadina di Tombstone: brigando e digrignando i denti, i maschi della famiglia - o meglio del clan o della tribù - Earp cominciano a entrare nelle stanze dei bottoni, e Wyatt ottiene la carica di Deputy Sheriff, facendo brillare la stella soprattutto in mezzo a cuori, quadri, fiori e picche - dove diventa affermato biscazziere dell'Oriental Saloon. Soprusi, tentativi di corruzione, crimini, ladrocinii, rapine, donne picchiate, spacconate varie: il gruppo non tralascia nemmeno un grammo di feccia di carbone col quale sporcarsi l'anima. Finché non arriva il fatidico 26 ottobre 1881, quando Wyatt Earp, Virgil Earp, Morgan Earp e "Doc" Hollyday si scontrano (risultando vittoriosi) in un conflitto a fuoco con Billy Clanton, Tom McLowery (o McLaury), Frank McLaury - che morirono - Ike Clanton e Billy Claiborne. Era il "duello all'O. K. Corral", immortalato da Hollywood, a più riprese. Secondo Albertarelli non si trattò di un atto di giustizia, bensì di un assassinio a sangue freddo, commesso deliberatamente perché le vittime sapevano troppe cose dei loschi affari degli Earp e di Hollyday.


La Colt Single Action Army Revolver calibro .45 con canna da 16 pollici e calcio da spalla removibile, meglio nota come Colt Buntline Special, prodotta fra il 1876 e il 1884, celebre anche per essere stata usata da Wyatt Earp a Tombstone.



Quella fu comunque la fine della banda con la stella di latta. Dovettero respingere numerosi assalti e imboscate a scopo di vendetta. Ma fu soprattutto il discredito a porre termine alla loro avventura in Arizona. Wyatt si trasferì a San Francisco nel 1882 dove arbitrò incontri di boxe ed ebbe seri guai con la giustizia. Alla fine del XIX secolo troviamo Earp in Alaska e poi di nuovo in California, fra risse e altri guai. Nel 1911 fu arrestato per truffa. Morì di cistite cronica e cancro alla prostata nel 1929 e al suo funerale presenziarono personaggi famosi e divi del cinema, come Tom Mix; fu cremato e le sue ceneri furono traslate a Colma; nel 1931 Stuart N. Lake pubblicò una biografia di Wyatt Earp, destinata a diventare celeberrima seppur estremamente romanzata, che ne fece - secondo molti ingiustamente - un eroe immacolato del Vecchio West.


La fine della Frontiera: Wyatt Earp nel 1928, con la sua auto...


La tomba di Wyatt Earp a Colma, Los Angeles, cimitero ebraico Hills of Eternity.




b) Le rubriche: curiosità e commenti

La prima rubrica di Albertarelli che appare sull'albo, L'uomo dell'O. K. Corral, è dedicata a smontare il mito di Wyatt Earp costruito nella biografia Frontier Marshal di Lake e serve da introduzione alla narrazione per immagini in sequenza che inizia poco dopo. La fonte principale per sfatare la menzogna decennale sul pistolero è la voce della cognata Allie Earp, moglie del fratello Virgil: fu lei a raccontare, nei primi anni Trenta, come stavano veramente le cose all'interno del clan, allo scrittore Frank Waters. E' dunque a partire dagli anni Sessanta, come possiamo vedere anche dall'amplissima biografia (ventiquattro volumi in lingua originale) con la quale Albert arricchisce l'articolo, che il velo della falsità sulle vicende di Tombstone viene strappato.
Il pezzo che chiude il volume, Una città troppo dura per morire (intervallato da una notevole illustrazione a doppia pagina nella quale Albert interpreta graficamente lo scontro all' O. K. Corral), è dedicato alla storia di Tombstone, nata nel 1877 su un sogno d'argento e ben presto testimone di scontri e scorrerie fra uomini della legge criminali e banditi innocenti.


Copertina della Collana I Protagonisti n. 6, febbraio 1975.



I Protagonisti 6
WYATT EARP - L'UOMO DELL'O. K. CORRAL
Febbraio 1975
pag. 108, £ 800
Testi: Rino Albertarelli
Disegni: Rino Albertarelli
Frontespizio: Rino Albertarelli
Copertina: Rino Albertarelli
Rubriche: Rino Albertarelli
Direttore responsabile: Sergio Bonelli
Casa editrice: Daim Press
3a copertina: elenco degli arretrati
4a copertina: pubblicità del n.7


Francesco Manetti

P.S. Trovate i link a tutti gli altri post dedicati alla Collana I Protagonisti sulla pagina delle Cronologie!

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