sabato 28 dicembre 2013

L'ATLANTE DI MISTER NO. "K": DA "KALAHARI" A "KOVACS"

di Massimo Capalbo

Undicesimo appuntamento con l'Atlante di Mister No di Max Capalbo - fino a questo momento il progetto bonelliano più impegnativo di Dime Web. Diciamo "fino a questo momento" perché altre saporite pietanze stanno bollendo nella nostra pentola: rimanete sintonizzati e non resterete delusi! L'Atlante continua a riscuotere una grandissima attenzione sul Web - in Italia e fuori dai confini nazionali - cosa che ci rende orgogliosi e soddisfatti come curatori di questo piccolo blog. Il sito ufficiale della Sergio Bonelli Editore ha fin dall'inizio messo un link al nostro lavoro nella Homepage di Mister No - collegamento aggiornato nel novembre 2013, a dimostrazione che l'interesse di Via Buonarroti continua immutato! (s.c. & f.m.)

Disegno di Bruzzo. Da Tex Willer Blog.


Legenda
  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.
  • I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
  • I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).

  • Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).

  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva). 



Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.


Disegno di Diso.


K
KALAHARI
KNOX, RIDLEY
KOMODO
KOVACS, Colonnello


KALAHARI


Deserto dell’AFRICA meridionale che si estende per circa 900.000 km quadrati. Vi è ambientata la seconda parte de I pirati della Guinea (A. Ongaro [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto, nn. 175-177), quarto episodio della trasferta africana. La storia inizia a Douala, importante città portuale del Camerun, dove MISTER NO conosce – dopo averlo salvato da un pestaggio - l’armatore francese Philippe Duval, detto Pepè. Questi è perseguitato dai fratelli Claude e Al Martin, due gangster marsigliesi che hanno un passato come spie della Gestapo.

Mister No n. 176, gennaio 1990. Disegno di Diso.

Il Kalahari.

I Martin - a capo della Societé Maritime, una compagnia navale – godono di importanti appoggi politici nel Paese africano e vogliono costringere Duval a cedere loro il suo cantiere e la sua nave, l’Albatros. Questo almeno è quanto crede Duval; in realtà, ciò che realmente interessa ai due malvagi fratelli – uno dei quali, il guercio Claude, comanda pure una banda di pirati attiva nel Golfo di Guinea - è il carico dell’Albatros, consistente in tre bisarche, ossia tre grossi autocarri che trasportano una dozzina di fuoristrada. Per fare un favore all’amico Gerard, capitano della nave Mouette, Duval deve portare questi autocarri - attraverso alcune piste segnate sulle mappe fornitegli dal suddetto Gerard - nel Bechuanaland (l’attuale Botswana), nella sede del giacimento della Southern Diamonds Company, un autentico fortino situato in pieno Kalahari e difeso da una guarnigione inglese. Nella stanza blindata della compagnia ci sono cinquanta milioni di dollari in diamanti, ed è proprio questo tesoro a far gola ai Martin, i quali ne sono venuti a conoscenza grazie a un uomo della Southern, il traditore Duncan, e hanno appunto bisogno delle bisarche trasportate dall’Albatros per entrare nel forte. 

Mister No e Pepe Duval in viaggio nel Kalahari – MNO 176, p. 39

 

MISTER NO decide di dare una mano all’armatore francese: dopo aver recuperato le mappe delle piste, che Al Martin aveva fatto rubare dal cantiere di Duval, sale a bordo dell’Albatros, dove riesce a sventare l’attacco dei pirati di Claude Martin. Sbarcate le bisarche nell’Africa del Sud-Ovest (l’attuale Namibia), il pilota, Duval e gli uomini del suo equipaggio - tra i quali, il duro George Wilson - si mettono alla guida degli autocarri e attraversano il Kalahari. Superati alcuni contrattempi (il sequestro di MISTER NO da parte di una tribù di Boscimani e la rimozione, con la dinamite, di una roccia che bloccava l’accesso a un canyon) giungono a destinazione. Sembra tutto finito, ma, all’improvviso, dai fuoristrada sbucano i fratelli Martin e i loro uomini, i quali, dopo il fallimento dell’assalto all’Albatros, avevano preceduto in aereo Duval e gli altri e si erano nascosti nelle macchine mentre i Nostri liberavano l’ingresso del canyon dalla suddetta roccia (fatta cadere dai loro stessi avversari). I pirati uccidono tutti i soldati, mentre Al Martin, desideroso di vendicarsi di MISTER NO (che, penetrato in casa sua, lo aveva umiliato e gli aveva pure spaccato un dente), colpisce il pilota con il suo mitra e con violenti calci. Il feroce Al ha intenzione di uccidere Duval e tutti i suoi uomini, ma per poco non è lui a essere ammazzato da Wilson, che lo pugnala al petto prima di essere ucciso da Claude Martin, intervenuto in difesa del fratello.

I fratelli Martin fanno una sgradita sorpresa a Mister No e compagni – MNO 176, p. 52


Claude viene a sapere da Duncan che per impossessarsi dei diamanti bisognerà attendere il ritorno, previsto per il giorno successivo, del capo del giacimento Bob Allen, l’unico che conosce la combinazione della stanza blindata. I Nostri e gli uomini della Southern vengono rinchiusi nei sotterranei del forte, dove MISTER NO riprende i sensi. Il pilota, fatti indossare i suoi vestiti a un altro prigioniero per ingannare i pirati, fugge attraverso i condotti dell’area condizionata: il suo scopo è dare l’allarme con una delle radiotrasmittenti delle bisarche, ma, una volta scoperto che sono state tolte, decide di scavalcare il muro del forte con l’intenzione di raggiungere una vecchia pista militare. E’ qui che si trova l’aereo con cui i Martin e la loro banda hanno preceduto il convoglio di Duval. Quest’ultimo, da parte sua, riesce a impadronirsi di una delle bisarche e fugge via, sbarazzandosi dei suoi inseguitori, diversi dei quali rimangono uccisi. Il giorno seguente, nello stesso momento in cui Duval e MISTER NO si ritrovano, l’ignaro Allen ritorna, a bordo di un elicottero, al giacimento e viene costretto dai Martin ad aprire la stanza blindata ed a consegnare loro il sacchetto con i diamanti. A questo punto, i due fratelli lasciano il forte e raggiungono la succitata pista con l’elicottero di Allen, seguiti dal resto della banda. I due fratelli, intenzionati a lasciare l’Africa, non immaginano che MISTER NO, grazie all’aiuto di un simpatico indigeno e delle sue belle mogli (vedi ZULU), ha eluso la sorveglianza delle due sentinelle e manomesso l’aereo. Lo scherzetto del pilota costa la vita alle sentinelle, che vengono uccise dal furibondo Al, il quale poi elimina con il suo mitra tutti i componenti neri della banda per non spartire con essi il bottino. Quindi, assieme a Claude e ai pirati Hans e Wilhelm (risparmiati da Al poiché bianchi), l’ex nazista sale sull’elicottero, l’unico mezzo disponibile. MISTER NO, però, ha agganciato all’elicottero un lungo cavo d’acciaio unito alla bisarca. Questa, guidata dal pilota, trascina l’elicottero, che va a schiantarsi contro delle rocce, esplodendo: nessuno dei quattro banditi si salva. Recuperati i diamanti, MISTER NO e Duval fanno ritorno al forte.

La faticosa corsa del pilota attraverso il deserto – MNO 176, p. 89



I pirati della Guinea è una buona storia, anche se non tra le più belle della trasferta africana. Nelle pagine in cui il convoglio di Duval attraversa l’arido Kalahari, spiccano le scene in cui compaiono i Boscimani, i primi abitatori di questo deserto e – come racconta Duval a MISTER NO - di tutta l’Africa meridionale. Alcuni cacciatori Boscimani colpiscono un’antilope con una freccia avvelenata; MISTER NO, per abbreviare alla povera bestia le atroci sofferenze, la uccide con un colpo di pistola, ignorando che in questo modo si metterà nei guai con gli indigeni. Infatti, un uomo di Duval, il nero Kebir, dice al pilota: Dopo un certo numero di ore, se l’animale è ancora vivo, il veleno svanisce… …invece rimane nel corpo di un animale morto e i Boscimani non lo possono mangiare. Hai distrutto la loro cacciagione, Mister No. Gli arrabbiati Boscimani, ai quali Kebir cerca di spiegare che il Nostro non intendeva portare via la preda, non solo vogliono il fucile di MISTER NO, ma pretendono che egli rimanga con loro a insegnargli come si usa l’arma. Il pilota accetta e, una volta giunto al villaggio dei Boscimani, scopre che il capotribù parla l’inglese (avendo trascorso due anni a Pretoria) e odia tutti i bianchi. MISTER NO, in realtà, non ha alcuna intenzione di restare nel villaggio e, durante la notte, fugge, dopo aver distratto e spaventato le sentinelle con la sua pistola lanciarazzi. Per sua fortuna, i Boscimani non riescono a centrarlo con le loro frecce, ed egli riesce a raggiungere i compagni, che lo stavano aspettando poco lontano. 

La fine dei fratelli Martin – MNO 177, p. 44


 



KNOX, RIDLEY


Il villain principale degli episodi Morte a Manaus (M. Masiero [sog.&scen.] – G. Bruzzo [dis.], nn. 314-315) e Il tempo degli assassini (M. Masiero [sog.&scen.] – F. Valdambrini [dis.], nn. 347-348). Ridley è il nipote del miliardario californiano John Knox, che nella prima storia citata arriva a MANAUS - assieme alla moglie Mindy, all’amica di questa, Barrett WHITAKER, e allo stesso Ridley - per visitare il luogo in mezzo alla giungla dove sorgerà una sua nuova fabbrica.


Mister No n. 314, luglio 2001. Disegno di Diso.


Il gruppetto assume come guide MISTER NO e ESSE-ESSE, i quali conoscono bene sia Mindy che Barrett. Appena giunto a MANAUS, però, il miliardario subisce un attentato, al quale scampa per un soffio. Il responsabile, che muore in uno scontro a fuoco con ESSE-ESSE, è un sicario al soldo del boss Xavier (ma questo i Nostri lo ignorano). Due giorni dopo, John Knox parte con gli altri per Taboca (il villaggio nei cui pressi sorgerà la fabbrica), e il sergente OLIVEIRA gli assegna quattro poliziotti di scorta: Wilson, Andrade, Moriondo e Royo. Approfittando della temporanea assenza di MISTER NO e ESSE-ESSE (recatisi, assieme alle due ragazze e a Ridley, nel villaggio degli indioa Arara), Moriondo – che, con il collega Wilson, è in combutta con Xavier – cerca di eliminare il miliardario, ma questi riesce a ucciderlo e a sfuggire al succitato Wilson. Il racconto che Knox fa a MISTER NO quando questi, avvertito da Royo, fa ritorno a Taboca, consente al Nostro di smascherare Wilson, che poi si suicida in carcere, senza aver rivelato nulla su Xavier.

Ridley Knox, un subdolo avversario – MNO 315, p. 33


Il vero mandante dei suddetti attentati non è però il boss di MANAUS, ma Ridley Knox, che vuole la morte dello zio per poterne ereditare il patrimonio. Ridley, che ha contattato Xavier già prima dell’arrivo in BRASILE, cerca di eliminare personalmente John, ma viene sorpreso da MISTER NO e da Barrett. I due erano stati messi in allarme da ESSE-ESSE, insospettito dal fatto che, nel villaggio degli Arara, il giovane americano aveva pronunciato, tradendosi, il nome di Xavier. Ridley riesce a fuggire, e quando il pilota lo raggiunge, ha la meglio su di lui in uno scontro fisico e, armato di ben due pistole, si accinge a ucciderlo. MISTER NO, però, viene salvato dagli Arara, che colpiscono Ridley con le loro frecce, facendolo cadere da un precipizio. Il pilota è certo che Ridley sia morto, ma ne Il tempo degli assassini scopriamo che egli è sopravvissuto grazie ai Kuikiroe, misteriosa quanto ferocissima tribù indigena, la quale, in base a un’antica leggenda, crede che il giovane Knox sia il dio Kurit-Ha. Adottato dagli indios, Ridley fa sterminare da essi tutti gli Arara e uccide di persona, decapitandolo, il capo Saguari; inoltre, fa rapire, sempre dai Kuikiroe, ESSE-ESSE e, ripresi i contatti con Xavier, s’impadronisce, con l’aiuto di quest’ultimo e attraverso dei movimenti bancari, del denaro che suo zio gli aveva intestato. Nella vendetta messa in atto dallo spietato Ridley sono comprese anche l’uccisione - a opera dei soliti Kuikiroe - dell’ingegnere della fabbrica amazzonica di John Knox, quella del poliziotto Royo - compiuta invece da Jatir, un killer al servizio di Xavier -, e la distruzione, per mezzo di una bomba, della casa galleggiante di MISTER NO, che per poco non ci lascia la pelle.

Ridley cerca di uccidere suo zio, cadendo nella trappola di Mister No – MNO 315, p. 85


Il pilota, saputo da Andrade (che indaga sull’assassinio del collega Royo) della scomparsa di ESSE-ESSE e avendo intuito che i fatti accaduti a MANAUS hanno a che vedere con quanto successo anni prima con John e Ridley Knox, si reca alla fabbrica del miliardario californiano, dove apprende della strage degli Arara. Assieme al giovane indio Toku, un operaio della fabbrica il quale ha scoperto che i responsabili del massacro sono i Kuikiroe, s’inoltra nella selva alla ricerca dei sanguinari indios. Giunti nel loro territorio, i due vengono attaccati da alcuni guerrieri: Toku viene ucciso, mentre MISTER NO viene catturato e condotto nel villaggio, dove è tenuto prigioniero ESSE-ESSE. Notevole la sorpresa del pilota quando si trova davanti il redivivo Ridley, il quale gli propone una singolare sfida: una caccia all’uomo. Ridley lo farà scappare dal villaggio e, dopo avergli concesso un certo vantaggio, manderà sulle sue tracce i Kuikiroe. Se il pilota riuscirà a sfuggire agli indios, sarà libero e anche il tedesco verrà liberato, altrimenti saranno uccisi entrambi. MISTER NO accetta la sfida e, sbarazzatosi di uno dei suoi inseguitori, decide di passare al contrattacco: ritorna quindi al villaggio e prende in ostaggio Ridley.


Mister No n. 348, maggio 2004. Disegno di Diso.


A questo punto, lo sciamano dei Kuikiroe segna con il suo bastone un cerchio nel terreno, attorno al quale si dispongono i guerrieri; poi lancia dei pugnali vicino ai due nemici, facendo capire loro che devono sfidarsi a duello. Questo si conclude con la vittoria di MISTER NO, che umilia Ridley davanti a tutti gli indios. Quando, però, il pilota gli volta le spalle, Ridley, impadronendosi della lancia di un guerriero, cerca di colpirlo, ma viene ucciso dal capotribù, che poi lascia liberi MISTER NO e ESSE-ESSE. Nel finale dell’episodio, il Nostro scrive una lettera a John e Mindy Knox, informandoli che il denaro è stato recuperato e che Xavier e Jatir sono stati arrestati. Inoltre, racconta loro di essere tornato, assieme ai militari brasiliani, nel villaggio dei Kuikiroe, che era stato ormai completamente abbandonato. Gli indios, però, avevano lasciato nelle vicinanze un macabro trofeo: il corpo di Ridley, legato ai rami di un albero e trafitto da frecce e lance. 

I Kuikiroe uccidono Ridley – MNO 348, p. 91

 

Curiosità: In Morte a Manaus, MISTER NO salva Ridley da un ANACONDA: si tratta dell’ultima lotta fra il pilota e il colossale serpente sudamericano. Quando il Nostro scopre, alla fine della storia, la verità sul giovane Knox, si rimprovera di averlo salvato: Dovevo lasciarlo in pasto a quell’anaconda, che aveva capito con che razza di scorpione aveva a che fare!. Si accenna all’episodio dell’ANACONDA anche ne Il tempo degli assassini, precisamente nella scena in cui Ridley propone a MISTER NO la caccia all’uomo. Voglio essere generoso… - dice Ridley al pilota - in fondo mi hai salvato da un anaconda, no?, e il Nostro risponde: Non ricordarmelo: uno dei più grandi errori della mia vita… .


KOMODO

Piccola isola indonesiana la cui fama è legata alla presenza, nelle sue foreste e savane, delle lucertole più grandi del mondo, chiamate per l’appunto draghi o varani di Komodo. In quest’isola è ambientato un unico episodio misternoiano: I delitti del Mar della Sonda (C. Cicogna [sog.&scen.] – M. Bianchini [dis.], nn. 125-128).


Mister No n. 126, novembre 1985. Disegno di Diso.

L'isola di Komodo.


La storia ha inizio a MANAUS, dove MISTER NO viene assunto come istruttore di volo, per diecimila dollari al mese, dall’olandese Jan Emmen, che possiede una piantagione di tabacco a Komodo. Assieme a Emmen e al pilota, parte per l’Indonesia anche ESSE-ESSE, il quale si è fatto assumere dall’olandese dopo che MISTER NO gli ha assicurato che gli cederà una parte del suo sostanzioso compenso. Già prima dell’arrivo di Emmen, nella sua piantagione si sono verificati strani incidenti, e in uno di questi ha perso la vita uno dei suoi uomini, Johnson, di cui non sono rimaste neppure le ossa. Un incidente simile si verifica qualche giorno dopo, e ha come vittima un altro uomo del piantatore olandese, il giovane Yaro. Come MISTER NO e ESSE-ESSE scopriranno, Johnson e Yaro sono stati divorati dagli spaventosi buaya darat (così vengono chiamati i varani dai locali), i quali vengono appositamente utilizzati a tal scopo da uno dei notabili di Komodo, l’anziano medico e farmacista Rosendaal, insospettabile capo di una banda di contrabbandieri. 

Emmen e Mister No – MNO 127, p. 93

Mister No n. 127, dicembre 1985. Disegno di Diso.


Poiché l’attività di Emmen disturba i suoi loschi traffici, Rosendaal mira a creare un clima di terrore sull’isola, in modo da convincere Emmen ad andarsene. Lo spietato farmacista non ha fatto i conti però con MISTER NO e il tedesco, i quali, assieme a Emmen e ai tre giovani aviatori cui il Nostro fa da istruttore, riescono a sgominare la sua banda. Rosendaal tenta quindi il tutto per tutto liberando i varani, ma finisce divorato dagli stessi lucertoloni, i quali poi, attirati dall’odore del sangue (quello dei contrabbandieri uccisi da ESSE-ESSE e compagni) si dirigono verso il mare, dove si trovano i Nostri. A bordo dell’aereo del piantatore, MISTER NO cerca di fermare i draghi usando i pochi candelotti di dinamite rimastigli dopo l’assalto al covo dei contrabbandieri. I rettili, però, continuano ad avanzare e, quando il tedesco e gli altri si tuffano in acqua su consiglio del naturalista Benny (altro notabile di Komodo), restano in famelica attesa sulla spiaggia. I Nostri vengono infine soccorsi dalla guardia costiera, chiamata in precedenza da Benny stesso. Ricevuta da Emmen la somma pattuita, MISTER NO e ESSE-ESSE fanno ritorno all’amata MANAUS.

Mister No fa uno spiacevole incontro – MNO 127, p. 81

Esse-Esse alle prese con i contrabbandieri di Rosendaal – MNO 128, p. 11



Storia d’esordio di Marco Bianchini, che fornisce fin da subito una prova convincente, I delitti del Mar della Sonda è un giallo avventuroso di discreta fattura. Fra le scene degne di nota, oltre a quelle già menzionate, vi sono: la sequenza in cui l’astuto ESSE-ESSE, prigioniero dei contrabbandieri, riesce - usando la lama contenuta nella custodia del suo pugnale (che gli è stato sottratto dai suoi carcerieri) - ; a fare dei segnali morse a MISTER NO; il duello aereo tra MISTER NO – che pilota un pancia gonfia, ossia uno dei pesanti aeroplani che trasportano il fertilizzante per i campi di Emmen - e un uomo di Rosendaal, il quale pilota invece un caccia Zero: per sbarazzarsi del suo avversario, il Nostro spruzza sullo Zero una grande quantità di fertilizzante, facendo perdere il controllo al pilota, che finisce in mare con il suo aereo; il primo incontro fra MISTER NO e i draghi, i quali inseguono il Nostro e assaltano l’aereo su cui si è rifugiato; l’uccisione a sangue freddo del tedesco Knught a opera di Rosendaal; l’attacco in massa dei draghi nel finale.

Rosendaal viene divorato dai varani – MNO 128, p. 16

 

Curiosità: In una sequenza che abbiamo già citato, il naturalista Benny consiglia a ESSE-ESSE e ai suoi compagni di tuffarsi in mare per sfuggire ai varani, perché - dice lui - i buaya darat detestano l’acqua!. In realtà, non è affatto così, anzi: i draghi di Komodo sono ottimi nuotatori, potendo raggiungere in acqua una velocità di ben trenta chilometri orari. Tuttavia, essi preferiscono muoversi sulla terraferma, dove vivono le loro prede abituali (cervi, cinghiali, bufali ecc.). 
 


Il possente drago o varano di Komodo








KOVACS, Colonnello


Compare in Destinazione Haiti (Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 22-24) ed è il capo della polizia di Port-au-Prince, la capitale haitiana. Kovacs - che ha al suo servizio anche i Tontons Macoutes, la famigerata polizia segreta del dittatore François Papa Doc Duvalier - combatte con spietatezza i ribelli guidati dalla bella GENEVIEVE, ai quali si unisce MISTER NO.


Mister No n. 22, marzo 1977. Disegno di Ferri.



Il colonnello, che non disdegna di ricorrere alla magia nera – attraverso la sacerdotessa MAMA MATHILDA - per fermare gli oppositori del regime, gode fama di duro tra i suoi uomini. Questi ne ammirano il sangue freddo, l’incredibile rapidità con cui estrae la sua pistola Luger P08 (con la quale, nella parte iniziale dell’episodio, ferisce MISTER NO) e la mira infallibile: lo vediamo, infatti, lasciar fuggire un ribelle per poi riuscire a centrarlo quando questi è ormai lontano, quasi fuori tiro. In realtà, Kovacs è un debole, e tutte le doti sopracitate gli derivano dall’uso massiccio di cocaina. Assai significativa, in questo senso, la scena in cui il colonnello, ritiratosi nel suo ufficio personale a notte fonda, va in crisi d’astinenza, mostrando tutta la sua fragilità. Solo dopo aver sniffato la droga che tiene in un cassetto, Kovacs recupera la sua solita grinta e si mette addirittura a parlare da solo, in preda a un autentico delirio di onnipotenza: Sono Kovacs! Il colonnello Kovacs! Sono Kovacs! Il colonnello Kovacs!..E tutti, tutti, tutti hanno paura di me!.


Mister No e Kovacs, con la sua amata Luger – MNO 22, p. 56

Il delirio di onnipotenza del colonnello – MNO 23, p. 83


Come abbiamo già detto nella voce dedicata a GENEVIEVE, quest’ultima, durante il brutale interrogatorio cui la sottopone Kovacs (scena immediatamente successiva a quella sopra descritta), scopre, notando il respiro sibilante del colonnello, che costui è soltanto un volgare tossicodipendente (la cocaina – dice la guerrigliera – provoca la perforazione del setto nasale) e gli getta in faccia tutto il suo disprezzo. Le parole di GENEVIEVE colpiscono a tal punto il colonnello che questi ha una reazione isterica: Maledetta!...Piantone! Portatela via…Portatela via di quaaa!. Ferito nell’orgoglio dalla coraggiosa guerrigliera (che viene poi consegnata a MAMA MATHILDA, la quale intende sacrificarla nel corso di un rito vudu), Kovacs, nel finale della storia, cerca di dimostrare a GENEVIEVE e a MISTER NO – il quale ha appena salvato la donna, uccidendo la sacerdotessa - di essere il migliore anche senza droga. Sfida infatti il pilota a duello nelle strade deserte di Port-au-Prince: al termine dei venti passi stabiliti, Kovacs fa fuoco per tre volte con la sua Luger, mancando completamente il bersaglio; MISTER NO, invece, lo centra in pieno petto con un solo, preciso colpo. La vuoi sapere una cosa, Kovacs?...Senza droga non vali proprio niente! dice il Nostro all’agonizzante colonnello, che muore subito dopo.

Kovacs tortura Genevieve – MNO 23, p. 87

Mister No uccide in duello Kovacs – MNO 24, p. 26

 

Curiosità: Come già sottolineato da Roberto Altariva e Angelo Palumbo nel Mister No Index 1-100 (Paolo Ferriani Editore, Inverno 2003-2004), Kovacs e quasi tutti i Tontons Macoutes sono di pelle bianca, quando invece, nella realtà, i membri della polizia segreta di Duvalier erano di pelle nera, come del resto la maggior parte degli abitanti di HAITI. Nella ristampa Tutto Mister No, questa stranezza è stata corretta, ma bisogna dire che l’aspetto di Kovacs ne ha risentito, perdendo in espressività. Sempre nell’Index, gli autori ipotizzano che Kovacs sia addirittura figlio di MAMA MATHILDA: ciò perché, nella scena in cui il colonnello ordina alla sacerdotessa di compiere un maleficio ai danni di MISTER NO, essa risponde: Sì…ce la farò…Kovacs, piccolo mio…ce la farò… . Sinceramente, ci sembra un’ipotesi del tutto campata in aria: una madre non chiamerebbe certo suo figlio per cognome (peraltro, il nome di Kovacs non ci è noto); inoltre, la semplice espressione piccolo mio non implica necessariamente che tra questi due personaggi vi sia un legame di parentela, trattandosi con ogni evidenza di un modo con cui MAMA MATHILDA vuole tenersi buono il potente poliziotto, del quale ha molta paura. Infine, il rapporto fra i due non pare proprio quello tra una madre e un figlio: ad esempio, all’inizio della succitata scena, Kovacs interrompe bruscamente la cerimonia vudu della sacerdotessa (Siete delle bestie! Delle bestie! dice ai partecipanti), provocando l’ira di quest’ultima: Tu…come osi…interrompere un rito! Che Damballa (il dio serpente, nda) possa… . Non ho paura delle tue minacce, donna. – gli risponde sprezzante KovacsNon ho bisogno di spiriti, io, per sbatterti in galera per il resto dei tuoi giorni… . Le parole del colonnello riducono a più miti consigli MAMA MATHILDA, la quale, pur avendo dimestichezza con gli spiriti malvagi, è letteralmente terrorizzata dal carcere.


La famigerata guardia privata dei Duvalier (MVSN - Milice de Volontaires de la Sécurité Nationale) che terrorizzò Haiti dal 1958 al 1986, con degli strascichi fino al 2000. Nella realtà erano ovviamente di pelle nera. Del resto il soprannome con cui erano noti questi aguzzini - Tonton Macoutes - fa riferimento all'Uomo Nero del folklore haitiano.

Massimo Capalbo

N.B. trovate i link alle altre lettere dell'Atlante andando sulla pagina della Bussola!